No a deposito scorie, strategia comune di Basilicata e Puglia

Le Regioni Basilicata e Puglia parteciperanno in modo coordinato e unitario alla consultazione pubblica sulla carta dei siti potenzialmente idonei per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, “esprimendo la loro netta contrarietà ad ogni ipotesi di ubicazione del deposito nelle aree a cavallo fra Basilicata e Puglia indicate nella carta, che sono di particolare pregio naturalistico, vicine a Parchi naturali, e sono assolutamente inidonee ad ospitare una simile realizzazione”. A tale scopo saranno svolti i necessari approfondimenti tecnici, con il contributo degli enti locali, delle università, degli enti di ricerca e del mondo associativo, per presentare in tempo utile le osservazioni.

Lo si è appreso al termine dell’incontro che il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi e l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa (presenti il capo di gabinetto della Presidenza Michele Busciolano e il dirigente generale del Dipartimento Ambiente Giuseppe Galante) hanno avuto in videoconferenza con il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e con l’assessore all’Ambiente Anna Maria Maraschio.

“L’indicazione da parte della Sogin di una serie di siti in Puglia e in Basilicata è motivo di preoccupazione per tutti noi e ci batteremo perché le scorie non vengano portate nei nostri territori”, ha detto Bardi chiedendo agli interlocutori pugliesi “di concordare una linea univoca per contrastare questa ipotesi, qualora dovesse concretizzarsi”. Una proposta che ha trovato il pieno consenso del presidente Emiliano e dell’assessore Maraschio, che hanno concordato sulla necessità di portare a sintesi gli accertamenti avviati dalle due Regioni con le agenzie di riferimento per acquisire i dati tecnici.

Intanto, dopo aver coinvolto l’Unibas e gli ordini professionali, che parteciperanno ai tavoli tematici promossi dalla Regione per la formulazione delle osservazioni sulle aree indicate nella carta dei siti potenzialmente idonei per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, il governo regionale ha scritto anche ai rappresentanti dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Ugl), delle associazioni imprenditoriali (Confindustria, Confapi, Confimi Industria, Claai), dell’agricoltura (Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri), del commercio (Confcommercio, Confesercenti), dell’artigianato (Confartigianato, Casartigiani, Cna), delle cooperative (Legacoop, Confcooperative, Agci), della tutela dell’ambiente e del territorio (Endas, Legambiente, Lipu, Movimento Azzurro, Italia Nostra, Scanziamo le scorie), chiedendo loro di “di voler contribuire, attraverso la formulazione di osservazioni e di proposte tecniche in forma scritta sulla valutazione potenziale di queste aree, alla redazione del documento unitario”. 

