Il 22 giugno 2023 migliaia di studenti in tutta Italia sono tornati sui banchi di scuola per affrontare la temuta seconda prova degli esami di Maturità, che come ogni anno differisce da indirizzo a indirizzo. Se quelli dello Scientifico si sono ritrovati davanti studi di funzione e problemi di geometria e quelli del Classico hanno dovuto tradurre una versione di Seneca, i ragazzi e le ragazze del liceo linguistico hanno avuto l’occasione di approfondire un autore non particolarmente conosciuto come Julian Barnes. Ecco di cosa parlava la traccia di inglese.
Elizabeth Finch di Julian Barnes alla Maturità del linguistico: di cosa parla il libro
L’opera scelta dal MIUR per la maturità linguistica 2023 è stata definita dal suo stesso autore come «un tributo appassionato alla filosofia, una valutazione accurata della storia, un invito a pensare a noi stessi. Si tratta di un momento per riflettere e per esplorare gentilmente le nostre teorie e convinzioni, è un balsamo per i nostri tempi».
Il libro vede al centro Elizabeth Finch, descritta non soltanto come una semplice insegnante ma anche come una pensatrice e una fonte di ispirazione per i suoi studenti. Grazie al suo lavoro, la docente riesce a condurre i suoi pupilli in un percorso di crescita personale. Il libro si sviluppa dunque a partire dalle riflessioni di Neil, un suo ex studente che rilegge i diari della docente, ricordando così la sua mente eccelsa e la sua passione per la ragione.
Chi è Julian Barnes
L’autore dell’opera, classe 1946, è ad oggi uno dei più apprezzati scrittori inglesi contemporanei. A lungo conosciuto con lo pseudonimo di Dan Kavanagh (con il quale ha scritto diversi romanzi polizieschi) è un apprezzato rappresentante del postmodernismo letterario.
Barnes, il cui ultimo libro è proprio Elizabeth Finch uscito nell’aprile del 2022, ha alle spalle un importantissimo riconoscimento: nel 2011 ha infatti vinto il prestigioso Man Booker Prize per l’opera Il senso di una fine.
Mentre gli studenti dello Scientifico affrontavano quesiti legati (tra gli altri) al teorema di Rolle e quelli del Classico si cimentavano nella traduzione di una versione di Seneca, i ragazzi e le ragazze del liceo delle Scienze Umane si trovavano di fronte alla seconda prova degli esami di Maturità 2023 un brano tratto dagli scritti civili di Vittorio Bachelet. Ecco di cosa si tratta.
Cosa sono gli scritti civili di Vittorio Bachelet, proposti agli esami di Maturità 2o23
Scritti Civili è la prima vera opera che ha raccolto in maniera eccellente ed esaustica tutta la produzione dell’ex vicepresidente del CSM Vittorio Bachelet: si tratta dunque di un compendio di testi di carattere politico, culturale, economico, giuridico e letterario che portano il lettore a importanti riflessioni su alcune tematiche laiche di rilievo.
I maturandi hanno dunque avuto modo di analizzare e commentare alcuni brani scritti da Bachelet per la stampa di Azione Cattolica Italiana e della Fuci, per altri giornali di stampo cattolico e hanno inoltre avuto a disposizione dichiarazioni e interviste fatte dall’autore nel corso degli ultimi anni della sua vita. Bachelet, in modo particolare, rifletteva sulle modalità in cui è possibile conciliare la vita politica con la propria responsabilità sociale e familiare.
Chi è stato Vittorio Bachelet per il nostro Paese
Dopo aver militato nella Democrazia Cristiana, Bechelet era diventato dirigente di Azione Cattolica, consigliere comunale a Roma e successivamente Consigliere superiore della Magistratura.
Tra i più importanti intellettuali del nostro Paese della fine degli anni ’70, fu assassinato nel corso di un brutale attentato organizzato dalle Brigate Rosse all’Università La Sapienza, dove insegnava da ormai diversi anni diritto pubblico dell’economia alla facoltà di scienze politiche.
