È il giorno del ritorno al Milan di Ibrahimovic

Il campione svedese è sbarcato a Linate in tarda mattinata. Ad attenderlo altre dal CFO del Milan Boban, anche un centinaio di tifosi. Domani la presentazione ufficiale.

Zlatan Ibrahimovic è arrivato a Milano con un volo privato dalla Svezia. Ad attenderlo all’aeroporto di Linate Zvonimir Boban, CFO del Milan. Ibrahimovic si trasferirà subito dopo alla clinica La Madonnina dove svolgerà le visite mediche. Il 3 prevista la presentazione ufficiale a Casa Milan. L’ex Juve e Inter è sceso dall’aereo privato e ha subito rilasciato un’intervista al canale tematico del Milan. Total black per l’attaccante, che indossa una felpa nera col cappuccio e jeans neri. Sorrisi ed emozione per lo svedese che firmerà un contratto di sei mesi. «Sono felice? Molto». È stata la stringata risposta dell’ex Psg scendendo dalla macchina che lo ha portato alla Clinica La Madonnina. L’auto, presa d’assalto dai tifosi, ha fatto una manovra per evitare la folla e Ibrahimovic è entrato da un ingresso secondario.

ACCOLTO DA UN GRUPPO DI TIFOSI

Grande entusiasmo per il suo arrivo a Linate, dove circa un centinaio di tifosi lo hanno atteso per rubare il primo scatto del ritorno dello svedese in casacca rossonera. Al passaggio della macchina con Ibrahimovic a bordo cori e applausi dedicati all’attaccante che ha promesso un cambio di passo nella stagione del Milan. “Assalto” che si è ripetuto anche a La Madonnina per le visite mediche di rito.

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San Siro non si tocca: Inter e Milan al lavoro su «nuove idee»

I due club incontrano il Comune. Il Meazza non si tocca. Scaroni polemico: «Scelta bella ma un po' stupida».

San Siro non si tocca, e anche Milan e Inter paiono lavorare in quella direzione nell’ambito del progetto per il nuovo stadio. «L’indicazione che abbiamo avuto è che comunque c’è un’idea di mantenimento della superficie di San Siro sui diversi scenari. L’obiettivo è quello ora di lavorare su queste varie ipotesi», ha detto l’ad dell’Inter Alessandro Antonello, al termine dell’incontro con Milan e Comune. «È stato un incontro utile. Ancora una volta i club si sono resi disponibili a proporre idee sul mantenimento di San Siro e a lavorare, come sempre fatto. Il punto di discussione era capire l’ingombro di San Siro come può essere reso compatibile con l’esistenza di un altro stadio a poche centinaia di metri. Oggi c’è una delibera e ci si deve attenere alla delibera che è stata emanata».

SCARONI: «DUE STADI? IDEA BELLA MA UN PO’ STUPIDA»

A stretto giro sono arrivate anche le parole del presidente del Milan, Paolo Scaroni, più polemico rispetto all’ad nerazzurro: «L’idea di avere due stadi vicini, vecchio e nuovo, uno accanto all’altro, è qualcosa che non ricordo di aver mai visto. Per carità, magari essere ‘first’, i primi, può essere anche bello, a volte però può essere un po’ stupido», ha detto. «Si è molto parlato di ingombro, perché che ci siano tre, due o un anello è abbastanza irrilevante da un punto di vista dell’occupazione dello spazio. Il Comune, come da sua delibera, ci terrebbe a mantenere una vocazione sportiva, ma a tenere l’ingombro. Noi analizzeremo questa come prima ipotesi. Un’ipotesi un po’, detta in termini positivi, innovativa, perché non si sono mai visti due stadi uno a cento metri dall’altro. Qualora questa ipotesi non sia percorribile, per quanto ci riguarda, il Comune si è dichiarato disponibile ad analizzare altre ipotesi che riducano l’ingombro».

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Il botta e risposta tra Salvini e Suso sui social network

Il leader della Lega: «Speriamo che Babbo Natale ti porti un po' di grinta». La replica dell'attaccante del Milan: «A te la voglia di amministrare meglio».

Gli auguri di compleanno (polemici) di Matteo Salvini non li ha proprio digeriti. Suso, attaccante spagnolo del Milan che il 19 novembre ha compiuto 26 anni, ha risposto senza peli sulla lingua al leader della Lega, che sull’account Instagram del club rossonero gli aveva scritto: «Auguri! Nella speranza che Babbo Natale ti porti un po’ di velocità, di grinta e di voglia di giocare».

