Il tribunale svizzero ha respinto il ricorso di Schwazer contro la squalifica

Secondo i giudici non è dimostrata la «massima probabilità» della manipolazione delle urine usate per il controllo antidoping. Ma il legale del marciatore altoatesino annuncia battaglia.

Il Tribunale federale della Confederazione elvetica di Losanna ha respinto la richiesta di sospensione della squalifica del marciatore Alex Schwazer. Lo ha comunicato il legale dell’altoatesino, l’avvocato Gerhard Brandstaetter. Secondo i giudici, non è dimostrata la «massima probabilità» della manipolazione delle urine usate per il controllo antidoping che portò alla squalifica, come ipotizzato da Schwazer. «Sulla base di questo verdetto Alex Schwazer porterà aventi con massima convinzione il procedimento davanti al Tribunale federale, con lo scopo di portare le prove necessarie per una sospensione della squalifica», ha detto Brandstaetter.b «Dal primo giorno ho sempre evitato di fare commenti su questa storia per ovvi motivi», ha dichiarato invece il presidente del Coni Giovanni Malagò. «Ho un ruolo istituzionale. È una vicenda che deve far molto riflettere, in tutti i sensi».

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Stramaccioni lascia l’Iran e a Teheran scoppiano le proteste dei tifosi

Il tecnico ex Inter, grazie alla sentenza Fifa, ha rescisso il contratto con l'Esteghlal ed è rientrato in Italia. E per le strade della capitale la gente lo invoca: «È il nostro leader».

L’incubo di Andrea Stramaccioni in Iran è finito. Di allenatori che chiudono in anticipo la loro avventura calcistica ne esistono in ogni angolo del mondo, anche con la squadra al primo posto, come per l’Esteghlal del tecnico ex Inter.

PERSINO LA GENTE IN PIAZZA

Ma se tutto avviene a Teheran, a un italiano viene impedito di lasciare la Repubblica islamica dell’Iran e quando poi il contratto è rotto la gente scende in piazza e grida contro il ministero dello Sport, il contesto cambia. E spinge il ministero degli Esteri a contattare l’ambasciata italiana per calmare le acque nei giorni in cui l’Iran è scosso da altre rivolte.

Trattandosi di una società statale, probabilmente la situazione è diventata anche politica e questo dispiace


Andrea Stramaccioni

«Sono molto amareggiato: nessuno voleva finisse così», ha detto Stramaccioni al rientro a Roma, dopo una fuga da Teheran verso Istanbul con un volo privato. «L’affetto della gente di Teheran mi rimane sul cuore: trattandosi di una società statale, probabilmente la situazione è diventata anche politica e questo dispiace, perché il calcio deve essere soltanto una fonte di gioia. Noi, anche grazie all’aiuto dell’ambasciata, abbiamo fatto tutto il possibile».

I TIFOSI: «STRAMACCIONI È IL NOSTRO LEADER»

Parole che provano a gettare l’acqua sul fuoco, mentre a centinaia i tifosi si erano radunati sotto il ministero dello sport proprietario del club gridando «Stramaccioni è il nostro leader» e con foto del tecnico romano, e le autorità hanno invertito il campo della partita odierna col Paykan facendola giocare nello stadio Azadi di Teheran, quello dei rivali storici del Persepolis, per evitare problemi di ordine pubblico.

DALL’ENTUSIASMO ALL’INCUBO

Dopo la firma del contratto e l’entusiamo iniziale (Stramaccioni si era trasferito con tutta la famiglia) i primi segnali a fine agosto, quando Stramaccioni si è reso conto che il club aveva licenziato gli interpreti tanto da rendere quasi impossibile comunicare con i giocatori in farsi. Poi sono arrivati i primi mancati pagamenti e a settembre è arrivato una specie di “rapimento“: durante la pausa per le nazionali, Stramaccioni è stato infatti bloccato all’aeroporto, con il visto improvvisamente scaduto.

I PRIMI SUCCESSI SUL CAMPO

Da quel momento è iniziato l’intervento dell’ambasciata italiana. Nel frattempo l’ex tecnico dell’Inter ha preferito tenere un profilo basso non esasperando i toni anche perchè la situazione ha risvolti politici evidenti: il calcio è strumento di consenso nella Repubblica islamica, ma il successo che il suo lavoro ha poi ottenuto presso i tifosi della squadra ha impresso una nuova traiettoria agli eventi.

LA FIFA SCIOGLIE IL CONTRATTO

L’Esteghlal ha iniziato a vincere, diventando primo in classifica. Nel frattempo la famiglia del tecnico romano è riuscita a rientrare in Italia, mentre dalla Fifa è arrivato il contributo decisivo a sbloccare lo stallo. Il mancato pagamento degli stipendi ha spinto la Federazione a dichiarare non valido il contratto per inadempienza. A quel punto, con decorrenza 6 dicembre, Stramaccioni è risucito a liberarsi e a lasciare il Paese.

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Doping, altri 4 anni di stop alla Russia: salta Tokyo 2020

La Wada ha bandito Mosca da Olimpiadi e Mondiali per aver manomesso i dati di laboratorio con prove false. Possibile appello al Tas.

L’Agenzia mondiale antidoping (Wada) ha bandito la Russia dalla partecipazione ai principali tornei sportivi internazionali, tra cui le Olimpiadi e i Campionati del mondo, per un periodo di quattro anni. Il comitato esecutivo della Wada ha preso la decisione dopo aver concluso che Mosca ha manomesso i dati di laboratorio con prove false ed eliminando i file collegati a test antidoping positivi che avrebbero potuto aiutare a identificare i dopati. Sarà possibile un appello al Tas. Il capo dell’agenzia antidoping russa Rusada, Yuri Ganus, ha dichiarato tuttavia che la Russia non abbia «nessuna chance» di ribaltare la decisione.

LA RUSSIA NON POTRÀ OSPITARE EVENTI INTERNAZIONALI

Il Comitato Esecutivo della Wada ha stabilito altresì che la Russia, nel periodo stabilito, non potrà ospitare o concorrere all’assegnazione d’importanti tornei internazionali. L’agenzia antidoping ha anche stabilito che i funzionari statali russi, nonché i funzionari del Comitato Olimpico Russo (ROC) e del Comitato Paralimpico Russo (RPC), sono stati banditi dal partecipare a tutti i maggiori tornei sportivi internazionali, sempre per un periodo di quattro anni.

LO SCANDALO DOPING DEL 2015

La Russia è coinvolta in scandali sul doping da quando un rapporto del 2015 commissionato dalla Wada ha trovato prove del doping di massa nell’atletica russa; da allora molti dei suoi atleti non hanno partecipato alle ultime due Olimpiadi e il Paese è stato privato completamente della sua bandiera ai Giochi invernali di Pyeongchang dell’anno scorso, come punizione per aver insabbiato il doping di Stato ai Giochi di Sochi del 2014. Mosca ha ammesso i problemi ma ha negato l’accusa di aver organizzato il doping di Stato.

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Europei in vasca corta: Federica Pellegrini argento nei 200 stile libero

L'italiana arriva seconda nei 200 stile libero a Glasgow. Vittoria alla britannica Anderson e bronzo per Heemskerk.