Bachelet, in ogni caso, non è stato l’unico autore tra i quali gli studenti di Scienze Umane hanno potuto scegliere. In occasione della Maturità 2023 il MIUR ha fornito agli studenti anche una traccia di Edgar Morin tratta da Il metodo.
Il 22 giugno 2023 si è svolta in tutta Italia la seconda temutissima prova degli esami di Maturità, quella che rispetto al tema di italiano cambia a seconda dell’indirizzo di ogni singolo istituto. Per il liceo scientifico, come sempre, il MIUR ha selezionato matematica, invitando per quest’anno gli studenti ad affrontare anche il teorema di Rolle. Ecco di cosa si tratta.
Cos’è il teorema di Rolle proposto alla Maturità 2023
Secondo la Treccani, il teoema di Rolle stabilisce che «se una funzione ƒ(x), continua in un intervallo chiuso [a, b] e dotata di derivata nell’intervallo aperto (a, b), assume gli stessi valori ƒ(a) = ƒ(b) agli estremi dell’intervallo, allora esiste almeno un punto ξ ∈ (a, b) in cui la derivata ƒ′ (ξ) si annulla. Per esempio la funzione ƒ(x) = √(x) − x è continua in [0, 1], derivabile in (0, 1] e ƒ(0) = ƒ(1); la sua derivata formula si annulla per x = 1/4. Intuitivamente, nelle condizioni poste, o la funzione è costante, e allora la sua derivata si annulla in ogni punto dell’intervallo, oppure ha in esso almeno un punto di massimo o di minimo. Il teorema di Rolle è un caso particolare del teorema del valore medio».
L’applicazione del teorema di Rolle, ad ogni modo, è stata al centro solo di uno degli 8 quesiti proposti agli studenti maturandi in mattinata. Tra i problemi della seconda prova di matematica c’è infatti stato spazio anche per lo studio degli zeri in una funzione, il calcolo delle probabilità legato ad un dado truccato e alcuni esercizi di geometria legate a dimostrazioni su parallelepipedi e triangoli.
La storia del teorema di Rolle
Sembra che i primi studi sul teorema siano da attribuire al matematico indiano Bhaskara, vissuto tra il 1114 e il 1185. Il teorema, il cui nome deriva dallo studioso Michel Rolle, venne utilizzato per la prima volta da parte del tedesco Moritz Wilhelm Drobisch nel 1834 e dall’italiano Giusto Bellavitis nel 1846.
L’ex ministro Bianchi commenta le tracce della prima prova della maturità 2023
Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex titolare dell’Istruzione ci ha tenuto a rivendicare che la maturità 2022 «non è stata «burletta ma un esame vero e proprio». Il testo scelto dal ministero, ha spiegato, «si riferisce ad un appello del dicembre 2021 basato su indiscrezioni lette sui giornali che non hanno trovato poi fondamento nella realtà». E soprattutto non tiene conto di quello che è successo dopo, ovvero una prova fatta in presenza e con un parziale ripristino della struttura ante pandemia.
Quindi l’attacco: «Trovo offensivo e indecente offrire una traccia così, anche per tutti coloro che con me hanno lavorato per riportare gli studenti in classe, per il bene della scuola e per fare un esame vero lo scorso anno. Se questo deve servire per propugnare un’idea di scuola selettiva, ci si confronta a viso aperto. Non con riferimenti in un tema di maturità. Sono senza parole e lo trovo un attacco vergognoso».
«Il confronto si fa a viso aperto»
Non volendo entrare nel merito della politica, ma solo dell’educazione, ha quindi concluso con parole ulteriormente forti: «Chiedere ai ragazzi un parere su un’opinione superata dai fatti è devastante. Non tenere conto di quello che è successo è come discutere su una chiacchiera. Se invece vogliamo discutere di scuola e sviluppo del paese, due temi che mi stanno a cuore come tutti sanno, sono pronto. Ma a viso aperto».
