Intesa Sanpaolo: tra bonus e tassi bassi, ora ristrutturare casa conviene

I lavori di efficientamento energetico hanno portato minori consumi per 4,2 miliardi in 13 anni. I risparmi in bolletta possono arrivare a 522 euro l’anno. E fa bene anche all’ambiente.

Una casa con una classe energetica alta fa bene all’ambiente e dà benefici in bolletta. La riqualificazione degli edifici gode di agevolazioni fiscali che possono rendere i lavori più a portata di mano. Lo scorso 5 novembre, a Milano, durante il convegno “Facciamo più belle le nostre città” organizzato da Intesa Sanpaolo insieme ad Anaci, l’associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari, si è parlato diffusamente di queste opportunità. L’evento è servito a fare informazione su tematiche non del tutto note: «I condomini nel nostro paese sono in larga misura edifici che necessitano di ristrutturazioni importanti in termini di riqualificazione», ha spiegato Cinzia Bruzzone, responsabile retail di Intesa Sanpaolo, «Basti pensare che in Italia l’80% degli stabili ad uso abitativo è stato costruito prima degli anni 80 e le emissioni di gas serra sono costituite per il 70% dalle attività di climatizzazione di questi edifici. Questo è il momento ideale per una svolta, grazie alle agevolazioni fiscali e alle condizioni di tasso particolarmente favorevoli». I cosiddetti bonus casa, ossia le detrazioni per la ristrutturazione degli edifici, valgono il 50% della spesa. Mentre per risparmio ed efficientamento energetico valgono rispettivamente il 50 e 65%.

Cinzia Bruzzone, responsabile retail di Intesa Sanpaolo

IN LOMBARDIA IL 60% DELLE CASE HA BASSA EFFICIENZA ENERGETICA

Gli incentivi sui lavori di ristrutturazione edilizia finora hanno funzionato. Eppure, c’è ancora tanto da fare, soprattutto se si pensa che in Lombardia, una delle regioni dove sono già stati più intensi i benefici fiscali, il 60% degli edifici è a tutt’oggi classificato come classe G ed F di efficienza energetica (di cui il 36% in classe G). «La collaborazione con Anaci», ha proseguito Bruzzone, «che conta circa 8.000 amministratori professionisti in tutta Italia, è un ulteriore elemento che ha l’obiettivo di rendere consapevoli e informati gli amministratori di tutte le possibilità che oggi Ecobonus e Sismabonus mettono a disposizione dei cittadini. L’ulteriore possibile intervento di finanziamento da parte della banca fa si che si arrivi a casi in cui i condomini possano avviare i lavori con un minimo esborso iniziale».

RISPARMI IN BOLLETTA FINO A 522 ALL’ANNO

Se da una parte gli interventi sugli immobili danno un contributo importante per la lotta al cambiamento climatico, questi vanno a incidere anche sui consumi, calati di 4,2 miliardi tra il 2005 e il 2018. Se poi si confronta un immobile di classe energetica G, la più bassa, con uno di classe A++, la più alta, il risparmio all’anno in bolletta può arrivare a 522 euro. Anche il valore degli immobili cambia: secondo i dati dell’ufficio studi di immobiliare.it, il prezzo medio degli immobili in Italia è di 1.940 euro al metro quadro. Una casa di classe A ne vale 2.618, una differenza del 34% che può toccare anche il 60% per i progetti di particolare pregio.

SERVE UNA DRASTICA DIMINUZIONE DELLE EMISSIONI

Questo deve essere da ulteriore incentivo perché, fanno notare dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, uno dei fattori su cui si può incidere in modo più rapido sulle emissioni di gas serra è ridurre i consumi energetici delle famiglie, che sono costituiti per il 70% dalle attività di climatizzazione. Logico quindi che questo sia uno dei fronti sui quali intervenire a livello di sistema perché per limitare l’incremento del riscaldamento in atto a 1,5 gradi centigradi – e così evitare conseguenze catastrofiche – serve una riduzione drastica nelle emissioni del 45% entro il 2030.

