Rosa: prima di parlare, Cifarelli si legga i documenti

"Il metodo spot cui la sinistra ci ha abituato non fa parte della tradizione di centrodestra. Il Consigliere Cifarelli dovrebbe averlo già capito ma a quanto pare è molto distratto. Tanto distratto da non aver partecipato agli incontri delle Plenarie della Regione Basilicata per il Pnrr Ambiente ed Energia a cui è stato invitato, come tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione. Tuttavia, si permette di parlare di cose che non ha voluto approfondire.
Se si fosse impegnato a partecipare avrebbe capito, innanzitutto, che il metodo del governo di centrodestra è quello della condivisione tra tutti i Dipartimenti con la supervisione del presidente Bardi che ci rappresenta tutti. È un metodo che riguarda tutte le scelte, non solo quelle relative al Pnrr. Per fortuna, noi non abbiamo uomini soli al comando.
Respingiamo al mittente, quindi, i tentativi del consigliere Cifarelli di seminare diffidenza tra i componenti della Giunta. È un atteggiamento che denota carenza di argomenti.
La struttura organizzativa congegnata dalla Regione, che coinvolge tutti gli stakeholders interessati dal Pnrr, è sempre la medesima. Del resto, ad esempio, il Cnr è interessato sia dalla missione ‘Transizione ecologica’ che dalla missione propriamente relativa alla ‘Istruzione, formazione, ricerca e cultura’ ma anche a tutte le altre.
Probabilmente la mancanza di metodo e di chiarezza cui è abituato il centrosinistra non fa cogliere al consigliere Cifarelli l’inutilità di moltiplicare le strutture che alla fine devono rispondere ad un’unica logica: la programmazione regionale che è, appunto, unitaria.
I tavoli cui fa riferimento sono i tavoli che si occupano dell’analisi dei bandi del Pnrr, tra i quali quelli della Missione 2 del Pnrr, relativa alla transizione ecologica.
Bandi tra i quali rientrava anche la candidatura a Centro di Alta Tecnologia Ambiente ed Energia che il governo nazionale ha fatto sparire da un giorno all’altro. Non è, dunque, l’assessore Rosa che “ha abbandonato l’idea iniziale di un Centro di Alta Tecnologia per l’Ambiente e Energia”. Se si fosse applicato avrebbe dovuto saperlo. E visto che il consigliere Cifarelli è stato uno di quelli che aveva accolto la possibilità di ospitare il centro come fosse l’unica opportunità di sviluppo della Basilicata, magari, invece di parlare di cose che non sa, potrebbe spiegarci il perché il governo nazionale, che appoggia, li ha cancellati.
La confusione del consigliere raggiunge il massimo quando parla dei 5 Hub&Spoke. Cifarelli confonde il progetto del Centro di Alta Tecnologia Ambiente ed Energia, verso il quale era inizialmente orientata la Regione ma che, come detto, è stato cancellato dal governo, con gli Hub&Spoke previsti nella Missione 4 del Pnrr.
La Missione 4, lo ricordiamo al consigliere, riguarda la ricerca ma si articola in numerosi bandi suddivisi per 4 misure, alcuni dei quali riguardano la ricerca: Partenariati estesi alle università, ai centri di ricerca, alle aziende per il finanziamento di progetti di ricerca di base, tra i quali rientrano, ad esempio, la linea “Rischi ambientali, naturali e antropici”;  Rafforzamento delle strutture di ricerca per la creazione di "campioni nazionali di ricerca e sviluppo" su alcune tecnologie abilitanti, individuati come Centri Nazionali; Creazione e rafforzamento di "Ecosistemi dell’innovazione" come leader territoriali di ricerca e sviluppo; Realizzazione di un sistema integrato di Infrastrutture di Ricerca e Infrastrutture tecnologiche di Innovazione. Gli Hub&Spokerappresentano solo una di queste misure a cui, tra l’altro, la Regione Basilicata sta lavorando con il Cnr come capofila.
Tra l’altro, Cifarelli fa finta di non sapere che il Dipartimento che guido si occupa di energia, certamente, ma anche di ambiente, con tutte le inferenze nei campi della ricerca.
In conclusione, a parte “l’imbarazzo che traspare dai tanti soggetti che partecipano ai diversi incontri previsti dai Tavoli Tematici” che è percepito solo dal consigliere Cifarelli forse proprio per la confusione relativa all’argomento che non ha molto ben approfondito, lo invito a venire a chiedere chiarimenti al Dipartimento che è sempre aperto a tutti coloro che vogliono partecipare costruttivamente.
Con riguardo alle esternazione delle ultime ore del consigliere Cifarelli sulla vicenda San Sago, su cui dimostra di non aver letto alcunché e di non avere la minima idea di cosa scrive, quasi come se lo facesse sotto dettatura, la sconclusionatezza delle affermazioni, confondendo autorizzazioni e V.Inc.A, competenze amministrative e perimetri di salvaguardia, non merita risposta. E nel caso avesse voglia, per una volta tanto, di ripiegarsi sulle carte, qualora avesse ancora dubbi, il Dipartimento è sempre disponibile per chiarimenti”.
Lo afferma, in una nota, l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa.


Asm. variazione orario punto vaccinale di Tinchi

L’Azienda Sanitaria di Matera comunica che dal 10 novembre la sede vaccinale di Tinchi, a causa della notevole riduzione delle somministrazioni, sarà aperta tutti i giorni solo di mattina, compresi i giorni festivi e prefestivi, dalle ore 8.00 alle ore 14.00.
Gli utenti che si erano già prenotati sulla Piattaforma di Poste verranno contattati per ricevere data e orario in cui recarsi per la vaccinazione.