Si pensa sempre che gli studenti che affrontano gli esami di Maturità siano soltanto giovani ragazzi e ragazze, ma in realtà a volte ci possono anche essere delle eccezioni. Questo è stato il caso anche per gli Esami di Maturità 2023, iniziati quest’oggi (21 giugno) e ai quali sta partecipando, tra gli altri, anche un’arzilla novantenne. Ecco la sua curiosa storia.
Chi è Imelda Starnini, la novantenne che sta facendo la Maturità 2023 a Città di Castello
La vicenda che già ha fatto il giro del web è legata al comune di Città di Castello, in Umbria. Tra i banchi dell’istituto San Francesco di Sales è infatti tornata in queste ore a sedersi anche la novantenne Imelda Starnini, classe 1933, che ha deciso di rimettersi in gioco affrontando tutte le prove necessarie ad ottenere il diploma di scuola superiore.
A condividere gli scatti dell’anziana signora seduta ai banchi di scuola con davanti il dizionario per affrontare la prima prova di italiano è stato il comune di San Giustino, che ha scherzosamente rinominato Starnini «la nonna della Maturità».
Il commento della maturanda e delle autorità locali
Intervistata dall’ufficio stampa dell’amministrazione comunale, l’anziana donna ha dichiarato fieramente: «Lo studio, il sapere e il desiderio di conoscere non hanno età ed io ne sono la dimostrazione. Dopo il diploma anche la laurea? Chissà perché no? […] Ora sono qui e grazie all’aiuto della mia famiglia inizio il percorso di prove, che spero, mi condurranno ad ottenere il diploma. Li abbraccio tutti questi bellissimi giovani che oggi qui con me ed in tutta Italia sono pronti a superare gli ostacoli degli esami. Bisogna crederci, così mi hanno insegnato i miei genitori. Avanti ragazzi ora non si scherza più».
A salutare con un plauso la signora Imelda Starnini anche le istituzioni locali, rappresentate dai sindaci di Città di Castello e San Giustino, Luca Secondi e Paolo Fratini. Attraverso gli assessori alle politiche scolastiche locali Letizia Guerri e Milena Crispoltoni, i due primi cittadini hanno commentato: «Crediamo di poter dire che la storia di Imelda sia una sorta di “favola” che diventa finalmente, oggi, una bella realtà. Una testimonianza forte, foriera di notevoli e diversi significati per ognuno di noi, adulto, giovane o adolescente che sia. Imelda, nata a Selci Umbro, Comune di San Giustino, residente a Cerbara, Comune di Città di Castello, è un po’ anche il simbolo di unione tra due Enti che, limitrofi, sono caratterizzati da rapporti di amicizia e volontà di andare insieme nell’andare ad intercettare le esigenze dei cittadini e operare insieme per poter fornire le risposte più consone».
Le migliaia di studenti italiani che oggi, 21 giugno 2023, hanno dovuto affrontare la prima prova degli esami di Maturità 2023 si sono ritrovati di fronte tra le varie opzioni anche una traccia di carattere artistico-letterario che fa riferimento a Interviste con la storia, un importante progetto della compianta scrittrice Oriana Fallaci. Ecco di cosa si tratta.
Cosa sono le interviste con la storia di Oriana Fallaci, al centro della prima prova della Maturità 2023
Nel 1974 la scrittrice Oriana Fallaci (morta nel 2006 per un tumore) aveva pubblicato il libro all’interno del quale raccoglieva tutte le coraggiose interviste condotte negli anni precedenti. Si trattava di incontri con alcune delle personalità più importanti ma anche controverse del Novecento, da Henry Kissinger a Willy Brandt, passando per Golda Meir, Indira Gandhi, ma anche per Arafat a Hussein di Giordania, Nenni ad Amendola e Giulio Andreotti.