Medaglia d’argento per Federica Pellegrini nei 200 stile libero agli Europei di nuoto in vasca corta di Glasgow con il tempo di (1’52″88). La vittoria è andata alla britannica Freya Anderson con il tempo di 1’52″77, che ha beffato tutti. Medaglia di bronzo per Heemskerk (1’53″35). Vince la britannica Anderson grazie ad un’eccezionale ultima vasca e chiusura in 1’52″77, beffando la Pellegrini. Panziera chiude in ottava posizione (1’55″49).

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Schwazer ricorre alla giustizia svizzera contro la squalifica del Tas

Il marciatore chiede la sospensione degli otto anni di stop inflittagli alla vigilia delle Olimpiadi di Rio. Sullo sfondo i crescenti sospetti di manipolazione delle urine avvalorati dal Gip di Bolzano.

Lo aveva annunciato e ora è ufficiale: il marciatore Alex Schwazer, oro a Pechino 2008, si è rivolto alla giustizia ordinaria svizzera e ha chiesto la sospensione della squalifica di otto anni per doping inflittagli dal Tribunale arbitrale dello sport nell’agosto 2016, alla vigilia delle Olimpiadi di Rio. Una squalifica – la seconda dopo quella del 2012 a Londra, con la positività ammessa dallo stesso Schwazer – arrivata dopo che il 15 dicembre 2015 Alex aveva testimoniato al processo contro i medici della Federazione internazionale.

IL CONTROLLO ANTIDOPING A SORPRESA DI CAPODANNO

Lo stesso giorno, la Iaaf aveva ordinato un controllo antidoping a sorpresa, che in effetti avvenne il primo gennaio 2016 alle 7 del mattino nella casa altoatesina del marciatore, che in quel periodo si allenava con il maestro di sport del Coni Sandro Donati, da decenni in prima linea nella lotta contro il doping. Schwazer, scegliendo un allenatore come Donati, intendeva infatti dimostrare non solo di essere «pulito», ma di essere anche competitivo, come dimostrarono i tempi registrati ai Mondiali di Roma della primavera 2016 che gli permisero di staccare il pass per le Olimpiadi: Alex vinse la 50 chilometri di marcia, prima gara dopo la lunga squalifica post Londra di tre anni e nove mesi, con il tempo di 3 ore e 39 minuti, secondo miglior risultato stagionale a livello mondiale.

L’IPOTESI FONDATA DI UNA MANIPOLAZIONE DELLE PROVETTE

La seconda positività del campione venne però comunicata solo a giugno, alla vigilia della gara olimpica in Brasile, quando il Tas di Losanna decise di squalificare Alex per otto anni, di fatto interrompendo la sua carriera. Il caso si è poi spostato in tribunale a Bolzano, dove si cerca di capire se l’atleta si sia realmente dopato di sua volontà o se qualcuno l’abbia, invece, incastrato. Il Gip di Bolzano, Walter Pelino, ha ritenuto fondata l’ipotesi della manipolazione delle urine usate per il controllo antidoping che portò Schwazer alla squalifica e ha ordinato numerose perizie. Per cercare di arrivare a un punto fermo il giudice ha disposto anche dei prelievi su 50 atleti volontari, un fatto mai verificatosi prima in un processo per doping. Novità dal processo sono attese nella primavera del 2020. Ora arriva l’istanza al Tribunale federale della Confederazione elvetica di Losanna. Intanto Schwazer continua ad allenarsi e culla il sogno di poter partecipare alle Olimpiadi di Tokio 2020.

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Le polemiche per il titolo del Corriere dello Sport su Lukaku e Smalling

Bufera per la prima pagina del quotidiano sportivo con la scritta "Black Friday" con a fianco le foto dei giocatori. E anche Inter e Roma prendono le distanze.

Bufera per la prima pagina del Corriere dello Sport del 5 dicembre 2019. Il quotidiano, per presentare la sfida di campionato del 6 tra Inter e Roma, ha deciso di titolare “Black Friday” con a fianco le foto dell’attaccante dei nerazzurri Romelu Lukaku il difensore giallorosso Chris Smalling. Subito dopo che la pagina ha iniziato a diffondersi sui social sono partite le polemiche.

LO SDEGNO DI TIFOSI E ADDETTI AI LAVORI

Il Daily Mail, sensibile al tema anche per il passato al Manchester United dei due giocatori, ha raccolto un po’ di reazioni da tifosi e addetti ai lavori. «Proprio quando pensavi che il calcio italiano non potesse raggiungere un nuovo minimo, il Corriere dello Sport ha lanciato con questa prima pagina», ha scritto un tifoso sui social. Dura anche la presa di posizione dei giornalisti. Matteo Bonetti, della Espn, ha attaccato il tono «sordo, ignorante e con la solita sfumatura razziale».

LO SDEGNO DI TIFOSI SU TWITTER

Per rendersi conto della polemica basta scorrere tutti i commenti sotto il tweet di presentazione della prima pagina. Da generici «vergognatevi» a post molto indignati: «Tanti anni fa era il mio quotidiano preferito. Oggi avete toccato davvero il fondo!! PRIMA PAGINA VERGOGNOSA!!! Chiedete scusa… ma solo chi ha un minimo di dignità lo farebbe…». E ancora «Se aveste un briciolo di dignità, il vostro direttore darebbe le dimissioni seduta stante».

ANCHE I CLUB PRENDONO LE DISTANZE

Roma e Inter coi propri profili hanno preso le distanze. L’account in inglese della Roma ripostanto la prima pagina ha scritto che nessuno sarebbe arrivato a dire una cosa del genere tranne il titolista del Corriere dello Sport, mentre i nerazzurri hanno rilanciato un messaggio contro il razzismo: «l calcio è passione, cultura e fratellanza. Siamo e saremo sempre contro ogni forma discriminazione».

NESSUN COMMENTO DALL’EDITORE

Al momento il giornale non ha ancora replicato, ma diversi giornalisti della stampa inglese stanno utilizzando i profili social per cercare un commento da parte della direzione o dell’editore per spiegare la scelta della prima pagina.

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Servizio migliorato e squadra rinforzata: il nuovo volto di Dazn

Dopo un anno dall’esordio in Italia i rallentamenti sono stati superati. E il team di commentatori si è arricchito di tanti veterani della Serie A. Ecco i loro trascorsi da calciatori.

Squadra che vince non si cambia o, al limite, si allarga. Devono pensarla così anche dalle parti di Dazn, la piattaforma di streaming specializzata nella trasmissione di eventi sportivi live e on demand e con una programmazione di contenuti originali dedicati allo sport. Il team che segue il campionato di serie A 2019/2020, infatti, ha visto aggiungersi alcuni top player. Nell’area commentatori tecnici sono arrivati ex volti noti del massimo campionato italiano come Dejan Stankovic, Federico Balzaretti e Massimo Gobbi. A loro si aggiungono Mauro German Camoranesi, uno degli eroi Azzurri di Germania 2006, e i vari Francesco Guidolin, Roberto Cravero, Dario Marcolin, Simone Tiribocchi e Alessandro Budel. Anche la squadra di presentatori e giornalisti è ricca: oltre a Diletta Leotta, inviata dagli stadi italiani per la conduzione dei pre e post partita, ci sono Giulia Mizzoni e Federica Zille. Al commento Pierluigi Pardo, Massimo Callegari, Stefano Borghi, Ricky Buscaglia, Riccardo Mancini, Edoardo Testoni e Gabriele Giustiniani.