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Intesa Sanpaolo: tra bonus e tassi bassi, ora ristrutturare casa conviene

I lavori di efficientamento energetico hanno portato minori consumi per 4,2 miliardi in 13 anni. I risparmi in bolletta possono arrivare a 522 euro l’anno. E fa bene anche all’ambiente.

Una casa con una classe energetica alta fa bene all’ambiente e dà benefici in bolletta. La riqualificazione degli edifici gode di agevolazioni fiscali che possono rendere i lavori più a portata di mano. Lo scorso 5 novembre, a Milano, durante il convegno “Facciamo più belle le nostre città” organizzato da Intesa Sanpaolo insieme ad Anaci, l’associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari, si è parlato diffusamente di queste opportunità. L’evento è servito a fare informazione su tematiche non del tutto note: «I condomini nel nostro paese sono in larga misura edifici che necessitano di ristrutturazioni importanti in termini di riqualificazione», ha spiegato Cinzia Bruzzone, responsabile retail di Intesa Sanpaolo, «Basti pensare che in Italia l’80% degli stabili ad uso abitativo è stato costruito prima degli anni 80 e le emissioni di gas serra sono costituite per il 70% dalle attività di climatizzazione di questi edifici. Questo è il momento ideale per una svolta, grazie alle agevolazioni fiscali e alle condizioni di tasso particolarmente favorevoli». I cosiddetti bonus casa, ossia le detrazioni per la ristrutturazione degli edifici, valgono il 50% della spesa. Mentre per risparmio ed efficientamento energetico valgono rispettivamente il 50 e 65%.

Cinzia Bruzzone, responsabile retail di Intesa Sanpaolo

IN LOMBARDIA IL 60% DELLE CASE HA BASSA EFFICIENZA ENERGETICA

Gli incentivi sui lavori di ristrutturazione edilizia finora hanno funzionato. Eppure, c’è ancora tanto da fare, soprattutto se si pensa che in Lombardia, una delle regioni dove sono già stati più intensi i benefici fiscali, il 60% degli edifici è a tutt’oggi classificato come classe G ed F di efficienza energetica (di cui il 36% in classe G). «La collaborazione con Anaci», ha proseguito Bruzzone, «che conta circa 8.000 amministratori professionisti in tutta Italia, è un ulteriore elemento che ha l’obiettivo di rendere consapevoli e informati gli amministratori di tutte le possibilità che oggi Ecobonus e Sismabonus mettono a disposizione dei cittadini. L’ulteriore possibile intervento di finanziamento da parte della banca fa si che si arrivi a casi in cui i condomini possano avviare i lavori con un minimo esborso iniziale».

RISPARMI IN BOLLETTA FINO A 522 ALL’ANNO

Se da una parte gli interventi sugli immobili danno un contributo importante per la lotta al cambiamento climatico, questi vanno a incidere anche sui consumi, calati di 4,2 miliardi tra il 2005 e il 2018. Se poi si confronta un immobile di classe energetica G, la più bassa, con uno di classe A++, la più alta, il risparmio all’anno in bolletta può arrivare a 522 euro. Anche il valore degli immobili cambia: secondo i dati dell’ufficio studi di immobiliare.it, il prezzo medio degli immobili in Italia è di 1.940 euro al metro quadro. Una casa di classe A ne vale 2.618, una differenza del 34% che può toccare anche il 60% per i progetti di particolare pregio.

SERVE UNA DRASTICA DIMINUZIONE DELLE EMISSIONI

Questo deve essere da ulteriore incentivo perché, fanno notare dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, uno dei fattori su cui si può incidere in modo più rapido sulle emissioni di gas serra è ridurre i consumi energetici delle famiglie, che sono costituiti per il 70% dalle attività di climatizzazione. Logico quindi che questo sia uno dei fronti sui quali intervenire a livello di sistema perché per limitare l’incremento del riscaldamento in atto a 1,5 gradi centigradi – e così evitare conseguenze catastrofiche – serve una riduzione drastica nelle emissioni del 45% entro il 2030.

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Italia leader in Europa per il settore delle due ruote

In questi giorni a Milano, presso Rho Fiera, è nel vivo del suo svolgimento EICMA 2019, l’Esposizione Internazionale del Ciclo..