Nella premessa della sua opera, Fallaci aveva scritto a proposito: «Non riesco a escludere che la nostra esistenza sia decisa da pochi, dai bei sogni o dai capricci di pochi, dall’iniziativa o dall’arbitrio di pochi… Certo è un’ipotesi atroce. Ancor più sconsolato ti chiedi come siano quei pochi: più intelligenti di noi, più forti di noi, più illuminati di noi, più intraprendenti di noi? Oppure individui come noi, né meglio né peggio di noi, creature qualsiasi che non meritano la nostra collera, la nostra ammirazione, la nostra invidia?».
Il significato dell’opera e le riflessioni della scrittrice
Trattandosi di una traccia di carattere argomentativo, ogni studente avrà la possibilità di sviluppare il suo personale pensiero a partire dalle riflessioni dell’autrice, che in sostanza si è interrogata a lungo se fosse giusto o meno che una minuscola parte della popolazione mondiale, composta essenzialmente dai grandi statisti, potesse avere un tale dominio su milioni di persone.
Nell’opera, Oriana Fallaci lasciava in particolar modo aperta un’interessante domanda per i suoi lettori, ovvero: «È un pensiero che offende perché, in tal caso, noi che diventiamo? Greggi impotenti nelle mani di un pastore ora nobile ora infame? Materiale di contorno, foglie trascinate dal vento?».
Tra le tracce proposte per il saggio breve argomentativo alla prima prova degli esami di Maturità 2023 in corso in queste ore in tutta Italia c’è stato spazio anche per una riflessione su Whatsapp. La nota applicazione di messaggistica istantanea di proprietà di Meta è infatti al centro di un interessante articolo firmato dal giornalista e scrittore Marco Belpoliti.
Il testo dell’articolo di Marco Belpoliti su Whatsapp scelto per la prima prova della Maturità 2023
Il pezzo originale che gli studenti hanno dovuto commentare è stato pubblicato da Repubblica nel 2018. Nella sua riflessione, lo scrittore Belpoliti mette subito le cose in chiaro, sottolineando che il piacere dell’attesa non fa più parte della nostra vita quotidiana. L’autore esordisce così: «Non sappiamo più attendere. Tutto è diventato istantaneo, in “tempo reale”, come si è cominciato a dire da qualche anno. La parola chiave è: ‘Simultaneo’. Scrivo una email e attendo la risposta immediata. Se non arriva m’infastidisco: perché non risponde? Lo scambio epistolare in passato era il luogo del tempo differito. Le buste andavano e arrivavano a ritmi lenti. Per non dire poi dei sistemi di messaggi istantanei cui ricorriamo: WhatsApp. Botta e risposta. Eppure tutto intorno a noi sembra segnato dall’attesa: la gestazione, l’adolescenza, l’età adulta. C’è un tempo per ogni cosa, e non è mai un tempo immediato. Il libro in cui il fisico Carlo Rovelli spiega cos’è il tempo (L’ordine del tempo, Adelphi) inizia così: ‘Mi fermo e non faccio nulla. Non succede nulla. Non penso nulla. Ascolto lo scorrere del tempo. Questo è il tempo. Famigliare e intimo’. Alla fine Rovelli ci dice che per la fisica quello che non esiste è proprio il presente, la dimensione della realtà cui siamo tutti legati».
L’importanza dell’attesa per Belpoliti
Essere in grado di aspettare è un elemento fondamentale della nostra vita. Come dichiara Belpoliti nel suo pezzo: «Attendere significa rivolgere l’animo verso qualcosa. I suoi significati implicano ascolto, attenzione, applicazione, mantenere la parola data. La giornalista tedesca Andrea Köhler in L’arte dell’attesa, uscito da poco, ci ricorda come nel più grande vocabolario tedesco, il Dizionario Grimm, la locuzione “attendere qualcosa” compare solo nel XIV secolo, e per almeno quattro secoli non contiene complementi che manifestano il tormento d’attendere. Sarà il Romanticismo, e Goethe in particolare, a definire l’attesa “con desiderio”, “con impazienza” e persino “con dolore”. L’attesa d’amore comincia allora, ma è già un’altra storia, come ha spiegato Roland Barthes in Frammenti di un discorso amoroso: ‘Sono innamorato? – Sì, perché sto aspettando’».