NIENTE PROBLEMI DI BUFFERING

La cosa più importante è che, adesso, il servizio ha fatto un salto di qualità per quanto riguarda gli aspetti tecnici: niente problemi di buffering né di segnale e un’offerta di eventi sportivi che via via si è sempre più ampliata. Una sorpresa per chi era rimasto scottato l’anno precedente, durante il quale Dazn aveva avuto qualche problema di rodaggio (poi via via risolto nel corso della stagione). Ora che le difficoltà sono state superate, si può vedere Serie A, Serie B e una lunga serie di altri sport per pochi euro al mese. Ma facciamo un passo indietro e conosciamo la squadra di opinionisti.

LE NEW ENTRY: STANKOVIC, BALZARETTI E GOBBI

Partiamo, appunto, dai tre nuovi acquisti. Dejan Stankovic non ha bisogno di tante presentazioni. Da calciatore tutti se lo ricordano, in tempi più recenti, per aver fatto parte dell’Inter di José Mourinho che ha vinto il famoso Triplete: campionato, Coppa Italia e Champions League. Con la maglia della Lazio ha vinto l’ultimo scudetto biancoceleste, che risale al 2000. Federico Balzaretti, con la sua chioma bionda, è stato un terzino fluidificante di talento. Ha vestito, tra le altre, le maglie di Juventus, Torino e Roma ed è stato vice campione d’Europa con l’Italia nel 2012. Massimo Gobbi, invece, è un vero veterano della serie A dove ha all’attivo 330 partite. Era un jolly di fascia, noto ai tifosi Cagliari, Fiorentina, Parma e Chievo.

GLI ALTRI: DA CAMORANESI A TIRIBOCCHI

Al loro fianco c’è sempre l’oriundo Mauro German Camoranesi, grande ex della Juventus e campione del mondo nel 2006. Non manca l’esperienza di mister Francesco Guidolin: che da allenatore ha esordito in serie A nel lontano 1993 e ha vinto la Coppa Italia con il Vicenza nel 1997. E poi c’è il “cuore Toro” Roberto Cravero, storico capitano granata che ha giocato una finale di Coppa Uefa, contro l’Ajax, con la fascia al braccio nel 1992. Il centrocampista Dario Marcolin, poi divenuto allenatore, era un ottimo regista, che ha vestito le maglie, tra le altre, di Lazio, Sampdoria e Napoli.Il centrocampista Alessandro Budel ha giocato oltre 130 partite in A e ha chiuso solo due anni fa, in serie B, con la maglia della Pro Vercelli. Infine Simone Tiribocchi, attaccante, detto il “Tir”: ha segnato più di 150 gol in carriera e in serie A ha giocato con Torino, Atalanta, Chievo e Lecce.

NON SOLO CALCIO: SPAZIO AGLI SPORT AMERICANI

Tanti protagonisti del calcio di ieri, insomma, che commentano i protagonisti di oggi. Nell’offerta di Dazn, in ogni caso, non c’è solo il pallone. Nel parterre di giornalisti si è fatta strada anche Chiara Soldi con le sue interviste a bordo ring durante gli incontri di boxe. Trovano ampio spazio i principali sport americani: ovvero il football della Nfl e il baseball con la MLB. Si prosegue con i combattimenti della Ufc e quindi Indycar, Nascar, WRC e rugby. Da quest’anno, inoltre, si sono aggiunti tennis, basket e ciclismo, insieme allo sci e altri contenuti di Eurosport 1 Hd ed Eurosport 2 Hd.

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La Russia rischia altri 4 anni di stop per doping: in forse Tokyo 2020

Il comitato di controllo della Wada ha chiesto di bandire l'agenzia statale Rusada per aver falsificato i dati di laboratorio. Mosca potrebbe saltare anche le prossime Olimpiadi.

Il Comitato di controllo della conformità (Crc) dell’agenzia antidoping mondiale (Wada) ha chiesto di bandire per quattro anni la Russia dalle principali competizioni sportive accusandola di aver falsificato i dati di laboratorio consegnati agli investigatori. Il Comitato esecutivo della Wada, che si riunirà a Parigi il 9 dicembre, potrebbe così decidere di sospendere nuovamente l’agenzia antidoping russa Rusada mettendo a rischio la partecipazione della Russia alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Il Cio ha dichiarato di sostenere «le più severe sanzioni» contro la Russia.

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Come Dazn ha raggiunto gli 8 milioni di abbonati nel mondo

Sottoscrittori raddoppiati rispetto a sei mesi prima. E il 90% di loro è fuori dagli Stati Uniti. La piattaforma che trasmette eventi sportivi in streaming è presente in 30 diversi Paesi. Dai problemi iniziali all'accordo con Sky, la crescita.

Dazn ha fatto boom. Raddoppiando il suo pubblico. La piattaforma digitale che trasmette eventi sportivi in streaming ha infatti raggiunto gli 8 milioni di abbonati nel mondo. La notizia è contenuta in un servizio trasmesso dalla Nbc, che ha citato fonti vicine all’azienda.

FORBES AVEVA CERTIFICATO 4 MILIONI DI ABBONATI

Il 90% di questi abbonati sono fuori dagli Stati Uniti, ha precisato la tivù americana, sottolineando che il dato rappresenta una moltiplicazione per due dei 4 milioni di abbonati mondiali citati da Forbes soltanto sei mesi prima.

IN ITALIA TRE PARTITE DI A OLTRE A B, LIGA E LIGUE 1

Dazn è presente sul mercato in 30 Stati tra i quali Germania, Austria, Svizzera, Giappone, Italia, Canada, Usa, Spagna e Brasile. Nel nostro Paese la piattaforma, che ha il “volto” della presentatrice e pluri-testimonial di diversi brand Diletta Leotta, ha acquisito i diritti di trasmissione di tre gare a giornata del campionato di Serie A fino al 2021 e di tutta la Serie B, oltre che di una parte del calcio internazionale, come per esempio la Liga spagnola e la Ligue 1 francese, e di diversi altri sport.

Diletta Leotta allo stadio San Paolo di Napoli.

DALLE DIFFICOLTÀ INIZIALI AL CANALE SU SKY

Dazn a fine agosto 2019 ha trovato un accordo con Sky per trasmettere la Serie A sul satellite, dando vita a Dazn1, sul canale 209. L’Executive vice president Southern Europe di Dazn, Veronica Diquattro, aveva commentato così: «Dazn continua a investire per far crescere la piattaforma e ampliare l’offerta di contenuti in streaming». Dazn sta vivendo dunque un momento di miglioramento in seguito alle difficoltà iniziali, tra disservizi e il faro acceso dell’Antitrust. Ma dopo l’esordio contraddistinto da ritardi e problemi di segnale ora è arrivata la crescita.

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Come si evolve la battaglia legale tra giocatori del Napoli e società

Linea dura del presidente De Laurentiis. Taglio del 25% dello stipendio per tutti, con punte del 50% per Allan e i capi della rivolta contro il ritiro. E il procedimento arbitrale è alle porte. La situazione.