“I Colori delle stagioni”, domenica 31 nei castagneti del Vulture

Si sposta nel Vulture domenica 31 ottobre “I Colori delle stagioni”, un’iniziativa organizzata dal Dipartimento all’Ambiente ed Energia della Regione in collaborazione con l’Apt, i Parchi, gli enti e le associazioni, per conoscere inediti di alcune aree della Basilicata in compagnia di guide locali e narratori d’eccezione.
L’appuntamento è alle 9 presso il Bosco Laviano a Melfi. Il programma prevede una passeggiata nel castagneto, con la narrazione dei luoghi e la possibilità di raccogliere castagne.  Alle 12,30 prevista una visita al museo di storia naturale del Vulture situato nell’Abbazia di San Michele Arcangelo a Monticchio  Si concluderà con una degustazione di prodotti tipici.
“I Colori delle stagioni” si colloca nel brand Ambiente Basilicata, con il quale il Dipartimento Ambiente intende fare conoscere quanto si fa di concreto per tutelare il patrimonio naturalistico lucano e avvicinare i cittadini alle buone pratiche di rispetto e difesa del territorio
Per partecipare è necessario prenotarsi chiamando al 3470887980 o inviare una mail all’indirizzo antabasilicata@gmail.com

Gestione rifiuti, Rosa: nuovi impianti per la raccolta differenzia

“Sono particolarmente orgoglioso del progetto che Corepla ha realizzato con la Regione Basilicata per l’impiego degli eco-compattatori nella raccolta differenziata dei contenitori per liquidi in PET ad uso alimentare. Con questa iniziativa, la prima in assoluto nel suo genere, che prevede un investimento della Regione di 3 milioni di euro, vogliamo dotare i Comuni della Basilicata di nuovi impianti tecnologici che stimolino i cittadini, anche grazie agli incentivi previsti dal cosiddetto ‘decreto mangiaplastica’. Con Corepla stiamo realizzando uno studio per trovare una soluzione adatta alla nostra Regione e stiamo valutando i bandi del Pnrr per poter muovere dei passi concreti e decisivi per la raccolta differenziata”.

Lo ha detto Gianni Rosa, assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, che oggi a Rimini nel corso della 24^ edizione di Ecomondo, ha partecipato a un incontro pubblico per la presentazione del “Progetto tracciatura”, l’iniziativa avviata da Corepla (il Consorzio nazionale che si occupa di raccolta, riciclo e recupero degli imballaggi in plastica) che prevede incentivi per i Comuni che decidono di installare gli eco-compattatori.

Grazie alla diffusione dei raccoglitori e al meccanismo di premialità, i cittadini che conferiscono il proprio imballaggio, accumulano punti che possono poi essere convertiti in premi o sconti da parte delle attività del territorio che hanno aderito al progetto.

Ad oggi gli eco-compattatori certificati Corepla sono 61, di cui 15 nella sola città di Genova, 12 in Sicilia e gli altri divisi tra Lombardia, Umbria, Marche, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria.

“Gli uffici del Dipartimento Ambiente – ha aggiunto Rosa - stanno lavorando alacremente per l’aggiornamento del Piano dei rifiuti e per candidare al finanziamento del PNRR in tempo utile una serie di progetti per modernizzare il sistema della raccolta e della gestione dei rifiuti. Vogliamo organizzare il sistema di raccolta, riciclo e riuso in modo moderno ed efficiente assumendo come priorità la protezione dell’ambiente. Con la collaborazione degli enti preposti e dei Comuni credo che possiamo vincere questa sfida”. 

SB, concluso quarto incontro tematico progetto Labelscape

Si è concluso il quarto degli incontri tematici del progetto Labelscape gestito da Sviluppo Basilicata.
Labelscape è un progetto finanziato dal programma europeo InterregMed che mira a rafforzare il ruolo della certificazione di sostenibilità turistica nelle politiche del turismo regionali, al fine di migliorare la gestione turistica sostenibile e responsabile delle destinazioni costiere del Mediterraneo.
I partner di progetto provengono da 7 paesi tra cui, oltre l’Italia, Slovenia, Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, Croazia.
I primi quattro incontri tematici hanno inteso presentare il progetto Labelscape e al fine di valorizzare l’importanza della certificazione di sostenibilità turistica per le politiche di attrazione e di sviluppo di un turismo internazionale di qualità. Proprio per questo nei vari incontri sono intervenuti i rappresentanti di enti di certificazione, delle associazioni italiane del turismo responsabile, di società di certificazione ambientale e, per concludere, rappresentanti delle etichette ecologiche delle strutture ricettive, e delle altre regioni italiane a testimonianza di quello che già avviene in altre parti d’Italia. In tutti e quattro gli appuntamenti significativa è stata la presenza dell’APT Basilicata che sta accompagnando il progetto nelle sue diverse fasi dimostrando una grande sintonia e spirito di collaborazione con Sviluppo Basilicata.
Per dare continuità alle attività progettuali, è prevista la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con l’obiettivo di elaborare documenti per aumentare la competitività del turismo sostenibile e raccontare i risultati ottenuti anche tramite una piattaforma ad hoc.
Per Gabriella Megale, Amministratrice Unica di Sviluppo Basilicata: “In una logica di ripresa delle attività turistiche, la componente “sostenibilità” svolge un ruolo decisivo, perché qualifica l’offerta dei servizi e di conseguenza è in grado di aumentare l’attrattività delle imprese. Su questa logica si fonda la mission del progetto che, attraverso gli incontri tematici, moderati da The European House Ambrosetti,  ha delineato una proficua tessitura di idee, testimonianze e azioni concrete e strategiche per fornire alle imprese gli strumenti adeguati per il rafforzamento dell'offerta turistica, con l’obiettivo nel medio periodo di implementare la creazione di un marchio per identificare il  turismo sostenibile, tentando di fornire anche un sostegno economico alle imprese nel loro percorso di certificazione di sostenibilità turistica”.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito https://www.sviluppobasilicata.it/Progetti/Scopri-i-progetti-in-corso/Labelscape o contattare il numero 0971/50 66 1.


Vitivinicoltura, il 28/10 incontro informativo dell’Alsia a Ruoti

“L’Asprinio – la vitivinicoltura e Michele Carlucci tra storia, innovazione e tradizione”: sarà questo il tema dell’incontro informativo in programma il 28 ottobre 2021 a Ruoti, in località Taverna Foi, con inizio alle ore 17:00.

“Si tratta di un evento organizzato nell’ambito del progetto “Promozione e valorizzazione della cultura e dei territori di Ruoti: la vite – il vino - l’uomo” – ha spiegato Aniello Crescenzi, direttore dell’ALSIA, l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura – a seguito di un protocollo d’intesa firmato nel 2019 tra il Comune di Ruoti, l’Associazione Culturale - Recupero Tradizioni Ruotesi, l’Istituto Superiore Istruzione Secondaria “De Sanctis–D’Agostino” di Avellino, e l’ALSIA, e finalizzato alla valorizzazione della vitivinicoltura delle aree interne”.