A questo punto lo scrittore inizia a sciorinare qualche citazione colta dal suo ricco bagaglio culturale, per rendere il suo discorso ancor più convincente e, al contempo, affascinante. Belpoliti aggiunge: «L’innamorato sa attendere, ne conosce la passione e il tormento, come argomenta lo scrittore francese, perché il tempo dell’attesa è un tempo soggettivo, che confina con la noia e con il tedio. Lo scrittore austriaco Alfred Polgar l’ha detto in modo icastico: ‘Quando, alle dieci e mezzo, guardai l’orologio, erano solo le nove e mezzo’. Attendere significa non solo fremere, ma anche annoiarsi e Walter Benjamin ha sottolineato come questa attesa sia piena di promesse, ovvero creativa, dal momento che la noia è “l’uccello incantato che cova l’uovo dell’esperienza’».
Una riflessione sulla società capitalista
Il discorso sull’immediatezza delle risposte su Whatsapp vira a questo punto, con un interessante parallelismo, sul collegamento che il nostro livello di impazienza ha con la società dove oggi viviamo. Belpoliti conclude così: «Chi ha oggi tempo di attendere e di sopportare la noia? Tutto e subito. È evidente che la tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale nel ridurre i tempi d’attesa, o almeno a farci credere che sia sempre possibile farlo. Certo a partire dall’inizio del XIX secolo tutto è andato sempre più in fretta. L’efficienza compulsiva è diventato uno dei tratti della psicologia degli individui. Chi vuole aspettare o, peggio ancora, perdere tempo? Hartmut Rosa, un sociologo tedesco, ha spiegato come funziona questo processo contemporaneo in Accelerazione e alienazione (Einaudi). Rosa ritiene che il motore di tutto questo non sia tanto la tecnologia, che pure vi contribuisce, ma la competizione sociale: risparmiare tempo è uno dei modi più sicuri per partecipare alla grande competizione in corso nelle società occidentali. Sarebbe la circolazione sempre più rapida del denaro, creata dal capitalismo finanziario, a determinare l’accelerazione».
Gli studenti che il 21 giugno, sono tornati sui banchi per la prima prova degli Esami di Maturità 2023 hanno dovuto affrontare, tra le varie tracce, anche un interessante pezzo di opinione. Tra le opzioni c’era infatti anche una lettera che nel 2021 alcuni intellettuali avevano inviato all’allora ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Ecco il contenuto
La lettera al ministro Bianchi come traccia della Maturità 2023
Un po’ di contesto storico. Bianchi è stato il secondo ministro a doversi occupare dell’organizzazione degli esami di Maturità nel pieno della pandemia di Covid-19. La prima che aveva avuto questo onere era stata nel 2020 la collega Lucia Azzolina, ritrovatasi costretta ad imporre un’unica prova orale per i maturandi per motivi di distanziamento sociale ai tempi necessario. Bianchi prese il testimone della collega, mantenendo però la stessa impostazione per le prove del 2021. Nessuna prova scritta, ma soltanto una ricca e approfondita interrogazione orale di fronte alla commissione.