Al Napoli le cose in campo non vanno bene. Settimo posto e -15 punti dalla Juventus capolista. Fuori, forse ancora peggio. Questioni calcistiche e giuridiche si sono intrecciate affossando la stagione degli azzurri. Tutto è iniziato col grande “ammutinamento, il rifiuto dei giocatori di andare in ritiro per gli scarsi risultati sportivi (soprattutto in campionato). E ora è arrivata la risposta ufficiale della società, che ha attaccato i calciatori infliggendo un taglio del 25% dello stipendio per tutti, ma punte del 50% nei confronti di Allan e di altri considerati dal club i “capi” della rivolta. Le richieste sono contenute nelle raccomandate inviate anche via pec.

DALLE SUPER MULTE AL CASO DEI FURTI

Il presidente Aurelio De Laurentiis ha inflitto così delle super multe. Gli ultrà avevano “scaricato” la squadra per il suo atteggiamento, mentre in città si è parlato anche molto della fuga” delle mogli dei calciatori dopo i diversi furti subiti che avevano addirittura fatto presupporre l’esistenza di un piano criminale dietro questi episodi.

LETTERE CONSEGNATE PRIMA DELLA CHAMPIONS

La notizia era nell’aria e, si è appreso oltre la cortina di silenzio ufficiale del club, si dovrebbe concretizzare con la ricezione delle lettere a poche ore dalla partita di Champions league contro il Liverpool. I due piani, ormai, sono completamente scollegati. Il Napoli ha deciso di separare le vicende sportive da quelle contrattuali: i tifosi giudicheranno le prestazioni in campo di capitan Lorenzo Insigne e compagni, il collegio arbitrale del tribunale deve decidere in merito alle sanzioni.

COME FUNZIONA IL PROCEDIMENTO ARBITRALE

Ogni calciatore nominerà un proprio arbitro, il club un altro e i due dovranno accordarsi per eleggere il presidente del collegio; ciascun calciatore avrà un proprio procedimento arbitrale.

ALLAN ACCUSATO DI AVER AGGREDITO IL VICEPRESIDENTE

La multa più salata è stata chiesta ad Allan che oltre alla ribellione paga anche l’accusa di aver tentato di aggredire il vicepresidente azzurro Edoardo De Laurentiis negli spogliatoi dopo il match con il Salisburgo.

CONTESTATA LA LESIONE DEI DIRITTI D’IMMAGINE

Oltre alle multe richieste per il mancato rispetto dell’ordine di andare in ritiro, il Napoli è pronto a infliggere anche multe individuali per una lesione dei diritti d’immagine: ogni calciatore quando firma con il club azzurro raggiunge anche un accordo per la cessione dei propri diritti d’immagine che, a parere del Napoli, è stata lesa dall’atteggiamento poco professionale della ribellione. In questo caso le multe saranno individuali e parametrate al contratto che è diverso per ognuno.

DE LAURENTIIS NON È ANDATO A LIVERPOOL

Al Napoli dunque continua il gelo tra lo spogliatoio e la dirigenza, che aspetta ora risultati sul campo, e testimoniato anche dal fatto che il presidente non è volato in Inghilterra per il match di Champions. In questo clima il Napoli parte per Liverpool dove mercoledì sera affronta i campioni d’Europa. L’allenatore Carlo Ancelotti sa che anche il suo futuro personale è legato alle prossime partite e già il pareggio di San Siro contro il Milan è stato considerato negativamente dal club.

GRANDE ATTESA PER LE PAROLE DI ANCELOTTI

Su questo, ma anche sul clima con cui lo spogliatoio sta vivendo il momento, il tecnico è chiamato a parlare martedì 26 novembre nel pomeriggio a Liverpool, durante la conferenza stampa pre-partita destinata a interrompere il silenzio stampa cominciato proprio nella notte dell’insubordinazione dopo il pari con il Salisburgo. Quella sera Ancelotti andò via senza parlare.

INSIGNE INFORTUNATO, ATTACCO DA INVENTARE

Parlò, prima di sapere della rivolta, Insigne, che rimane a Napoli a causa della contusione al gomito subita a Milano. L’attacco è quindi da inventare, la forza di reazione del gruppo da dimostrare in campo. I 2 mila tifosi azzurri a Liverpool aspettano risposte da Anfield. Poi arriveranno le sentenze del tribunale.

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Il razzismo di Cellino con Balotelli e i precedenti nel calcio

Per il presidente del Brescia «Mario è nero, sta lavorando per schiarirsi». Poi parla di battuta fraintesa. Un po' come quelle di Passirani sulle banane a Lukaku, di Tavecchio e Opti Pobà, di Lotito che parlò di «pelle normale» dei bianchi. Il vizietto discriminatorio degli uomini nel pallone.

Il 25 novembre era la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ma mentre si parlava di femminicidi qualcuno è riuscito a esibirsi in dichiarazioni razziste. Nel mondo del calcio, tanto per cambiare. Troppo difficile portare avanti più di una sensibilizzazione alla volta: probabilmente il presidente del Brescia Massimo Cellino non è dotato di questa abilità di multitasking. Così si è fatto sfuggire un commento poco “tecnico”: «Cos’è successo a Mario Balotelli? Che è nero, cosa devo dire, che sta lavorando per schiarirsi, però c’ha molte difficoltà». Mario Balotelli sarebbe (è, in attesa di sviluppi dal mercato) un suo giocatore, il secondo più prezioso della rosa (valore 20 milioni, dietro solo a Sandro Tonali stando ai dati Transfermarkt). E per di più fresco bersaglio dei versi da scimmia che gli hanno riservato i tifosi delll’Hellas Verona il 3 novembre.

ENNESIMO TASSELLO NEL MOMENTO-NO DI SUPER MARIO

Ma Cellino non deve aver pensato a tutto questo e ha provato a motivare così l’attaccante dopo il periodo-no che, oltre a questioni extra campo, ha riguardato aspetti di gioco: prima la discussa sostituzione all’intervallo nella partita persa 4-0 in casa contro il Torino, poi la mancata convocazione in Nazionale – la qualificazione a Euro 2020 era già in tasca – nonostante il suggerimento del presidente della Figc, Gabriele Gravina, che voleva chiamare Super Mario come gesto simbolico anti-razzista. Infine, dopo la sosta del campionato, la cacciata dall’allenamento per scarso impegno e l’esclusione di Balo dalla trasferta di Roma.

IL RITORNELLO DELLA BATTUTA FRAINTESA

Dopo l’uscita di Cellino, il Brescia ha cercato di cancellare il guaio fatto: «Una battuta a titolo di paradosso, palesemente fraintesa, rilasciata nel tentativo di sdrammatizzare un’esposizione mediatica eccessiva e con l’intento di proteggere il giocatore stesso», è stato scritto in un comunicato.

Se scrivete tutte le cazzate che dico, non smettete più. Se chiarisco faccio ancora più danni. Le persone perbene mi conoscono


La “pezza” di Massimo Cellino

Poi Cellino è tornato sull’argomento: «Chi è che mi ha dato del razzista? Se scrivete tutte le cazzate che dico, non smettete più di scrivere. Io non mi devo mica discolpare di una cosa alla quale non credo. La cosa tragica sapete qual è? È che non sapete più che caz.. scrivere». Infine: «Se chiarisco faccio ancora più danni. Le persone perbene mi conoscono». E comunque Cellino si consoli: è solo l’ultimo di una lunga lista di esternazioni razziste che sono arrivate dai protagonisti del calcio italiano.

