Napoli, esplode auto del CNR lungo la Tangenziale

Sarebbe partita dal vano motore l’esplosione dell’auto con a bordo i due passeggeri che sono stati travolti dalle fiamme. Non si conoscono ancora le generalità delle due persone, un uomo e una donna, rimaste gravemente ustionate nell’incendio della Volswagen Polo del CNR (Centro Nazionale di Ricerche) sulla quale viaggiavano lungo la Tangenziale di Napoli, tra le uscite di Corso Malta e Capodimonte, in direzione Pozzuoli, al km 18.500 in ovest.

Lungo la Tangenziale di Napoli, un'auto del Centro Nazionale di Ricerche è esplosa con a bordo un uomo e una donna, feriti gravemente.
Code lungo la Tangenziale (Getty Images).

Napoli, auto esplode in tangenziale

L’esplosione è avvenuta attorno alle 14, nella zona ospedaliera. Sul posto sono intervenute due squadre dei vigili del fuoco e due ambulanze del 118. Le fiamme sono state spente in poco tempo, mentre i due occupanti del veicolo sono stati immediatamente soccorsi e trasportati in codice rosso nel vicino ospedale «Cardarelli», al centro grandi ustionati. Secondo quanto riportato dall’AGI, le loro condizioni sarebbero gravi. La polizia stradale ha avviato le indagini per ricostruire la dinamica dell’accaduto. In base alle prime informazioni, pare che il mezzo trasportasse materiale infiammabile.

Firenze, sedi Lega e Forza Italia imbrattate con insulti contro Berlusconi e Salvini

Gli insulti rosso vernice hanno ricoperto le sedi locali di Forza Italia e Lega a Firenze. La notizia degli atti vandalici è stata diffusa dagli esponenti locali dei partiti e, nel giro di pochissimo tempo, la fotografia della sede di Forza Italia è stata pubblicata dal ministro Antonio Tajani, che ha scritto: «Vandalizzare la sede di un partito, insultare un morto e gioire per la sua scomparsa bestemmiando. Come si può serbare così tanto odio? Mi auguro ci sia una condanna trasversale per quanto accaduto a Firenze. Solidarietà ai militanti di Forza Italia vittime di un gesto ignobile».  Tra le scritte rosse, una in particolare era diretta alla memoria di Silvio Berlusconi: «È morto, Dio…».

A Firenze, le sedi dei partiti della Lega e di Forza Italia sono state imbrattate all'esterno con vernice spray.
Sede Lega Firenze imbrattata (foto Facebook).

Firenze, imbrattate le sedi Lega e Forza Italia

In viale Corsica, sempre a Firenze, a poca distanza temporale, è stata imbrattata anche la sede della Lega. Il bersaglio degli insulti stavolta è stato Matteo Salvini, al quale sono stati disegnati una parrucca in testa e un naso da clown sulle vetrine esterne della sede, accompagnati dalla parola «pagliaccio». Un’altra scritta è stata realizzata con la vernice spray sul tappeto all’ingresso: «Leghisti fuori dai nostri quartieri». Il commissario regionale della Lega Toscana Luca Baroncini e il segretario provinciale di Firenze Federico Bussolin hanno commentato l’accaduto in una nota: «Queste reazioni dei soliti idioti non fanno altro che confermare che stiamo lavorando bene nei quartieri in difesa della legalità. Proseguiremo nelle nostre battaglie, a cominciare da oggi, in cui è previsto l’open day della sede per la raccolta firme lanciata nei giorni scorsi in città contro le occupazioni».

 

Starbucks, lavoratori in sciopero per limitazioni alle decorazioni del Pride

Negli Stati Uniti, il sindacato dei lavoratori della nota catena ha annunciato che la prossima settimana più di 150 negozi Starbucks e circa  3.500 dipendenti saranno in sciopero, in quanto la società avrebbe bandito le decorazioni del mese del Pride nei suoi caffè. Secondo l’agenzia Reuters, il sindacato Starbucks Workers United ha dichiarato che all’inizio del mese la società ha rimosso le decorazioni e le bandiere del Pride Month in diversi negozi, mentre alcuni lavoratori si sono rivolti ai social media per segnalare quanto accaduto.

Il sindacato dei dipendenti della catena di caffè Starbucks ha annunciato lo sciopero previsto contro le limitazioni del Pride.
Sciopero dipendenti Starbucks (Getty Images).