“La prima parte dell’incontro – ha aggiunto Crescenzi - sarà dedicata a ricordi ed approfondimenti sulla figura di Michele Carlucci, uno dei più grandi maestri dell’enologia moderna originario appunto di Ruoti, ed i suoi impegni nel campo vitivinicolo. La seconda parte, invece, sarà orientata alle conoscenze acquisite sui vitigni lucani, individuati attraverso le ricerche e le analisi prodotte da Angelo Caputo del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) di Turi (BA) e impiantati presso il campo collaudo dell’Azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa dell’ALSIA “Bosco Galdo”, a Villa D’Agri di Marsicovetere (PZ). Inoltre, sarà illustrata l’attività volta presso i laboratori ALSIA del Centro Ricerche Metapontum Agrobios, sulla selezione di cloni tolleranti all’oidio con i nuovi metodi di genome editing per colture più sostenibili sia dal punto di vista economico che ambientale”.

“Parte da lontano – ha ricordato Crescenzi - l’attenzione della Basilicata agli antichi vitigni autoctoni lucani: dal 2008, con il progetto Basivin Sud, finanziato dalla Regione e con il contributo del Comune di Viggiano, nell’ambito del quale l’ALSIA sottoscrisse con il CRA, oggi CREA, un rapporto di collaborazione per il recupero e la valorizzazione delle principali varietà locali di vite presenti nei comprensori della Val d’Agri, del Medio Sinni-Pollino, del Materano e del Vulture. La conservazione in situ si concretizzò nell’Azienda “Bosco Galdo” dell’ALSIA, dove fu realizzato un vigneto-catalogo di biotipi di vite. E poi dal 2016, con il progetto Pro Basivin, finanziato dall’ALSIA, sempre in collaborazione con il CREA di Turi, che permette di utilizzare ai fini produttivi una parte dei cloni autoctoni recuperati, passando per l’iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Vino (RNVV) e la Classificazione Regionale”.

“Negli ultimi anni – ha detto ancora il direttore Crescenzi - dopo averne verificando l’originalità genetica, è stato recuperato e moltiplicato anche l’Asprinio di Ruoti, con la concreta possibilità di giungere all’importante risultato dell’iscrizione del vitigno Ruotese nel Registro nazionale delle varietà delle viti da vino, se nei prossimi mesi si provvederà a completare, con l’impegno di tutti i partner, il dossier da presentare a corredo dell’iscrizione. Le attese del mondo vitivinicolo regionale sul recupero dei vitigni sono molte - ha concluso Crescenzi - sapendo che le ricadute economiche e culturali legate al concetto di “terroir”, con l’aggiunta di valori come “tipicità” e “unicità”, sono fondamentali per riappropriarsi e rafforzare l’identità della Basilicata”.

Programma dell’incontro:

Apertura lavori: Anna Maria Scalise, Sindaco di Ruoti
Introduce e modera: Aniello Crescenzi, Direttore dell’ALSIA Basilicata

Interventi programmati
Maria Troiano, Recupero tradizioni Ruotesi – Archivio storico Carlucci
Anna Pilogallo, Polo Bibliotecario Nazionale della Basilicata - Fondo Carlucci
Ettore Bove, Un ricordo personale di Michele Carlucci
Michele Miglionico, Presidente Gruppo di Azione Locali “PerCorsi”
Pietro Caterini, Dirigente Scolastico Istituto Superiore Istruzione Secondaria “De Sanctis-D’Agostino” di Avellino

Relazioni tecniche
Enologo Francesco Pisani, ALSIA Area Programmazione e Sviluppo - I vitigni Autoctoni: una identità ritrovata per uno sviluppo sostenibile locale.
Caterina D’Ambrosio, ALSIA Area Ricerca e Servizi Avanzati - Tecnologie per l’Evoluzione Assistita applicate al miglioramento genetico dei vitigni Aglianico e Primitivo.

