Viaggio a Macao tra casinò, gondolieri di Venezia e kitsch
Finte calli, finti canali e professionisti importati dalla Laguna. Gli studios di Los Angeles in cartapesta. Ma anche la riproduzione della Tour Eiffel e, a breve, la Londra di Beckham che qui aprirà un nuovo resort casinò. Benvenuti a Cotai strip.
Il piccolo bus n. 15 della Sociedade de Transportes Urbanos saltella tra i dossi e le curve della tortuosa strada costiera lungo l’isola di Coloane che, insieme all’isolotto di Taipa e alla penisola di Macao, forma il territorio di questa antica colonia portoghese che tra un mese, il 20 dicembre, “festeggerà” il ventennale del ritorno alla Cina, dopo quasi 500 anni di dominio lusitano.
La meta è la Cotai strip una striscia di terra tra Taipa e Coloane. In realtà l’ennesimo, e mastodontico, sbancamento o reclamation (per dirla all’inglese) che ha sottratto al mare un’area incredibilmente vasta, unendo quelle che erano state per secoli due distinte isolette in un unico mostruoso territorio artificiale.
E su questa vasta area è sorto, a partire dal 2007, uno dei più incredibili e allucinanti megaprogetti della nuova Macao cinese.
PARISIAN E VENETIAN MACAU: IL TRIONFO DEL KITSCH
Una volta scesi dall’autobus, lo choc lascia letteralmente senza fiato. Non è un sogno né un’allucinazione: ci si trova di fronte a un’incredibile e pacchianissima Tour Eiffel. Siamo a Parisian Macau che con Venetian Macau e la City of Dreams forma il più grande complesso al mondo di casinò, centri commerciali, hotel di extralusso e boutique.
LA PICCOLA LONDRA DI DAVID BECKHAM
E proprio di fronte a questa Tour Eiffel sorgerà il nuovo mega resort voluto da David Beckham: questa volta sarà una finta Londra a vedere la luce. E a completamento del quadro surreale di questa metropoli del gioco d’azzardo e della finzione, la nuova creatura alberghiera dell’ex stella del calcio britannico esibirà una facciata simil Westminster e persino una grande replica del Big Ben. Gli ospiti verranno letteralmente “avvolti” da una profusione di decorazioni in oro e marmo; Beckham progetterà in prima persona delle concept suite e due piani saranno interamente dedicati alla sartoria su misura. «Avremo di tutto», ha dichiarato il calciatore, «dai nostri taxi neri all’esterno fino alla replica fedele di alcune delle strade più famose di Londra all’interno, come Bond Street e Saville Row».
LA RIPRODUZIONE DEGLI STUDIOS
Attualmente le tre strutture esistenti riproducono le vie e i monumenti di Parigi, ma anche le calli e i ponti di Venezia, con i canali pieni di acqua vera e solcati da autentiche gondole, costruite nella città lagunare e spedite a Macao insieme a gondolieri doc. Nella City of Dreams, poi, si può gironzolare in una perfetta riproduzione dei favolosi Studios di Los Angeles, un’area che occupa altre migliaia e migliaia di metri quadri. Un vero e proprio trionfo di “cartapesta” e di cattivo gusto, pieno di finti Ponti di Rialto, finte stradine veneziane, finti bistrot parigini. E poi decine di casinò, dove un esercito di ludopatici giocano ai tavoli verdi e fanno girare le roulette H24, tra una miriade di negozi di ogni genere, lusso e varietà da far sembrare, al paragone, una botteguccia di periferia il più grande dei nostri centri commerciali.
I NUMERI DA RECORD DI UN SOGNO CHE SEMBRA UN INCUBO
I numeri, del resto, parlano da soli. E mettono paura. Tutto è di proprietà della Las Vegas Sands con la quale anche Beckham è entrato in società per realizzare il suo progetto. L’azionista di maggioranza è il miliardario americano Sheldon Adelson, titolare di un patrimonio personale che la rivista Forbes ha stimato in quasi 34 miliardi di dollari nel 2018. La sola Venetian Macau (senza contare le finte Parigi e Hollywood) occupa un immobile alto 39 piani sulla striscia Cotai. Esteso su un’area di 980 mila metri quadrati, il complesso rappresenta attualmente il più grande casinò al mondo, il più grande hotel a edificio unico in Asia e anche il settimo più grande edificio del Pianeta per superficie.
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La torre principale del complesso è stata terminata nel luglio 2007 e il resort è stato ufficialmente inaugurato il 28 agosto dello stesso anno. Attualmente dispone di 3 mila suite, 110 mila metri quadri di spazio per le convention, 150 mila metri quadri di negozi, 51 mila metri quadri di spazio casinò (con 3.400 slot machine e 800 tavoli da gioco aperti 24 ore su 24) e persino un’arena-stadio coperta da 15 mila posti, per ospitare eventi musicali e sportivi. Tutt’attorno a questo mostruoso complesso si estendono a perdita d’occhio – su quella che fino a meno di 15 anni fa era un’area marina che separava le isolette di Taipa e Coloane – altri giganteschi hotel, case da gioco, centri commerciali, in un continuum che lascia senza parole e senza fiato.
UN PRODIGIO, MA SOLO DELLA TECNICA
Se si riesce a mettere da parte per un attimo l’orrore causato dalla sovrabbondanza di qualsiasi cosa e dal kitsch bisogna ammettere che il complesso, specie la finta Venezia, è incredibile, dal punto di vista della pura realizzazione tecnica e tecnologica.
Tutto è perfettamente climatizzato e un finto cielo svetta sopra le facciate dei palazzi veneziani in cartongesso, illuminato con un sistema di proiettori dotato di finte nuvole, effetti luminosi e sonori gestiti da un sofisticato software, che simulano in modo incredibilmente realistico il susseguirsi delle ore della giornata e il variare della luce dall’alba al tramonto, fino alla notte. Piogge e temporali compresi.
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I GONDOLIERI IMPORTATI DA VENEZIA
Ci si può facilmente perdere tra le calli di questa finta Venezia. E saltando da un negozio all’altro, capita di mettersi a chiacchierare con i gondolieri, venetissimi e abbigliati in perfetto stile veneziano che rispondono volentieri a qualche domanda.
«Còssa vole che el disi, dotór», sussurra un ragazzone alto e pieno di muscoli. «I sghei, se i sghei!», i soldi. «Quando al nostro sindacato a Venezia ci han detto che c’erano i cinesi pronti a pagare un sacco di soldi di stipendio, compreso viaggio, alloggio di lusso e benefit per tutta la famiglia, per venire qui a fare sta pagliacciata…Bè, con la crisi che c’è in Italia, còssa gaveria fà ti al me post? Lei che avrebbe fatto al mio posto?».
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