In questi giorni a Milano, presso Rho Fiera, è nel vivo del suo svolgimento EICMA 2019, l’Esposizione Internazionale del Ciclo e Motociclo che per quest’anno arriva alla sua 77esima edizione. Un evento di natura fieristica di caratura mondiale che detiene la leadership nel settore delle due ruote. Con la presenza di oltre 1.200 espositori e l’intento di valorizzare e promuovere le realtà produttive che operano nella filiera industriale del settore ciclo, motociclo e accessori, attrae ogni anno centinaia di migliaia di visitatori.

Un settore quello delle due ruote che non solo attrae fortemente ma che, in Italia e in Europa, vola con numeri di produzione e di fatturato davvero importanti. Bici, moto, ciclomotori, scooter, componenti e accessori affascinano il pubblico italiano che ama le due ruote, le studia, le compra e le usa abitualmente. Tutto questo si riversa sul settore delle produttività e del business, vera miniera per il Bel Paese che per l’industria della due ruote si conferma, secondo i dati di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo, Motociclo e Accessori), il punto di riferimento in Europa.

I NUMERI DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY A DUE RUOTE

L’industria delle due ruote impiega circa 20.000 dipendenti diretti e fattura oltre 5 miliardi di euro. La produzione italiana di motocicli (350mila unità) e di biciclette (2,4 milioni unità) occupa saldamente il primo posto a livello europeo. In Italia il settore conta complessivamente più di 5.000 punti vendita: il commercio di bici, moto, ciclomotori, scooter, componenti e accessori, con il loro indotto, dà lavoro a circa 60.000 persone.

+ 6,4% PER IL MERCATO ITALIANO DELLE DUE RUOTE A MOTORE

Che il mercato delle due ruote in Italia funziona lo dicono chiaramente i dati. Nei primi nove mesi di quest’anno le immatricolazioni hanno fatto segnare un + 6,4% rispetto al 2018. Un risultato che deriva da una accelerazione delle moto (+ 8,6%) che ricoprono il 44% del mercato, e da un incremento degli scooter (+ 4,8%) che ne rappresentare il 56%. A perdere volumi sono, invece i “cinquantini”, – 4,2%. Sono 213.500 i pezzi venduti nel mercato due ruote da gennaio a settembre 2019 e le previsioni per l’anno stimano un totale di circa 250.000 veicoli.

IL MERCATO DELLE DUE RUOTE NON A MOTORE RESISTE E FUNZIONA

Non deludono anche i dati dedicati alle due ruote non a motore, con specifiche sull’elettrico e selle bici, comprese anche quelle più moderne come le e-bike. Nel 2018, infatti, in Europa sono stati immatricolati 47.179 motoveicoli elettrici (+ 36% su 2017), corrispondenti al 3,7% del mercato endotermico (1.277.708 unità). Il nostro Paese, con 3.600 veicoli venduti nel 2018 (+ 44% su 2017), raccoglie il 7,6% del mercato europeo. Continua a tenere anche il mercato delle biciclette. Ben 1.595.000 quelle vendute nel 2018 mettendo comunque in conto la straordinaria crescita di bikesharing a postazione fissa e free floating (+ 147% solo nel 2017 e una flotta di circa 40mila mezzi sul territorio). Buoni risultati anche per l’e-bike. Confindustria ANCMA stima una vendita di 173.000 pezzi, pari a +16,8% rispetto al 2017. Va bene anche l’export delle bici a pedalata assistita, che nel 2018 raggiunge un valore di 42 milioni di euro, + 300% sull’anno precedente.

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Ubi Banca, i risultati dei primi nove mesi del 2019

Utile contabile a 191,1 milioni di euro. In crescita il reddito operativo che si attesta al 9,6%.

La performance commerciale evidenziata dai risultati di Ubi Banca è positiva, come attesta la crescita del reddito operativo salito a/a del 9,6%.
Questo testimonia la capacità strutturale della banca di produrre utile e riflette la forte resilienza del margine di interesse che si è ridotto del 2,7%, e cioè in misura molto inferiore rispetto ai competitor.