PASSIRANI E LE BANANE DA LANCIARE A LUKAKU

Luciano Passirani, ex dirigente di diversi club calcistici e opinionista nelle tivù locali, il 16 settembre 2019 parlando del centravanti dell’Inter Romelu Lukaku aveva detto: «Questo ti trascina la squadra. Questo nell’uno contro uno ti uccide, se gli vai contro cadi per terra. O c’hai 10 banane qui per mangiare che gliele dai, altrimenti…». Telelombardia ha deciso di non invitarlo più alle sue trasmissioni.

TAVECCHIO E IL FAMIGERATO OPTI POBÀ

Restando alla frutta, l’esternazione più famigerata è quella di Carlo Tavecchio del 2014: «L’Inghilterra individua i soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare. Noi, invece, diciamo che Opti Pobà (nome inventato, ndr) è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio». Concetto che non gli impedì di diventare presidente della Federazione italiana giuoco calcio.

LOTITO E I BIANCHI CON LA PELLE «NORMALE»

La Lazio un presidente vero e non inventato ce l’ha, si chiama Claudio Lotito e il 2 ottobre 2019 ha parlato di razzismo dicendo che «non sempre la vocazione “buuu” corrisponde effettivamente a un atto discriminatorio razzista» perché tra le vittime ci sono anche «persone di non colore, che avevano la pelle normale, bianca, e non di colore».

LE CALCIATRICI «LESBICHE» E «HANDICAPPATE»

Parentesi femminile, nel senso delle vittime delle offese. L’ex presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Felice Belloli, nel 2015 definì le giocatrici di calcio «queste quattro lesbiche», secondo quanto riportò il verbale di una riunione. Fu inibito per quattro mesi. Il già citato Tavecchio invece nel 2014, in un’intervista a Report, parlò così del movimento: «Finora si riteneva che la donna fosse un soggetto handicappato rispetto al maschio sotto l’aspetto della resistenza, del tempo, dell’espressione atletica. Invece abbiamo riscontrato che sono molto simili».

MALAGÒ E I SIMULATORI PEGGIO DEI RAZZISTI

Tornando al razzismo, il 25 settembre 2019 il presidente del Coni Giovanni Malagò ha detto che «è sbagliato se qualcuno fa “buuu” a un giocatore di colore, ma è ancora più sbagliato quando uno che guadagna 3 milioni di euro si lascia cadere in area e magari è anche contento di prendere un calcio di rigore». Poi si è corretto: «Non dico che il comportamento di chi simula sia peggiore di chi fa cori razzisti, ma ogni attore protagonista deve fare la sua parte nel modo eticamente migliore». Compreso il presidente del Coni.

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Giovanni Malagò. (Ansa)

SACCHI E L’ORGOGLIO ITALIANO ANTI-STRANIERI

Arrigo Sacchi, ex commissario della Nazionale e storico allenatore del Milan, nel 2015 dichiarò: «Io mi vergogno di essere italiano. Per avere successo siamo disposti a vendere l’anima al diavolo. Non abbiamo una dignità, non abbiamo un orgoglio italiano. Ci sono squadre con 15 stranieri. Oggi vedevo il torneo di Viareggio: io non sono un razzista, ho avuto Rijkaard, ma vedere così tanti giocatori di colore, vedere così tanti stranieri, è un’offesa per il calcio italiano».

ERANIO E I NERI NON CONCENTRATI QUANDO C’È DA PENSARE

Sacchi in rossonero incrociò Stefano Eranio, ex centrocampista. Una volta diventato commentatore televisivo, nel 2015 ai microfoni della tivù svizzera Rsi Eranio spiegò che «i giocatori di colore, quando sono sulla linea difensiva, spesso certi errori li fanno perché non sono concentrati. Sono potenti fisicamente però, quando c’è da pensare, spesso e volentieri fanno questi errori». Parlava dell’allora difensore della Roma Antonio Rüdiger. Fu licenziato.

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Guidare con la pioggia, i consigli di Pirelli

Sull’asfalto bagnato l’aderenza è ridotta, la direzionalità diminuisce e aumentano gli spazi di frenata. Ecco come contenere i rischi

Siamo ormai entrati ufficialmente nella stagione della pioggia, uno dei nemici più insidiosi di chi si trova alla guida, che sia per lunghi o brevi tratti. Sebbene le auto di oggi siano più sicure rispetto a quelle del passato, la pioggia resta un nemico da non sottovalutare mai. Lo ricorda a tutti gli automobilisti Pirelli, l’azienda dalle forti radici italiane con stabilimenti in 12 Paesi del pianeta tra i principali produttori mondiali di pneumatici e di servizi a questi collegati.

ADERENZA E VISIBILITÀ

Diverse sono le problematiche con le quali il guidatore deve fare i conti quando piove. Prima tra tutti la diminuzione dell’aderenza soprattutto in presenza di pozzanghere le quali possono innescare l’aquaplaning, il temibile fenomeno di “cuscinetto” d’acqua che fa venir meno il contatto tra le gomme e l’asfalto. Freddo e foglie poi, in autunno, non fanno che rincarare la dose perché cadono intasando i tombini e trasformandosi in “saponette”. Oltre che con l’aderenza ridotta, chi guida deve tenere sempre ben presente che a causa delle gocce di pioggia la visibilità è limitata, motivo per cui i tergicristallo devono essere in perfetta efficienza. A questo si aggiunge, inoltre, la “nube” sollevata dai pneumatici che viene limitata solo dai tratti di strada con asfalto drenante.

ALCUNI ACCORGIMENTI DA ADOTTARE IN AUTO

Partiamo ora con i consigli veri e propri che l’azienda ha ritenuto segnalare. «Quando piove – spiega Pirelli – sterzo, acceleratore e freno vanno usati più dolcemente del solito. Se l’Esp c’è, non va disinserito come molti pensano. Se manca, occorre sfruttare le marce più alte compatibili con la velocità alla quale si procede: in questo modo le ruote tenderanno meno a slittare. Inoltre, bisogna attivare il “clima” per ridurre il rischio che i vetri si appannino. Nel caso, deviare l’aria sul parabrezza (spesso esiste un tasto specifico) per ripulirlo alla svelta».

ATTENZIONE A SEGNALI E POZZANGHERE

Messe in chiaro alcune impostazioni di guida, Pirelli pone l’attenzione sui segnali stradali, mai da sottovalutare soprattutto in caso di pioggia. «Attenzione, quindi, ai cartelli che avvisano di fondi sdrucciolevoli in caso di pioggia e anche a quelli che annunciano cunette o sottopassi – segnala Pirelli – sono le situazioni più a rischio di allagamento». Importante inoltre è prestare attenzione alle pozzanghere, senza mai sminuire la loro profondità: «Potrebbero nascondere una buca in grado di provocare seri danni a gomme, cerchi e sospensioni, oltre che far perdere il controllo della vettura. Meglio evitarle, o comunque superarle lentamente. Identico è il consiglio nel caso di un allagamento: il rischio, nello specifico, è di far aspirare acqua al motore o di bagnare l’impianto elettrico» ribadisce l’azienda produttrice di pneumatici. Fatte queste premesse, Pirelli non dimentica di ricordare che il primo consiglio per guidare sul bagnato è quello di adottare uno stile più prudente, moderando la velocità, evitando distrazioni e aumentando la distanza di sicurezza.

