Presentato Save Love, azioni innovative a tutela del diritto all’affettività della diade genitore-figlio

A promuoverlo la Fondazione Comunità Salernitana presieduta da Antonia Autuori. Coinvolti gli istituti penitenziari di Salerno, Avellino, Eboli e Lauro con interventi dedicati ai minori – circa 500 quelli presi in carico attraverso il personale dell’area educativa interna – agli operatori e alle comunità delle due province campane

Tutelare i diritti ed i legami affetti dei minori con genitori detenuti. È questo il primo punto nell’agenda delle priorità che il progetto “S.Av.E.L.ove CuriAmo la relazione” della Fondazione Comunità Salernitana, selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, ha redatto con l’Arcidiocesi di Salerno Campagna Acerno, e una rete di altri 19 partner, per intervenire in quello spazio di doppia privazione definito “genitorialità in pausa”.

Da questa osservazione è sorta la necessità di un partenariato caratterizzato da una forte esperienza in ambito sociale, educativo e detentivo, in sinergia con gli istituti penitenziari di Salerno (Casa Circondariale “A. Caputo” di Fuorni), Avellino (Casa Circondariale “A. Graziano” di Bellizzi), Eboli (Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze e/o Alcol dipendenze) e Lauro (Istituto a Custodia Attenuata per detenute Madri).

Sono circa 500 i minori presi in carico attraverso il personale dell’area educativa interna e grazie ai partner presenti nei territori delle due province coinvolte.

Si interverrà per contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico; per sviluppare le competenze di base e le competenze non cognitive dei minori; per l’orientamento scolastico e formativo; per la presa in carico dei figli di detenuti; nel rafforzamento delle competenze genitoriali e nell’attivazione di nuovi spazi per minori o di luoghi educativi.

Il progetto proporrà azioni innovative a tutela del diritto all’affettività della diade genitore-figlio. Si punterà a costruire una comunità educante in grado di generare effetti positivi sul minore, sul suo sviluppo cognitivo, sulla salute, sugli equilibri emotivi e relazionali, sul conseguimento di obiettivi e traguardi nelle diverse dimensioni di vita: ambito scolastico, tempo libero, cultura, sport. Centrale sarà la loro presa in carico, personalizzata, con la promozione di processi di crescita e di integrazione sociale, garantendo la continuità o la ripresa del legame affettivo con il genitore che vive la condizione detentiva. Innovativo sarà il cambio di prospettiva nell’accoglienza in carcere pensata affinché sia a misura di bambino, stemperi la durezza dell’attesa e della perquisizione e agisca sulla distanza affettiva nel colloquio.

Si è già al lavoro per trasformare le aule colloquio delle carceri in aule di arte dedicate a genitori detenuti e figli. La voce del genitore continuerà a nutrire tale relazione attraverso la registrazione di fiabe, che il figlio potrà ascoltare in sua assenza al fine di mantenere vivo il rapporto, e la creazione di un albo illustrato che di queste storie ne racconterà l’essenza lasciando al segno grafico il compito di parlare a grandi e piccini.

IL CONTESTO. La Casa Circondariale “A. Caputo” di Fuorni a Salerno, conta 493 detenuti (capienza regolamentare N. 390 unità) di cui 450 uomini e 43 donne; il 10% sono stranieri. L’83% della popolazione carceraria ha tra i 20 e i 55 anni; il livello di scolarizzazione è medio basso; più del 50% sono genitori con figli minori. Gli agenti di polizia penitenziaria sono 226 in pianta organica ma solo 170 presenti. La Casa Circondariale “A. Graziano” di Bellizzi – Avellino, ha in custodia 515 detenuti, di cui 496 uomini, 19 donne, 48 stranieri; con un’età compresa tra 30 e 60 anni. L’80% ha figli minori; il livello di scolarizzazione è medio-basso. Gli agenti penitenziari presenti sono 264 (in pianta organica 297). L’ICATT di Eboli (SA) Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze e/o Alcol dipendenze, accoglie 48 detenuti uomini di età compresa tra i 19 e 45 anni, di cui 4 stranieri. Gli agenti penitenziari sono 22 (in pianta organica 27). All’ICAM di Lauro (AV) Istituto a Custodia Attenuata per detenute Madri, sono presenti 11 donne con 14 bambini, di cui 8 straniere. Gli agenti penitenziari presenti sono 35 (in pianta organica 32).