Sciopero lavoratori Starbuks per le limitazioni alle decorazioni Pride, l’azienda nega

Starbucks non ci sta e risponde alle accuse negando le affermazioni e definendole come «false», dichiarando che, fino alla scorsa settimana, non c’era stato «nessun cambiamento nelle politiche interne in materia». La catena avrebbe per contro «incoraggiato i gestori dei negozi a celebrare il mese del Pride fintanto che venivano seguite le linee guida sulla sicurezza dei locali». Un portavoce di Starbucks, come riportato dalla CNN, ha aggiunto: «Sosteniamo fermamente la comunità LGBTQIA+. […]. Siamo profondamente preoccupati per le false informazioni che si stanno diffondendo». Tuttavia, il sindacato ha risposto su Twitter che, sulla base di documenti interni e testimonianze dei gestori dei negozi, «le risposte dell’azienda non sono state coerenti». Le azioni di Starbucks sono scese di circa il 2%.

Roma, acido sul sedile della banchina alla fermata della metro: donna ustionata

Un intervento e dieci giorni di prognosi. Sono queste le conseguenze di quanto accaduto lo scorso 14 giugno a una passeggera della Metro A di Roma, alla fermata di Porta Furba. Attorno alle 7, mentre si recava al lavoro come ogni giorno, si è seduta su una delle sedie della banchina, accorgendosi che la superficie era bagnata. In un primo momento ha pensato che si trattasse di acqua, ma il bruciore iniziato pochi istanti dopo le ha fatto subito capire che non poteva essere un liquido qualunque, come riferito al Corriere della Città: «Mi sono seduta sulle sedie presenti sulla banchina in direzione Termini. Era bagnato, pensavo fosse solo acqua e mi sono alzata. Poco dopo però la pelle ha iniziato a bruciare sempre più forte. Poi mi sono accorta che i miei glutei erano completamente neri ed ho capito che mi ero ustionata».

A Roma, nella stazione di Porta Furba, una donna è rimasta ustionata dall'acido dopo essersi seduta su una sedia della banchina della metro.
Persone in metropolitana (Getty Images)

Stazione metro Roma, donna ustionata da acido

La donna, recatasi  all’ospedale Vannini, è stata medicata e dimessa. Qualche giorno dopo, vedendo che le ferite non si rimarginavano, si è recata al Sant’Eugenio, dove è stata operata per un trapianto di pelle, con prelievo di tessuti dalla coscia. La sfortunata viaggiatrice ha sporto denuncia ai carabinieri per capire cosa possa essere successo esattamente al momento dell’ustione. Le indagini da parte delle autorità sono tuttora in corso. Tra le ipotesi più accreditate, vi è quella secondo la quale possa essersi trattato di un solvente usato per le pulizie, caduto per errore da un contenitore.

Alessandria, grave 15enne preso a calci per «rito di iniziazione»: video sui social

A denunciare l’episiodio al quotidiano La Stampa è stata la madre. L’aggressione sarebbe avvenuta nella giornata di domenica 18 giugno, a Cassano Spinola, in provincia di Alessandria, subito dopo la festa di compleanno del ragazzo, quando alcuni amici tra gli invitati avrebbero iniziato a prenderlo a calci e a pugni in quello che avrebbero definito come «un rito di iniziazione», comunemente noto come «lo scaricone». Il video è stato poi diffuso sui social.

A Cassano Spinola, in provincia di Alessandria, un 15enne è stato preso a calci e pugni dopo la festa di compleanno.
Ambulanza (Foto Imagoeconomica).

Alessandria, 15enne preso a calci dopo festa di compleanno

Secondo le prime testimonianze raccolte, si tratterebbe di una pratica comune secondo i ragazzi, costate al giovane alcune lesioni interne, tra cui una alla milza. In base al cosiddetto gioco dello scaricone, come riportato dal quotidiano, «alla fine del pranzo o della cena tutti insieme allegramente saltano addosso al festeggiato, colpendolo con pugni e schiaffi ma senza fare forte. Di solito lo scaricone si fa al diciottesimo compleanno ma qualche volta anche in altre occasioni. Non pensiamo si faccia solo qui a Cassano» hanno dichiarato alcuni amici. Il 15enne ha inizialmente nascosto quanto accaduto alla famiglia, ma dopo qualche giorno i dolori sono aumentati e la vicenda è stata scoperta. Il ragazzo è ricoverato in prognosi riservata, i dottori non escludono la possibilità di intervenire chirurgicamente.

Firma di Biden sull’ordine esecutivo per l’estensione accesso alla contraccezione

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden firmerà in queste ore un ordine esecutivo per proteggere ed espandere l’accesso alla contraccezione, dopo che una sentenza della Corte Suprema dello scorso anno aveva annullato il diritto costituzionale all’aborto. Secondo quanto riportato dalla notizia, diffusa da Reuters, il consigliere senior di Biden Jen Klein ha detto ai giornalisti che l’ordine aumenterà le modalità di accesso per le donne alla contraccezione e ne ridurrà i costi.

Biden va verso la firma dell'ordine esecutivo per le misure a sostegno dell'estensione dell'accesso alla contraccezione,
US Presidente Joe Biden (Getty Images).

