“La Forgia Sinisgalli”, prosegue la rassegna

Il cartellone della quarta edizione de “La Forgia Sinisgalli”, organizzato dalla Fondazione Leonardo Sinisgalli per il quarantesimo anniversario della morte del poeta ingegnere, prosegue domenica 28 febbraio alle 17,00, con l’appuntamento online “Leggìo per Leonardo Sinisgalli”.

L’incontro sarà l’occasione per presentare il quaderno-audiolibro di Luigi Tassoni, “Leggìo per Leonardo Sinisgalli. Cinque conversazioni a Radio Capodistria” edito quest’anno dalla Fondazione Leonardo Sinisgalli, che raccoglie gli interventi radiofonici del critico, semiologo e docente dell’Università di Pécs (Ungheria) dedicati al poeta delle due Muse all’interno de “Il leggìo di Luigi Tassoni”, rubrica della trasmissione “Punto e a capo” in onda su Radio Capodistria.

Apriranno l’incontro i saluti del Presidente della Fondazione Sinisgalli Domenico Sammartino e del Presidente della Provincia di Potenza, Rocco Guarino. Insieme all’autore, Luigi Tassoni, interverranno Aurelia Sole dell’Università degli Studi della Basilicata e Ornella Rossetto di Radio Capodistria, con il coordinamento del Direttore della Fondazione Sinisgalli, Luigi Beneduci.

Sarà possibile seguire la diretta streaming sulla pagina Facebook, il canale Youtube e il sito web della Fondazione Sinisgalli.

Matera 2019, gli auguri ai nuovi organi della Fondazione Sassi

La Fondazione Matera Basilicata 2019 saluta il nuovo presidente della Fondazione Sassi, Michele Morelli, e porge i suoi migliori auguri al nuovo Consiglio di amministrazione composto, tra gli altri, dal presidente uscente Vincenzo Santochirico, e al nuovo Consiglio di Fondazione.
La Fondazione Sassi è stata una delle realtà lucane protagoniste del programma culturale di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 con il progetto “La terra del pane”, festival multidisciplinare sul rapporto fra terra e pane, con ospiti di alto profilo dal mondo della cultura. L’augurio, in un momento difficile dal punto di vista culturale e umano, è che si faccia appello alle nostre comuni migliori energie per proficue collaborazioni future, nell’ intento di valorizzare quanto di meglio può esprimere il territorio e la città di Matera.
 

Rosa: “Total, sanzioni e ipocrisia”

“Dopo aver letto Lacorazza e Cifarelli, ritengo che di imbarazzate ci siano solo le loro dichiarazioni”. Lo dichiara l’assessore all’Ambiente, Gianni Rosa, in riferimento a interventi sui social dei due esponenti del Pd riportati anche dalla stampa regionale.
“Oggi – prosegue Rosa - gridano allo scandalo perché la Regione Basilicata per un singolo, specifico, episodio commina a Total una sanzione di 30.000 euro. Un topolino per Lacorazza.
Onestà intellettuale avrebbe voluto che, prima di parlare, avessero evidenziato l'atteggiamento che assumevano i governi regionali quando loro erano protagonisti diretti in circostanze analoghe.
Una premessa risulta essenziale: gli uffici preposti, nella loro autonomia amministrativa, si muovono nell'ambito di una normativa nazionale che fissa parametri sanzionatori ben precisi che vanno da un minimo di 1.500 euro ad un massimo di 15.000 euro.
Posto, quindi, che la normativa non è cambiata negli anni, ora passiamo ai fatti: dal novembre 2013 a marzo 2019, per fatti analoghi, rispetto all'altro Centro olio gestito da Eni, risultano emessi complessivamente 3 verbali di 1.550 euro cadauno. Quindi, in totale, negli anni richiamati, la Regione ha sanzionato applicando sempre il minimo edittale.
Ora, rispetto a ieri, l'unica cosa che è cambiato è il governo regionale che agisce in maniera 'imbarazzante'. Mi chiedo se siamo imbarazzanti noi o è più imbarazzante quanto accaduto negli anni in cui Lacorazza e Cifarelli governavano? Se 30.000 euro equivalgono ad un minuto di estrazioni, come afferma Cifarelli, 1.550 euro a quanto equivalgono? Ovviamente tutti gli atti sono pubblici e consultabili e sarebbe bene, prima di parlare, approfondire.
Prima di innescare polemiche, voglio concludere dicendo che, chiacchiere a parte, la questione è seria e non dovrebbe essere presa alla leggera. I cittadini devono sapere che il Governo Bardi ne è consapevole e sta agendo con fermezza, sempre nel solco della legalità”.