Dati aggiornati al 31/10/2024* i dati sono presi dal sito di Antigone

  Salerno Bellizzi Eboli Lauro
Capienza 376 500 54 50
Presenti 592 543 42 5
Donne 65 39  Non presenti 5
Stranieri 88 57 Non presenti 2
Polizia penitenziaria prevista 243 297 28 27
Polizia penitenziaria effettivamente presente 166 282 28 22

 

DESTINATARI. I destinatari diretti del progetto sono i minori (età 0-17) figli di detenuti, nello specifico: i minori che accedono all’Istituto penitenziario per visitare il genitore; i minori che vivono con la madre all’interno dell’ICAM; i minori figli di detenuti e le loro famiglie nel proprio contesto di vita. Sono da considerarsi destinatari diretti del progetto anche gli operatori, con un particolare focus sugli agenti di Polizia Penitenziaria, impegnati quotidianamente ad accogliere i minori che accedono agli Istituti. I beneficiari saranno individuati dalla Direzione. Mentre i destinatari indiretti sono da ritrovarsi nei contesti di vita (scuola, quartieri, ecc.) e nelle Comunità civili.

IL PARTENARIATO. Faro, “E Si Prese Cura Di Lui” – Società Cooperativa Sociale, Aragorn Iniziative srl, Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, Associazione “La Tenda Centro di Solidarietà ONLUS”, Associazione Comunità Emmanuel ONLUS, Associazione di Volontariato “La Casa sulla Roccia – Centro di Solidarietà”, Associazione PAIDEIA Onlus, Azienda Speciale Consortile A04, Azienda Speciale Sele Inclusione A.S.S.I. – Azienda Territoriale per i servizi alla persona, Caritas Diocesi di Avellino, Casa Circondariale “A. Caputo” Salerno, Casa Circondariale “Antimo Graziano” Avellino, Casa Circondariale Lauro, Casa Reclusione ICATT Eboli, Comune di Salerno, DEMETRA Società Cooperativa sociale, Fondazione Caritas Salerno, L’approdo Service Società Cooperativa Sociale, Migranti Senza Frontiere, Ufficio distrettuale di Esecuzione Penale Esterna – Salerno, Ufficio Locale Esecuzione Penale Esterna – Avellino.

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Far decollare la competitività della destinazione Salerno

Agostino Gallozzi, presidente Gallozzi Group

Per il presidente di Gallozzi Group occorre un vero e proprio piano strategico perché la città possa rispondere compiutamente a quella visibilità internazionale capace di convincere in modo duraturo il mercato

 

Presidente, a luglio ci saranno i primi voli dal Salerno-Costa d’Amalfi. Una buona notizia per l’intero comparto turistico salernitano…

Senza dubbio, ora, però, tocca a tutto il sistema turistico territoriale innalzare lo standard complessivo della offerta, con particolare riferimento alla internazionalizzazione del parterre di ospiti che verrà attratto nelle nostre aree. Dovranno decisamente migliorare la qualità della accoglienza e anche le condizioni “estetiche” delle nostre città, con un piano di diffusa manutenzione ordinaria e straordinaria che ne incrementi il livello di piacevolezza percepita. Ma è sul tema della internazionalizzazione della offerta che desidero soffermarmi, perché credo che occorra un vero e proprio piano strategico in tal senso, che indirizzi gli operatori verso la dimestichezza con le lingue straniere e la capacità di presentare il prodotto-Salerno in un friendly-approach che possa diventare segno distintivo del nostro modo di interpretare il turismo.