Da qui era nata la necessità, da parte di un gruppo di esperti, di rivolgersi al politico per un ritorno alla modalità classica di svolgimento della Maturità. La lettera di questi ultimi si era dunque aperta con la volontà da parte degli esperti di manifestare viva preoccupazione rispetto allo svolgimento delle prove: «Signor Ministro. Le scriviamo allo scopo di manifestare il nostro allarme per le molte voci che Le attribuiscono la volontà di amputare l’esame di maturità delle prove scritte, che ne sono da sempre il centro e la sostanza. Non intendiamo eccepire sulle sospensioni della normalità che la situazione sanitaria ha reso necessarie in passato e forse renderà necessarie in futuro. Temiamo invece che il virus possa diventare il pretesto per trasformare una scelta emergenziale in una prassi corrente, e per dismettere con fretta temeraria conquiste e principi che appartengono non meno alla comune civiltà che alla scuola in senso stretto».
Le motivazioni dietro alla missiva
Gli intellettuali firmatari della lettera avevano poi aggiunto: «Abbiamo letto che la progettata soppressione degli scritti intenderebbe venire incontro a un appello firmato da molte migliaia di studenti. Gli studenti, i giovani, parlano anche di ecologia, diritti, parità, moralità della politica, in genere senza trovare ascolto. In questo caso invece l’ascolto è stato ampio e immediato. L’appello di alcuni studenti è diventato l’appello degli studenti. La difesa delle prove scritte, già intrapresa da insigni intellettuali e uomini di scienza, è stata fatta grottescamente passare per un’iniziativa di contrasto e di rimprovero, quando non come una forma di insensibilità misoneistica e miope. Come non avrebbe senso indire un referendum sul quesito se abrogare le tasse, o la scuola-guida, così non ha senso consultare un imprecisato numero di studenti per chiedere loro se abrogare una o più prove d’esame».
Gli esperti hanno infine concluso dichiarando: «Difendere la assoluta indispensabilità delle varie prove scritte previste per i diversi ordini di scuole è come voler dimostrare una verità autoevidente. La verifica della acquisita maturità e delle acquisite conoscenze (storiche, filosofiche, linguistiche, scientifiche) può avvenire unicamente attraverso un elaborato effettivamente autentico. Il cui vantaggio diagnostico consiste nel dimostrare l’ordine mentale oltre che la perizia lessicale e le competenze nel merito».
I firmatari
Erano stati numerosi i firmatari della lettera dedicata a Bianchi. Tra gli altri ricordiamo Gustavo Zagrebelsky, Giulio Ferroni, Donatella Di Cesare, Paolo Crepet, Chiara Frugoni, Giovanni Orsina, Renato Mannheimer. Un nome spicca però sugli altri: stiamo parlando del noto professore Alessandro Barbero.
Alla nuova luna di Salvatore Quasimodo alla prima prova della Maturità 2023: il testo
Il brano in questione è una delle poesie dell’autore Nobel per la letteratura incluse nella sezione Domande e risposte della raccolta La terra impareggiabile, pubblicata nel 1958. Questa sezione in modo particolare è aperta dalla poesia scelta dal Miur per la prima prova di quest’anno ed è composta da un totale di tre poesie che raccontano del complesso rapporto fra scienza e fede, fra razionalità e Dio. Qui il testo integrale del componimento:
«In principio Dio creò il cielo
e la terra, poi nel suo giorno
esatto mise i luminari in cielo
e al settimo giorno si riposò
Dopo miliardi di anni l’uomo,
fatto a sua immagine e somiglianza,
senza mai riposare, con la sua
intelligenza laica,
senza timore, nel cielo sereno
d’una notte d’ottobre,
mise altri luminari uguali
a quelli che giravano
dalla creazione del mondo. Amen.».
Di cosa parla Alla nuova luna di Quasimodo: il significato della poesia
La nuova luna di cui si parla nella poesia rappresenta una voglia di rinnovamento, di cambiamento, lo stesso che le nuove scoperte scientifiche hanno garantito agli uomini, particolarmente nei primissimi anni del Novecento in cui Quasimodo ha vissuto e operato. Il poeta si interroga così sul significato di noi esseri umani nel mondo, visto che siamo stati in grado con le nostre scoperte “laiche”a rivoluzionare molte delle nostre certezze con il nostro impegno costante e con la nostra intelligenza.