  

Deposito scorie nucleari, presentato il documento della Regione

“Le aree individuate come potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito nazionale e del parco tecnologico, interamente o parzialmente ricadenti nel territorio della regione Basilicata, devono essere riclassificate nell’ordine di idoneità, nel senso di una oggettiva bassa idoneità ovvero non idoneità, tale da giustificarne l’esclusione dalla Cnapi”. Si conclude così il Documento Unico delle Osservazioni Tecnico - Scientifiche (DOTS) alla “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”, che è stato illustrato oggi ai consiglieri regionali ed ai rappresentanti degli enti locali in una videoconferenza promossa dall’assessore all’Ambiente Gianni Rosa.

“La Basilicata esprime la totale unanime contrarietà alla proposta di localizzazione, costruzione ed esercizio del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico ex decreto legislativo n. 31/2010 redatta da Sogin nei 16 siti individuati e ricadenti nel territorio regionale”, ha ribadito il presidente della Regione Vito Bardi aprendo i lavori.

Bardi ha ricordato che il governo regionale “ha inteso esprimere una chiara volontà nel creare un percorso condiviso che esaltasse la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e alle decisioni politiche che riguardano, in modo diretto ed indiretto, tutto il territorio” ed ha inoltre seguito le indicazioni del Consiglio regionale, che in una risoluzione approvata all’unanimità il 13 febbraio scorso aveva impegnato la Giunta “a praticare ogni utile iniziativa finalizzata a far desistere il Governo da ogni possibilità di allocare sul territorio regionale il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, nominando una cabina di regia composto da persone in possesso delle competenze tecnico-scientifiche, nonché giuridiche, atte a scongiurare detta eventualità e promuovendo forme di partecipazione democratica della comunità regionale; di raccordare e supportare le iniziative congiunte con i Comuni direttamente coinvolti al fine di predisporre le necessarie osservazioni da presentare alla Sogin”.

“Il documento che si presenta oggi, dunque, rappresenta il risultato del lavoro intrapreso, di coordinamento delle istanze e condivisione degli intenti. Con lo stesso medesimo intento di unità – ha aggiunto Bardi -, la Regione Basilicata ha coinvolto e si è confrontata con la vicina Regione Puglia con la quale si condivide uno dei siti inseriti nella Cnapi. Il procedimento di formazione del presente documento assicura, quindi, una base solida alle osservazioni ivi contenute che non rappresentano un diniego immotivato ed egoistico nei confronti delle esigenze del Paese, una sterile contrapposizione istituzionale tra Stato e Regione, ma sono frutto di accurate riflessioni tecnico-scientifiche”.

“Siamo partiti dalla mappa dei criteri – ha spiegato il dirigente generale del Dipartimento Ambiente Giuseppe Galante illustrando la metodologia adottata - e abbiamo definito un metodo, scegliendo una regia regionale per non frantumare le osservazioni dei diversi territori e difendere unitariamente il territorio. Abbiamo puntato inoltre sulla condivisione dello spirito della consultazione pubblica, garantendo la massima trasparenza, la partecipazione di territori e comunità tecnico scientifiche, l’accessibilità delle informazioni e la divulgazione degli esiti del lavoro nei tempi previsti”.

