Il congresso della Lega di Salvini sancisce l’esistenza di due partiti

Bossi dal palco: : «Ora c'è la possibilità di avere il doppio tesseramento». Quella al movimento storico e quello fondato dal Capitano. Ma per il vecchio leader c'è la stading ovation.

Non è la fine della Lega Nordista di Bossi, ma è l’inizio di una doppia vita, con due partiti paralleli, con la Lega Nazionale di Matteo Salvini che si affianca a quella del fondatore. Il Congresso del 21 dicembre pensato per celebrare definitivamente il nuovo corso del nuovo capo e per modificare lo statuto del partito si basa su un compromesso. E lo ha spiegato proprio il patriarca Bossi quando dopo essere stato accolto da applausi e standing ovation, ha dichiarato: «Sono contento di dirvi che oggi non si chiude nessuna Lega, questo congresso nella sostanza dà la possibilità di avere il doppio tesseramento, sarà possibile essere iscritti alla Lega e alla Lega per Salvini».

Il fondatore della Lega Nord Umberto Bossi (D) e il segretario della Lega Matteo Salvini (S) al congresso Federale del partito. Milano 21 Dicembre 2019. ANSA / MATTEO BAZZI

«SIAMO NOI CHE CONCEDIAMO, SALVINI NON PUÒ IMPORCI UN C….»

«Questo», ha aggiunto il Senatùr, «glielo possiamo concedere, siamo noi che concediamo non è Salvini che ci impone. Salvini non può imporci un cazzo lo diciamo con franchezza. Le cose imposte non funzionano». E ancora: «Se Salvini vuole avere la possibilità di avere il simbolo della Lega nel partito chre sta facendo, deve raccogliere le firme», ha detto Bossi.

“Il nostro obiettivo è tornare al governo del Paese”, ha dichiarato Matteo Salvini dal palco del Congresso della Lega. Milano, 21 dicembre 2019. ANSA / MATTEO BAZZI

SALVINI:«BISOGNA APRIRE CON INTELLIGENZA LA LEGA»

Dal canto suo il segretario Salvini ha spiegato la sua linea. Bisogna «aprire con intelligenza», ma bisogna aprire la Lega. Secondo Salvini, infatti, con il 30% non si può «ragionare come se avessimo ancora il 3%». «Chi lascia fuori chi è più bravo» ha aggiunto il segretario, chi «tiene le porte chiuse fa il male del movimento», ovviamente «non subappaltando il movimento a portatori di voti dell’ultim’ora».

SALVINI SUL CASO GREGORETTI: «AUTODENUNCIAMOCI TUTTI»

«Propongo al congresso di autodenunciarci in massa se dovessero procedere», ha dichiarato poi il segretario della Lega sulla richiesta di autorizzazione a procedere per sequestro di persona riguardo al blocco della nave Gregoretti. «Non penso che questi giudici attacchino me, attaccano un popolo. Non c’è in ballo la libertà personale di Salvini è un attacco alla sovranità nazionale, alla sovranità popolare, al diritto alla sicurezza e alla difesa dei confini», aveva detto rispondendo ai giornalisti all’arrivo al Congresso del partito. «Io rispetto la stragrande maggioranza dei giudici che fanno bene il loro lavoro, qualcuno ha un pregiudizio», ha aggiunto Salvini.

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Mattarella concede la grazia a Bossi: chiamò Napolitano “terrone”

Annullata la pena di un anno per il reato di vilipendio al presidente della Repubblica: «Il capo dello Stato emerito non ha alcun motivo di risentimento».

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato un Decreto di concessione della grazia in favore di Umberto Bossi. L’atto di clemenza individuale ha riguardato la pena detentiva ancora da espiare (un anno di reclusione) inflitta per il delitto di offesa all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica (vilipendio), in riferimento a fatti commessi nel 2011, quando il capo dello Stato era Giorgio Napolitano.

«NESSUN RISENTIMENTO» DA NAPOLITANO

In una nota del Quirinale si ricorda che a seguito di provvedimento della Magistratura di sorveglianza Bossi è stato affidato in prova al servizio sociale. «Nel valutare la domanda di grazia, il Presidente della Repubblica ha tenuto conto del parere favorevole espresso dal Procuratore generale e delle condizioni di salute del condannato», si legge nella nota, «nonché della circostanza che (…) il Presidente emerito Giorgio Napolitano ha dichiarato di non avere nei confronti del condannato alcun motivo di risentimento». Il fondatore della Lega era stato condannato per aver dato del «teru’n‘» a Napolitano durante un comizio per la festa invernale della Lega Nord, la «Be’rghem frecc» di Albino nel dicembre del 2011. Facendo anche battute nei confronti dell’allora premier Mario Monti.

L’INSULTO E LE CORNA

«Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica. Napolitano, Napolitano, nomen omen, non sapevo fosse un teru’n», aveva detto accennando il gesto delle corna con la mano destra. Il comizio era stato filmato e poi trasmesso sia da televisioni sia su Youtube, e molti cittadini (oltre un centinaio) da tutta Italia avevano presentato denunce contro Bossi: alcuni di loro erano anche stati sentiti come testimoni nel corso del processo a Bergamo. Bossi era stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver offeso l’onore e il prestigio del Capo dello Stato, oltre che di vilipendio alle istituzioni con l’aggravante della discriminazione etnica.

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