COME CONTRASTARE L’AQUAPLANING

Come detto quando parliamo di pozzanghere e guida con pioggia tiriamo in ballo anchel’aquaplaning che si presenta quando si entra in una pozzanghera già a partire dai 50 km/h. Cosa succede nello specifico? L’azienda lo spiega in modo semplice: «Il pneumatico, non riuscendo ad espellere l’acqua tramite la scolpitura del battistrada, tende a far ‘galleggiare’ la vettura con la conseguente perdita di direzionalità. Non per forza il fenomeno è causato da un avvallamento della sede stradale, ma entrano in gioco uno stato d’uso avanzato o una pressione errata delle nostre gomme». Per contrastare l’aquaplaning, il primo consiglio proposto da Pirelli è quello di cercare di restare calmi tenendo lo sterzo ben saldo ed eventualmente toccare lievemente i freni. Da tenere bene a mente, inoltre, è il fatto che in questi casi anche i più sofisticati sistemi di sicurezza possono avere tempi di risposta “lunghi”, motivo per cui è bene intervenire rapidamente, in modo deciso ma delicato.

OCCHIO ALLA ‘SCHIUMETTA’

Altro fenomeno a cui prestare attenzione quando piove e si è alla guida è il pericoloso viscoplaning che si presenta, di solito, dopo la caduta delle prime gocce di pioggia. «L’acqua si mischia con lo sporco e gli oli che sono depositati sulle strade creando un’emulsione particolarmente viscida: è la famosa ‘schiumetta’ che si vede affiorare sull’asfalto quando inizia a piovere – spiega Pirelli – La prudenza e la velocità ridotta sono i primi rimedi per anticipare situazioni di pericolo che possono portare sovrasterzo o sottosterzo». Come reagire in questi casi? Alleggerire il gas e raddrizzare leggermente il volante fino a quando le ruote non riprendano direzionalità evitando di accentuare la sterzata, azione che per istinto verrebbe di fare.

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Cristiano Ronaldo ancora fuori con la Juventus sta diventando un caso?

L'allenatore Sarri annuncia che Cr7 «non ci sarà al 99% contro l'Atalanta» per noie fisiche. Dopo i quattro gol in due partite col Portogallo. Ruggini per la doppia sostituzione e voci di un addio a fine stagione: cosa sta succedendo attorno al fuoriclasse.

Ancora fuori. E questa volta dal primo minuto, senza lo “sfregio” di un’altra sostituzione. Cristiano Ronaldo non sta vivendo un grande momento con la Juventus, tanto che c’è già qualcuno che parla di «caso». A Bergamo, nella sfida di sabato 23 novembre alle 15 contro l’Atalanta, Cr7 non dovrebbe esserci. Come ha chiarito l’allenatore bianconero Maurizio Sarri nella conferenza stampa della vigilia: «Il problema è che nella seconda partita con la nazionale portoghese ci ha detto di avere avuto gli stessi problemi fisici che lamentava prima di partire. Stiamo cercando di togliere questo acciacco che lo sta condizionando, anche mentalmente. Domani al 99% non ci sarà, l’obiettivo è la partita di Champions league con l’Atletico Madrid» in programma martedì 26 novembre alle 21.

SARRI: «I GIOCATORI VANNO LASCIATI SBOLLIRE»

Solo questioni fisiche? A Torino si respirano ancora le scorie per quel doppio cambio nelle partite contro Lokomotiv Mosca e Milan che Ronaldo non ha digerito, con tanto di imprecazioni contro Sarri nella gara di campionato. Il tecnico però ha ridimensionato la questione: «Di chiarimenti ce n’è poco bisogno. Anche tra i dilettanti le reazioni ai cambi erano le stesse. I giocatori vanno lasciati sbollire».

QUATTRO GOL IN DUE PARTITE COL PORTOGALLO

Eppure col Portogallo aveva segnato quattro gol in due partite contro Lituania e Lussemburgo che sembrano avergli fatto ritrovare sorriso e forma fisica. Uno scambio di vedute coi compagni dovrebbe essere comunque previsto, anche se difficilmente qualcuno rimprovererà al fuoriclasse portoghese un atteggiamento da primadonna.

Nelle ultime tre settimane ho avuto un rendimento limitato, ma ho voluto aiutare la Juventus pur non essendo in perfette condizioni fisiche


Cristiano Ronaldo

Ronaldo ritiene di avere già abbondantemente spiegato tutto, confermando, per l’aspetto delle precarie condizioni, la ricostruzione fatta da Sarri subito dopo la coraggiosa scelta di sostituirlo già al 55′ contro i rossoneri. «Sapete tutti che non amo essere sostituito», ha precisato CR7, «e nelle ultime tre settimane ho avuto un rendimento limitato, ma ho voluto aiutare la Juventus pur non essendo in perfette condizioni fisiche».

NOTIZIE DI MERCATO SU UN IMMINENTE ADDIO

Finirà tutto bene? Dalla Spagna è circolata la notizia, ripresa anche in prima pagina dal Corriere dello sport, sull’intenzione che avrebbe Cristiano di lasciare la Juventus a fine stagione: starebbe cercando una exit strategy per salutare l’Italia.

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Cristiano Ronaldo ancora fuori con la Juventus sta diventando un caso?

L'allenatore Sarri annuncia che Cr7 «non ci sarà al 99% contro l'Atalanta» per noie fisiche. Dopo i quattro gol in due partite col Portogallo. Ruggini per la doppia sostituzione e voci di un addio a fine stagione: cosa sta succedendo attorno al fuoriclasse.

Ancora fuori. E questa volta dal primo minuto, senza lo “sfregio” di un’altra sostituzione. Cristiano Ronaldo non sta vivendo un grande momento con la Juventus, tanto che c’è già qualcuno che parla di «caso». A Bergamo, nella sfida di sabato 23 novembre alle 15 contro l’Atalanta, Cr7 non dovrebbe esserci. Come ha chiarito l’allenatore bianconero Maurizio Sarri nella conferenza stampa della vigilia: «Il problema è che nella seconda partita con la nazionale portoghese ci ha detto di avere avuto gli stessi problemi fisici che lamentava prima di partire. Stiamo cercando di togliere questo acciacco che lo sta condizionando, anche mentalmente. Domani al 99% non ci sarà, l’obiettivo è la partita di Champions league con l’Atletico Madrid» in programma martedì 26 novembre alle 21.

SARRI: «I GIOCATORI VANNO LASCIATI SBOLLIRE»

Solo questioni fisiche? A Torino si respirano ancora le scorie per quel doppio cambio nelle partite contro Lokomotiv Mosca e Milan che Ronaldo non ha digerito, con tanto di imprecazioni contro Sarri nella gara di campionato. Il tecnico però ha ridimensionato la questione: «Di chiarimenti ce n’è poco bisogno. Anche tra i dilettanti le reazioni ai cambi erano le stesse. I giocatori vanno lasciati sbollire».

QUATTRO GOL IN DUE PARTITE COL PORTOGALLO

Eppure col Portogallo aveva segnato quattro gol in due partite contro Lituania e Lussemburgo che sembrano avergli fatto ritrovare sorriso e forma fisica. Uno scambio di vedute coi compagni dovrebbe essere comunque previsto, anche se difficilmente qualcuno rimprovererà al fuoriclasse portoghese un atteggiamento da primadonna.

