A Repubblica nasce il premio al giornalista della settimana

L'iniziativa del neodirettore Molinari istituisce un riconoscimento di 600 euro per chi saprà distinguersi con la proposta migliore.

Tra le doti richieste a un buon direttore di giornale c’è, ai primi posti, la capacità di motivare il proprio corpo redazionale. E spendersi ogni giorno per valorizzare un team di giornalisti dalle diverse capacità e visioni, riuscendo a mantenere il giusto equilibrio tra una sana competizione e lo spirito di squadra che necessariamente dovrebbe animare le stanze di un quotidiano.

UN RICONOSCIMENTO DI 600 EURO LORDI IN BUSTA PAGA

Non sempre accade, purtroppo, ma sarà forse questa la ragione che ha spinto il neodirettore di Repubblica, Maurizio Molinari, a pochi giorni dal suo insediamento, a istituire una sorta di riconoscimento individuale per il “giornalista della settimana”. Il premio consiste, si legge in un messaggio recapitato da Molinari ai suoi cronisti, in una R stilizzata con il nome del vincitore e un riconoscimento di 600 euro lordi in busta paga. Il “trofeo”, si legge ancora, sarà assegnato ogni lunedì mattina, scegliendo tra le proposte illustrate da ogni responsabile di settore, sia su carta che sul digitale.

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Repubblica, Ceccherini alza il tiro

Dopo la causa civile a Calabresi, Gatti e Pier Luca Santoro per un articolo del 2018 ritenuto diffamatorio, il fondatore dell’Osservatorio Giovani-Editori sta valutando l’azione penale.

Un inizio anno non dei migliori per Claudio Gatti, Mario Calabresi e Pier Luca Santoro, fondatore del sito Datamedia hub. A guastare le feste dei due giornalisti di Repubblica e di Santoro ci ha pensato un vecchio articolo dedicato all’Osservatorio Permanente Giovani-Editori apparso nel marzo 2018 sul Venerdì di Repubblica, considerato fin da subito gravemente diffamatorio dagli interessati, e ripreso poi sul sito online del quotidiano romano.

SCENDONO IN CAMPO I PENALISTI

Inizialmente Andrea Ceccherini, fondatore e anima dell’Osservatorio, sembrava voler limitare la propria azione contro i due giornalisti e Santoro al classico ambito civile. Perciò aveva messo in pista un pool di avvocati di rango, guidato dal professor Guido Alpa, balzato agli onori della cronaca per essere stato storico sodale del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Tuttavia qualcosa di nuovo deve essere emerso se solo qualche giorno fa i civilisti sono stati affiancati da un pool di penalisti dai nomi eccellenti (tra cui lo studio fiorentino Taddeucci-Sassolini) cui è stato dato l’incarico di verificare se, nell’ambito della conduzione dell’indagine giornalistica, si siano consumate fattispecie di reati o se invece tutto si sia svolto correttamente. I penalisti dovranno riferire nei primi mesi dell’anno le loro valutazioni, per permettere all’Osservatorio di decidere se procedere o limitarsi all’originaria causa civile.

NO COMMENT DA FIRENZE

L’Osservatorio, che fin dall’inizio aveva reagito al servizio di Gatti con durezza, sembra oggi intenzionato ad alzare ulteriormente il livello dello scontro, probabilmente consigliato dagli stessi legali. Anche se, secondo quanto risulta a Lettera43, sembra che Ceccherini voglia approfondire adeguatamente i fatti e gli atti, prima di muovere un ulteriore passo. Quello che è certo è che il recente cambio di proprietà del giornale, passato dalla famiglia De Benedetti alla Exor di John Elkann, non sembra abbia indotto il manager fiorentino a recedere. Anzi. Interpellati sulle indiscrezioni raccolte da questo giornale, al quartier generale di Firenze hanno preferito non rilasciare dichiarazioni in materia. L’unica cosa di cui sono disposti a parlare è la grande soddisfazione per la partnership strategica con Apple, celebrata in pompa magna a Firenze lo scorso 13 ottobre, che ha contribuito a ispessire il profilo internazionale dell’Organizzazione, tanto da meritare il plauso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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