Ci siamo quasi, a partire da domani, mercoledì 21 giugno, scatterà ufficialmente l’ora X per migliaia di studenti in giro per l’Italia: da domani riprendono i tanto temuti esami di Maturità con la classica prima prova di italiano, identica per tutti gli istituti. Ecco un breve vademecum per tutti i ragazzi e le ragazze maturandi che stanno preparando lo zaino per la prima di tre prove che li condurranno fuori dalle scuole superiori.
Prima prova di italiano alla Maturità 2023: cosa si può portare e cosa è proibito
Va da sé che per scrivere un tema come si deve sarà necessario portare con sé un dizionario di italiano cartaceo. Tanto più ricco di contenuti sarà, tanto meglio sarà per gli studenti impegnati nella prova. Si tratta ovviamente di uno strumento che i ragazzi di tutta Italia hanno imparato ad usare molto spesso nei temi redatti in questi 5 anni di scuole superiori. Secondo quanto riporta Studenti.it, la piattaforma per eccellenza di riferimento per i maturandi, non sarà invece in alcun modo possibile portare con sé il dizionario dei sinonimi e contrari.
Assolutamente vietati, anche tutti gli strumenti digitali come gli smartphone o i tablet, che saranno requisiti dalla commissione e riconsegnati agli studenti a fine esame. Qualsiasi tipo di strumento collegabile ad un wi-fi o un bluetooth, in generale, non sarà concesso in aula.
I consigli utili
La prova sarà lunga e complessa e durerà molte ore. Inoltre, si svolgerà nel pieno di un’importante ondata di calore che interesserà il nostro Paese in concomitanza con il solstizio d’estate. È dunque importante vestirsi in modo adeguato per l’evenienza (si parla pur sempre di un contesto scolastico), preferendo abiti comunque leggeri che assicurino la traspirazione della pelle. Di estrema importanza è inoltre l’idratazione: è consigliabile portarsi con sé un buon quantitativo d’acqua, possibilmente all’interno di una borraccia riutilizzabile.
Il 21 giugno, fra un paio di giorni appena, migliaia di studenti delle scuole superiori di tutta Italia torneranno sui banchi per cominciare i tanto temuti esami di Maturità 2023. Come ogni anno i maturandi sperano di riuscire in qualche modo ad anticipare le tracce del MIUR, provando ad indovinare quello che il Ministero ha in serbo per loro per quanto riguarda la prima prova, il tema di italiano. Quale sarà dunque l’autore per la traccia dell’analisi del testo? Quali gli argomenti di attualità e storici al centro della prova? Ecco quali potrebbero essere gli scenari più probabili.
Esami di Maturità 2023, prima prova: i possibili autori per l’analisi del testo
Anche quest’anno, come sempre, saranno essenzialmentre tre le categorie di traccia che gli studenti potranno selezionare: l’analisi del testo letterario, il saggio breve/testo argomentativo e il tema storico o di attualità. Per quanto riguarda il primo si dice che l’autore più papabile sia Alessandro Manzoni, del quale nel 2003 si celebrano i 150 anni dalla morte. Si parla però anche della possibilità che in prima prova escano testi di Gabriele d’Annunzio, di Giovanni Verga, o ancora di Luigi Pirandello o Italo Svevo. Inoltre, è possibile che il MIUR abbia selezionato un testo di Italo Calvino, di cui si ricordano i 100 anni dalla nascita.
I temi di attualità e storici: dalla nascita del Mercato Unico Europeo alla Costituzione
30 anni fa nasceva il Mercato Unico Europeo, il primo step verso la creazione di una moneta unica come l’Euro. 75 anni fa, inoltre, entrava in vigore la Costituzione italiana. Ma non sono certo gli unici argomenti possibili per il tema storico, che potrebbe includere la morte della Regina Elisabetta, oppure il ricordo degli 80 anni della caduta del Fascismo in Italia.