Una buona performance delle commissioni che sono cresciute grazie al contributo determinante della raccolta indiretta che ha superato quota 100 mld, con una crescita sia dell’asset management sia del comparto assicurativo cresciuti rispettivamente del 7,8 % e dell’8,3%.
L’utile netto contabile, che è diminuito anno su anno da 210,5 a 191,1 milioni, risente dell’incidenza del costo del credito il quale riflette l’effetto delle operazioni sugli npl (-2,2 mld di euro a/a) che da un lato hanno permesso di raggiungere un NPE ratio del 9,07% ma hanno anche comportato un costo transitato per il conto economico.

La banca quindi è strutturalmente più forte, capace di produrre reddito ma in questa situazione vede una riduzione dell’utile netto contabile perché, in sostanza, una parte di utile è stata investita nel miglioramento strutturale dei conti della banca, testimoniato dal ratio degli npl.
La performance commerciale è però distintiva.

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Terna, inaugurato a Napoli il nuovo hub per l’innovazione

É il primo del Sud Italia. Sarà focalizzato su trasformazione digitale di processi aziendali, gestione delle risorse umane e processi organizzativi. Il progetto fa parte del percorso di innovazione e digitalizzazione per il quale Terna investirà circa 700 milioni di euro nei prossimi 5 anni.

Diventare un laboratorio di idee innovative al servizio della rete elettrica. È il futuro immaginato da Terna per il suo nuovo Innovation Hub, presentato lo scorso 7 novembre nella sede di Napoli. Il polo della capitale partenopea è il primo nel Sud Italia: sarà focalizzato sul digital to people, ovvero sulla trasformazione digitale dei processi aziendali e l’innovazione degli strumenti nell’area delle risorse umane e dell’organizzazione. Presenti all’inaugurazione, oltre all’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris, anche il ministro dell’Innovazione Paola Pisano e il consigliere delegato all’Informatizzazione e all’Agenda digitale della Città Metropolitana di Napoli, Rosario Ragosta. «È il nostro secondo Innovation hub», ha affermato Ferraris che ne ha già inaugurato un altro a Torino, «fa parte della strategia di portare l’innovazione sul territorio e favorire un collegamento più stretto tra la nostra azienda, le università, le startup locali».

IN CAMPANIA 536 MILIONI DI INVESTIMENTI IN 5 ANNI

« L’Innovation Hub di Napoli è la conferma dell’importanza di questa città e della regione », ha evidenziato Ferraris, « nella strategia di Terna che prevede nei prossimi cinque anni investimenti sulla rete elettrica campana per oltre 536 milioni di euro ». La società che gestisce la rete nazionale ha inoltre lanciato un nuovo concorso che ha l’obiettivo di coinvolgere professionisti locali nella progettazione di stazioni elettriche integrate nel territorio. Si parte proprio dalla Campania, dove a Capri Terna ha già realizzato una stazione unica nel suo genere, progettata in armonia con l’ambiente nel quale si inserisce.

GIÀ 6 STARTUP SELEZIONATE PER PROGETTI DIGITAL

L’Innovation Hub di Napoli fa parte del percorso di innovazione e digitalizzazione per il quale Terna intende investire circa 700 milioni di euro nei prossimi 5 anni a livello nazionale.  «È importantissimo», ha detto nel suo intervento il ministro Pisano, «dare il giusto ruolo all’innovazione e alla trasformazione del Paese. L’innovazione deve essere una misura strutturale, perché può incidere sull’aumento dei posti di lavoro e la competitività. Il ministero segue con attenzione le attività che si faranno all’interno del centro Terna di Napoli, con una forte attenzione a formazione, tecnologie usate, all’open innovation, per aumentare il numero di startup. Il pubblico deve diventare un attore principale nella partnership con le grosse aziende». Dopo Torino e Napoli, il piano proseguirà presto in altre città italiane. Intanto sono 6 le prime sturtup selezionate che nella città campana svilupperanno progetti di digital safety e di digital human resources: dai processi per rendere più efficiente la manutenzione degli asset, alla realizzazione di app che ricostruiscono virtualmente operazioni sul campo da utilizzare per formare il personale, alla realizzazione di una piattaforma di raccolta delle necessità formative per progettare percorsi di training personalizzato e di coaching digitale.