Che bilancio può fare del 2023 per lo scalo portuale cittadino? C’è da preoccuparsi per la crisi nel Mar Rosso? Quale potrebbe essere l’impatto per Salerno?

Nonostante il perdurare di uno sfavorevole e problematico scenario geo-politico internazionale, Salerno Container Terminal evidenzia in questo primo scorcio del 2024 una crescita prossima al 9% del traffico contenitori, passato dai 53.573 teus movimentati nel primo bimestre del 2023 ai 58.280 teus registrati nello stesso periodo dell’anno in corso. In particolare, confermando una propria vocazione a servizio delle aziende italiane, il flusso dell’export, riferibile all’area campana e centro meridionale, cresce del 13%, mentre l’import del 5%. Nel periodo preso in esame nel 2024 sono stati 160 gli approdi di navi full container, rispetto ai 147 dell’anno precedente, con una media di 20 navi a settimana e un incremento dell’8,8%. In aggiunta ai traffici container, il terminal, nel bimestre 2024, ha movimentato 77.972 tonnellate di rinfuse alimentari, rispetto a 51.808 tonnellate del 2023, segnando un più 50%. Crescita anche nel comparto delle Autostrade del Mare, con un incremento del 8,5%. I dati confermano le proiezioni dei mesi precedenti. In particolare, l’aumento dei flussi all’export è un segnale importante, che evidenzia la funzione competitiva del porto a servizio delle aziende produttrici campane e centro meridionali che si affermano sui mercati internazionali. Tutto questo accade in una fase molto critica dell’interscambio globale, con il fenomeno bellico in atto nel Mar Rosso, che dilata i tempi di navigazione costringendo molte merci a seguire la rotta che circumnaviga il Sud dell’Africa, entrando nel Mediterraneo attraverso Gibilterra invece che Suez. Contiamo nel corso dell’anno di portare a Salerno altri servizi per nuove aree del mondo, così da aggiungere ulteriori opportunità all’export delle nostre aziende.

Molti operatori lamentano criticità relative ai sistemi di controllo in dogana. Cosa non funziona e come si potrebbe ovviare per agevolare il lavoro di molti?

Non parlerei di Dogana, perché proprio sul fronte delle verifiche doganali si è messo in atto un deciso miglioramento e oggi le verifiche doganali a Salerno risultano tempestive e in linea con gli standard europei. Il problema sorge particolarmente per le verifiche complesse, che richiedono l’intervento di più organismi di controllo e ciò accade in particolare con le verifiche sanitarie o fito-sanitarie di merci di origine animale e non animale destinate al consumo umano. In questo ambito Salerno, che per certi versi è la capitale italiana della food-industry, ha assunto una funzione preminente, ma – a mio avviso – gli uffici pubblici destinati ai controlli ancora non hanno recepito questa centralità e si registra quindi una carenza di personale e una non sempre adeguata capacità di coordinamento tra le singole funzioni. Inoltre, credo che si debba maggiormente puntare ad una informatizzazione spinta dei processi. In altre parole, poiché si tratta di controlli su merci destinate al consumo umano, assolutamente non meno controlli, ma controlli molto più efficienti.

Di anno in anno cresce il suo Marina d’Arechi. Progetti per il futuro?

Marina d’Arechi beneficerà certamente della apertura dell’aeroporto e quindi punteremo ancora di più all’attrazione di clientela internazionale. Alla offerta di ormeggi di altissima qualità, affiancheremo sempre maggiormente una gestione di quella che definisco l’atmosfera “village”, con l’offerta food & beverage e del tempo libero di qualità ancora più elevata affinché il marina sia percepito come “destination” e come “experience”, non riservata ai soli diportisti, ma del tutto aperta alla città.

Lei da sempre crede nell’insostituibilità dell’industria manifatturiera. Ne resta convinto e ritiene che la politica incentivi la diffusione e condivisione di questa tesi?