Dibattito

Chiusura Lavori: Francesco Fanelli, Vice Presidente Giunta Regionale  

Deposito unico, Rosa: la Basilicata esprime l’unanime contrarietà

La Basilicata esprime la totale, unanime, contrarietà alla proposta di localizzazione, costruzione ed esercizio del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico ex D.lgs. n. 31/2010, redatta da So.G.I.N. S.p.A. nei 17 siti individuati e ricadenti nel territorio regionale.
Possiamo permetterci di affermare che questa posizione è unanime perché le Province, i Comuni interessati, l’Anci, in rappresentanza di tutti i Comuni della Regione, la comunità scientifica regionale (UNIBAS, CNR, CGIAM, ARPAB), i corpi sociali e professionali e le Associazioni di settore hanno partecipato, a vario titolo, alla redazione del “Documento delle Osservazioni Tecnico-Scientifiche” (DOTS), approvato dalla Giunta Regionale nella seduta dello scorso 2 marzo e trasmesso a So.G.I.N. S.p.A. il 4 marzo.
Con altrettanta visione di unità, la Regione ha coinvolto nelle sue valutazioni anche la vicina Regione Puglia direttamente cointeressata in due dei 17 siti individuati in Basilicata.
Questo importante documento è frutto di un lavoro di condivisione e di partecipazione che costituisce l’espressione di tutti i cittadini lucani; è frutto del difficile lavoro di coordinamento svolto dalla Direzione Generale del Dipartimento Ambiente e Energia, con il prezioso supporto di FARBAS; è frutto dello sforzo congiunto di tutti i funzionari e collaboratori del Dipartimento Ambiente. E permettetemi di esprimere il mio apprezzamento ed un sentito ringraziamento perché è grazie a tutti se la piccola Basilicata è riuscita a produrre un documento tecnico tanto corposo nei tempi e nelle modalità previste dalla procedura, senza tenere conto della proroga assegnata negli ultimi giorni.
Il DOTS trasmesso, quindi, rappresenta il risultato del coordinamento delle istanze e condivisione di intenti dei cittadini lucani ma è soprattutto un documento tecnico-scientifico che analizza in maniera obbiettiva le criticità della proposta So.G.I.N. S.p.A., che emergono sin da una prima lettura del lavoro condotto negli anni dalla So.G.I.N. e da Ispra, il quale lavoro, con riguardo alla idoneità delle aree identificate in Basilicata, non prende in considerazione, ad esempio, gli strumenti di pianificazione e di programmazione adottati dalla Regione Basilicata negli ultimi anni, è basato su dati risalenti ed è, per questo, poco credibile.
Il procedimento di formazione del DOTS assicura, invece, una base tecnico-scientifica solida che non rappresenta un diniego immotivato ed egoistico nei confronti delle esigenze del Paese, né una sterile contrapposizione istituzionale tra Stato e Regione, ma la sintesi di accurate riflessioni, valutazioni e determinazioni tecnico-scientifiche.
Il procedimento adottato dalla Regione Basilicata è una garanzia della scientificità del documento. Il modello organizzativo, coordinato dal Dipartimento Ambiente ed Energia, ha previsto l’analisi della proposta attraverso dei Tavoli Tematici, dando giusto spazio e rilievo sia alla più ampia partecipazione sia ai contenuti di carattere tecnico e scientifico, che consentissero un puntuale inquadramento delle criticità riscontrate e degli elementi oggettivi e quantificabili, declinati secondo i proposti criteri di approfondimento individuati dalla documentazione resa disponibile, e secondo le modalità di cui alla citata procedura di consultazione pubblica indetta dalla Sogin.
Entrando rapidamente nel merito, i lavori condotti dai Tavoli Tematici (Tavolo Tematico 1 – Struttura idro-geo-morfologica; Tavolo Tematico 2 – Struttura naturalistica; Tavolo Tematico 3 – Struttura antropica; Tavolo Tematico 4 –Strutture strategiche di relazione; Tavolo della Ricerca) sono stati principalmente indirizzati a colmare le carenze del quadro conoscitivo adottato a supporto della definizione della CNAPI da parte sia della Sogin sia di ISPRA.
Come già accennato, è utile evidenziare come l’insieme delle informazioni riportate nella documentazione resa disponibile ai fini della consultazione pubblica di cui all’art. 27 del D.Lgs 31/2010, risulti non aggiornata rispetto agli strumenti di pianificazione, di programmazione, agli atti e determinazioni approvate ed adottate dalla Regione Basilicata negli ambiti specifici del paesaggio, infrastrutture, rete ecologica, sviluppo rurale, agricoltura, energia, gestione delle risorse naturali, delle infrastrutture strategiche e dei servizi etc. in una visione di “soggettualità territoriale” e pianificazione strategica integrata.
Il quadro conoscitivo emerso, riportato in dettaglio negli allegati al DOTS, ha previsto un’analisi specifica per ognuno dei 17 siti individuati, che ha evidenziato elementi di criticità e di incompatibilità con la previsione di idoneità emersa nella fase di individuazione delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il Deposito Nazionale ed il Parco Tecnologico.
Allo stesso tempo, sempre in una azione propositiva di collaborazione e trasparenza del processo di consultazione e di partecipazione attiva, è stato costruito una Sistema Informativo Territoriale, corredato di un corposo volume di tematismi, a supporto delle istanze rappresentate ed estremamente utile ad un inquadramento sufficientemente dettagliato degli elementi e fattori di vulnerabilità e criticità esistenti. Il SIT ha censito, organizzato, razionalizzato e rappresentato l’insieme dei dati esistenti, integrando i tematismi relativi ad ambiti e competenze differenti, al fine di consentire una lettura multidisciplinare delle informazioni presenti presso i dipartimenti e uffici regionali. In tale strutturazione del database, sono stati altresì acquisiti e catalogati dati, misure, rilievi, valutazioni e determinazioni rappresentati in studi, indagini ed analisi condotte sui siti direttamente interessati dalla localizzazione, ovvero in aree marginali di prossimità e/o di area vasta, al fine di poter estrarre/estrapolare le informazioni utili alla valutazione degli scenari conoscitivi e delle possibili interferenze.
Dal contesto informativo emerso, ribadendo l’invito ad una analisi dettagliata dei contenuti emersi dai singoli tavoli per ogni sito analizzato, si ritiene utile richiamare alcuni elementi salienti di criticità che impongono una riclassificazione della potenziale idoneità dei siti ricadenti in toto od in parte nel territorio della regione Basilicata. In particolare:
1. criterio di esclusione CE2 - aree contrassegnate da sismicità elevata
Il criterio di esclusione CE2 ha messo in evidenza una trattazione piuttosto sommaria della problematica. Sono infatti emersi alcuni aspetti di criticità, sia nella formulazione che nell’applicazione di tali criteri. Va anche fatto rilevare che il criterio CE2, unitamente al criterio CE3, non trova alcuna corrispondenza nei criteri di approfondimento, quasi a significare che un ulteriore approfondimento di queste tematiche non sia stato ritenuto necessario. Mentre, invece, è essenziale.
2. criterio di esclusione CE3 - aree interessate da fenomeni di fagliazione
Nella relazione d’area per tutti i 17 siti considerati è riportato lo stesso risultato: “La ricognizione complessiva del quadro conoscitivo esistente, unitamente agli elementi raccolti mediante i rilievi in campo, non ha fornito nette evidenze di fagliazione nell’area in esame”. L’analisi della SOGIN non prende in esame alcuna fonte di dati, ad esclusione delle due citate nella relazione (ITHACA e DISS). Anche in questo caso, è fortemente carente.
3. criterio di esclusione CE4 - aree caratterizzate da rischio e/o pericolosità geomorfologica e/o idraulica di qualsiasi grado e le fasce fluviali
Per tutte le aree, la verifica del criterio di esclusione e, in particolare, l’individuazione delle aree a rischio frana, è stata effettuata utilizzando le informazioni riportate nei Piani di Assetto Idrogeologico e nell’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (IFFI). Questi strumenti hanno evidenziato che tutte le aree comprese nel cluster Potenza sono caratterizzate dalla presenza di zone a rischio frana di grado variabile. Alcune di queste (PZ-8, PZ-13) mostrano zone a rischio R1 e R2 direttamente nell’area individuata.
4. criterio di esclusione CE10 - aree caratterizzate da livelli piezometrici affioranti o che, comunque, possano interferire con le strutture di fondazione del deposito
Il criterio esclude le formazioni caratterizzate da livelli piezometrici affioranti o che, comunque, possano interferire con le strutture di fondazione del deposito. Nella Relazione di Sogin, la formazione viene descritta come un complesso argilloso-marnoso considerabile come un substrato pressoché impermeabile. I dati sperimentali, ottenuti mediante analisi in sito e in laboratorio dai ricercatori del Laboratorio di Geotecnica di Università della Basilicata su campioni rappresentativi del complesso delle Argille Subappennine lucane, mostrano, al contrario, che la permeabilità del sottosuolo può essere elevata, che il sottosuolo è saturo di acqua, e che i livelli piezometrici interferirebbero con le opere.
5. criterio di esclusione CA9 - parametri chimici del terreno e delle acque di falda
Sulla base dei dati geologico-stratigrafici, idrogeologici, tessiturali e mineralogici attualmente a disposizione per i sedimenti che ricadono nelle aree-cluster individuate in Basilicata, il rischio di una vasta mobilità geochimica, con eventuale interessamento della falda acquifera, in diversi casi non profonda, risulta non trascurabile.
6. criterio di esclusione CA11 - produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, luoghi di interesse archeologico e storico
Non è riportata l’attività in corso di redazione del Piano Paesaggistico Regionale ai sensi dell’Intesa sottoscritta con MIBACT e MATTM che nel Documento Programmatico approvato con DGR 1372/2018 ed integrato con DGR 332/2019 pone al centro di interesse il territorio rurale inteso complessivamente come bene pubblico. Il quadro conoscitivo elaborato nel Piano completo in relazione alle Tutele è stato validato dal Comitato tecnico Paritetico Regione, MIC, MITE ed è il riferimento per il repertorio dei vincoli e relative perimetrazioni. I siti del Deposito Nazionale si collocano all’interno delle aree agricole più importanti della Basilicata. I paesaggi rurali interessati, così come definiti dal Piano Paesaggistico in corso di avanzata formazione, sono quelli dei Terrazzi e della Pianura costiera; i terrazzi del Bradano; l’altopiano della Murgia materana.
7. criterio di esclusione CA13 - presenza di infrastrutture critiche rilevanti o strategiche
Tra le infrastrutture strategiche, esistenti o già individuate negli strumenti di pianificazione, che determinano insediamenti futuri di attività antropiche che possono risultare inficiate e/o compromesse dalla costruzione del deposito e, allo stesso tempo, compromettere l'isolamento del deposito stesso, sono da annoverare sicuramente quelle idriche, energetiche (gas, petrolio o di tipo geotermico) e minerarie. Questo si evince dall’analisi del criterio CA13: Presenza di infrastrutture critiche rilevanti o strategiche, non possono essere escluse tutte quelle opere e grandi infrastrutture strategiche di rilevanza nazionali, già riconosciute e programmate dallo Stato nei piani di sviluppo di vaste aree regionali con la legge Obiettivo 443/2001 e con le successive delibere CIPE 121/2001, 146/2006 e 3/2008. Tra queste vanno annoverate le infrastrutture idriche, sia ad uso idropotabile sia irriguo sia industriale, di accumulo, trasferimento e distribuzione realizzate e da realizzarsi quali dighe, traverse, adduttori, vasche di compenso e condotte di distribuzione a servizio di distretti irrigui (in particolare lo schema idrico Basento-Bradano e il grande adduttore del Sinni), che non sono state affatto considerate dalla proposta Sogin.
Questi sono solo alcuni dei rilievi tecnici contenuti nel DOTS che da soli giustificano la posizione di diniego della Regione Basilicata.
Tuttavia, proprio per quanto detto all’inizio, la stessa posizione è rafforzata anche dall’unanime no delle Istituzioni locali che rappresentano il comune sentire dei cittadini e della società lucana, e che, per prossimità e vocazione, sono deputati ad un’attenta valutazione e composizione dei differenti interessi coinvolti.
La Basilicata ha già dato e continua a dare alla Nazione. Contribuisce, da anni, al livello di approvvigionamento di petrolio, con il più grande giacimento on shore d’Europa, e oggi ancor di più con un secondo Centro Olio. Nell’epoca del nucleare, ha messo a disposizione il proprio territorio con l’impianto ITREC di Rotondella. Ancora oggi ne paghiamo le conseguenze con uno smantellamento che va avanti da 20 anni e che non è esente da danni ambientali.
La Basilicata è ricca di risorse naturali: stiamo parlando dell’oro blu di cui siamo i maggiori esportatori verso altre regioni con oltre il 70% di produzione idrica. Ospita il Parco nazionale più grande d’Italia, nonché custodisce parte del patrimonio mondiale UNESCO con Matera.
Il rovescio della medaglia è che siamo ancora fortemente penalizzati nell’accessibilità infrastrutturale: siamo la regione con minori chilometri di autostrada in Italia (0,29 Km per 100 Kmq di area) e con una rete ferroviaria marginale ed inadeguata.
In conclusione, ribandendo la totale contrarietà alla proposta di localizzazione, costruzione ed esercizio del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico ex D.lgs. n. 31/2010 redatta da So.G.I.N. S.p.A. per i 17 siti individuati e ricadenti nel territorio regionale, auspico fortemente che gli elaborati e la documentazione scientifica, tecnica ed amministrativa prodotta sia seriamente valutata nelle prossime fasi di questo complesso procedimento e che si possa giungere alla definitiva dichiarazione di non idoneità di questi territori tale da giustificare la loro esclusione dalla CNAPI.