Biden firmerà ordine esecutivo per estendere l’accesso alla contraccezione

Klein ha affermato che l’ordine impone ai dipartimenti federali di prendere in considerazione la possibilità di richiedere agli assicuratori privati ​​di offrire opzioni di contraccezione ampliate ai sensi dell’Affordable Care Act, coprendo per esempio anche più di un farmaco e semplificando il processo per ottenere assistenza. La politica sulle  misure contraccettive è stata al centro dell’attenzione da quando la Corte Suprema il 24 giugno dello scorso anno ha ribaltato la sentenza Roe v. Wade del 1973. Nell’ultimo anno, Biden ha emesso altri due ordini esecutivi relativi all’aborto: il primo con lo scopo di assistere le donne che hanno bisogno di viaggiare fuori dallo stato per abortire e di garantire che gli operatori sanitari rispettino la legge federale per evitare ritardi; il secondo per salvaguardare l’accesso alle cure per l’aborto e ai contraccettivi, proteggendo la privacy delle pazienti.

Biden ottiene il favore dei maggiori gruppi per i diritti riproduttivi

Nella nota diffusa sull’ordine esecutivo dalla Casa Bianca si legge che «Questa azione si baserà sui progressi già compiuti nell’ambito dell’Affordable Care Act riducendo ulteriormente gli ostacoli che le donne devono affrontare nell’accedere alla contraccezione». La firma dell’ordine esecutivo di Biden «indirizzerà inoltre il governo a prendere in considerazione nuovi modi per rendere la contraccezione da banco a prezzi accessibili. Ciò potrebbe includere la convocazione di farmacie, datori di lavoro e assicuratori per approfondire la questione». I principali gruppi per i diritti riproduttivi, EMILY’s List, NARAL Pro-Choice America e Planned Parenthood Action Fund, hanno annunciato venerdì il loro sostegno ai democratici Biden e Harris per la rielezione nel 2024.

Sex and the City, orari e anticipazioni di And Just Like that 2

Riparte la seconda stagione del sequel della serie Sex and the City. Da oggi, venerdì 23 giugno, sarà visibile su Sky e in streaming su Now con il nuovo capitolo di Exclusive And Just Like that e i nuovi episodi, in onda tutti i venerdì. Al centro le nuove avventure delle protagoniste Sarah Jessica Parker, Cynthia Nixon e Kristin Davis, con una novità: il ritorno di Samantha, interpretata da Kim Cattral.

Torna la seconda stagione del sequel della serie Sex and the City, in onda su Sky e su Now tutti i venerdì.
Sarah Jessica-Parker, Kristin Davis, Kim Cattrall, Cynthia Nixon (Getty Images).

Al via la seconda stagione del sequel Sex and the City

La seconda stagione di And Just Like That aprirà con la fine delle puntate sul lutto di Carrie, dopo la morte improvvisa di Mister Big, per lasciare spazio alla vitalità e al ritorno della gioia di vivere. Lo storico gruppo di amiche, composto da  Carrie, Miranda, Charlotte e dai loro amici, vedrà un cast allargato anche a Sara Ramírez, Sarita Choudhury, Nicole Ari Parker, Karen Pittman, Mario Cantone, David Eigenberg, Evan Handler, Christopher Jackson, Niall Cunningham, Cathy Ang e Alexa Swinton. Le riprese della seconda stagione di And Just Like That si sono concluse a metà aprile 2023.

Agerola, dodicenne muore dopo caduta su sentiero di montagna

Non sono ancora state confermate le cause della caduta che ha determinato la morte di un ragazzo di soli 12 anni. Il giovane è morto ad Agerola, in provincia di Napoli, mentre percorreva un sentiero sui monti Lattari insieme ai genitori e al nonno. Il minore sarebbe stato accompagnato già privo di vita presso il punto di primo soccorso di via Coppola.

Un ragazzo di soli dodici anni è morto ad Agerola, in provincia di Napoli, dopo essere caduto da un sentiero di montagna.
Ambulanza (Getty Images).

Dodicenne morto dopo la caduta da un sentiero di montagna

Tra le prime ricostruzioni, resta il dubbio se il il dodicenne, al momento della caduta, si trovasse in groppa a un animale o se sia caduto accidentalmente mentre camminava a piedi lungo il sentiero. I familiari sono stati ascoltati al punto di primo soccorso. I carabinieri della sezione investigazioni scientifiche sono intervenuti sul posto, unitamente ai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia. La salma del ragazzo è stata trasferita in obitorio, a disposizione della Procura di Torre Annunziata, che ha aperto un fascicolo d’inchiesta per fare luce sulla vicenda.

