A Napoli dei ragazzi hanno sequestrato un’ambulanza

Saliti sul mezzo, hanno costretto il personale a soccorrere un amico con una banale distorsione al ginocchio.

L’amico aveva una distorsione al ginocchio, e loro per soccorrerlo hanno deciso di sequestrare un’ambulanza e gli operatori sanitari del 118 al suo interno, ferma all’ospedale Loreto Mare di Napoli. «Oggi pomeriggio la postazione 118 della Stazione Centrale», si legge in un post dell’associazione Nessuno tocchi Ipocrate, «si trovava al Loreto mare per un intervento, improvvisamente nel pronto soccorso entra un gruppo di ragazzi che prende di forza l’equipaggio e li costringe a salire in ambulanza. Con 3 di questi individui a bordo (e sotto minaccia) l’equipaggio si dirige verso il quartiere denominato ‘case nuove’ retrostante al Loreto Mare…….il mezzo giunge sul posto e da subito viene circondato da una orda di astanti inferociti che incominciano a ricoprire d’insulti i sanitari». Nonostante lo sgomento, il gesto disperato dei ragazzi aveva fatto pensare al medico di servizio che si trattasse di un’emergenza, e invece «con sommo stupore, trova un ragazzino 16enne con distorsione al ginocchio! Con grande difficoltà il medico riesce a valutare la situazione che si presenta di lieve entità. Nonostante ciò l’equipaggio viene intimato, con minacce, a trasportare il giovane in ospedale».

«SERVONO LE TELECAMERE»

Si tratta della quinta aggressione a Napoli dall’inizio del 2020. «Quanto accaduto è un fatto di una gravità inaudita che supera ogni possibile scenario immaginabile», ha commentato Ciro Verdoliva, dg dell’ASL Napoli 1 Centro, «siamo a un punto di non ritorno, non possiamo perdere neanche un minuto, noi stessi accelereremo sulle telecamere a bordo ambulanza e anche a ‘bordo uomo’». Verdoliva ha parlato di sequestro di persona e interruzione di pubblico servizio. «Che fossimo in ‘guerra’ lo si era capito sin dal primo giorno», ha proseguito, «ma non non arretreremo di un millimetro: non possiamo cedere a comportamenti delinquenziali che non devono caratterizzare Napoli, noi siamo di più, molti di più. Aspettiamo che il governo porti a termine l’iter per la promulgazione delle proposte di legge impantanate. Prosegue a passo spedito la procedura di installazione di telecamere a bordo dei mezzi».

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Medici aggrediti a Napoli, arrivano le telecamere sulle ambulanze

Il presidente della Croce Rossa partenopea: «In questa città è in corso una guerra. E non si rispettano nemmeno le convenzioni internazionali».

A Napoli è in corso una ‘guerra’ dove non si rispettano le regole sancite dalle convenzioni internazionali che impongono il rispetto dei mezzi di soccorso e del personale sanitario. Ne è convinto il presidente della Croce Rossa partenopea, il dottor Paolo Monorchio, che confessa la sua amarezza dopo l’ennesimo episodio di violenza ai danni di un medico a bordo di un’ambulanza.

DUE EPISODI DI VIOLENZA IN 24 ORE

L’uomo è stato preso di mira in pieno giorno il primo gennaio, mentre era impegnato in un’azione di soccorso nel quartiere periferico di Barra, con il lancio di una bomba carta. Ha aperto lo sportello del vano guida per salire a bordo e in quel momento ignoti hanno lanciato il petardo, che è scoppiato sotto l’ambulanza. La cosa avrebbe potuto avere gravi conseguenze, per la presenza di ossigeno gassoso a bordo e benzina. La vicenda è stata denunciata dall’associazione ‘Nessuno tocchi Ippocrate’, che ha anche riferito di una dottoressa aggredita con una bottiglia da un paziente psichiatrico vicino all’ospedale San Giovanni Bosco.