Arpab su nota Fp Cgil legata a personale e verifica del green pass

Relativamente a quanto riportato nell’editoriale de ”La Nuova del Sud” di oggi 25/10 nonché sulle altre testate locali in seguito alla nota stampa della segreteria regionale Fp-Cgil, la Direzione Generale dell’ARPAB precisa che, a norma di legge, sono delegati per la verifica del green pass e ciascuno per il personale assegnato il Direttore Generale, il Direttore Tecnico Scientifico, tutti i dirigenti dell’Agenzia e tre funzionari tra cui anche l’ex Rsu della Cgil.
E' quanto si legge in un comunicato stampa dell'Arpab. 
Nessun favoritismo e nessuna “punizione” così come insinuato nell’editoriale de “La Nuova del Sud”.
“Non ho guardato né le tessere sindacali né le tessere di partito - ha puntualizzato il Direttore Generale Antonio Tisci - ma soltanto le esigenze funzionali.”
“Nel caso specifico della sede di Matera, che è priva del servizio di vigilanza, ha continuato il Direttore Generale, insistono, in quegli uffici, sia funzionari afferenti a strutture che hanno i dirigenti in servizio fisicamente a Matera sia funzionari che hanno dirigenti in servizio nella sede di Potenza.”
“La nomina della ex Rsu aziendale, Lucia Summa, ha concluso il vertice dell’Arpab, è limitata al controllo del personale a campione non afferente ad uffici con dirigente a Matera e per un controllo complessivo di n.2 unità -secondo la normativa vigente- e, quindi, la stessa “non viene né distratta dai propri obblighi di ufficio per vestire quelli di “portiere” o “usciere” né tantomeno è da ritenersi demansionata”.
Si richiede la pubblicazione integrale ai sensi dell’art.8 legge n.47/48
  