IL PROGETTO PUNTA A FAVORIRE LA TRANSIZIONE ENERGETICA

L’obiettivo, in uno scenario energetico sempre più complesso, è sviluppare prototipi di idee innovative focalizzate sui nuovi trend tecnologici: «Siamo orgogliosi di proseguire questo percorso di innovazione che ha l’obiettivo di creare sinergie tra le persone e le professionalità di Terna e le eccellenze del territorio per sviluppare idee e percorsi innovativi a beneficio di una rete elettrica sempre più moderna, efficiente, flessibile e sostenibile in grado di favorire la transizione energetica in atto», ha detto ancora l’ad di Terna. Con questi progetti l’azienda punta a favorire la cultura dell’innovazione, la creazione di future professionalità di eccellenza e lo sviluppo di soluzioni industriali che possano avere implementazione su più larga scala.

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Terna, inaugurato a Napoli il nuovo hub per l’innovazione

É il primo del Sud Italia. Sarà focalizzato su trasformazione digitale di processi aziendali, gestione delle risorse umane e processi organizzativi. Il progetto fa parte del percorso di innovazione e digitalizzazione per il quale Terna investirà circa 700 milioni di euro nei prossimi 5 anni.

Diventare un laboratorio di idee innovative al servizio della rete elettrica. È il futuro immaginato da Terna per il suo nuovo Innovation Hub, presentato lo scorso 7 novembre nella sede di Napoli. Il polo della capitale partenopea è il primo nel Sud Italia: sarà focalizzato sul digital to people, ovvero sulla trasformazione digitale dei processi aziendali e l’innovazione degli strumenti nell’area delle risorse umane e dell’organizzazione. Presenti all’inaugurazione, oltre all’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris, anche il ministro dell’Innovazione Paola Pisano e il consigliere delegato all’Informatizzazione e all’Agenda digitale della Città Metropolitana di Napoli, Rosario Ragosta. «È il nostro secondo Innovation hub», ha affermato Ferraris che ne ha già inaugurato un altro a Torino, «fa parte della strategia di portare l’innovazione sul territorio e favorire un collegamento più stretto tra la nostra azienda, le università, le startup locali».

IN CAMPANIA 536 MILIONI DI INVESTIMENTI IN 5 ANNI

« L’Innovation Hub di Napoli è la conferma dell’importanza di questa città e della regione », ha evidenziato Ferraris, « nella strategia di Terna che prevede nei prossimi cinque anni investimenti sulla rete elettrica campana per oltre 536 milioni di euro ». La società che gestisce la rete nazionale ha inoltre lanciato un nuovo concorso che ha l’obiettivo di coinvolgere professionisti locali nella progettazione di stazioni elettriche integrate nel territorio. Si parte proprio dalla Campania, dove a Capri Terna ha già realizzato una stazione unica nel suo genere, progettata in armonia con l’ambiente nel quale si inserisce.

GIÀ 6 STARTUP SELEZIONATE PER PROGETTI DIGITAL

L’Innovation Hub di Napoli fa parte del percorso di innovazione e digitalizzazione per il quale Terna intende investire circa 700 milioni di euro nei prossimi 5 anni a livello nazionale.  «È importantissimo», ha detto nel suo intervento il ministro Pisano, «dare il giusto ruolo all’innovazione e alla trasformazione del Paese. L’innovazione deve essere una misura strutturale, perché può incidere sull’aumento dei posti di lavoro e la competitività. Il ministero segue con attenzione le attività che si faranno all’interno del centro Terna di Napoli, con una forte attenzione a formazione, tecnologie usate, all’open innovation, per aumentare il numero di startup. Il pubblico deve diventare un attore principale nella partnership con le grosse aziende». Dopo Torino e Napoli, il piano proseguirà presto in altre città italiane. Intanto sono 6 le prime sturtup selezionate che nella città campana svilupperanno progetti di digital safety e di digital human resources: dai processi per rendere più efficiente la manutenzione degli asset, alla realizzazione di app che ricostruiscono virtualmente operazioni sul campo da utilizzare per formare il personale, alla realizzazione di una piattaforma di raccolta delle necessità formative per progettare percorsi di training personalizzato e di coaching digitale.