Non c’è dubbio. Il manifatturiero resta centrale e svolge una funzione propulsiva rispetto al sistema economico e produttivo del nostro Paese. Talvolta si sente dire che l’Italia potrebbe vivere di solo turismo. È ovvio che il nostro sia un paese a vocazione turistica, ma l’Italia è innanzitutto un grande paese manifatturiero e la sua tradizione industriale deve essere salvaguardata. Per altro, la posizione nel Mediterraneo la pone al centro delle grandi rotte marittime verso Est e verso Ovest, con un potenziale ancora più elevato nell’ambito della internazionalizzazione del proprio scambio commerciale, innanzitutto all’export.

È una premessa indispensabile, che vale sempre la pena ripetere. Occorre, da un lato, continuare a investire negli apparati produttivi, con il credito d’imposta che rappresenta una insostituibile misura di sostegno, dall’altro è necessario migliorare la rete delle infrastrutture, poiché la cifra del nostro secolo è quella globalizzazione che si basa sulla gestione competitiva della mobilità, di merci e persone, che a sua volta si fonda su un sistema competitivo di infrastrutturazione del paese. Infine, il costo del denaro. Una azione più decisa rispetto alla riduzione o normalizzazione dei tassi di interesse non è più rinviabile, per evitare un rallentamento dello slancio verso la crescita.

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Inaugurata la sede dell’ITS TE.LA. A Salerno parte il primo corso in Agri-Food Tech 4.0 in Campania

Con il taglio del nastro della sede didattica di Via Fatigati 10, alla presenza del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, parte l’attività della Fondazione ITS TE.LA., il primo Istituto Tecnologico Superiore per l’Agroalimentare in Campania

La cerimonia inaugurale, presso la sede legale della Fondazione in Via Madonna di Fatima 194, ha visto la partecipazione dei 25 allievi del corso Agri-Food Tech 4.0, dei Soci della Fondazione, di esponenti di Istituzioni ed Enti di riferimento del territorio regionale.

Nel suo intervento di apertura, il Presidente di Confindustria Salerno, Antonio Ferraioli, ha sottolineato: <<Abbiamo fortemente voluto l’ITS Agroalimentare in Campania con l’obiettivo di costruire un nuovo sistema occupazionale di qualità che guardi al futuro dell’agrifood. Punto di forza del Made in Italy, traino dell’export provinciale, l’agroalimentare è un settore in costante evoluzione, spinto dalle sfide legate ai cambiamenti climatici e dalla necessità di produrre in modo sostenibile, utilizzando al meglio le più moderne tecnologie e garantendo la sicurezza alimentare. È, pertanto, fondamentale costruire quelle competenze necessarie per affrontare tale scenario>>.

Sabato D’Amico, Presidente della Fondazione ITS TE.LA., ha ricordato: <<L’offerta dei 3 percorsi formativi biennali della Fondazione è stata progettata proprio “dal basso”, coinvolgendo l’intera filiera che va dal campo alla tavola. Grazie alla collaborazione tra associazioni datoriali, aziende, Istituzioni, sistema bancario, mondo della formazione e dell’istruzione scolastica ed universitaria, abbiamo dato vita ad un progetto che ha inteso attivare le migliori sinergie per un obiettivo comune: formare profili specializzati con un elevato livello di occupabilità, per trattenere sui nostri territori giovani energie in grado di colmare il divario tra domanda ed offerta di competenze nei comparti target. Il primo corso in partenza, Agri Food Tech 4.0, è pensato per la gestione e la supervisione dei processi “smart” di produzione lungo l’intera filiera produttiva. Gratuito per i partecipanti, con il 50% dei docenti proveniente dal mondo del lavoro, è organizzato con ben 700 delle 2000 ore tra stage in azienda, laboratori, esercitazioni pratiche, visite didattiche e project work. Avvieremo prossimamente l’Agri-Food Sustainability e il Food Marketing 2.0, per tecnici specializzati nell’innovazione sostenibile e nella valorizzazione e commercializzazione dei prodotti Made in Italy>>.