“Il nostro fermo no, che abbiamo espresso sin dall’inizio, ad ogni ipotesi di localizzare in Basilicata il deposito dei rifiuti radioattivi – ha detto l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa - oggi è supportato non soltanto da dati politici ma da valutazioni tecniche e scientifiche che dimostrano che il nostro territorio non è idoneo ad ospitare il deposito. L’unità del popolo lucano è rappresentata dalle istituzioni che partecipano a questo incontro, dalla capacità di fare osservazioni tecniche e di ottemperare alle scadenze nonostante si parli di una proroga. E proprio il fatto che la Regione Basilicata non beneficerà della proroga del termine per la presentazione delle osservazioni rappresenta l’efficacia della compattezza delle posizioni assunte ai vari livelli istituzionali”.

Il Documento Unico delle Osservazioni Tecnico – Scientifiche, con le eventuali integrazioni che gli enti locali e il mondo dell’associazionismo potranno consegnare nelle prossime ore, sarà formalmente approvato dalla Giunta regionale e poi inviato entro il 5 marzo per la consultazione pubblica avviata dalla Sogin. 

Matera 2019, Casino Padula luogo vivo al servizio della comunità

Casino Padula è uno spazio vivo, curato, aperto a tutti, frequentato dai cittadini per passeggiare, leggere un libro sotto gli alberi, fare attività fisica, gestito della Fondazione Matera Basilicata 2019 senza soluzione di continuità con il percorso di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, che lo anima attraverso una serie di iniziative, compatibilmente con le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria.
E' quanto si legge in un comunicato stampa della Fondazione Matera-Basilicata 2019. 
A illustrare come questo spazio viene messo al servizio della comunità - prosegue la nota - sono stati la Direttrice della Fondazione Matera Basilicata 2019, Rossella Tarantino, il Segretario generale e manager amministrativo e finanziario, Giovanni Oliva, Massimiliano Burgi, manager del progetto Gardentopia, e Rita Orlando manager di Open Design School, in un incontro con la stampa questa mattina nel giardino di Casino Padula, cui hanno preso parte anche alcuni cittadini-giardinieri e cittadini-volontari.
In particolare, l’area verde che circonda la struttura, è stata adibita ad orto urbano che i cittadini di diversi quartieri di Matera curano e coltivano sin dalla fine del 2019, guidati dall’artista Luigi Coppola, nell’ambito del progetto Gardentopia. Attraverso dei workshop organizzati mensilmente a distanza con l’artista, i cittadini si scambiano buone pratiche sulla coltura delle piante, la selezione delle sementi, la potatura degli alberi, rafforzando la cura del bene comune. Una sala di Casino Padula è stata inoltre adibita a base operativa della neonata associazione “Volontari Open Culture 2019”, costituita a inizio febbraio da un gruppo di cittadini che hanno fatto parte del team dei volontari di Matera 2019, desiderosi di continuare a dare il proprio contributo, sia a livello locale che internazionale, nelle iniziative di carattere culturale.
Casino Padula è anche la sede di Open Design School, il laboratorio di progettazione e prototipazione di Matera 2019, che continua le sue progettualità e si afferma come modello a livello europeo, candidandosi così ad essere una delle principali eredità della Capitale Europea della Cultura. Nell’estate 2020 ODS ha realizzato tutti gli allestimenti per il Festival So Far So Close, che ha messo al centro le relazioni in fase infra-pandemica attraverso le arti performative, utilizzando fra i vari spazi all’aperto anche il giardino di Casino Padula, e ha dato vita ad un FabLab con workshop per bambini e ragazzi. L’ultima creazione di ODS sono gli allestimenti commissionati dal Comune di Miglionico per il Centro Polivalente “D’Amoroso Foco”, costruiti secondo i principi dell’economia circolare, ovvero riutilizzando i materiali già disponibili, senza buttare nulla. La metodologia di ODS è inoltre al centro del progetto internazionale finanziato dal programma Erasmus + “DeuS”, volto a sviluppare un percorso di formazione continua per le industrie culturali e creative europee. Grazie al suo percorso virtuoso, Open Design School è stato recentemente individuato dalla Commissione Europea quale esempio per il nuovo Bauhaus europeo lanciato dalla Presidente Ursula von der Leyen.
“Un’occasione – ha spiegato Tarantino - da cogliere per il nuovo rilancio di Matera e della Basilicata sulla scena internazionale, anche a partire da appuntamenti di grande rilievo come il G20 di giugno che vedrà nuovamente protagonista la città, a cui è importante legare iniziative di carattere culturale sul modello della co-creazione”.
 