Douglas Costa e la compagna Mariana Giordano morti per la puntura di una zecca

Sono morti così, a quattro ore di distanza l’uno dall’altro, Douglas Costa, pilota automobilistico di 42 anni e la sua fidanzata Mariana Giordano, di soli 36 anni. A colpirli entrambi è stata una rara malattia infettiva conosciuta come febbre maculosa delle Montagne Rocciose. I due l’avrebbero contratta dopo aver fatto un viaggio nella zona di Campinas, in Brasile, lo scorso 27 maggio, quando Costa stava partecipando all’AMG Cup Brasil, evento targato Mercedes Benz.

Douglas Costa e la compagna Mariana Giordano sono deceduti per le conseguenze del morso di una zecca stellare.
Douglas Costa e Mariana Giordano (foto Facebook)

Costa e la fidanzata morti per un’infezione da zecca

La coppia avrebbe cominciato ad accusare i primi sintomi verso il 3 giugno, manifestando febbre, malessere ed eruzioni cutanee rosse. Nonostante il ricovero in ospedale, per loro non c’è stato nulla da fare. I medici, a causa della sintomatologia manifestata, non sono riusciti a capire immediatamente che si trattava di febbre maculosa della Montagne Rocciose. Questa malattia è diffusa soprattutto in America Latina, meglio conosciuta come morbillo nero o tifo da zecca. Il contagio avviene dopo il morso di una zecca stellare, portatrice del batterio del genere Rickettsia, rimasta in contatto con il corpo ospite per almeno sei ore.

 

Sottomarino scomparso: trovati detriti e parte del telaio nell’area delle ricerche

La notizia sarebbe stata confermata dalla Guardia costiera degli Stati Uniti su Twitter: uno dei veicoli a pilotaggio remoto impegnati nelle ricerche del sommergibile Titan, scomparso domenica 18 giugno durante una escursione organizzata al relitto del Titanic, nell’Oceano atlantico, avrebbe trovato alcuni detriti nell’area in cui si stanno svolgendo le operazioni di soccorso. L’esperto di immersioni David Mearns ha dichiarato alla BBC che i tra i detriti sono stati ritrovati «un telaio di atterraggio e una copertura posteriore del sommergibile».

Secondo quando dichiarato dalla Guardia Costiera degli Stati Uniti, sarebbero stati trovati dei detriti nella zona del sottomarino scomparso.
Sottomarino OceanGate (foto Twitter)

Trovati dei detriti nell’area del sommergibile Titan 

Solo poche ore fa era stata diffusa la notizia sulla fine delle scorte di ossigeno, ma le operazioni di ricerca non si sono mai fermate. Il robot telecomandato sta infatti continuando a perlustrare il fondale, nella speranza di agganciare il Titan. Nella giornata di ieri, mercoledì 21 giugno, i ricercatori hanno sentito dei rumori provenienti da sotto il livello del mare, senza riuscire a identificarne l’origine.

Titan, si teme un’implosione

Secondo quanto riportato dalla BBC, alcuni esperti hanno ipotizzato che il sottomarino potrebbe aver subito una implosione a causa di un cedimento dello scafo. Il sommergibile deve ancora essere localizzato. Attesa una conferenza stampa della Guardia Costiera statunitense.

 

Teramo, bimbo di 3 anni resta chiuso nello scuolabus per 8 ore

Hanno presentato denuncia formale ai carabinieri, i genitori del piccolo di soli 3 anni dimenticato sullo scuolabus per 8 ore: «Chiediamo giustizia affinché quello che è successo a noi non capiti ad altri bambini». Spetterà ora alla procura di Teramo stabilire cosa sia realmente accaduto al bimbo di 3 anni dimenticato sullo scuolabus a Campli, in provincia di Teramo. Il reato ipotizzato è quello di abbandono di minori.

Un bimbo di soli 3 anni è rimasto chiuso per 8 ore all'interno dello scuolabus che avrebbe dovuto portarlo all'asilo.
Scuolabus (Getty images).

Bimbo di 3 anni dimenticato sullo scuolabus per 8 ore, indaga la procura

Secondo le prime informazioni, non ci sarebbero ancora dei nomi iscritti nel registro degli indagati, ma appare chiaro che le persone chiave per ricostruire l’accaduto siano l’autista e l’accompagnatrice dello scuolabus. Il servizio di trasporto è esternalizzato dal Comune di Campli a una società che opera da tempo e diffusamente nel settore e in vari comuni dell’Abruzzo. Il pm ha chiesto ai carabinieri di raccogliere le varie dichiarazioni degli interessati.

Lo sfogo dei genitori del bimbo dimenticato sullo scuolabus

Il padre del piccolo, come riportato da Il Centro, non ha dubbi: «Chi doveva controllare non lo ha fatto. Mio figlio è rimasto per otto ore sullo scuolabus. Per fortuna che erano giorni di brutto tempo e quindi non c’erano temperature alte. Quando si sono accorti di quello che era successo nessuno ha chiamato un’ambulanza, né dato dell’acqua a mio figlio. Il bambino è ora terrorizzato quando percorriamo il tratto di strada del pulmino».

