Prodotti agroalimentari di montagna: si allunga l’elenco lucano

Erbe officinali, carni fresche o trasformate, cereali e prodotti ortofrutticoli: si allunga l’elenco dei prodotti con indicazione facoltativa di qualità "Prodotto di montagna" della Basilicata, riconosciuti dal Ministero delle Politiche agricole Alimentari e Forestali. Lo rende noto in una nota l’Alsia.
A potersi avvalere del prestigioso “logo verde”, caratterizzato da una montagna stilizzata, sono altri 36 prodotti dell’Area Sud della Basilicata, tutti segnalati dall’Alsia, l’Agenzia lucana di sviluppo e innovazione in agricoltura.
Quello del “Prodotto di montagna” – prosegue la nota – è un nuovo marchio identificativo di qualità che ha lo scopo di tutelare il prodotto di montagna e riconoscere il valore sociale, ambientale e turistico di queste aree. Grazie all’intenso lavoro di affiancamento e supporto offerto dall’Azienda sperimentale dimostrativa “Pollino” dell’Agenzia alle aziende agricole del territorio, nell’ultimo aggiornamento dell’Elenco, pubblicato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali il 31 gennaio 2020, sale a 106 il numero di prodotti lucani che possono fregiarsi di questo marchio, istituito nel 2018.
L’indicazione facoltativa di qualità “Prodotto di montagna”, spiega il decreto del Ministero, è riservata alle materie prime che provengono essenzialmente dalle zone montane, nonché agli alimenti trasformati, quando la trasformazione, la stagionatura e la maturazione abbiano luogo in altura.
Con il marchio “Prodotto di montagna” – conclude l’Alsia – sarà più facile per i consumatori riconoscere e scegliere dalle etichette le produzioni di qualità Made in Basilicata e supportare queste attività e il loro valore non solo economico, ma anche sociale e ambientale.
  

Sinisgalli, presentati i “Racconti” di ripubblicati da Mondadori

Presentati nei giorni scorsi a Roma i “Racconti” di Leonardo Sinisgalli, tornati in libreria dopo 40 anni, proprio nel giorno dell’anniversario della sua morte, avvenuta ai Parioli nel 1981.  Seconda di un percorso a tre tappe avviato con il “Furor Mathematicus” e che si concluderà con la raccolta della “Poesie”, l’iniziativa è stata il frutto della collaborazione tra la Fondazione Leonardo Sinisgalli di Montemurro, la Mondadori, storico editore delle opere sinisgalliane, e la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, “la grande biblioteca d’Italia”, che l’ha ospitata in una gremita sala, fra estimatori, studiosi ma anche lucani emigrati, venuti ad omaggiare un loro illustre corregionale.

A dare il benvenuto ai presenti, nell’incontro moderato dallo scrittore lucano Andrea Di Consoli, è stata la responsabile Archivi e Biblioteche Letterarie Contemporanee della BNC, Eleonora Cardinale, spiegando che la Biblioteca accoglie le opere grafiche di Leonardo Sinisgalli realizzate per le riviste “Civiltà delle Macchine” e “La botte e il violino”, donate dalla nipote di Sinisgalli, Carmela, ma anche una spazio dedicato al poeta ingegnere all’interno della mostra su Leonardo Da Vinci e il suo rapporto con gli scrittori del ‘900. Giampaolo D’Andrea, consigliere del Ministro dei Beni Culturali e Assessore alla cultura di Matera, nel suo saluto, ha sottolineato l’attenzione e l’impegno del Ministero nella tutela dell’attività di Sinisgalli, ricordando inoltre che Matera, nel suo anno da Capitale Europea della Cultura, ha ospitato la presentazione del secondo numero della nuova “Civiltà delle macchine”, la rivista fondata e diretta da Sinisgalli, riportata in vita grazie alla Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine.  La rilevanza culturale della ripubblicazione delle opere di Sinisgalli, anche in relazione alla grande risposta del pubblico attratto da questo autore così moderno, è stata invece evidenziata da Elisabetta Risari, editor di Mondadori; un motivo di grande orgoglio per la casa editrice milanese che ha rinsaldato il rapporto con uno dei suoi autori storici, decidendo di inserirne le opere all’interno della collana degli Oscar, perché possano restare nel tempo nel suo catalogo.

Gli studiosi sinisgalliani Clelia Martignoni e Luca Stefanelli dell’Università di Pavia, hanno poi approfondito le caratteristiche del volume dei “Racconti”, che mette insieme le raccolte Belliboschi (1948), Fiori pari, fiori dispari (1945) e Un disegno di Scipione e altri racconti (1975), evidenziando lo scivolamento dalla prosa alla poesia che li contraddistingue, in una serrata dialettica fra continuità e discontinuità, apollineo e dionisiaco, realismo e trasfigurazione onirica. Un conflitto – è stato evidenziato – che si origina dal sofferto distacco di Sinisgalli dalla sua terra natia, dai legami familiari, primariamente quello con la madre, che sono stati fonte di ispirazione della sua intera opera.  “Prose di memoria e di invenzione”, riprendendo la definizione data dallo stesso Sinisgalli nell’avviso ai lettori, come ha spiegato il curatore del volume Silvio Ramat dell’Università di Pavia, che nella sua pregevole introduzione, ci guida nel percorso autobiografico e letterario dell’autore. Il racconto più celebre di Sinisgalli e più amato dai suoi conterranei, intitolato “I lucani”, che descrive l’indole di questo popolo, non esibizionista, amante del vivere nell’ombra ma “perseguitato dal demone dell’insoddisfazione”, è stato scelto per la lettura da parte dell’attore Joe Capalbo, anche lui originario della Basilicata.

Il fascino dell’opera sinisgalliana, apprezzato in tutto il mondo, ha attirato anche il poeta, saggista e traduttore romeno Dinu Flamand, che di Sinisgalli è diventato profondo studioso.  Per l’occasione, Flamand ha declamato una sua poesia dedicata a Sinisgalli, ricca di analogie fra i rispettivi mondi e i giochi d’infanzia, consegnando poi al Presidente della Fondazione alcune lettere manoscritte di Vincenzo Sinisgalli destinate al fratello Leonardo, di proprietà dell’erede testamentaria Ana Maria Lutescu. A lei è stato rivolto il ringraziamento per aver reso possibile la ripubblicazione delle opere. Questo nuovo e speciale legame con la Romania è stato rafforzato anche dalla presenza dell’Ambasciatore romeno presso la Santa Sede, Petru Zapirtan, e della docente di letteratura italiana all’Università di Bucarest, Oana Mallin, che ha parlato del ponte fra i poeti matematici italiani e romeni, auspicando di poter leggere al più presto la traduzione in lingua rumena dell’opera di Sinisgalli.