Tempa Rossa, Rosa: sanzioni alla Total per 30 mila euro

Con nota del 23 febbraio dell’Ufficio Compatibilità ambientale, il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata ha notificato alla Total E&P Italia spa, gestore del Centro Olio Tempa Rossa, la determina del 18 febbraio 2021 con la quale vengono comminate alla società petrolifera sanzioni per 30 mila euro, riferite agli eventi anomali verificatisi dal 14 al 18 gennaio.
Le contestazioni riguardano l’inosservanza di quattro prescrizioni contenute nell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), così come previsto nella dgr n. 1888 del 2011.
Alla Total E&P Italia, in particolare, è stata contestata la violazione dell’obbligo di una corretta comunicazione in quanto non è stato possibile valutare in maniera certa l’entità degli eventi e dei malfunzionamenti. Inoltre, si è sanzionata la circostanza che non è stato possibile verificare il rispetto dei valori limite e delle prescrizioni di carattere gestionale.
All’erogazione della sanzione si è arrivati dopo un’attenta analisi dei fatti da parte dell’Ufficio Compatibilità ambientale e dell’Arpab, che ha visto anche interlocuzioni ufficiali con la Total.
“Le regole vanno rispettate e su questo - ha commentato l’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa – non transigiamo. Per gli ulteriori incidenti occorsi dopo il 18 gennaio sono anche per loro in corso le istruttorie previste dalla legge. Qualsiasi violazione delle norme ambientali e delle prescrizioni devono essere sanzionate. Lo abbiamo fatto adesso e lo faremo in futuro, senza sconti a nessuno”. 


Matera 2019 buona prassi per il progetto europeo Cre:Hub

Matera Capitale Europea della Cultura 2019 è la buona pratica europea selezionata dalla Regione Basilicata nell’ambito del progetto Interreg Europe “Cre:hub Politiche per le Industrie Culturali e Creative: l’HUB per lo sviluppo innovativo regionale” gestito per il tramite dell’Autorità di Gestione del PO FESR 2014-2020. Il percorso di Matera 2019 e il suo impatto sulle industrie culturali e creative è stato presentato oggi nel corso dell’evento online “Cultura e creatività: opportunità, sfide future e scenari di sviluppo” che ha chiuso il progetto.

Lo rende noto l’ufficio stampa della Fondazione Matera Basilicata 2019 specificando che “a raccontare tale percorso è stata la direttrice della Fondazione, Rossella Tarantino, in un viaggio attraverso il portale open data di Matera 2019, uno strumento che propone in formato aperto i dati sulla Capitale Europea della Cultura, affinché possano essere riutilizzati da ricercatori, giornalisti, studenti e generare così nuova cultura”.

“La gran mole di dati relativi ai servizi ed articoli dedicati a Matera 2019 sui media nazionali e internazionali – ha spiegato Tarantino – ci mostrano quanto il processo della Capitale Europea della Cultura sia riuscito a cambiare l’immagine della città, raccontata oggi come un luogo del Sud in cui tutto può diventare possibile. I dati raccontano inoltre l’importante investimento fatto in produzioni culturali originali di carattere internazionale, che ha generato degli impatti sia in termini di competenze e relazioni per la scena creativa locale, chiamata a realizzare una parte importante del programma di Matera 2019, sia a livello economico, con effetto spillover non solo sulle industrie culturali e creative, ma anche su altri settori. Questo ci consente di affermare la capacità della cultura di trainare l’economia, e non solo il contrario. Un assunto da tenere ben presente nel momento in cui si potrà far ripartire tutto il comparto culturale, così duramente colpito dalle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, e che viene rilanciato in questi giorni attraverso le diverse manifestazioni organizzate dai lavoratori dello spettacolo".

“La dimensione internazionale del percorso di Matera 2019, insieme a quella del coinvolgimento attivo dei cittadini - ha concluso Tarantino - sono ben esemplificati da uno dei progetti pilastro della Capitale Europea della Cultura, che si candida a diventare una delle sue principali eredità, ovvero l’Open Design School, centro di ricerca e prototipazione aperto alla comunità, basato sull’apprendimento permanente e lo scambio tra professionisti di provenienza e specializzazioni diverse”. 