L’INSTALLAZIONE DELLE TELECAMERE PARTE IL 15 GENNAIO

Per Monorchio l’aspetto più inquietante «è che ci si abitui a questo stato di cose, fatti che non avvengono neppure nei territori di guerra in quanto i mezzi di soccorso e il personale sono protetti dalle convenzioni internazionali. A Napoli non è così». Servono scorte armate? «Per ora mi accontenterei delle telecamere a bordo dei mezzi di soccorso, le stiamo aspettando. Speriamo che nelle prossime settimane possano essere utilizzate a tutela degli operatori». In questa direzione si registra l’impegno del direttore generale della Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva: entro due settimane saranno installate le prime telecamere sui mezzi di soccorso. «Siamo pronti , è già stato disposto l’affidamento, la prima installazione avverrà entro il 15 gennaio», ha promesso Verdoliva. Ma Monorchio insiste anche sull‘aspetto culturale: «Serve una corretta informazione, con incontri nei quartieri più difficili». Il ministro della Salute Roberto Speranza, da parte sua, ha commentato: «Le aggressioni a chi ogni giorno si prende cura di noi sono semplicemente inaccettabili. Bisogna approvare al più presto la norma, già votata dal Senato, contro la violenza ai camici bianchi. Non si può aspettare»

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Il debutto in corteo a Napoli delle Sardine nere

Circa 200 membri del Movimento migranti e rifugiati di Napoli scendono in piazza per chiedere il riconoscimento del permesso di soggiorno.

Hanno deciso di farsi chiamare ‘sardine nere’ gli oltre 200 membri del Movimento migranti e rifugiati di Napoli che hanno fatto il loro esordio sabato 7 dicembre manifestando in corteo per chiedere l’accelerazione dei tempi della procedura per il riconoscimento della protezione internazionale, il rapido rilascio dei permessi di soggiorno. Il corteo si è diretto verso piazza Municipio ed è stato raggiunto dal Senatore Gregorio De Falco.

ABBIAMO OTTENUTO UNA PRIMA VITTORIA! Aggiornamenti del Movimento Migranti e Rifugiati Napoli dall'incontro con la questura!Il corteo si è diretto a piazza Municipio e ci ha raggiunto il Senatore De Falco!

Posted by Ex OPG Occupato – Je so' pazzo on Saturday, December 7, 2019

CONTRO SALVINI E LAMORGESE

Mostrando manifesti contro l’ex ministro Salvini e contro l’attuale titolare del Viminale, Lamorgese, i migranti sono partiti in corteo da Piazza Garibaldi diretti verso la Questura. All’altezza di Via Mezzocannone c’è stata una deviazione verso la zona turistica dei Decumani. «Cambiano i governi e ministri dell’Interno, ma non cambiano le politiche contro i migranti, i rifugiati e le fasce più deboli della popolazione», hanno affermato il Movimento Migranti e Rifugiati Napoli e l’Ex-Opg Je so’ Pazzo. «Le nostre vite non possono più aspettare, scendiamo in piazza per richiedere l’immediata abrogazione dei decreti sicurezza e contro le procedure dell’Ufficio immigrazione della questura di Napoli, che attraverso la macchina della burocrazia continua a tenere in un limbo giuridico la vita di centinaia di persone e non garantisce ai richiedenti protezione internazionale di accedere all’istituto della protezione internazionale come sancito dalla Costituzione e dalle leggi attualmente in vigore».

L’IMPORTANZA DEL PERMESSO DI SOGGIORNO

Avere il permesso di soggiorno, hanno affermato gli organizzatori, «significa poter accedere al sistema sanitario, all’istruzione, al riconoscimento dei figli; avere il permesso di soggiorno significa poter contrattare un giusto salario sul posto di lavoro e una possibilità in più per ribellarsi allo sfruttamento, significa potersi spostare liberamente sul territorio, significa avere l’opportunità di condurre una vita dignitosa e non essere condannati a vivere come fantasmi nei ghetti delle nostre città». Nel lanciare l’iniziativa su Facebook, l’Ex Opg di Napoli ha spiegato: «Chi sono le Sardine nere? Sono tutte quelle sardine che non sono potute scendere nelle piazze italiane di queste ultime settimane, perché considerate diverse dalle altre Sardine».

🐟LE SARDINE NERE ARRIVANO A NAPOLI!✊🏽Sabato 7 Dicembre dalle ore 10:00 da Piazza Garibaldi partirà il corteo delle…

Posted by Ex OPG Occupato – Je so' pazzo on Friday, December 6, 2019

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Sardine a migliaia da Nord a Sud: Firenze capitale anti Lega

Il capoluogo toscano stracolmo per la manifestazione contro Salvini. E a Napoli la piazza gli dedica la pernacchia di De Filippo.