IL PROGETTO PUNTA A FAVORIRE LA TRANSIZIONE ENERGETICA

L’obiettivo, in uno scenario energetico sempre più complesso, è sviluppare prototipi di idee innovative focalizzate sui nuovi trend tecnologici: «Siamo orgogliosi di proseguire questo percorso di innovazione che ha l’obiettivo di creare sinergie tra le persone e le professionalità di Terna e le eccellenze del territorio per sviluppare idee e percorsi innovativi a beneficio di una rete elettrica sempre più moderna, efficiente, flessibile e sostenibile in grado di favorire la transizione energetica in atto», ha detto ancora l’ad di Terna. Con questi progetti l’azienda punta a favorire la cultura dell’innovazione, la creazione di future professionalità di eccellenza e lo sviluppo di soluzioni industriali che possano avere implementazione su più larga scala.

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EICMA 2019, sulla via della sostenibilità

Attenzione all’ambiente e alle tematiche sociali durante l’evento dedicato alle due ruote che segue la certificazione ISO 20121

Viaggia sulla linea della sostenibilità l’edizione 2019 di EICMA, l’Esposizione Internazionale del Ciclo e Motociclo, in programma da oggi, 5 novembre, fino a domenica 10 novembre a Fiera Milano-Rho. EICMA S.p.A., l’organizzatore di EICMA, per la 77esima edizione dell’evento fieristico di caratura mondiale che detiene la leadership nel settore delle due ruote, ha deciso di impegnarsi nel rendere sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale la manifestazione analizzando le caratteristiche di impatto ambientale e sociale nella progettazione e organizzazione dell’evento, promuovendo buone pratiche prima, durante e dopo l’evento. Obiettivo? La certificazione ISO 20121, ovvero lo standard internazionale per la gestione sostenibile degli eventi grazie alla quale EICMA sarà la prima esposizione al mondo del suo settore (ciclo e motociclo) ad essere certificata secondo questo standard.

I PRINCIPI VERSO LA SOSTENIBILITÀ

Un nuovo approccio dunque che passa attraverso la valorizzazione e l’incremento dell’attenzione verso l’ambiente e le tematiche sociali, puntando al coinvolgimento di tutti gli attori facenti parte della manifestazione (organizzazione, fornitori, espositori, operatori, media e visitatori) il tutto con una gestione che si fonda su alcuni principi che per EICMA S.p.A. sono dei capisaldi: trasparenza, integrità, inclusività, accessibilità, eredità, partecipazione e miglioramento continuo. Per tutte le info nello specifico durante i cinque giorni dell’evento verrà organizzata una postazione fissa di riferimento, presso la palazzina uffici di Fiera Milano dedicata a tutti gli stakeholder che avessero necessità di eventuali chiarimenti e informazioni sulle attività previste dal programma e dalla certificazione ISO 20121.

OBIETTIVI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Nello specifico due sono gli obiettivi che EICMA ha pianificato di raggiungere seguendo lo standard ISO 20121. Da una parte è importante «aumentare la  consapevolezza da parte dei visitatori, espositori e operatori di essere partecipi di un evento organizzato con un’attenzione particolare alla sostenibilità, mirando a creare un maggiore coinvolgimento di tutti gli stakeholder» hanno specificato gli organizzati e dall’altro è essenziale anche «migliorare e potenziare la gestione dei rifiuti prodotti prima, durante e dopo l’evento, con una particolare attenzione ad espositori e punti di ristoro, bar e ristoranti». Comunicazione e sensibilizzazione, gestione dei rifiuti e riciclo materiali sono dunque un quartetto imprescindibile in questa 77edizione dell’Esposizione attraverso il quale passa il profondo impegno per il miglioramento dell’impatto ambientale e sociale della manifestazione.