Deposito scorie, il 25/2 videoconferenza con gli enti locali

Una riunione in videoconferenza, per illustrare i contenuti del Documento Unico delle Osservazioni Tecnico - Scientifiche (DOTS) alla “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi” (Cnapi) e raccogliere osservazioni e contributi.

L’ha convocata l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa per giovedì 25 febbraio, alle ore 11,00. Saranno presenti all’incontro il presidente della Regione Vito Bardi ed i componenti del governo regionale. Sono stati inoltre invitati a partecipare i consiglieri regionali, i presidenti delle Province di Potenza e Matera, i sindaci dei Comuni lucani interessati (Oppido Lucano, Acerenza, Genzano di Lucania, Irsina, Matera, Montescaglioso, Bernalda e Montalbano Jonico), il direttore generale dell’Arpab e il presidente dell’Anci Basilicata.

Il Documento Unico delle Osservazioni Tecnico - Scientifiche (DOTS) è il frutto degli approfondimenti svolti dai gruppi di lavoro istituiti presso il Dipartimento Ambiente sulla struttura idro-geomorfologica, la struttura naturalistica, la struttura antropica e le strutture strategiche di relazione delle zone indicate come potenziali siti, nell’ambito di un percorso che ha visto la partecipazione dei rappresentanti degli enti locali, degli ordini professionali, delle istituzioni scientifiche e dei tecnici dei diversi Dipartimenti della Regione.

Dopo la riunione con gli enti locali, la prima parte del percorso amministrativo previsto dal decreto legislativo n. 31/2010 si concluderà nei prossimi giorni con la formale approvazione del DOTS, attraverso il quale la Giunta regionale parteciperà alla consultazione pubblica. Successivamente questo Documento sarà presentato pubblicamente in un incontro con i giornalisti. 

Casino Padula, il 24/2 incontro con la stampa di Matera 2019

Mercoledì 24 febbraio alle 11:00 nel Casino Padula a Matera, “verranno illustrate alla stampa le attività che stanno animando questo spazio di comunità gestito dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 senza soluzione di continuità con il percorso della Capitale Europea della Cultura e compatibilmente con le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria”.

Lo rende noto l’ufficio stampa della Fondazione, specificando che “l’incontro sarà l’occasione per approfondire i progetti europei che stanno vedendo protagonista Open Design School e il processo di cura dell’orto urbano che stanno portando avanti i cittadini di diversi quartieri della città”.