 <<Il difficile incontro tra domanda e offerta di lavoro – ha rimarcato il Presidente di Unioncamere, Andrea Prete – quest’anno ha raggiunto il 48% delle assunzioni programmate dalle aziende, 5 punti percentuali in più rispetto al 2022. Il mismatching è oggi una delle grandi strozzature del mercato del lavoro italiano, fattore che incide fortemente sul sistema produttivo del Paese. In tale scenario, lo scorso ottobre, abbiamo sottoscritto un accordo con Confindustria, finalizzato a valorizzare i dati del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal sui fabbisogni professionali richiesti dalle imprese. L’intesa intende promuovere iniziative di orientamento formativo e professionale dei giovani, anche attraverso i percorsi ITS Academy, uno dei principali strumenti in grado di colmare il gap tra la ricerca di figure specializzate e le competenze dei lavoratori. Con questa convinzione, a livello territoriale, la Camera di Commercio di Salerno ha aderito all’ITS Agroalimentare della Fondazione TE.LA. mettendo anche a disposizione i locali di Via Fatigati per la sede didattica>>.

 

foto Massimo Pica

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in chiusura dei lavori, prima del taglio del nastro, ha evidenziato: <<La Regione punta sugli ITS. L’obiettivo è il lavoro, è evitare l’esodo dei nostri giovani, farli rimanere in Campania in una fase particolarmente critica per l’economia nazionale e internazionale. Per questo sosteniamo e incrementiamo l’apertura degli istituti ad alta specializzazione tecnologica post diploma nella nostra regione, guardando a tutti i territori e assecondando le diverse vocazioni. Per Salerno era doveroso puntare sul settore agroalimentare per la storia, la tradizione e la qualità delle produzioni di questa provincia. Questo corso, finanziato dalla Regione Campania, è stato avviato lo scorso 30 ottobre e consente ora a 25 giovani diplomati di conseguire la qualifica di Tecnico Superiore Responsabile delle produzioni e delle trasformazioni agrarie e agroindustriali, specializzato in agritech e smart agri-food 4.0, con competenze specifiche per la gestione e la supervisione dei processi “smart” di produzione lungo l’intera filiera. Una grande opportunità di formazione e soprattutto di lavoro per i giovani>>.

 

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CER, OLTRE L’INDIVIDUALISMO

La CCIAA di Salerno potrebbe favorire le Comunità Energetiche Rinnovabili contribuendo a finanziare studi di fattibilità, che rappresentano l’investimento iniziale di cui devono farsi carico

Sul territorio salernitano si sta lavorando per rendere presto realtà le Comunità Energetiche Rinnovabili. Quale potrebbe essere il ruolo delle Camere di Commercio?

C’è molto interesse per questo strumento che può rivelarsi prezioso per lo sviluppo dell’economia del nostro territorio e foriero di un nuovo modo di ragionare per e tra le imprese. La Camera potrebbe favorire le CER contribuendo a finanziare gli studi di fattibilità, che rappresentano l’investimento iniziale di cui la CER deve farsi carico. Nel caso di Buccino, Confindustria Salerno ci ha manifestato l’interesse di un gruppo di imprese di costituire una CER. La stessa proposta, in futuro, potrebbe arrivare anche da altre associazione di imprese energivore con grossi spazi disponibili per l’installazione degli impianti. La Camera vuole sostenere tale iniziativa non solo per gli effetti benefici che potrebbe comportare ma anche per enfatizzare la positività che c’è dietro a questo approccio, capace finalmente di  superare frammentazioni e individualismi che tanto hanno nuociuto alla crescita del nostro territorio. La sinergia è la chiave giusta per lo sviluppo.

Avete pensato a misure di sostegno mirate per il caro energia?