Pnrr ambiente, riunita la Cabina di regia regionale

Stringono i tempi per partecipare ai bandi emessi dai vari ministeri, in particolare dal ministero della Transizione ecologica, per cogliere le opportunità del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ieri la cabina di regia, presente l’assessore Gianni Rosa, ha analizzato gli obiettivi in base ai quali redigere le proposte da candidare alle risorse del Pnrr. Il lavoro si focalizzerà su una serie di proposte già approvate, e in linea con la strategia della Regione, che saranno trasferite dalla direzione generale del Dipartimento Ambiente. La Cabina di regia valuterà quelle da trasmettere alla struttura operativa e poi ai tavoli tematici che dovranno iniziare a lavorarci già dalla prossima settimana.
La cabina di regia è formata da un team di esperti qualificati in pianificazione ambientale, economia del territorio e energia, sovraintende alle proposte dei tavoli tematici su Economia Circolare, Fonti rinnovabili, Idrogeno e Tutela del Territorio, che con la struttura operativa formata da esperti designati dai Centri di ricerca, dalle Università, dal mondo delle imprese, dai Dipartimenti regionali e dagli enti subregionali, costituiscono il “modello organizzativo” adottato per raggiungere gli obiettivi della Regione verso la transizione ecologica..
Fanno parte della cabina di regia Marina Albanese dell’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, Centro interdipartimentale “Raffaele D’Ambrosio” (Lupt), Angelo Masi della Scuola di Ingegneria dell’Unibas, Gelsomina Pappalardo dell’Istituto di Metodologie per l’Analisi ambientale (Cnr-Imaa), oltre che il dirigente generale pro-tempore del Dipartimento Ambiente, Giuseppe Galante.

  
  

“I Colori delle stagioni”, appuntamento domenica 24 a Matera

Primo appuntamento domenica 24 ottobre a Matera con “I Colori delle stagioni”, un’iniziativa organizzata dal Dipartimento all’Ambiente ed Energia della Regione in collaborazione con l’Apt, i Parchi, gli enti e le associazioni, per conoscere inediti di alcune aree della Basilicata in compagnia di guide locali e narratori d’eccezione.
L’appuntamento alle 9,30 presso la Grancia Parco dei Monaci. Si prosegue in un percorso guidato nella Gravina fino alla Chiesa rupestre “Cristo la Selva”. Alle 12 il programma prevede una visita al vigneto della Tenuta Parco dei Monaci, infine si ritorna alla Grancia dove sarà possibile degustare prodotti tipici.
“I Colori delle stagioni” si colloca nel brand Ambiente Basilicata, con il quale il Dipartimento Ambiente intende fare conoscere quanto si fa di concreto per tutelare il patrimonio naturalistico lucano e avvicinare i cittadini alle buone pratiche di rispetto e difesa del territorio
Per partecipare è necessario prenotarsi chiamando al 3470887980 o inviare una mail all’indirizzo antabasilicata@gmail.com



Asm, riprende sorveglianza sanitaria per ex esposti amianto

L'Asm informa che il programma di sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti ad amianto presso l'Ospedale Madonna delle Grazie di Matera riprenderà lunedì 25 ottobre dopo una breve pausa, di circa 1 mese, dovuta al riassetto tecnico organizzativo degli ambulatori specialistici coinvolti nella sorveglianza ed alla temporanea indisponibilità, per motivi di salute,  del personale medico specialistico.
I lavoratori verranno contattati direttamente dal personale sanitario e le visite riprenderanno nel massimo rispetto dei protocolli anti Covid 19, "per questa ragione – afferma il Commissario Straordinario  - si invitano tutti i lavoratori ex esposti ad amianto ad applicare i corretti comportamenti indispensabili all'evitare la diffusione del Covid: distanziamento e corretto utilizzo delle mascherine"

Interconnessione schemi idrici Marmo-Melandro, in arrivo 10 meuro

L’Arera, l’Autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha approvato il progetto presentato nell’agosto 2020 dalla Regione Basilicata, insieme all’Egrib, per connettere lo schema idrico del Melandro con quello del Marmo. Lo rende noto l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa, spiegando che i due Schemi idrici esistenti risultano, ad oggi, realizzati in maniera piuttosto disordinata e non rispondenti alle esigenze di una società permeata da bisogni nuovi. L'intervento finanziato per 10 milioni di euro con i fondi dell’Accordo quadro prevede, inoltre, opere mirate negli abitati di Balvano, Sant'Angelo Le fratte e Vietri di Potenza per una riduzione delle perdite in rete.
Per venire incontro alle esigenze degli utenti dell’area Marmo Melandro di disporre della risorsa idrica in una zona interessata da problemi di approvvigionamento, nel 2020 è stato realizzato un nuovo impianto di emungimento idrico con il relativo impianto di sollevamento in località Malta, che ha consentito continuità dell’erogazione idrica nei Comuni di Muro Lucano e Bella. Dal nuovo pozzo, scavato fino ad una profondità di 250 metri, vengono attinti 30 litri di acqua al secondo (quasi un milione di metri cubi l’anno) che rappresentano una disponibilità importante per un’area che comprende circa 10 mila abitanti e che fino ad ora ha sofferto la carenza di alimentazione idrica, tanto a causa dell’assenza di sorgenti quanto per la vetustà degli schemi idrici intercomunali del Marmo e del Melandro.
Le attuali portate dell’area sono garantite da sistemi di pozzi e da una significativa integrazione di numerose sorgenti locali il cui flusso è a forte variabilità. Tutte le opere attinenti la risorsa idrica degli ultimi anni raccordate alle richieste dell’area e la nuova acquisizione delle reti dei consorzi industriali nel patrimonio del Sistema idrico hanno richiesto una importante revisione ed un intervento urgente di riordino delle reti di adduzione in grado di garantire il servizio con continuità anche attraverso la interconnessione degli schemi. Esigenze che il progetto finanziato dall’Arera può ampiamente soddisfare.
Per l’amministratore unico dell’Egrib, Canio Santarsiero, “il progetto rappresenta una ulteriore garanzia di continuità dell’erogazione idrica nelle aree che da sempre hanno sofferto tale carenza e fa parte della strategia di connettere a breve tutti gli adduttori regionali. Restano da superare - continua Santarsiero - i problemi correlati alla vetustà del sistema idrico e fognario di Muro Lucano, per il quale già nel mese di dicembre 2019 è stato approvato il progetto esecutivo relativo dei lavori di adeguamento per un importo complessivo di 2.717.098 euro, deliberato dalla Regione Basilicata il 7 agosto dello stesso anno”.
“Diamo un’ulteriore ed importante risposta ad una esigenza dell’area Marmo Melandro dove l’acqua scarseggiava – commenta l’assessore Rosa – mantenendo una promessa fatta a seguito dell’inaugurazione del nuovo impianto in località Malta e traducendola velocemente in fatti concreti. A differenza di quello che pensano taluni, il governo Bardi va avanti in silenzio e pianifica costantemente opere, come in questo caso, per assicurare l’acqua la risorsa più importante ai cittadini. Sono stati investiti, lo ricordo, 150 milioni di euro. In collaborazione con Egrib e Acquedotto Lucano, stiamo lavorando affinché queste risorse vengano spese bene, per creare economia e servizi per i cittadini. L’acqua è importante e va utilizzata bene, servono infrastrutture serie. E noi lo stiamo facendo”.