Nessuno si sarebbe accorto del bimbo

Il piccolo si sarebbe addormentato sullo scuolabus, dopo esservi salito attorno alle 8, nel tragitto tra la fermata e l’asilo. Nessuno si sarebbe accorto del bimbo rinchiuso per 8 ore. La zia aveva raccontato sui social «Alle 16 l’assistente e l’autista hanno riportato mio nipote alla mamma dicendo che il piccolo era rimasto 8 ore nello scuolabus, hanno solo saputo dire non denunciateci, il piccolo era disidratato». In attesa delle indagini, l’accompagnatrice è stata sospesa dall’incarico.

 

Cambio cognome per Harry e Meghan, pronti a diventare Spencer

Aumenta la distanza tra Harry e Meghan, e la famigia reale. I Duchi di Sussex vorrebbero infatti cambiare il cognome in Spencer, come Lady Diana. Secondo quanto pubblicato in un’intervista dal royal watcher inglese Tom Bower, la coppia sarebbe già al lavoro con le autorità britanniche per capire come procedere. La direzione è chiara: prendere il più possibile le distanze dalla royal family per avvicinarsi maggiormente all’immagine di Lady Diana, la principessa morta ormai 25 anni fa.

La coppia formata da Harry e Meghan sarebbe pronta a cambiare il proprio cognome in Spencer, come quello della principessa Lady D.
Harry e Meghan (Getty Images).

Harry e Meghan pronti a prendere il cognome di Diana

Secondo le dichiarazioni di Bower, per Meghan essere vista come Lady D «è sempre stato l’obiettivo principale. Diana è sempre stata la sua passione, oltre a essere un’ossessione per Harry. E considerato il silenzio degli ultimi tempi, è chiaro che i Sussex si stanno preparando per qualcosa di grosso». Un passaggio di cognomi che rappresenterebbe uno smacco alla famiglia reale, che ha adottato il cognome Windsor nel 1917, durante il regno di Giorgio V (nonno di Elisabetta) che durante la Prima guerra mondiale lo scelse al posto di Saxe-Coburg and Gotha, giudicato troppo tedesco.

Musk e Zuckerberg uno contro l’altro al Vegas Octagon

Quanta verità ci sia nello scambio a colpi di tweet è ancora da accertare: Elon Musk e Mark Zuckerberg hanno accettato di trovarsi l’uno contro l’altro in un’area da combattimento in Nevada, almeno e soltanto durante un botta e risposta sul social. La notizia è stata diffusa dalla BBC dopo che Musk ha pubblicato un messaggio sulla sua piattaforma di social media, Twitter, scrivendo di essere «pronto per una sfida» con Zuckerberg. Il proprietario della società madre di Facebook e Instagram Meta, ha replicato pubblicando uno screenshot del tweet di Musk con la scritta «inviami la posizione».

I due miliardari avrebbero accettato di sfidarsi, almeno su Twitter, dopo un botta e risposta iniziato da Musk.
Tweet di Mark Zuckerberg (foto Twitter).

Sfida tra Musk e Zuckerberg

La risposta del miliardario Musk non si è fatta attendere: «Vegas Octagon», ha twittato, riferendosi all’area utilizzata per gli incontri dell’Ultimate Fighting Championship (UFC). L’UFC ha sede a Las Vegas, Nevada. L’imprenditore ha poi twittato: «Ho questa grande mossa che chiamo The Walrus, dove mi sdraio semplicemente sopra il mio avversario e non faccio nulla». In seguito ha pubblicato brevi video di animali, facendo intendere che la sua sfida verso Zuckerberg non fosse seria. La BBC ha contattato Twitter per delle conferme, ma non è stata rilasciata alcuna dichiarazione. Intanto, il consulente aziendale Seyi Taylor ha twittato: «Scegli il tuo combattente» con le immagini dei due miliardari.

Verona, morto l’operaio travolto da una trave d’acciaio

Non ce l’ha fatta il giovane che, nella giornata del 16 giugno, era rimasto vittima di un grave incidente sul lavoro. Il venticinquenne era stato colpito da una trave d’acciao del peso di circa undici tonnellate. L’operaio era stato soccorso immediatamente, per poi essere trasferito d’urgenza al policlinico di Borgo Trento, a Verona, dove era stato ricoverato in prognosi riservata.

Verona, un giovane venticinquenne è morto a causa dei traumi riportati dopo un incidente sul lavoro avvenuto venerdì 16 giugno.
Ambulanza (Getty Images).

