Flogofilm, la nutraceutica che migliora la vita

Sul podio della categoria Agritech un’innovazione rivoluzionaria nella gestione delle infezioni batteriche, presto disponibile anche a uso pediatrico. Ce ne parla Gianni Luccheo, R&D manager Anvest Health

 

Primi nella categoria Agritech dell’edizione 2023 del Premio BPI di Confindustria Salerno: ci racconta in cosa consiste la vostra innovazione, qual è la vision e quali frontiere supera?

È Flogofilm® l’innovazione presentata al Best Practices per l’Innovazione 2023. Si tratta di una soluzione nutraceutica contenente la tecnologia brevettata Flogomicina®, nata dall’ambizione della ricerca scientifica Anvest Health di offrire una terapia multimodale per la gestione delle infezioni batteriche con biofilm. L’80% delle infezioni causate da batteri presentano biofilm, uno strato che riveste la colonia batterica al fine di proteggerla dal nostro sistema immunitario. Il biofilm causa quella che viene definita “resistenza agli antibiotici”, dal momento che essi non riescono fisicamente ad oltrepassarlo. Si stima che un batterio in biofilm sia da 10 a 1000 volte meno sensibile all’antibiotico. L’efficacia di Flogofilm è validata da uno studio pre-clinico condotto in collaborazione con il Dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi di Salerno, studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Life®. Inoltre, un documento clinico realizzato in collaborazione con il Policlinico di Napoli Federico II e pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Medicine, ha dimostrato l’efficacia di Flogofilm® in combinazione a Fluorochinolonici nel trattamento delle prostatiti batteriche. Il concetto di affiancare alla terapia antibiotica un trattamento mirato per disgregare il biofilm ha inoltre raccolto il gradimento da parte di Urologi, Ortopedici, Otorini e Ginecologi. Flogofilm® supera le precedenti frontiere terapeutiche e determina benefici per il sistema sanitario, dal momento che l’utilizzo tradizionale di antibiotici in mono-terapia, senza considerare la presenza di biofilm, causa troppo spesso il fallimento terapeutico con il conseguente aumento dei tempi di ospedalizzazione, della spesa sanitaria e dello sviluppo di ceppi batterici resistenti. Nel Gennaio 2023 Flogofilm ha acquisito lo status di Brevetto Europeo grazie alla novità e originalità di tutti i punti evidenziati nella ricerca.

Che tipo di difficoltà – burocratiche, normative, economiche – avete incontrato sul vostro percorso e come le avete superate?

La principale difficoltà riscontrata è stata la ricerca, tra le essenze già impiegate in altri ambiti, dei principi attivi utili alla formulazione di questo nutraceutico. È seguito lo sforzo della nostra area Informazione scientifica nello stimolare la conoscenza clinica delle implicazioni derivanti dalla presenza del biofilm nel sito di infezione e nell’illustrare ai medici i vantaggi della sua disgregazione grazie a Flogofilm, vista l’assenza in commercio di un nutraceutico finalizzato alla disgregazione del biofilm batterico.

Progetti per il futuro?

Le innovazioni Anvest Health nell’ambito della ricerca di nuovi preparati rappresentano spesso formule genitore, a partire dalle quali si proseguono gli studi per trovare nuove applicazioni terapeutiche.

Nel caso di Flogofilm®, siamo attualmente impegnati nella ricerca di una formula destinata all’uso pediatrico, utile alla risoluzione delle infezioni batteriche con biofilm e, contestualmente, a ridurre i sintomi ad esse correlati come febbre, otiti, faringotonsilliti, ecc.. Un percorso che richiede sforzi notevoli in termini di risorse finanziarie e intellettuali, ma che sosteniamo con slancio, consapevoli dell’impatto positivo che innovazioni come la nostra possono avere sulla qualità della vita delle persone.

