Infrastruttura di ricerca, Regione approva progetto Alsia

Si chiama Phenolab 4.0, e sarà l’infrastruttura di ricerca (IR) che potenzia la piattaforma per lo studio del fenotipo delle piante mediante immagini attualmente detenuta dall’ALSIA, l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di innovazione in Agricoltura, presso il suo Centro Ricerche “Metapontum Agrobios”. Lo ha deciso la Giunta regionale che, con la delibera n. 1795 del 6/12/2020, ha approvato il Progetto dell’ALSIA di "Potenziamento dell’infrastruttura di ricerca di studio ad elevata efficienza del fenotipo delle piante del nodo nazionale del progetto ESFRI EMPHASIS”, il cui acronimo è appunto Phenolab 4.0.

Il progetto - che interviene sulla piattaforma dell’ALSIA, unica in Italia - è stato presentato alla Regione dall’Agenzia in qualità di soggetto capofila, in partenariato con il Dipartimento di Scienze Bioagroalimentari del CNR (il Consiglio Nazionale delle Ricerche), a valere sull’avviso pubblico del FESR 2014-2020. Sono previsti rilevanti investimenti in tecnologie innovative per un valore complessivo di 5,2 milioni di euro, con un contributo in conto capitale di 2,6 milioni di euro.

“Phenolab 4.0 – ha commentato Aniello Crescenzi, direttore dell’ALSIA - ha l'obiettivo di supportare le attività di studio di enti pubblici di ricerca, università e mondo delle imprese, favorendo l’accesso all'innovazione e lo sviluppo del territorio. La collaborazione con il CNR, che dispone di un'unità di ricerca presso terzi a Metaponto ospitata dal Centro Ricerche Agrobios, insieme al finanziamento approvato, rafforzano il ruolo dell’Agenzia in questo settore strategico dell’innovazione, confermando l’importanza del campus di Metaponto come luogo di produzione di innovazione di interesse nazionale ed internazionale”.

“Dopo l’approvazione da parte della Regione del progetto triennale dell’ALSIA per il "Sostegno per l’utilizzo dei servizi di consulenza da parte delle aziende agricole”, a valere sulla sottomisura 2.1 del PSR 2014-2020 – ha aggiunto Crescenzi – con Phenolab 4.0, insieme alla Regione Basilicata, si definisce e sostanzia così un altro importante asset di attività dell’Agenzia per il prossimo triennio, che qualifica ulteriormente i nostri ambiti di intervento sul territorio a vantaggio delle imprese agricole e agroalimentari”.

Il progetto, che avrà infatti la durata di 38 mesi, permetterà un sensibile ampliamento delle tecnologie disponibili, allargando lo spettro delle applicazioni, dalla serra al pieno campo. Sono previste importanti collaborazioni e sviluppi con l’Università di Basilicata, ENEA e con l’Istituto Agronomico del Mediterraneo di bari (IAMB), che hanno già manifestato il loro interesse verso l’iniziativa.

Phenolab 4.0 ha inoltre ricevuto il supporto del Cluster Lucano di Bioeconomia, e l’interesse di diverse imprese industriali ed agroalimentari che intendono accedere all’IR. Si tratta di una grande opportunità per le imprese regionali, che potranno usufruire di tecnologie moderne per sviluppare prodotti innovativi (come le varietà, i biostimolanti, gli ammendanti), accrescendone la competitività internazionale e aprendo la possibilità di accedere a nuovi mercati.  

Mappatura aree contaminate da amianto, Rosa: presto il catasto

La Regione Basilicata e il Cnr-Imaa firmeranno una convenzione per realizzare il “Catasto delle naturali occorrenze di amianto”. 
“Si tratta – spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa – di aggiornare la mappatura delle aree dove sussiste una presenza naturale di amianto. Si potrà valutare  la contaminazione del particolato atmosferico correlata al rilascio dei materiali contenenti la fibra minerale dagli affioramenti e dai depositi naturali, scongiurando così l’insorgenza di situazioni di pericolo di cui siamo inconsapevoli”.
Tra le sorgenti di contaminazione da amianto sono annoverati gli affioramenti di rocce contenenti amianto e i loro prodotti di alterazione dislocati sul territorio. Di qui la necessità di perimetrare le aree interessate e di rendere fruibili le informazioni per esigenze di tutela ambientale e sanitaria.
Il “Catasto di naturali occorrenze di amianto”, oltre a riportare tutti i dati relativi al monitoraggio, inclusi i corpi di frana, i depositi di variante e i deflussi nelle aste fluviali, comprenderà anche la sperimentazione di sistemi tecnologici e metodiche innovative per la misura delle concentrazioni di inquinamenti in ambienti non confinati.
La convenzione, finanziata con 150 mila euro, rientra nell’accordo quadro di collaborazione tra la Regione Basilicata e il Consiglio nazionale delle ricerche finalizzato ad attività di comune interesse, tra le quali si annovera l’aggiornamento della mappatura dell’amianto.
“Liberare il territorio lucano dall’amianto – conclude Rosa – è uno degli obiettivi che ci siamo posti per la tutala ambientale della Basilicata. Presto partiremo con i bandi per bonificare gli edifici pubblici e le discariche a cielo aperto dove i privati smaltiscono illecitamente piccole quantità del pericoloso minerale. Di amianto si è sempre parlato, ora passiamo ai fatti per proteggere la salute dei lucani e il nostro ambiente”.