Patriarchi da frutto, al via i rilievi in campo dell’Alsia

Hanno inizio questa mattina i lavori di rilievo in campo dei “patriarchi” da frutto, i grandi alberi antichi della Basilicata. Li effettueranno i tecnici dell’Azienda agricola sperimentale dimostrativa dell’ALSIA “Pollino” di Rotonda (PZ), con il supporto scientifico di Gianluca Piovesan, dell’Università degli Studi della Tuscia.
Si tratta della seconda fase della “Ricognizione dei patriarchi da frutto della Basilicata” per il recupero e valorizzazione della agrobiodiversità, un’iniziativa avviata lo scorso anno dall'ALSIA nell'ambito del progetto “FINoPom”, e finanziata dalla Regione Basilicata con la misura 10.2 “Agrobiodiversità” del PSR, il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020.
La prima fase del progetto, quella della individuazione dei patriarchi da frutto, si è avvalsa – nei mesi precedenti – anche delle numerose segnalazioni pervenute da agricoltori-custodi della biodiversità, da tecnici, da appassionati, o anche da viandanti. Sono stati 177 i patriarchi segnalati, di cui 164 in provincia di Potenza (in 29 comuni) e 13 in quella di Matera (6 comuni).
Quella del censimento dei "grandi vecchi" da frutto della Basilicata non è solo un’attività complementare a quella effettuata dalla Regione con l’istituzione dell’elenco degli alberi monumentali di particolare interesse paesaggistico e naturalistico, realizzato sulla base di quanto previsto dal Decreto Interministeriale 23 ottobre 2014 (“Istituzione dell’elenco degli alberi monumentali d’Italia e principi e criteri direttivi per il loro censimento”). Negli ultimi cento anni sono infatti scomparse 3 varietà/ecotipi di alberi da frutto su quattro. A fine ‘800 erano presenti in Italia 8.000 accessioni di piante da frutto: oggi ne sono rimaste circa 2.000 ma, di queste, 1.500 sono a rischio di estinzione. Le difficoltà di raccolta e trasporto, e i gusti della grande distribuzione, hanno fatto sì che su poche varietà si concentrasse nel tempo la coltivazione, mentre tutte le altre – pur molto funzionali sui mercati locali - fossero abbandonate a sé stesse. Nei maestosi “patriarchi vegetali” rimasti quasi dimenticati nei fondi aziendali o nei frutteti familiari, quindi, non ci sono soltanto tracce della nostra storia, delle nostre tradizioni e culture popolari, ma anche un patrimonio di biodiversità che va salvaguardato e valorizzato.
I lavori in campo saranno conclusi entro il 2021. Delle piante oggetto del censimento, che saranno tutte classificate e georeferenziate, saranno rilevate varie caratteristiche, come ad esempio la dimensione della circonferenza del tronco, la longevità, la rarità della varietà, il rischio di erosione genetica, e anche la motivazione della segnalazione (dimensioni, forma, rarità, valore architettonico etc.).
Tutto le specie frutticole censite saranno iscritte nel Repertorio regionale e nell’Anagrafe nazionale sulle varietà a rischio di estinzione. Per quelle che dovessero presentare i requisiti previsti dalla normativa vigente, sarà anche proposta l’iscrizione nell'elenco degli alberi monumentali regionali.
 

Deposito scorie radioattive, tavolo tecnico struttura antropica_2

Da un lato ci sono le strategie statali, regionali ed europee, che nel corso del tempo hanno portato all’adozione di programmi e di ingenti investimenti finanziari per promuovere la cultura e il turismo, valorizzare le aree interne ed i sistemi produttivi locali, tutelare il paesaggio. Dall’altro c’è la “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi” (Cnapi), che di questi programmi sembra non tenere conto, avendo incluso fra le “aree potenzialmente idonee” anche quelle zone in cui lo Stato e le Regioni hanno deciso di fare ben altro. E persino un’area vicinissima a quella dichiarata dall’Unesco “Patrimonio mondiale dell’Umanità”, aree dichiarate di notevole interesse pubblico per la tutela del patrimonio culturale ed aree a pascolo inserite nel Catalogo Nazionale dei Paesaggi Rurali storici.

È il caso delle aree ricadenti nei Comuni di Matera, Montalbano Jonico, Bernalda e Montescaglioso (indicate con i codici MT-3, BA_MT-4, BA_MT-5, TA_MT-17, TA_MT-18, MT-1, MT-2, MT-15, MT-16), come emerge dagli approfondimenti svolti nelle ultime riunioni dal gruppo di lavoro sulla “struttura antropica”, uno dei cinque istituiti presso il Dipartimento Ambiente della Regione per formulare le osservazioni tecniche alla Cnapi.

Ai lavori dell’organismo dedicati all’esame di queste aree, hanno partecipato, coordinati dall’architetto Anna Abate, i rappresentanti delle amministrazioni locali di Bernalda, Matera, Irsina, dell’Ordine degli architetti e dell’Ordine degli agronomi Matera, dell’Apt, dell’Unibas, della Soprintendenza ai beni monumentali e paesaggistici, scuola di archeologia dell’Unibas, del Dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata. Presente inoltre anche un tecnico della Regione Puglia.