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Serravalle: «L’innovazione è un lavoro di squadra»

Nell’edizione del Premio Best Practices per l’Innovazione di Confindustria Salerno di quest’anno coinvolto anche SRM, Centro Studi di Intesa Sanpaolo, che ha curato i paper scientifici utili per sapere come e dove investire risorse nei settori aerospazio, green e agritech. Un bilancio entusiasta nelle parole del project leader Francesco Serravalle 

 

Edizione 2023 del Premio Best Practices per l’Innovazione di Confindustria Salerno: in cosa si è distinta dalle precedenti?

Differente è stata quest’anno la premessa: nell’organizzare la competizione ci siamo messi alla ricerca delle opportunità inespresse, piuttosto che concentrarci sull’individuazione degli ostacoli. Innanzitutto, abbiamo spinto perché arrivasse in gara il meglio dell’innovazione già disponibile nelle 4 categorie scelte quest’anno, ovvero greentech, aerospazio, digitalizzazione e agritech.

Pertanto, degli oltre cento progetti rispondenti alla call, ne abbiamo selezionati 40 – 10 per ambito – capaci di rafforzare rapidamente la competitività e l’autonomia tecnologica dei settori di pertinenza, permettendo anche lo sviluppo di nuovi servizi e applicazioni a valle.

Abbiamo poi voluto ancor di più incoraggiare lo spirito di condivisione, elemento costitutivo del Premio Best Practices per l’Innovazione.

Diversamente dagli altri anni, infatti, nessuno dei 40 progetti in gara è stato presentato in modo isolato ma integrato in uno spazio tematico più ampio.

Francesco Serravalle, project leader Premio Best Practices per l’Innovazione di Confindustria Salerno

Il metodo della cross fertilization ha fatto sì che innovatori, investitori, big player, specialisti ed esperti dell’innovazione abbattessero gli steccati – che pure esistono tra le differenti discipline – per aprire, sconfinare e ragionare in termini sistemici e creare, di rimando, aumentato valore. Del resto i progetti sono per natura un’esperienza collettiva, la cui realizzazione ha effetti accrescitivi per una comunità, non certo per il singolo. Anche per questo abbiamo deciso di evidenziare lo stato di innovazione dell’aerospazio, filiera produttiva che riveste un ruolo strategico nel sistema economico-territoriale campano, rappresentando un elemento di sviluppo sia per insediamenti industriali, sia per l’elevato contenuto di innovazione tecnologica possibile anche grazie alla presenza di un’eccellente rete di ricerca scientifica e di alta formazione.

A proposito di ricerca scientifica di elevato valore, una delle novità più rilevanti è stato quest’anno il coinvolgimento di SRM, cui è stata affidata l’elaborazione di paper scientifici. Perché questa scelta?

Sempre in nome e in ragione del miglioramento del format complessivo e dei suoi esiti. Grazie al prestigioso contributo scientifico di SRM il Centro Studi del Gruppo Intesa Sanpaolo, partendo da un’analisi molto accurata dei bisogni di innovazione rilevati, i paper che presenteremo nelle prossime settimane – richiamando alcune innovazioni selezionate in questa edizione come esemplari – diranno con chiarezza come e dove investire risorse ed energie in 3 ambiti che avevano in gara: aerospazio, agritech, greentech. Risultanze da cui prendere le mosse per orientare e incidere significativamente sullo sviluppo dell’intero Paese.

Curiosità, competenza e confronto: quale di queste tre peculiarità interdipendenti ritiene venga accelerata dalla partecipazione a competizioni come il Premio BPI?

Si cresce senz’altro con la curiosità e con lo studio ma solo aprendo la propria azienda a pareri, posizioni e contributi esterni si migliora davvero. Il Premio Best Practices nel tempo ha consolidato un network con attori come università, startup, incubatori, banche, associazioni e istituti pubblici e privati, capace di creare un flusso di informazione e scambio costante, reciproco, continuo che consente di crescere. L’innovazione del resto è un lavoro di squadra e solo con la collaborazione e l’integrazione delle competenze tra soggetti diversi un progetto può avere futuro. L’appuntamento è alla prossima estate, con l’edizione numero 18.

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