AL, adeguato impianto di depurazione in località Pantano a Matera

Incremento di potenzialità dell'impianto, capacità di trattamento dei picchi di portata, mitigazione dell'impatto ambientale, monitoraggio dei parametri del processo, sicurezza degli operatori, ottimizzazione dei costi energetici. Sono solo alcune delle caratteristiche del nuovo impianto di depurazione di Matera a servizio della città in località Pantano, che ora è capace di trattare reflui per 34.000 abitanti (rispetto ai precedenti 28.000).
È quanto si legge in una nota di Acquedotto Lucano.
Una potenzialità di trattamento che è in grado di far fronte anche al notevole aumento di portate a seguito dell’afflusso turistico. L'intervento, del valore di oltre 4,5 milioni di euro, ricade tra quelli in carico alla Struttura del Commissario unico per la depurazione. I lavori sono stati eseguiti sotto la direzione di Acquedotto Lucano e hanno riguardato una serie di adeguamenti funzionali del ciclo, tanto sulla linea delle acque quanto sulla linea dei fanghi. Ora l'impianto risulta adeguato al trattamento dei reflui nel rispetto delle normative di settore.
Stamattina alle 11, per verificare la conclusione dei lavori di adeguamento e per constatarne i benefici, è stata effettuata la prima visita all'impianto.
Oltre all'amministratore unico di Acquedotto Lucano, Giandomenico Marchese, hanno preso parte al sopralluogo l'amministratore unico dell’Egrib, Canio Santarsiero, il commissario straordinario per la depurazione, professor Maurizio Giugni, e il sindaco di Matera Domenico Bennardi. “L’adeguamento e l’ammodernamento dell’impianto - ha dichiarato l'amministratore di Acquedotto Lucano Giandomenico Marchese - rappresenta un importante traguardo nell’efficientamento del sistema idrico integrato e nel raggiungimento di elevati standard gestionali. I lavori di adeguamento, effettuati grazie all’attenzione della Regione Basilicata che ha messo a disposizione le somme per risolvere tutte le infrazioni sulla depurazione, hanno permesso di aumentare notevolmente la flessibilità gestionale dell’impianto, consentendo la pronta gestione dei picchi di portata nonché di eventuali manutenzioni straordinarie e minimizzando i disservizi sul trattamento. Nella realizzazione dell’intervento, inoltre - prosegue Marchese - si è avuto particolare riguardo alla minimizzazione dell’impatto ambientale, ai benefici relativi alla mitigazione ambientale ed all’utilizzo della tecnologia per ridurre al minimo gli interventi manutentivi futuri attraverso il monitoraggio dell’opera con moderne tecniche di telecontrollo. Il corretto e puntuale controllo del processo - conclude l'amministratore di Acquedotto Lucano - consentirà inoltre un’ottimizzazione dei costi energetici. Un particolare ringraziamento va al commissario straordinario per la depurazione delle acque reflue, professor Giugni, per la proficua collaborazione e per le sinergie determinatisi nella gestione delle attività relative al superamento dell’infrazione comunitaria di alcuni depuratori nel territorio gestito”.
“Questo in località Pantano – spiega il Commissario Unico Depurazione Maurizio Giugni – è il primo dei tre interventi previsti a Matera e in capo alla Struttura commissariale perché necessari a portare fuori l’agglomerato materano dalla procedura d’infrazione. Sono convinto – prosegue Giugni - che con la necessaria sinergia tra gli attori istituzionali si potrà raggiungere nei tempi giusti un doppio risultato: dare un sistema fognario-depurativo efficiente a questo gioiello della cultura italiana ed eliminare la sanzione comunitaria”.
  

Amianto, convenzione con il Cnr per la mappatura dei fabbricati

La Regione Basilicata mette un altro tassello alla mappatura dell’amianto sul territorio lucano. Dopo il catasto che censisce le aree dove il pericoloso minerale si trova naturalmente, sarà presto avviata un’indagine a tappeto su tutti i fabbricati per verificare la presenza di amianto sulle coperture e il loro stato di conservazione. E’ quanto prevede una convenzione con il Cnr-Itc, per un importo complessivo di 435.550 euro, nell’ambito della collaborazione tra la Regione Basilicata e il Consiglio nazionale delle ricerche per attività di comune interesse, tra le quali si inserisce l’aggiornamento della mappatura dell’amianto.
“Un altro pezzo del progetto “Liberi dall’amianto” viene attuato e questo – commenta l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa - ci porterà ad avere una visione complessiva della situazione, che oggi non esiste, per affrontare in maniera definitiva questa atavica problematica. Avremo finalmente un quadro chiaro che ci consentirà di programmare con compiutezza gli investimenti necessari a mettere in sicurezza il territorio dal rischio amianto”.


Deposito scorie, azione comune delle Regioni Basilicata e Puglia

Coordinare un’azione comune delle Regioni Basilicata e Puglia contro l’individuazione di siti lucani e pugliesi come possibili luoghi dove costruire il Deposito unico delle scorie nucleari.
Ne parleranno nel pomeriggio alle 17 in una videoconferenza i presidenti Vito Bardi e Michele Emiliano e gli assessori all’Ambiente delle due Regioni, Gianni Rosa e Anna Maria Maraschio.