VADEMECUM DEL VISITATORE SOSTENIBILE

Per rendere possibile tutto questo l’organizzazione di EICMA ha stilato un vero vademecum del visitatore sostenibile che propone sei “regole”, o meglio consigli e indicazioni di comportamento da adottare durante la visita nei padiglioni fieristici. Niente di così difficile o restrittivo ma solo delle semplici linee guida che permettono di vivere l’evento in modo non solo corretto per sé stesso e gli altri ma anche per l’ambiente, pensando al futuro. Eccole qui di seguito:

  • 1° REGOLA, RISPETTA LE REGOLE! Segui le nostre indicazioni e contribuisci anche tu a rendere più sostenibile l’evento EICMA 2019 e la vita di tutti i giorni.
  • DIFFERENZIA-TI Non gettare i rifiuti a terra. All’interno e all’esterno dei padiglioni trove­rai i contenitori per la raccolta differenziata.
  • FATTI PIÙ IN LÀ! Ricorda di non parcheggiare moto e auto nei parcheggi ri­servati ai disabili e non ingom­brare gli accessi a loro necessari.
  • USA LA TESTA ANCHE QUANDO TI DIVERTI Continua ad avere comporta­menti sostenibili anche quando ti diverti, non solo a casa. Non sprecare acqua ed energia nelle strutture che ti ospitano.
  • NO MOZZICONI A TERRA! Non gettare i mozziconi di sigaretta a terra, una volta spenti puoi gettarli nei contenitori per i rifiuti indifferenziati o, se presenti, negli appositi contenitori per i mozziconi. Se puoi usa il posacenere da tasca.
  • MUOVITI IN MODO SOSTENIBILE Per raggiungere l’esposizione In primis i mezzi pubblici, biciclette, scooter e i vari sistemi di sharing che sono ottime soluzioni per muoversi in modo sostenibile. Utilizza l’autovettura solo se strettamente necessario e condividi il viaggio con amici o colleghi di lavoro.

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Alla ricerca di idee imprenditoriali per lo sviluppo del Mezzogiorno col progetto “Resto al Sud Hackathon Tour”

Invitalia, in partnership con l’Università di Bari “Aldo Moro”, lancia la prima call che si chiuderà il 22 novembre. 4 tappe in 4 università per raccogliere i progetti più interessanti a favore del Sud Italia.

Stimolare ed accelerare idee e proposte imprenditoriali per lo sviluppo del Mezzogiorno da finanziare con gli incentivi Resto al Sud.

È questo l’obiettivo del “Resto al Sud Hackathon Tour” promosso da Invitalia, l’Agenzia per lo sviluppo, in partnership con 4 università italiane, alla ricerca di giovani aspiranti imprenditori che vogliano avviare un’attività nelle regioni del Sud, in settori strategici e innovativi.

Parte il 6 novembre la prima call, rivolta ai laureati e laureandi dell’Università di Bari, tra i 18 e i 35 anni, con idee di impresa da sviluppare nel corso dell’Hackathon che si svolgerà il 29 e 30 novembre presso il Centro di Eccellenza per l’Innovazione e la Creatività dell’Ateneo, partner dell’iniziativa (aula BaLab ‘Guglielmo Minervini’).

C’è tempo fino al 22 novembre per iscriversi e partecipare al contest, organizzato in collaborazione con la società benefit Onde Alte, presentando idee progettuali centrate su uno dei 4 ambiti ritenuti prioritari per lo sviluppo del Sud:

  • Salute e Welfare
  • Ambiente
  • Turismo Sostenibile
  • Agritech e Foodtech

Le migliori proposte progettuali, che verranno selezionate anche in base ai criteri dell’innovazione, della sostenibilità e dell’impatto sociale, parteciperanno alla full immersion del 29-30 novembre, dove un team di mentor lavorerà insieme agli startupper con un approccio “open innovation” per accelerare lo sviluppo dei progetti e accompagnare i team davanti alla giuria di esperti che sceglierà il vincitore.

In palio ci sono servizi per l’accrescimento delle competenze e l’internazionalizzazione del business presso partner (incubatori all’estero) di comprovata esperienza.

Prima di iscriversi e caricare la presentazione dell’idea progettuale sul sito di Invitalia, si consiglia di leggere il Regolamento.

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