L’operaio colpito da una trave d’acciaio è morto

La triste notizia del decesso, diffusa da VeronaSera, è stata commentata dall’amministrazione comunale di Valeggio sul Mincio che, attraverso una nota, ha voluto esprimere il proprio «profondo cordoglio per la scomparsa del lavoratore di 25 anni coinvolto nella scorsa settimana in un tragico incidente sul lavoro avvenuto nello stabilimento valeggiano di Fincantieri». Alessandro Gardoni, sindaco di Valeggio, ha dichiarato: «Di fronte a fatti come questo, che purtroppo si verificano troppo spesso, le parole rischiano di essere vane. Il mio pensiero va innanzitutto al giovane lavoratore e alla sua famiglia, a cui vanno le condoglianze mie e dell’amministrazione tutta».

Il sindaco: «Serve l’investimento di risorse congrue»

Il primo cittadino ha aggiunto: «Al di là delle eventuali responsabilità che saranno accertate nelle sedi opportune, voglio porre una riflessione sulla necessità di impegnarci tutti per aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro. Unitamente alla consapevolezza da parte delle istituzioni e delle imprese, serve l’investimento di risorse congrue alla prevenzione degli incidenti sul lavoro. Dobbiamo eliminarne le cause e fare in modo che tutti non allentino la loro attenzione su questa priorità fondamentale».

Reggio Calabria, morto quattordicenne alla guida di un trattore

Si era messo alla guida del trattore all’insaputa dei genitori, Vincenzo Cordì, il quattordicenne morto a Laureana di Borrello, in provincia di Reggio Calabria, dopo essere stato travolto dal mezzo che si è ribaltato. Il tragico incidente è accaduto in un terreno di proprietà della famiglia del ragazzo, che gestisce un agriturismo in contrada Barbasano.

In Calabria un ragazzo di soli quattordici anni è morto dopo che il trattore su cui si era messo alla guida si è ribaltato.
Vincenzo Cordì (foto Facebook).

Trattore si ribalta, muore quattordicenne

Secondo le prime informazioni raccolte, il ragazzo avrebbe trovato le chiavi del mezzo, senza targa, in un cassetto e si sarebbe messo alla guida. Nonostante la tempestività dei soccorsi, per il giovane, a causa della gravità delle ferite riportate, non c’è stato nulla da fare. Sul posto, in contrada Barbasano, sono intervenuti i Vigili del fuoco e la Polizia che ha avviato gli accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto. Il quattordicenne, solo lo scorso mercoledì, aveva sostenuto gli esami di terza media. A dicembre, Vincenzo Cordì scomparve per quasi un giorno, per poi essere ritrovato a Rosarno a casa di un amico.

Mosca, il giornalista statunitense Evan Gershkovich resta in carcere

A stabilirlo è il tribunale di Mosca con la decisione secondo la quale il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich deve rimanere in prigione, con l’accusa di spionaggio, almeno fino alla fine di agosto. Come riportato da AP, l’appello del giornalista americano per il rilascio è stato presentato tramite impugnazione della decisione del tribunale da parte dei suoi legali, ma è stato respinto.

Mosca, il giornalista Evan Gershkovich, del Wall Street Journal, resta in carcere per spionaggio. Il processo si è volto a porte chiuse.
Manifestazione per Evan Gershkovich (Getty Images).

Mosca, resta in carcere il giornalista del Wall Street Journal

Evan Gershkovich, con indosso una maglietta nera e jeans azzurri, è apparso teso e camminava avanti e indietro all’interno dello spazio riservato agli imputati, prima dell’inizio dell’udienza presso il tribunale della città di Mosca, ma ha anche sorriso e chiacchierato con i suoi genitori, presenti in aula. Il procedimento si è svolto a porte chiuse e ai giornalisti è stato chiesto di uscire. La sentenza è stata trasmessa su due grandi schermi in ​​una stanza separata del tribunale.

Visite in prigione negate all’ambasciata americana 

L’ambasciatrice statunitense Lynne Tracy, sul posto, ha dichiarato che: «Evan ha continuato a mostrare una forza e una resilienza notevoli in queste circostanze molto difficili», ma si è detta «estremamente delusa» dalla sentenza, ribadendo che Gershkovich è «innocente» e che le accuse della Russia contro di lui sono prive di fondamento. Tracy ha concluso dicendo: «chiediamo alla Federazione Russa di rilasciarlo», rivelando che all’ambasciata degli Stati Uniti è stato negato l’accesso in prigione in tre occasioni dall’ultima volta, risalente al mese di aprile. Il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha detto ai giornalisti che il ministero sta valutando un’altra richiesta di visita da parte dell’ambasciata.