Le aree indicate con i codici MT-3, BA_MT-4, BA_MT-5, TA_MT-17, TA_MT-18, quelle fra Matera e la vicina Puglia, sono molto vicine (a meno di un chilometro) al Parco delle Chiese rupestri ed al Parco dell’Alta Murgia barese. E già questo dovrebbe indurre a considerare con molta attenzione i “criteri di approfondimento” che nel documento della Sogin vengono indicati in uno specifico programma che invita a prendere in esame “fattori socio – economici e culturali, pianificazione territoriale, disponibilità delle reti di trasporto”. Inoltre, in relazione al settore delle produzioni agricole, si evidenzia che i siti MT1, MT2, MT14 e MT16 ricadono interamente nel comprensorio irriguo del Metapontino e che si stanno prendendo in esame dati sugli investimenti pubblici circa l’irrigazione, la redditività delle colture, la presenza di colture di pregio, la presenza di attività zootecniche, oltre che la presenza di aree estrattive, di luoghi di interesse storico, archeologico e paesaggistico, la presenza di usi civici e proprietà collettive.

“Tutti elementi che segnalano una palese incongruenza con le aree indicate – afferma l’assessore regionale all’Ambiente Gianni Rosa – perché nel documento della Sogin non si tiene conto del fatto che sia le zone indicate sulla direttrice Matera – Irsina – Genzano – Oppido Lucano, che quelle riguardanti il Metapontino, sono oggetto di pianificazione culturale e paesaggistica da molti anni, con tanto di decreti ministeriali di dichiarazione di interesse pubblico, come nel caso di Irsina, solo per fare un esempio. E in questo quadro appare addirittura singolare l’indicazione di siti che si trovano a poche centinaia di metri dai Sassi di Matera e dall’Altopiano murgico”.

Ci sono le strategie statali per lo sviluppo del turismo, che spingono verso progetti interregionali come quelli dedicati alla valorizzazione dell’antica via Appia e della via Francigena, al centro tra l’altro di una delibera di adesione approvata dalla Giunta regionale nel 2015 e di un accordo siglato nel 2018. C’è la strategia nazionale per la valorizzazione e fruizione del patrimonio minore delle aree interne, dei prodotti locali e dei monumenti. E poi c’è il progetto sulla transumanza, riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio dell’umanità: con una delibera della Giunta del 2016 è stato approvato il dossier di candidatura con l’Abruzzo capofila e la cartografia mostra che questo progetto riguarda aree molto vicine ai siti indicati dalla Sogin, su cui sono in corso ulteriori approfondimenti sulla ricostruzione della matrice insediativa storica, fra Genzano e Matera, della presenza di reti tratturali, che riscontrano un uso antico del territorio e la presenza di molte masserie a presidio della zona.

Analogamente per i siti indicati con i codici MT-1, MT-2, MT-15, MT-16 (Montalbano Jonico, Bernalda, Montescaglioso) va ricordato che tutta l’area del Metapontino rientra nel Pano paesistico varato negli anni ’90 ed ancora vigente. Naturalmente in quest’area pesa particolarmente la presenza di un comparto agricolo di qualità, che nonostante la crisi ha fatto registrare un incremento del numero di imprese, con un comparto ortofrutticolo importante ed un peso rilevante per la produzione delle fragole, che su tutto l’arco ionico interessa circa mille ettari, e per le colture olivicole che segnano la testimonianza storica della nostra agricoltura. Ma nella fascia Jonica si segnalano anche tantissimi ritrovamenti archeologici, che testimoniano un uso antico e storico del territorio, e la presenza di usi civici e proprietà collettive, in particolare fra Bernalda e Montalbano Jonico, che dovrebbe essere considerata motivo di esclusione.

“L’attività dei gruppi di lavoro istituiti dal Dipartimento Ambiente – afferma il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi – sta producendo approfondimenti di grande interesse che i nostri tecnici stanno traducendo in serie ed argomentate osservazioni. Emerge chiaramente che al di là delle motivazioni generali e di carattere politico, ci sono ragioni scientifiche solide e inoppugnabili per motivare il nostro no ad ogni ipotesi di localizzazione in Basilicata del sito dei rifiuti nucleari. Credo che a breve saremo in grado di presentare pubblicamente i risultati del lavoro svolto dai tecnici, che in un rapporto di proficua collaborazione con la Regione Puglia proporremo poi nella consultazione pubblica avviata sulla Cnapi”.