Eni: crolla il petrolio, ma non gli stipendi
Granata confermato. Mondazzi va alle rinnovabili, Ferraris (ex Terna) diventa cfo. Per la presidente Calvosa un compenso di 400 mila euro.
Per l’Eni, visto il crollo del prezzo del petrolio e la contrazione dei consumi che per la benzina ha raggiunto l’85% del totale, il momento è assai delicato. La circostanza però non ha impedito a Claudio Descalzi di uscire dall’assestamento di vertice del cane a sei zampe non solo con la riconferma per altri tre anni del suo mandato di amministratore delegato, ma anche con lo stesso stipendio – sulla base di quello dell’ultimo triennio – e con addirittura un aumento dei bonus.
Inoltre Descalzi – che ha lasciato Emma Marcegaglia e tutti consiglieri uscenti di stucco non presentandosi alla loro cena d’addio – ha deciso di non ascoltare i suggerimenti che da più parti gli erano venuti e ha riconfermato quale suo plenipotenziario Claudio Granata, attraverso la cui discrezionalità passeranno o meno tutte le decisioni strategiche interne.
AVANTI FERRARIS, MA CON L’ADDIO DI SIMONI
Viceversa, ha deciso di spostare Massimo Mondazzi a sovraintendere l’area delle rinnovabili – per ora marginale – per lasciare libero il posto di Cfo a Luigi Ferraris, appena silurato dalla guida di Terna. Il compito di Ferraris sarà reso complicato dalla decisione di Andrea Simoni, storico direttore Amministrazione e Bilancio dell’Eni, depositario di tutti i segreti dei numeri della compagnia petrolifera, di andare in pensione. Una decisione improvvisa con un forte retrogusto polemico.
SUBITO UNA RICHIESTA DI AUMENTO PER CALVOSA
Ma anche i nuovi membri del cda si sono sistemati alla grande. Prima di tutto la presidente Lucia Calvosa, che si è vista riconfermare tutte le attribuzioni che aveva la Marcegaglia, cui ha aggiunto la delega per l’individuazione e la promozione di progetti integrati ed accordi internazionali di rilevanza strategica, in condivisione con l’ad. Non contenta, la signora che deve la sua nomina a Marco Travaglio, ha già chiesto un aumento della sua retribuzione che, come nel caso della predecessora, è di 400 mila euro. E poi Pietro Guindani si è preso la guida del Comitato Rischi, Nathalie Tocci il Comitato Remunerazione, Ada Lucia De Cesaris il Comitato Nomine, mentre il delicato Comitato Sostenibilità e Scenari è finito nelle mani di Karina Litvack, che ai tempi di Luigi Zingales in cda aveva fatto fuoco e fiamme contro Descalzi.
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