È Firenze la capitale delle sardine. Di certo a metà del pomeriggio del 30 novembre ci sono piazza della Repubblica stracolma e le vie limitrofe affollate. Il centro storico del capoluogo toscano è affollato di manifestanti in concomitanza della cena organizzata nel capoluogo toscano con Matteo Salvini. Sui numeri dei partecipanti della manifestazione in piazza gli organizzatori al microfoni hanno affermato: «Siamo in 40mila». In base al numero fornito al momento dalla questura la stima si aggira sui 10mila partecipanti, comunque arrivati anche da altre città toscane. In piazza della Repubblica è stato srotolato il grande striscione ‘La Toscana non si Lega’, mentre una bandiera rossa con falce e martello che per qualche istante ha sventolato è stata fatta rimuovere dagli organizzatori: «Via le bandiere», hanno detto al microfono, «noi siamo insieme senza partiti, senza persone che ci comandano; siamo il popolo della Costituzione e vogliamo che venga rispettata». Per la piazza stracolma sono transitati fra gli altri anche il sindaco Dario Nardella insieme al vicesindaco Cristina Giachi, e la segretaria generale della Cgil Firenze Paola Galgani.

«IL BRANCO DI SARDINE CONTRO IL PIRATA DEL POPULISMO»

«I dati parlano di 40mila persone oggi, ed è un piacere sapere che ci avete battuti di brutto!» ha detto Mattia Santori, il fondatore del Movimento che è intervenuto in piazza a Fairenze. «Non è un caso che tutto sia partito da Bologna – ha affermato – e non è un caso che la manifestazione più numerosa sia in Toscana». «Se lo vogliamo la politica tornerà a essere una cosa seria», ha aggiunto Santori, che ha salutato così i manifestanti: «Siate orgogliosi di aver preso parte ad un’azione rivoluzionaria, aver fatto politica senza bisogno di insultare nessuno. Da domani anche voi potrete raccontare di quella volta che un branco di Sardine ha sconfitto il pirata del populismo».

LA PERNACCHIA DI NAPOLI

Altre manifestazioni si sono tenute a Monfalcone in Friuli Venezia Giulia, a -Pesaro, all’Isola d’Elba, a Cosenza e a Napoli. Nel capoluogo campano in migliaia hanno affollato Piazza Dante. Tantissimi hanno portato il simbolo delle sardine sui cartoncini ma anche cartelli con scritte. All’inizio del presidio gli organizzatori hanno trasmesso la “pernacchia” di Eduardo de Filippo, urlando tutti in coro “Napoli non si lega” mentre è partita una grande pernacchia collettiva.

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Chi è De Michele, il giornalista vittima dell’agguato ad Aversa

Il direttore di CampaniaNotizie.com, già minacciato più volte in passato, preso di mira da un gruppo di ignoti che hanno sparato 10 colpi contro di lui.

Il giornalista casertano Mario De Michele, direttore di Campanianotizie.com, ha denunciato ai carabinieri di essere stato vittima di un agguato a colpi di arma da fuoco a Gricignano d’Aversa; ignoti hanno sparato contro di lui dieci proiettili ad altezza d’uomo, sei dei quali hanno centrato la sua macchina. «Si tratta di un episodio di una gravità inaudita che dimostra come il Casertano sia una zona ad altissima densità criminale» scrivono in una nota i vertici di Fnsi, Sugc e il presidente dell’Unci Campania, Sandro Ruotolo. Lo stesso De Michele ha scritto un articolo all’indomani dell’agguato spiegando l’accaduto e ribadendo la sua voglia di continuare a lavorare.

http://www.campanianotizie.com/editoriali/96-editoriali/152883-agguato-cado-avanti-ma-ho-paura-fiducia-nello-stato.html

Posted by Mario De Michele on Friday, November 15, 2019

Il fatto è avvenuto, secondo quanto riferito dal giornalista, ieri sera nei pressi di un’area oggetto di speculazione edilizia, nella zona della Nato. A sparare – ha denunciato De Michele – sarebbero stati due uomini a bordo di un’auto. «Sono stati dieci i proiettili esplosi ad altezza d’uomo, quindi per uccidere», scrivono in una nota i vertici di Fnsi, Sugc e il presidente dell’Unci Campania, Sandro Ruotolo.