Islanda, il governo sospende la caccia alle balene

Una decisione storica. Come riportato dal Guardian, il governo islandese ha dichiarato che sospenderà la caccia alle balene di quest’anno fino alla fine di agosto a causa di preoccupazioni per il benessere degli animali, una prima mossa che probabilmente porrà fine alla pratica contestata da più parti. I gruppi per i diritti degli animali e gli ambientalisti hanno salutato la decisione con soddisfazione, come la Humane Society International che l’ha definita «una pietra miliare nella conservazione compassionevole delle balene». La stagione della caccia alle balene in Islanda va da metà giugno a metà settembre. Un sondaggio pubblicato all’inizio di giugno indicava che il 51% degli islandesi era contrario alla caccia e il 29% favorevole, con gli ultrasessantenni i più favorevoli.

Il governo islandese sospende la caccia alle balene di quest'anno fino al mese di agosto. Le associazioni animaliste esprimono soddisfazione.
Caccia alle balene (Getty Images)

Sospesa la caccia alle balene in Islanda

Il ministro dell’Alimentazione Svandis Svavarsdottir ha preso la decisone a seguito del rapporto commissionato dal governo le cui conclusioni sono arrivate al fatto che la caccia non è conforme alla legge islandese sul benessere degli animali. Secondo l’autorità alimentare e veterinaria islandese, l’uccisione delle balene è in contrasto con gli obiettivi principali del Paese a tutela degli animali. I video schock trasmessi dall’autorità veterinaria hanno mostrato l’agonia di una balena mentre veniva cacciata per cinque ore. Il ministro ha poi aggiunto: «Se il governo e i concessionari non possono garantire i requisiti assistenziali, queste attività non hanno futuro». Il paese ha solo una compagnia baleniera rimasta, Hvalur, e la sua licenza per cacciare le balenottere comuni scade nel 2023. Un’altra compagnia si è fermata definitivamente nel 2020, dicendo che non era più redditizia.

I dati annuali sulla morte delle balene

Le quote annuali registrano l’uccisione di 209 balenottere comuni – il secondo mammifero marino più lungo dopo la balenottera azzurra – e 217 balenottere minori, una delle specie più piccole, anche se le morti sono diminuite drasticamente negli ultimi anni a causa della riduzione del mercato della carne di balena. Islanda, Norvegia e Giappone sono gli unici paesi al mondo che hanno continuato a cacciare le balene nonostante le feroci critiche di ambientalisti e difensori dei diritti degli animali. Negli ultimi due decenni, nel settore turismo, sono aumentate le richieste dei tour di osservazione delle balene, divenuti un elemento chiave per l’economia.

Salvini, ritiro della patente per chi ha il cellullare in mano o è sotto effetto di droghe

Secondo alcune fonti del Mit e come riportato da Tgcom24, stanno per arrivare sostanziali modifiche al codice della Strada secondo la linea della tolleranza zero intrapresa dal vicepremier e ministro Matteo Salvini. Tra le misure previste nel ddl, la sospensione della patente per chi viene fermato dopo aver assunto droghe, ma anche per chi è sorpreso alla guida col cellulare, contromano e per tutti quei comportamenti che, statisticamente, determinano un’alta incidentalità. Divieto assoluto inoltre di bere alcol prima di mettersi alla guida e l’obbligo dell’alcolock (un etilometro montato sull’auto, ndr) per i bevitori recidivi.

Durante il Consiglio dei ministri di domani, verrà presentato il ddl con le novità sul codice della strada e i casi di ritiro della patente.
Polizia stradale (Getty Images).

Ritiro patente e modifiche al codice della strada

Non solo misure su guida in stato di ebrezza, alterazione da sostanze o utilizzo del cellulare alla guida, ma anche maggiori garanzie per i ciclisti, che verranno tutelati soprattutto in caso di sorpassi, e la tanto attesa chiarezza sui monopattini con targhe, assicurazione e obbligo di casco. Il ddl che verrà presentato domani prevedrà anche nuove norme sulle ztl, sugli autovelox, per prevenire l’uso di strumenti di rilevazione della velocità non omologati, spesso installati per moltiplicare le sanzioni.

Mengoni a Padova: «Una cosa che dovrebbe essere proibita è poter decidere che cos’è una famiglia»

Il cantante Marco Mengoni, in concerto a Padova, davanti a uno stadio Euganeo gremito, ha lanciato il suo messaggio prendendosi un momento tra una canzone e l’altra: «Amore, proibizione e limitazione non possono convivere, Mai. E ora, dato che siamo a Padova, vorrei aggiungere un’altra cosa: una cosa che dovrebbe essere proibita è poter decidere cos’è una famiglia e decidere sui bambini. Grazie».