Ecco la replica del giocatore: «Grazie. Nella speranza che Babbo Natale ti porti un po’ di velocità, di grinta e di voglia di amministrare meglio, molto meglio, un Paese che amo».

IL LEGHISTA SI SCONTRÒ ANCHE CON GATTUSO

Non è la prima volta che Salvini, tifoso del Milan, mette becco pubblicamente nelle vicende della sua squadra del cuore, ricavandone ulteriore visibilità. Tutti ricordano il duro scambio di battute con Gennaro Gattuso nel 2018.

VECCHIE FRECCIATINE SUI CAMBI

Il leghista, in tribuna all’Olimpico per assistere a Lazio-Milan, aveva lanciato una frecciatina all’allora tecnico rossonero: «Fossi stato in lui avrei fatto qualche cambio, i giocatori erano stanchi, non capisco per quale motivo non abbia cambiato qualcosa nel secondo tempo. Comunque va bene così».

L’ALLENATORE: «PENSI ALLA POLITICA»

E Gattuso di rimando: «Salvini si lamenta perché non ho fatto cambi? Sentite, io non parlo di politica perché non capisco nulla. A lui dico di pensare alla politica perché con tutti i problemi che abbiamo nel nostro Paese, se il vicepremier parla di calcio significa che siamo messi male».

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Cristiano Ronaldo e lo spauracchio squalifica per la fuga in Juventus-Milan

Il portoghese, andandosene prima dei compagni, avrebbe violato il regolamento antidoping per il quale poteva essere uno dei sorteggiati chiamati a sottoporsi ai controlli. Sulla carta rischia fino a due anni. Ma non esistono precedenti.

Nessuna multa dalla Juventus, che pare aver fatto buon viso a cattivo gioco alle intemperanze seguite al cambio con Paulo Dybala, al 55esimo minuto del match col Milan. Ma per Cristiano Ronaldo qualche guaio potrebbe comunque arrivare. La pulce nell’orecchio l’ha messa Antonio Cassano che, ospite di Tiki Taka, ha ipotizzato possibili sanzioni per il portoghese, reo di essersi allontanato dall’Allianz Stadium prima dei compagni, eludendo di fatto il possibile controllo antidoping a sorpresa per il quale poteva essere sorteggiato.

PER CHI NON SI PRESENTA LA SANZIONE VA DA UNO A DUE ANNI

Secondo le norme applicate dalla Figc in ossequio al regolamento della Wada, infatti, «per la violazione dell’articolo 2.4 (mancata reperibilità), il periodo di squalifica sarà di due anni, con possibilità di riduzione a un periodo minimo di un anno a seconda del grado di colpa dell’atleta. La flessibilità di comminare una squalifica di due o un anno prevista dal presente articolo non è estesa agli atleti il cui comportamento sia caratterizzato da cambiamenti all’ultimo momento relativi alla loro reperibilità, ovvero la cui condotta induca a sospettare fortemente che l’atleta stesse cercando di evitare di rendersi disponibile per lo svolgimento dei controlli». Dal regolamento Uefa, tuttavia, si evince come i club siano informati almeno 15 minuti prima del triplice fischio dei giocatori destinati al controllo.

NESSUN COMMENTO DA NADO, E CONI

Dalla Nado (l’agenzia antidoping nazionale, diretta derivazione della Wada) e dal Coni filtra assoluto riserbo sull’eventualità. E ancor più sulle tempistiche di un possibile intervento per censurare il comportamento di Cristiano. Di certo, a parte il caso confessato dallo stesso Cassano, che in un derby tra Roma e Lazio fu richiamato in fretta e furia dopo essersene andato stizzito, non si ricordano casi analoghi in tempi recenti nel campionato italiano.

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Cristiano Ronaldo e lo spauracchio squalifica per la fuga in Juventus-Milan

Il portoghese, andandosene prima dei compagni, avrebbe violato il regolamento antidoping per il quale poteva essere uno dei sorteggiati chiamati a sottoporsi ai controlli. Sulla carta rischia fino a due anni. Ma non esistono precedenti.