Per quanto riguarda il saggio breve d’opinione, chi lo sa, potrebbe essere prevista una riflessione sull’arrivo dell’Intelligenza Artificiale e di ChatGPT, che com’è noto potrebbe rivoluzionare le nostre vite per sempre. Di grande interesse in questo periodo storico è anche il tema del femminicidio e delle violenze sulle donne, o ancora quello dei diritti civili e delle recenti proteste contro il regime iraniano. Sempre nel 2023, inoltre, si celebra un altro importante anniversario, ovvero quello relativo alla prima chiamata con il cellulare, avvenuta 50 anni fa, il 3 aprile 1973.
Non era stata più considerata un requisito vincolante nel precedente anno scolastico. Ora ritorna condizione indispensabile per l'ammissione all'esame.
Torna obbligatorio per i ragazzi delle superiori sostenere la prova Invalsi per accedere all’esame di Maturità. Il test torna quindi a essere pre-requisito per l’esame di Stato, come era accaduto nell’anno scolastico 2017-2018. L’obbligatorietà era stata sospesa per l’anno scolastico 2018-2019. Con la legge Milleproroghe 2018 il precedente ministro dell’Istruzione Marco Bussetti aveva differito di un anno (all’1 settembre 2019) l’applicazione della norma sull’Invalsi, esonerando così gli studenti che hanno fatto la Maturità quest’anno. Ora però, «non essendo intervenuto un ulteriore differimento annuale», la circolare ricorda che «dovrà essere verificato, ai fini dell’ammissione dei candidati interni all’esame di Stato dell’a.s. 2019/2020, oltre al requisito della frequenza scolastica e del profitto scolastico, anche il requisito della partecipazione, durante l’ultimo anno di corso, alle prove a carattere nazionale predisposte dall’Invalsi e quello dello svolgimento delle attività programmate nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, secondo il monte ore previsto dall’indirizzo di studi».
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Le buste all'orale saranno abolite. Torna il tema di storia. Le novità.
«Aboliremo le buste. Manterremo i materiali ma le buste saranno eliminate», ha annunciato in anteprima a Skuola.net il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, durante una videochat con il portale per studenti, dicendo di aver appena firmato una circolare che apporterà i nuovi cambiamenti alla maturità 2020. «Non vogliamo che l’esame di Stato sia un motivo di stress», continua Fioramonti, «questo non fa bene a nessuno. Gli studenti devono andare all’esame fieri della propria preparazione. Non vogliamo trabocchetti».
REINTRODOTTO IL TEMA STORICO
«Verrà reintrodotto il tema storico nella prima prova scritta dell’esame di Maturità», ha confermato il ministro dell’Istruzione. «Ho voluto ascoltare la voce dei docenti», ha sottolineato il ministro, precisando che il tema di storia «sarà nella seconda tipologia di tracce, obbligatoriamente come una delle opzioni».
GLI STUDENTI CONOSCERANNO PRIMA GLI ARGOMENTI
«La commissione manterrà una serie di materiali che serviranno a far partire l’esame. Ma, anziché sorteggiarlo come in una lotteria si sapranno prima quali saranno gli argomenti scelti. Che verranno proposti agli studenti per far iniziare l’orale. Quei materiali saranno a disposizione degli studenti prima dell’inizio dei colloqui», ha detto il ministro. Sopprimendo le buste, viene meno un «elemento di ulteriore nervosismo che veniva creato attorno a questa lotteria».
«NON CI SARANNO ALTRI CAMBIAMENTI»
«Non ci saranno altri cambiamenti alla maturità», ha poi assicurato, spiegando che «il decretoufficiale con le materie e quant’altro uscirà come sempre a inizio anno». «La mia idea di scuola è quella di non cambiare ma di mantenere. Ho voluto mantenere l’impianto generale dell’esame. Evitiamo che ogni ministro che si siede al Ministero cambi qualcosa».
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