Marco Mengoni, in concerto nello stadio Euganeo di Padova, prende una pausa e lancia il suo messaggio sull'amore e sulla famiglia.
Marco Mengoni, cantante (Getty Images)

Marco Mengoni a Padova: la reazione del pubblico

Frasi chiare inconfutabili quelle dell’artista, che, senza neanche aver terminato il suo discorso, viene acclamato da uno scroscio di applausi da parte del pubblico. Mengoni sceglie una modalità indiretta per comunicare il suo pensiero su quanto accaduto nelle ultime ore nella città in cui la Procura di Padova ha impugnato 33 atti di nascita. Il tour, che si chiuderà al Circo Massimo ha registrato il sold out in tutti gli stadi. Dopo il concerto, il cantante è stato intervistato da Fabrizio Basso di Skytg24, al quale ha dichiarato: «Mi sembra una cosa disumana privare un bambino di un genitore e di una famiglia, non fa bene. Chiunque può essere famiglia. Io ho genitori meravigliosi ma ho imparato a vivere da mio nonno, dunque non sono solo papà e mamma a essere famiglia, è famiglia chi ti dà amore e chi ti aiuta a capire cosa è giusto o sbagliato».

Molestie nelle agenzie pubblicitarie a Milano e i commenti della «Chat degli 80»

Prevenzione, sensibilizzazione, educazione sentimentale, o forse è meglio punire e puntare su un inasprimento delle pene? La questione è aperta, e mentre si cerca di trovare soluzioni per insegnare agli uomini e ai ragazzi come «vedere» le donne, oltre al sessismo, la verità è che gli ambienti di lavoro sono ancora lontani dall’essere considerati come sicuri. Il nuovo Metoo che in queste settimane sta investendo le agenzie pubblicitarie a Milano, sembra destinato ad aumentare. Massimo Guastini, noto pubblicitario intervistato da Fanpage, parla infatti di un «atteggiamento sistemico», riferendosi a diverse aziende che, per anni, hanno perpetrato gli stessi comportamenti, riferendosi alle violenze fisiche, psicologiche, di cui decine di donne sarebbero state vittime. Donne che nelle ultime settimane hanno deciso di denunciare, raccontando di aver subito molestie in alcune agenzie pubblicitarie a Milano (e non solo) da parte di capi e colleghi.

In un'intervista Fanpage, Massimo Guastini continua a parlare delle molestie nelle agenzie pubblicitarie a Milano.
Mostra fotografica Marcio Freitas contro la violenza sulle donne (Getty Images).

Milano, aumentate le denunce per molestie nelle agenzie pubblicitarie

Guastini, rispondendo alle domande della gornalista Ilara Quattrone, ha dichiarato: «Questa denuncia sta diventando corale ed è importante che parta e prenda corpo in un settore così avanzato, come quello della pubblicità, e in una città così moderna e progressista come Milano. Fin dall’inizio ho voluto rafforzare alcuni timidi tentativi di raccontare quanto accade in questo mondo. A mio parere è emblematico che nasca nel settore della pubblicità: il fatto che si verifichi in questo comparto e in una città così moderna come Milano, ci spinge a fare una riflessione che non può più essere rimandata: cosa capita nel resto d’Italia e quali orrori si consumano ogni giorno? Nel profilo Instagram di una copy, Taniume, vengono pubblicate ulteriori testimonianze: «Put*** arrogante, chissà quanti pom*** hai fatto per essere qui» e ancora «Mi umiliava, mi metteva le mani sul collo, mi scherniva, quando se ne è andato ho iniziato a vivere»; «Ho passato un anno ad andare in terapia per dimenticare quello che mi dicevano in ufficio». Ma le testimonianze non si fermano «Mi facevano notare come tutti mi volessero, quanto fossi bella; ero sempre sessualizzata e in imbarazzo».

Molestie agenzie pubblicitarie a Milano e la «Chat degli 80»

Il pubblicitario prosegue facendo riferimento al recente lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi: «È importante, per me, che questa denuncia stia diventando corale. Potrebbe essere la dimostrazione che esistano ancora anti corpi culturali. E che ci siano, in un Paese dove la scorsa settimana è stato celebrato il lutto nazionale per una persona che con i suoi palinsesti e il suo esempio personale nella relazione con il femminile è stato determinante nel portarci a quello che siamo oggi e al modo di raccontare e percepire le donne». Guastini arriva poi alla cosiddetta «Chat degli 80», in cui oltre ottanta uomini condividevano e commentavano fotografie di colleghe in una nota agenzia di Milano. Come riportato da MilanoToday, si è scoperto che l’agenzia è We Are Social, un colosso della comunicazione fondato nel 2008, con oltre 1.000 dipendenti e uffici in tutto il mondo. Nella chat decine di messaggi su «quanto sono sco***, fighe, ribaltabili o cesse le colleghe» con «messaggi espliciti, degradanti e umilianti». Venivano inoltre lanciate quelle che sono state definite delle sfide: «Si lanciava lo scontro diretto e si esprimevano giudizi e pareri su chi doveva passare il turno. Chi ha le tet*** più grosse? Chi il cu*** più tondo? Chi deve essere sco*** a forza ma con un sacchetto in testa perché cessa?».