Attualmente due sono gli interventi allo studio. Il primo potrebbe essere un voucher per audit energetici, in grado di restituire all’azienda una diagnosi puntuale sui consumi e sulle soluzioni per un miglioramento in termini di efficientamento energetico. La seconda, invece, l’istituzione di uno sportello di consulenza che consenta alle imprese di leggere nel modo corretto la bolletta energetica, così da ricevere informazioni e soluzioni specifiche per l’ottimizzazione delle fatture.

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Magaldi Power, terza generazione alla guida. Il nuovo Ceo Paolo Magaldi: “Moltiplicheremo le soluzioni brevettate nei diversi settori industriali”

Paolo Magaldi, ceo Magaldi Power

Paolo Magaldi, 44 anni, è il nuovo Ceo di Magaldi Power, leader mondiale nella progettazione e produzione di sistemi per la movimentazione di materiali ad altissima temperatura nei settori industriali (metallurgico, siderurgico, lavorazione dei metalli, cemento, energia). 

Fondato nel 1929 a Buccino, in provincia di Salerno, il Gruppo Magaldi, associato a Confindustria Salerno, è presente oggi in più di 50 Paesi e ha sedi operative in Stati Uniti, Messico, Emirati Arabi, India e Australia. L’azienda ha 200 dipendenti, di cui il 50% ingegneri, per un fatturato complessivo tra 40 e 50 milioni milioni di euro. Da sempre orientata all’innovazione, l’azienda ha depositato 55 brevetti internazionali.

Nel 2021 nasce, in seno al gruppo, Magaldi Green Energy, focalizzata alla ricerca, allo sviluppo, alla produzione ed alla commercializzazione di tecnologie innovative nel settore della generazione e dello stoccaggio di energia pulita.

Giunta alla terza generazione, la governance di Paolo Magaldi segue quella di suo padre, il Cavaliere del Lavoro Mario Magaldi e del nonno Paolo, fondatore del Gruppo.

«Ho la fortuna – afferma Paolo Magaldi – di essere guidato da un Presidente ed un Consiglio di Amministrazione composto dalla mia famiglia: Letizia Magaldi, Raffaello Magaldi, Mario Magaldi, da Gianmatteo Nunziante e manager di elevatissima qualità e competenza. È grazie a questa unità che siamo un’indiscutibile forza. Nei novanta anni e più di storia, il Gruppo si è saputo reinventare con dinamicità più di una volta, ridisegnando per intero il mercato di riferimento, il prodotto e l’organizzazione».

«Coltivo il sogno di moltiplicare le soluzioni brevettate in altrettanti settori industriali, e diventare uno standard indiscusso per quei processi dove i nostri prodotti offrono la migliore delle alternative disponibili, e la strada tracciata è quella giusta. Oggi – continua Paolo Magaldi – siamo divenuti una boutique metalmeccanica industriale che adatta le sue tecnologie brevettate per il trasporto meccanico di materiali sfusi ai processi che richiedono soluzioni affidabili, nel pieno rispetto dell’ambiente».

L’attuale portfolio prodotti del Gruppo rispecchia l’impegno aziendale in R&S, coprendo un’ampia gamma di materiali (fusioni, rottami metallici, ceneri, clinker, ecc.) che possono essere trasportati in modo efficiente e sostenibile.

Parallelamente alla realizzazione di sistemi all’avanguardia per la movimentazione di materiale sfusi, la Magaldi si è orientata anche al settore della produzione di energia da fonti rinnovabili e al settore dell’accumulo di energia (storage) attraverso le cosiddette “batterie di sabbia”.

Lo sviluppo e l’implementazione di queste tecnologie a basso impatto ambientale e ad alta efficienza energetica si inserisce a pieno titolo nel modello di business aziendale orientato a generare innovazione sostenibile e, più in generale, ad entrare nel percorso globale di transizione energetica e decarbonizzazione.

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