Nelle ultime tre settimane ho avuto un rendimento limitato, ma ho voluto aiutare la Juventus pur non essendo in perfette condizioni fisiche


Cristiano Ronaldo

Ronaldo ritiene di avere già abbondantemente spiegato tutto, confermando, per l’aspetto delle precarie condizioni, la ricostruzione fatta da Sarri subito dopo la coraggiosa scelta di sostituirlo già al 55′ contro i rossoneri. «Sapete tutti che non amo essere sostituito», ha precisato CR7, «e nelle ultime tre settimane ho avuto un rendimento limitato, ma ho voluto aiutare la Juventus pur non essendo in perfette condizioni fisiche».

NOTIZIE DI MERCATO SU UN IMMINENTE ADDIO

Finirà tutto bene? Dalla Spagna è circolata la notizia, ripresa anche in prima pagina dal Corriere dello sport, sull’intenzione che avrebbe Cristiano di lasciare la Juventus a fine stagione: starebbe cercando una exit strategy per salutare l’Italia.

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Italia eliminata dalla Coppa Davis

L'Australia si ritira e regala al Belgio un 6-0 6-0 che esclude gli azzurri dal ripescaggio. Bolelli e Fognini ko dopo tre set.

Italia fuori dalla Coppa Davis, ancor prima di terminare la sfida con gli Stati Uniti. L’Australia ha infatti abbandonato il suo doppio, regalando al Belgio un 6-0 6-0 che esclude matematicamente gli azzurri dalla possibilità di un ripescaggio.

Gli Usa hanno comunque chiuso la sfida con l’Italia vincendo 2-1 nel gruppo F: dopo il successo di Fabio Fognini ed il ko di Matteo Berrettini è arrivata la sconfitta nel doppio, con Simone Bolelli e Fognini che hanno ceduto a Sam Querrey e Jack Sock dopo tre set: 6-7(4-7) 7-6(7-2) 6-4 il punteggio.

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Mihajlovic dimesso dall’ospedale dopo il terzo ciclo di cure

L'allenatore del Bologna è alle prese con la leucemia. Ad attenderlo fuori dal reparto di ematologia dell'Ospedale Sant'Orsola c'era la moglie.

Di solito la parola “dimissioni” associata a un allenatore non ha mai un’accezione positiva. Per Sinisa Mihajlovic sì: perché si intendono quelle dall’ospedale dove era ricoverato per curarsi dalla leucemia. Il tecnico del Bologna ha terminato il terzo ciclo della terapia.

TRE FOTO CON LA MOGLIE ALL’USCITA

Ad annunciarlo, attraverso Instagram, è stata la moglie Arianna, che intorno alle 13 ha pubblicato tre foto che la ritraevano abbracciata al marito all’uscita del padiglione 8 di ematologia del Sant’Orsola di Bologna. «Più bella cosa non c’è. Back Home», è stato il messaggio allegato alle immagini che annunciava il ritorno a casa del serbo.

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Lo zampino di Malagò dietro le dimissioni di Micciché

Il presidente della Lega di Serie A ha lasciato per le voci sull'irregolarità della sua elezione del 2018. Sulla quale aveva messo il timbro il n.1 del Coni. Un modo per evitargli conseguenze? Tutte le ombre su una vicenda politica che mina la credibilità dello sport italiano.

Dimissionario causa voci. È una bizzarra motivazione quella accampata da Gaetano Micciché per mollare a razzo la poltrona di presidente della Lega di Serie A, occupata da marzo 2018. Nella tambureggiante dichiarazione con cui ha reso noto l’addio alla presidenza, Micciché ha gridato la sua indignazione per le “indiscrezioni” giornalistiche sul suo conto. Relative alla chiusura delle indagini condotte dalla procura della Figc, capitanata dal dottor Giuseppe Pecoraro, riguardo all’elezione di un anno e mezzo fa.

NON ANCORA ARRIVATO IL DEFERIMENTO

Di fatto, l’ormai ex presidente si è dimesso non perché la sua elezione sia già stata considerata irregolare al termine di un procedimento della giustizia sportiva, e nemmeno perché egli abbia già ricevuto una notizia di deferimento. Nossignori, si è dimesso ancora prima di tutto ciò. Cioè quando “pare che” il documento conclusivo dell’istruttoria, come riferito da un articolo pubblicato nell’edizione del 16 novembre da Il Messaggero e firmato da Emiliano Bernardini, sia prossimo a planare sulla scrivania del presidente federale Gabriele Gravina. E sembra proprio di rivedere Massimo Troisi, nella scena in cui diceva che avrebbe confessato di tutto e di più se soltanto “forse” avessero minacciato di torturarlo.

QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DELL’ELEZIONE

Meglio bruciare le tappe e farsi da parte prima che la macchia arrivi. È questo il senso più rilevante di un comunicato altrimenti stilato secondo il mood che potremmo definire “Micciché fa cose”: le misure prese, i dossier portati avanti nel corso di un anno e mezzo, persino il numero delle riunioni tenute dall’Assemblea dei soci e dal Consiglio. Una lista di “realizzazioni” che ognuno potrà valutare come gli pare, ma che comunque in nessun modo scalfisce il problema da cui derivano l’inchiesta della procura federale e le conseguenti dimissioni: il pasticciaccio brutto di un’elezione che, a quel modo, non s’aveva da fare.

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò.

UN PROBLEMA DI CONFLITTO DI INTERESSI

Micciché vi arrivava infatti in condizioni di conflitto d’interessi a causa della sua posizione di componente del consiglio d’amministrazione di Rcs. E dunque del suo rapporto col presidente del Torino, Urbano Cairo, che è anche componente dell’assemblea da cui Micciché è stato eletto presidente di Lega. Per consentirne l’ascesa alla presidenza si è approntata una modifica ad personam dello statuto Figc che comanda l’elezione all’unanimità. Ciò che ufficialmente è avvenuto, durante un’assemblea presieduta dal commissario straordinario Giovanni Malagò (presidente del Coni nonché grande sponsor di Micciché), nel corso della quale il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, si sarebbe spinto a chiedere l’elezione per acclamazione.

Urbano Cairo, presidente del Torino.

QUALCUNO HA MESSO SCHEDE BIANCHE NELL’URNA?

Ma nei fatti vi è davvero stata unanimità? O un paio di manine hanno depositato delle schede bianche nell’urna? Da questo interrogativo è partita l’indagine della procura federale. La cui conclusione (per il momento ancora ufficiosa, va ribadito) ha suggerito a Micciché di sposare il principio secondo cui la miglior difesa è la fuga. Ma come mai una decisione repentina al punto da sembrare improvvida?

Come sia andata l’elezione di Micciché è sotto gli occhi di tutti


Giovanni Malagò

Giovanni Malagò, a poche ore dalle dimissioni dell’ex presidente di Lega, ha detto: «Come sia andata l’elezione di Micciché è sotto gli occhi di tutti». Una frase da interpretarsi attraverso l’uso di diversi registri, cominciando con quello letterale. E giusto il registro letterale spinge a chiedersi: quali sarebbero questi “occhi di tutti”? Il presidente del Coni, nonché commissario di Lega sotto la cui reggenza si è consumato il pasticciaccio, farebbe bene a sciogliere l’interrogativo. I suoi, di occhi, hanno visto di sicuro. E resta da capire se al momento topico non si siano anche chiusi, o abbiano virato altrove.

gaetano micciché dimissioni presidente lega seriea
Gaetano Micciché.

