Matera 2019, gli auguri ai nuovi organi della Fondazione Sassi

La Fondazione Matera Basilicata 2019 saluta il nuovo presidente della Fondazione Sassi, Michele Morelli, e porge i suoi migliori auguri al nuovo Consiglio di amministrazione composto, tra gli altri, dal presidente uscente Vincenzo Santochirico, e al nuovo Consiglio di Fondazione.
La Fondazione Sassi è stata una delle realtà lucane protagoniste del programma culturale di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 con il progetto “La terra del pane”, festival multidisciplinare sul rapporto fra terra e pane, con ospiti di alto profilo dal mondo della cultura. L’augurio, in un momento difficile dal punto di vista culturale e umano, è che si faccia appello alle nostre comuni migliori energie per proficue collaborazioni future, nell’ intento di valorizzare quanto di meglio può esprimere il territorio e la città di Matera.
 

Rosa: “Total, sanzioni e ipocrisia”

“Dopo aver letto Lacorazza e Cifarelli, ritengo che di imbarazzate ci siano solo le loro dichiarazioni”. Lo dichiara l’assessore all’Ambiente, Gianni Rosa, in riferimento a interventi sui social dei due esponenti del Pd riportati anche dalla stampa regionale.
“Oggi – prosegue Rosa - gridano allo scandalo perché la Regione Basilicata per un singolo, specifico, episodio commina a Total una sanzione di 30.000 euro. Un topolino per Lacorazza.
Onestà intellettuale avrebbe voluto che, prima di parlare, avessero evidenziato l'atteggiamento che assumevano i governi regionali quando loro erano protagonisti diretti in circostanze analoghe.
Una premessa risulta essenziale: gli uffici preposti, nella loro autonomia amministrativa, si muovono nell'ambito di una normativa nazionale che fissa parametri sanzionatori ben precisi che vanno da un minimo di 1.500 euro ad un massimo di 15.000 euro.
Posto, quindi, che la normativa non è cambiata negli anni, ora passiamo ai fatti: dal novembre 2013 a marzo 2019, per fatti analoghi, rispetto all'altro Centro olio gestito da Eni, risultano emessi complessivamente 3 verbali di 1.550 euro cadauno. Quindi, in totale, negli anni richiamati, la Regione ha sanzionato applicando sempre il minimo edittale.
Ora, rispetto a ieri, l'unica cosa che è cambiato è il governo regionale che agisce in maniera 'imbarazzante'. Mi chiedo se siamo imbarazzanti noi o è più imbarazzante quanto accaduto negli anni in cui Lacorazza e Cifarelli governavano? Se 30.000 euro equivalgono ad un minuto di estrazioni, come afferma Cifarelli, 1.550 euro a quanto equivalgono? Ovviamente tutti gli atti sono pubblici e consultabili e sarebbe bene, prima di parlare, approfondire.
Prima di innescare polemiche, voglio concludere dicendo che, chiacchiere a parte, la questione è seria e non dovrebbe essere presa alla leggera. I cittadini devono sapere che il Governo Bardi ne è consapevole e sta agendo con fermezza, sempre nel solco della legalità”.


  

Deposito scorie nucleari, presentato il documento della Regione

“Le aree individuate come potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito nazionale e del parco tecnologico, interamente o parzialmente ricadenti nel territorio della regione Basilicata, devono essere riclassificate nell’ordine di idoneità, nel senso di una oggettiva bassa idoneità ovvero non idoneità, tale da giustificarne l’esclusione dalla Cnapi”. Si conclude così il Documento Unico delle Osservazioni Tecnico - Scientifiche (DOTS) alla “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”, che è stato illustrato oggi ai consiglieri regionali ed ai rappresentanti degli enti locali in una videoconferenza promossa dall’assessore all’Ambiente Gianni Rosa.

“La Basilicata esprime la totale unanime contrarietà alla proposta di localizzazione, costruzione ed esercizio del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico ex decreto legislativo n. 31/2010 redatta da Sogin nei 16 siti individuati e ricadenti nel territorio regionale”, ha ribadito il presidente della Regione Vito Bardi aprendo i lavori.

Bardi ha ricordato che il governo regionale “ha inteso esprimere una chiara volontà nel creare un percorso condiviso che esaltasse la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e alle decisioni politiche che riguardano, in modo diretto ed indiretto, tutto il territorio” ed ha inoltre seguito le indicazioni del Consiglio regionale, che in una risoluzione approvata all’unanimità il 13 febbraio scorso aveva impegnato la Giunta “a praticare ogni utile iniziativa finalizzata a far desistere il Governo da ogni possibilità di allocare sul territorio regionale il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, nominando una cabina di regia composto da persone in possesso delle competenze tecnico-scientifiche, nonché giuridiche, atte a scongiurare detta eventualità e promuovendo forme di partecipazione democratica della comunità regionale; di raccordare e supportare le iniziative congiunte con i Comuni direttamente coinvolti al fine di predisporre le necessarie osservazioni da presentare alla Sogin”.

“Il documento che si presenta oggi, dunque, rappresenta il risultato del lavoro intrapreso, di coordinamento delle istanze e condivisione degli intenti. Con lo stesso medesimo intento di unità – ha aggiunto Bardi -, la Regione Basilicata ha coinvolto e si è confrontata con la vicina Regione Puglia con la quale si condivide uno dei siti inseriti nella Cnapi. Il procedimento di formazione del presente documento assicura, quindi, una base solida alle osservazioni ivi contenute che non rappresentano un diniego immotivato ed egoistico nei confronti delle esigenze del Paese, una sterile contrapposizione istituzionale tra Stato e Regione, ma sono frutto di accurate riflessioni tecnico-scientifiche”.

“Siamo partiti dalla mappa dei criteri – ha spiegato il dirigente generale del Dipartimento Ambiente Giuseppe Galante illustrando la metodologia adottata - e abbiamo definito un metodo, scegliendo una regia regionale per non frantumare le osservazioni dei diversi territori e difendere unitariamente il territorio. Abbiamo puntato inoltre sulla condivisione dello spirito della consultazione pubblica, garantendo la massima trasparenza, la partecipazione di territori e comunità tecnico scientifiche, l’accessibilità delle informazioni e la divulgazione degli esiti del lavoro nei tempi previsti”.

“Il nostro fermo no, che abbiamo espresso sin dall’inizio, ad ogni ipotesi di localizzare in Basilicata il deposito dei rifiuti radioattivi – ha detto l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa - oggi è supportato non soltanto da dati politici ma da valutazioni tecniche e scientifiche che dimostrano che il nostro territorio non è idoneo ad ospitare il deposito. L’unità del popolo lucano è rappresentata dalle istituzioni che partecipano a questo incontro, dalla capacità di fare osservazioni tecniche e di ottemperare alle scadenze nonostante si parli di una proroga. E proprio il fatto che la Regione Basilicata non beneficerà della proroga del termine per la presentazione delle osservazioni rappresenta l’efficacia della compattezza delle posizioni assunte ai vari livelli istituzionali”.

Il Documento Unico delle Osservazioni Tecnico – Scientifiche, con le eventuali integrazioni che gli enti locali e il mondo dell’associazionismo potranno consegnare nelle prossime ore, sarà formalmente approvato dalla Giunta regionale e poi inviato entro il 5 marzo per la consultazione pubblica avviata dalla Sogin.