Nessuna multa dalla Juventus, che pare aver fatto buon viso a cattivo gioco alle intemperanze seguite al cambio con Paulo Dybala, al 55esimo minuto del match col Milan. Ma per Cristiano Ronaldo qualche guaio potrebbe comunque arrivare. La pulce nell’orecchio l’ha messa Antonio Cassano che, ospite di Tiki Taka, ha ipotizzato possibili sanzioni per il portoghese, reo di essersi allontanato dall’Allianz Stadium prima dei compagni, eludendo di fatto il possibile controllo antidoping a sorpresa per il quale poteva essere sorteggiato.

PER CHI NON SI PRESENTA LA SANZIONE VA DA UNO A DUE ANNI

Secondo le norme applicate dalla Figc in ossequio al regolamento della Wada, infatti, «per la violazione dell’articolo 2.4 (mancata reperibilità), il periodo di squalifica sarà di due anni, con possibilità di riduzione a un periodo minimo di un anno a seconda del grado di colpa dell’atleta. La flessibilità di comminare una squalifica di due o un anno prevista dal presente articolo non è estesa agli atleti il cui comportamento sia caratterizzato da cambiamenti all’ultimo momento relativi alla loro reperibilità, ovvero la cui condotta induca a sospettare fortemente che l’atleta stesse cercando di evitare di rendersi disponibile per lo svolgimento dei controlli». Dal regolamento Uefa, tuttavia, si evince come i club siano informati almeno 15 minuti prima del triplice fischio dei giocatori destinati al controllo.

NESSUN COMMENTO DA NADO, E CONI

Dalla Nado (l’agenzia antidoping nazionale, diretta derivazione della Wada) e dal Coni filtra assoluto riserbo sull’eventualità. E ancor più sulle tempistiche di un possibile intervento per censurare il comportamento di Cristiano. Di certo, a parte il caso confessato dallo stesso Cassano, che in un derby tra Roma e Lazio fu richiamato in fretta e furia dopo essersene andato stizzito, non si ricordano casi analoghi in tempi recenti nel campionato italiano.

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Cristiano Ronaldo e lo spauracchio squalifica per la fuga in Juventus-Milan

Il portoghese, andandosene prima dei compagni, avrebbe violato il regolamento antidoping per il quale poteva essere uno dei sorteggiati chiamati a sottoporsi ai controlli. Sulla carta rischia fino a due anni. Ma non esistono precedenti.

Nessuna multa dalla Juventus, che pare aver fatto buon viso a cattivo gioco alle intemperanze seguite al cambio con Paulo Dybala, al 55esimo minuto del match col Milan. Ma per Cristiano Ronaldo qualche guaio potrebbe comunque arrivare. La pulce nell’orecchio l’ha messa Antonio Cassano che, ospite di Tiki Taka, ha ipotizzato possibili sanzioni per il portoghese, reo di essersi allontanato dall’Allianz Stadium prima dei compagni, eludendo di fatto il possibile controllo antidoping a sorpresa per il quale poteva essere sorteggiato.

PER CHI NON SI PRESENTA LA SANZIONE VA DA UNO A DUE ANNI

Secondo le norme applicate dalla Figc in ossequio al regolamento della Wada, infatti, «per la violazione dell’articolo 2.4 (mancata reperibilità), il periodo di squalifica sarà di due anni, con possibilità di riduzione a un periodo minimo di un anno a seconda del grado di colpa dell’atleta. La flessibilità di comminare una squalifica di due o un anno prevista dal presente articolo non è estesa agli atleti il cui comportamento sia caratterizzato da cambiamenti all’ultimo momento relativi alla loro reperibilità, ovvero la cui condotta induca a sospettare fortemente che l’atleta stesse cercando di evitare di rendersi disponibile per lo svolgimento dei controlli». Dal regolamento Uefa, tuttavia, si evince come i club siano informati almeno 15 minuti prima del triplice fischio dei giocatori destinati al controllo.

NESSUN COMMENTO DA NADO, E CONI

Dalla Nado (l’agenzia antidoping nazionale, diretta derivazione della Wada) e dal Coni filtra assoluto riserbo sull’eventualità. E ancor più sulle tempistiche di un possibile intervento per censurare il comportamento di Cristiano. Di certo, a parte il caso confessato dallo stesso Cassano, che in un derby tra Roma e Lazio fu richiamato in fretta e furia dopo essersene andato stizzito, non si ricordano casi analoghi in tempi recenti nel campionato italiano.

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