STOPPATO IL RISCHIO DI “EFFETTI COLLATERALI”

Di certo il sempre più malconcio capo dello sport italiano sa di trovarsi sulla linea del fuoco. L’elezione di Micciché nel marzo 2018 porta il suo timbro, e costituisce motivo di pubblico vanto quando si tratta di ricapitolare il senso della sua missione da commissario della “Confindustria calcistica”. Del resto anche lui ha il personalissimo mood “Malagò fa cose”. Peccato che in questo caso la cosa fatta rischi di tornargli addosso tipo boomerang. Perché il presidente del Coni ha messo il marchio su un’elezione che dall’inchiesta della procura federale potrebbe essere etichettata come irregolare. E da lì in poi cosa succederebbe? Soprattutto, ciò che sta al centro del più dirimente fra gli interrogativi che si rincorrono in queste ore: le dimissioni di Gaetano Micciché hanno forse lo scopo di arrestare i possibili effetti collaterali, leggi alla voce “conseguenze per Malagò”?

VOCI SU UN PRANZO PRE-DIMISSIONI A MILANO

Se lo è chiesto Antonello Valentini, che essendo stato segretario generale della Figc è capace di leggere certe dinamiche. In un post scritto su Facebook nell’immediato dell’annuncio fatto da Micciché, Valentini ha dato una sua lettura dei fatti certamente degna di attenzione. A suo giudizio, dietro quelle dimissioni vi sarebbe proprio lo zampino di Malagò. Di più: la decisione sarebbe maturata nel corso del pranzo che i due hanno condiviso a Milano, poco prima che Micciché offrisse sul piatto la testa di se medesimo perché ossessionato dalle “voci”.

MISTERO BUFFO CHE MACCHIA LO SPORT ITALIANO

Un tentativo più o meno disperato, da parte del presidente dello sport italiano, per salvarsi? Non sappiamo, poiché si parla di cose che sotto gli occhi di tutti non sono. E ci auguriamo anche che il mistero buffo intorno alla vicenda non rimanga tale, e che le dimissioni di Micciché non abbiano l’effetto “saldo e stralcio” sull’intera vicenda. Perché le responsabilità di una situazione così grottesca vanno fatte scontare fino in fondo e a chicchessia. Ne va della credibilità dello sport italiano, o di ciò che ne rimane.

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Le cose da sapere sulla Coppa Davis 2019 di tennis

Il nuovo formato. Il programma. Le chance dell'Italia. Le nazionali favorite. Guida all'evento (ripensato dal difensore del Barcellona Piqué) che strizza l'occhio al Mondiale di calcio.

La prima volta della nuova Coppa Davis. La competizione di tennis per nazionali, la cui edizione del 2019 è al suo atto finale dal 18 al 24 novembre, fa il suo esordio a Madrid nel rinnovato format che ricorda da vicino il Mondiale di calcio. E non è un caso se a pensarlo è stato Gerard Piqué, difensore del Barcellona, che col suo fondo di investimento Kosmos ha siglato un accordo venticinquennale del valore di 2,5 miliardi di euro con la Federazione Internazionale Tennis (Itf). Ai nastri di partenza anche un’Italia rinfrancata dagli ottimi risultati di Matteo Berrettini, numero otto del ranking mondiale e fresco di partecipazione alle Atp Finals di Londra.

Coppa Davis: i gironi della fase finale.

IL NUOVO FORMAT: SEI GIRONI, POI GLI SCONTRI DIRETTI

Sui campi indoor in cemento e con tetto mobile della Caja Magica di Madrid sono pronte a sfidarsi 18 nazionali divise in sei gironi: l’Italia è nel gruppo F, con Canada e Stati Uniti. La fase a gironi si svolge da lunedì 18 novembre a giovedì 21 novembre. Passano ai quarti di finale le sei vincenti dei gironi e le due migliori seconde. I quarti, a eliminazione diretta, cominciano giovedì nella sessione serale con la prima sfida, mentre le altre tre sono in programma venerdì. Sabato le semifinali e domenica la finale che assegnerà l’Insalatiera d’argento. Per snellire il torneo, ciascun incrocio prevede due singolari e un doppio e tutti i match sono al meglio dei tre set (non più cinque come in passato).

GLI AZZURRI: BERRETTINI-FOGNINI CONTRO CANADA E USA

A difendere i colori dell’Italia (in diretta tv su Supertennis) sono Berrettini, Fabio Fognini, numero 12 del mondo, Lorenzo Sonego, alla prima chiamata in azzurro, e i veterani Andreas Seppi e Simone Bolelli. Il capitano è Corrado Barazzutti, che firmò nel 1976 l’unico trionfo italiano in Davis nella storia. Il primo impegno è il 18 novembre contro il Canada, rappresentato nel singolare dagli enfant prodige Denis Shapovalov e Felix Auger-Aliassime. In squadra anche Vasek Pospisil, specialista del doppio, mentre non c’è l’ex top ten Milos Raonic, infortunato alla schiena. Al suo posto il capitano Frank Dancevic ha chiamato Brayden Schnur. Il 20 novembre, poi, l’Italia sfida gli Stati Uniti, che hanno sì conquistato per 32 volte il torneo che si assegna dal 1900, ma non arrivano in finale da 12 anni. Il team statunitense è ancora nel bel mezzo di un ricambio generazionale che ha in Taylor Fritz e Frances Tiafoe giovani di buona prospettiva, ma non futuri top player. Per l’Italia, un girone non facile, ma nemmeno proibitivo.

GLI ALTRI GRUPPI: FARI SU SPAGNA, FRANCIA E SERBIA

Gli altri gironi vedono la Francia insieme alla Serbia del numero due del mondo Novak Djokovic e al Giappone; la Croazia con la Spagna del numero uno Rafa Nadal e con la Russia del numero quattro Daniil Medvedev; l’Argentina nel gruppo di Germania e Cile; il Belgio con Australia e Colombia; il Regno Unito assieme a Kazakhstan e Paesi Bassi. La Spagna, forte anche del fattore campo, è data dai bookmaker come favorita. Alle sue spalle, tra le altre, Francia, Serbia e Russia. L’Italia parte in seconda fila, dietro Australia, Regno Unito, Usa, Croazia, Argentina e Germania, e davanti al Canada. Più staccati Belgio, Giappone, Cile e Kazakhstan. Fanalini di coda Colombia e Paesi Bassi.

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Chi è Tsitsipas, il 21enne greco vincitore delle Atp Finals

Dopo aver battuto Federer, ha piegato l'austriaco Thiem per 6-7, 6-2, 7-6 nella sfida decisiva per l'assegnazione del titolo.

Era l’allievo che aveva battuto il maestro Roger Federer in semifinale. E si è preso la consacrazione nell’atto conclusivo. Il 21enne greco Stefanos Tsitsipas ha vinto le Atp Finals a Londra piegando l’austriaco Dominic Thiem per 6-7, 6-2, 7-6 nella sfida decisiva per l’assegnazione del titolo, in due ore e 35 minuti di gioco.

NEI TOP 100 SOLO DA 25 MESI, PRIMO GRECO AL TORNEO DEI MAESTRI

Tsitsipas era al debutto assoluto alle Finals di Londra dopo la vittoria, 12 mesi prima, del torneo Next Gen di Milano. È stato il primo greco di sempre a qualificarsi per il torneo dei maestri ed è entrato nei Top 100 solo da 25 mesi.

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