Concessione Gorgoglione, avviata concertazione con i sindaci

La Regione Basilicata ha avviato con i sindaci della concessione Gorgoglione una concertazione diretta a individuare le misure da attuare attraverso le risorse finanziarie previste dall'Accordo Quadro sottoscritto con Total, Shell e Mitsui per la concessione di coltivazione degli idrocarburi nell'area di Gorgoglione.
Si tratta di tre milioni di euro a valere sui contributi a compensazione del mancato uso alternativo dell’area interessata alle estrazioni petrolifere.
E’ quanto emerso in un incontro tenuto ieri dal presidente Vito Bardi, presenti gli assessori Gianni Rosa e Francesco Cupparo, con i rappresentanti delle comunità locali.
“E’ l’inizio di un processo importante – ha detto Bardi - perché le risorse derivanti dal petrolio non possono prescindere dall'obiettivo di promuovere lo sviluppo socio-economico con progetti che coinvolgano tutto il territorio interessato. Invito i sindaci ad esprimere una visione programmatica condivisa. Nell'attività di concertazione sarò al vostro fianco con tutta la giunta regionale, per recepire e farmi portatore delle esigenze che esprimerete, con l'obiettivo di contribuire attivamente a trasformarle in azioni concrete nell’interesse di tutti i cittadini”.
“Nell’ottica di un utilizzo trasparente delle compensazioni ambientali e leale collaborazione tra le amministrazioni regionale e comunali – ha affermato l’assessore all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa - ritengo che il percorso intrapreso con i 13 Comuni della concessione sia la strada giusta. Un approccio completamente differente dal passato che deve portare alla risoluzione dei problemi esistenti sul territorio e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini”.
L’assessore alle Politiche di Sviluppo, Franceso Cupparo, ha ricordato che “l’approccio di condivisione con i territori è stata già portata avanti quando si è ripreso a parlare del Programma operativo Val d’Agri, dove oggi i riparti delle somme destinate sono legate a una concertazione dei territori che guarda ai problemi esistenti. Medesima cosa stiamo facendo con la concessione Gorgoglione”.
Al termine dell’incontro i sindaci si sono riservati di approfondire le tematiche esistenti sul territorio e di indicare proposte da inviare alla Regione.



 

“I COLORI DELLE STAGIONI”, PRIMO APPUNTAMENTO DOMENICA 24

La Basilicata terra da scoprire, in ogni momento dell’anno. Inizia con i colori dell’autunno un tour in alcune zone tra le più suggestive del territorio lucano, in compagnia di guide e di narratori di eccezione per coglierne fino in fondo tutte le sfumature. “I colori delle stagioni”, così si chiama il programma di iniziative promosso dal Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Basilicata in collaborazione con l’Apt, i Parchi, gli enti e le associazioni, ha quattro parole chiave per l’autunno 2021: vigneto, castagneto, cerreta e lago montano. Il primo appuntamento è per domenica 24 ottobre a Parco dei Monaci a Matera lungo un percorso che abbraccia le chiese rupestri fino a un’azienda vitivinicola, per esplorare un vigneto nel periodo di lavoro più intenso. Si prosegue la domenica seguente. Il 31 ottobre tappa a Monticchio per una passeggiata attraverso i boschi di castagno, tipici del Vulture e tra i più simbolici dell’autunno. Il 14 novembre si segue il sentiero dei Cerri secolari a Viggianello. Ultimo appuntamento il 28 novembre a Piana del Lago, Fontana delle Brecce a Marsico Nuovo. Ogni escursione si concluderà con la degustazione di prodotti tipici di quell’area.
“I colori delle stagioni – spiega l’assessore Gianni Rosa – si inserisce nel brand Ambiente Basilicata, tramite il quale il Dipartimento intende fare conoscere quanto si fa di concreto per tutelare e valorizzare il nostro patrimonio naturalistico e avvicinare i cittadini alle buone pratiche di rispetto e difesa del territorio. La Basilicata è una terra che può sorprendere in ogni momento dell’anno. Dobbiamo cogliere tutte le opportunità per attrarre flussi turistici anche oltre l’estate. La Basilicata può farlo”.




Da giunta ok a ddl per il Catasto delle certificazioni energetiche

Mettere a sistema le attività di certificazione energetica degli edifici in Basilicata. Con questa finalità la giunta regionale ha adottato un disegno di legge, che ha, tra le principali novità, l’istituzione di un Catasto regionale nel quale fare confluire gli attestati di prestazione energetica (Ape) degli edifici e delle unità immobiliari lucane. Un sistema che permetterà di avere in un’unica piattaforma tutti i dati relativi all’efficienza energetica del patrimonio edilizio della Basilicata.
“Rispondiamo con questo provvedimento a un obbligo di legge – commenta l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa – che dal 2005 ci impone di dare attuazione ai catasti informatici per la raccolta dei certificati e dal 2015 di implementare il Sistema informatico nazionale. Fatto ugualmente importante è che, nello stesso tempo, la Regione si doterà di uno strumento che ci permetterà di valutare l’incidenza degli incentivi messi in campo per l’efficientamento energetico e di calibrare meglio le politiche energetiche in relazione alle varie realtà territoriali”.
Il disegno di legge, infatti, disciplina l’Attestato di prestazione energetica, una “etichetta dell’edificio” che aiuta a conoscere in modo semplice e intuitivo l’energia effettivamente consumata in un anno e la quantità che si prevede necessaria per soddisfare, con un uso standard dell’immobile, i vari bisogni energetici dell’edificio, quali il riscaldamento, la climatizzazione estiva, la fornitura di acqua calda, l’illuminazione, il funzionamento degli ascensori e delle scale mobili.
Il Sistema informatico regionale Ape conterrà, inoltre, l’elenco dei certificatori. Sarà accessibile a professionisti, notai, Pubbliche amministrazioni e cittadini attraverso il portale istituzionale della Regione Basilicata. Il catasto fornirà, infine, i dati presenti nel registro informatico Ape attualmente utilizzato e le informazioni relative ai controlli e alle ispezioni. A tale riguardo, la normativa estende alle Province e al Comune di Potenza gli accertamenti e i controlli di secondo livello e le ispezioni in situ.
Il catasto sarà realizzato e gestito dall’Enea nel rispetto di una convezione con la Regione Basilicata.
Il disegno di legge è ora all’attenzione del Consiglio regionale per la definitiva approvazione.