«CREIAMO UNA SCORTA MEDIATICA»

«Chiediamo alla magistratura», proseguono, «che si indaghi in ogni direzione per chiarire quanto accaduto. Al collega, al quale siamo vicini in questo momento difficile, va garantita la massima tutela per l’incolumità sua e di chi gli è vicino. Sappiamo che la Prefettura di Caserta si è già attivata. Il dovere dei giornalisti adesso è quello di non lasciarlo solo e di andare ad illuminare le storie che stava raccontando. Dobbiamo essere la sua scorta mediatica. Tra l’altro, l’agguato è l’ultima e più grave aggressione subita dal direttore di Campanianotizie. Solo lunedì scorso il cronista fu fermato a Sant’Arpino da due persone che lo hanno minacciato e schiaffeggiato per quello che aveva scritto su Orta di Atella, la sua auto fu colpita ripetutamente con una mazza ferrata».

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Le mogli dei calciatori del Napoli in fuga dopo i furti subiti

La procura al lavoro per capire se dietro le azioni dei malvimenti si celi una strategia. Al momento mancano riscontri. Ma le mogli di Allan, Zielinski e Insigne lasciano le proprie abitazioni.

Mere coincidenze o intimidazioni vere e proprie? La procura di Napoli scende in campo e avvia accertamenti per capire se le tensioni in casa azzurra siano da mettere in relazione con i brutti episodi che hanno preso di mira negli ultimi giorni i giocatori azzurri. Prima l’effrazione e il il tentativo di furto venerdì lo scorso 8 novembre in casa Allan, poi il furto subito il 10 dalla moglie del centrocampista azzurro Zielinski.

LA PROCURA, AL MOMENTO, ESCLUDE L’IPOTESI DI UNA STRATEGIA

Al momento – secondo quanto emerge – non si sarebbe in presenza di una strategia finalizzata a intimidire i giocatori ‘ribelli’ del Napoli, ma il fatto stesso che se ne occupi la procura dimostra che i riflettori sono stati accesi. Il Napoli ha ripreso gli allenamenti, ma sarebbe più giusto dire che a Castel Volturno si sono ritrovati soltanto i resti della squadra, visto che ben 13 azzurri sono impegnati con le rispettive Nazionali. Ancelotti vorrebbe sfruttare questi giorni di sosta per ritrovare almeno un po’ della serenità perduta la scorsa settimana. Ma l’ambiente è ancora carico di tensioni che nelle ultime ore si sono spostate dai protagonisti del calcio alle loro famiglie.

I CALCIATORI AZZURRI RESTANO PREOCCUPATI

Ciò che è accaduto nei giorni scorsi ad Allan e a Zielinski ha lasciato il segno in un ambiente già fortemente scosso. Gli investigatori manifestano scetticismo sul fatto che questi episodi di criminalità siano in qualche modo legati alla situazione di crisi del Napoli e, al momento, non ci sarebbe alcun nesso con le contestazioni che con ogni mezzo sono arrivate alla squadra dopo l’ammutinamento e il rifiuto di continuare il ritiro deciso dalla società subito dopo la gara di Champions con il Salisburgo. Ma le indagini e gli accertamenti vanno avanti. E i calciatori, e soprattutto quelli che al momento si trovano lontani dalla città per aver dovuto rispondere alla chiamata delle proprie Nazionali, sono preoccupati. Allan e tutta la famiglia (la moglie Thais è peraltro incinta all’ottavo mese) si sono trasferiti in albergo a scopo precauzionale, anche se il tentativo di furto nella villetta in cui vivono a Pozzuoli è avvenuto in loro assenza. Il tentativo di furto in casa di Allan è fallito perché i ladri non sono riusciti ad aprire la cassaforte. Quanto a Laura, moglie di Zielinski, vittima del furto di autoradio e navigatore della propria auto, si è trasferita con il marito in Polonia e tornerà a Napoli sono insieme al centrocampista polacco, al termine dei suoi impegni con la Nazionale. L’auto era stata parcheggiata in una località di Licola ritenuta dalle forze dell’ordine a rischio furti. Jenny, la moglie di Insigne, il più contestato dai tifosi, a seguito della partenza del marito, si è trasferita con i due figli a casa dei genitori. Come uscire fuori da questo clima di tensione e preoccupazione? Soltanto un’inversione di tendenza dei risultati sul campo e una pace tra calciatori e società potrebbe contribuire a migliorare le cose.

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