   

Difesa dalla mosca delle olive, i risultati del seminario ALSIA

“Stiamo sperimentando con efficacia un nuovo modello di gestione del territorio, che utilizza una rete di tecnici pubblici e privati per il monitoraggio dello stato fitosanitario delle colture e che fornisce alle imprese agricole consigli utili e tempestivi per la difesa integrata contro i patogeni”. E questo, in sintesi, il commento di Aniello Crescenzi, direttore dell’ALSIA (Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura) al termine del seminario organizzato in videoconferenza dall’Agenzia il 12 ottobre scorso sulla “Gestione integrata della difesa dalla mosca delle olive in Basilicata”.

Un evento molto partecipato, quello del 12 ottobre, indirizzato soprattutto alle aziende agricole lucane iscritte al progetto “FitoConsult”, un progetto molto più ampio dell’Agenzia approvato dalla Regione Basilicata per il periodo 2021-23 per il Servizio di consulenza per la difesa fitosanitaria a basso apporto di pesticidi.

“Nel caso della lotta alla mosca delle olive – ha aggiunto Crescenzi - dobbiamo fare i conti con la scomparsa del dimetoato, che finora aveva contribuito a contenere il problema, e quindi con la necessità di adottare tecniche già collaudate nella gestione biologica dell’olivo, e altre in corso di definizione. Dalla necessità di coinvolgere tutti le competenze e le intelligenze presenti sul territorio nasce quindi questa collaborazione con i tecnici dell’OPROL, l’Organizzazione dei Produttori Olivicoli Lucani”.

“Come emerso nel corso del seminario – ha spiegato Crescenzi - questa collaborazione permette al momento di seguire tre prove in campo, i cui risultati saranno resi noti alla conclusione di questa campagna olearia 2021-22: la prima, già impiegata in biologico e integrato, si svolge su circa 5 ettari in agro di Rotondella (MT) e utilizza sostanze repellenti che evitino l’ovideposizione delle femmine di mosca. La seconda, definita “Attract and Kill” è una prova dimostrativa svolta su 18 ettari, che utilizza dispositivi attrattivi per la cattura massale. La terza è una prova con insetticidi tradizionali (fosmet, acetamiprid, deltametrina e lambda-cialotrina) su 3.000 mq di oliveto. Nel suo complesso, la rete di monitoraggio fitosanitario legata alla mosca conta circa 60 punti di rilevazione, mentre in altri 4 punti si effettuano rilievi sulla qualità delle drupe di coratina, frantoio, leccino e ogliarola del vulture, per un totale di quasi 50 comuni della Basilicata interessati dai rilievi. I monitoraggi al momento evidenziano la presenza di numerose infestazioni di mosca negli oliveti, ma la maggior parte si tratta di infestazioni “non attive”, e quindi non dannose”.

“Il progetto FitoConsult – ha detto ancora il direttore Crescenzi – anche con la collaborazione del Servizio Fitosanitario della Regione Basilicata, sta mettendo in campo un modello di supporto e consulenza alle imprese agricole che ha già prodotto risultati interessanti in questo primo anno di applicazione. Nei primi 8 mesi abbiamo riportato i tecnici ALSIA in circa 400 aziende, e implementato i primi 3 progetti di consulenza specialistica: oltre a quello della lotta alla mosca delle olive, anche quello di difesa integrata del peperone di Senise e del fagiolo di Sarconi, mentre stiamo lavorando per metterne a punto degli altri. Ulteriori investimenti effettueremo anche sulla nostra rete di agrometeorologia – fondamentale per il supporto alla difesa fitosanitaria - non solo nuove centraline di rilevazione, ma anche attraverso il miglioramento della spazializzazione del dato con un progetto realizzato in collaborazione con il CNR”

“Ricordiamo che è ancora possibile per le imprese agricole lucane – ha concluso Crescenzi – iscriversi e partecipare al progetto FitoConsult: tutte le informazioni sono sul sito web dell’ALSIA, all’indirizzo https://bit.ly/ALSIA-BandoFitoconsult”. 

Acqua, la Regione assegna i contributi ai Comuni macrofornitori

Sono stati assegnati ai Comuni lucani macrofornitori di acqua i contributi previsti dalla legge regionale n. 2/2019 (Benefici per la salvaguardia delle risorse idriche).
Lo rende noto l’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Gianni Rosa. I fondi erogati con determina dirigenziale ammontano a 1.147.279 euro e sono stati così distribuiti:  Abriola 43.519, Castelluccio Inferiore 111.006, Castelluccio Superiore 116.052,  Marsico Nuovo 80.732, Marsicovetere 15.768, Moliterno 5.045, Nemoli 56.386, Paterno 179.755, San Severino Lucano 232.104, Sasso di Castalda 135.604, Tramutola 16.398, Atella 11.100, Brienza 14.506, Francavilla sul Sinni 7.568, Lauria 17.407, Rivello 15.768, San Fele 10.091, Sant’Angelo le Fratte 8.199, Trecchina 9.460, Viggianello 58.026, Rionero in Vulture 2.275.
I contributi saranno utilizzati dai Comuni macrofornitori “per la tutela e la garanzia del mantenimento delle condizioni ambientali delle fonti di approvvigionamento idrico da acquifero, per dare seguito all'implementazione di politiche tese allo sviluppo sostenibile”.
“Confermiamo l’impegno preso e soprattutto – commenta l’assessore Rosa – l’attenzione del governo Bardi per l’ambiente e le aree interne della Basilicata in un rapporto di reciproca solidarietà fra i territori e le istituzioni.  Su questo si basa la nostra idea di pianificazione delle politiche regionali. Un’idea che non si basa su sterili egoismi ma sulla valorizzazione delle istanze di tutti, in un’ottica di programmazione unitaria delle scelte per lo sviluppo della Basilicata”.