Rosa, un programma di biomonitoraggio nel Parco del Vulture

Misurare lo stato di salute del Parco regionale del Vulture. Un programma di biomonitoraggio ambientale sarà presto avviato nell’area naturalistica che, per le sue caratteristiche e le diverse attività dell’uomo, si presta per testare attraverso l’utilizzo di organismi sentinella la qualità del suolo, dell’acqua e dell’aria e le variazioni nel tempo. Il programma, finanziato dal governo regionale in una recente delibera con 980 mila euro del Fondo di sviluppo e coesione, porterà alla costruzione di un sistema di controllo per misurare l’impatto delle potenziali sorgenti inquinanti sull’ambiente.
“Un sistema naturale in buone condizioni – spiega l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa - è uno strumento chiave per garantire la salute pubblica e il benessere. Il biomonitoraggio, effettuato in modo preliminare e a grande scala e basato sulle informazioni fornite da ‘sensori viventi’ quando sono esposte ad agenti inquinanti, ci permette di individuare aree a rischio e indirizzare indagini mirate, facendo risparmiare alla collettività tempo e denaro”.
La cartografia georiferita degli habitat Natura 2000, i dati scientifici raccolti sulle specie di flora e di fauna, in particolare su quelle con valore di bioindicazione, il pool di indicatori spaziali utilizzati per caratterizzare la qualità naturale e paesaggistica costituiscono una solida base di partenza per la elaborazione di un sistema di biomonitoraggio nel territorio del Parco. Non meno importanti, a questo proposito, gli studi e gli approfondimenti legati alla Rete ecologica regionale, nell’ambito del Piano paesaggistico in fase di elaborazione.
“Il nostro obiettivo – conclude l’assessore Rosa - è quello di tarare un modello di controllo della qualità dell’ambiente esportabile dal Vulture a tutto il vasto e notevole patrimonio naturalistico della Basilicata”.  

Asp: nuovi orari per i vaccini e richiami per i vaccinati

L'Asp comunica che "le attività vaccinali, in linea con quanto determinato qualche settimana fa, saranno attive nei giorni feriali fino alle ore 13. Saranno invece sospese nei giorni festivi (compresa la domenica) e nel turno pomeridiano in tutti gli hub vaccinali dell’Asp Basilicata. Da oggi, inoltre, in tutti gli hub dell’Azienda e senza necessità di prenotazione - i vaccinati da almeno 6 mesi con il vaccino monodose Jhonson & Jhonson, potranno effettuare la seconda dose di richiamo. Sarà somministrato loro un vaccino ad mRna, ossia Pfizer o Moderna".

Rosa: per i controlli ambientali 25 milioni di euro

 “Non ci siamo disimpegnati, anzi. Abbiamo moltiplicato e non eliminato le risorse destinate al controllo sanitario del territorio. Dagli 980 mila euro per tre anni stanziati dal precedente governo regionale per la sola Val d’Agri, ora abbiamo deciso investimenti molto più corposi pari a 5 milioni di euro all’anno per cinque anni, per un totale di 25 milioni di euro. Nell’ambito di una programmazione in merito, la Regione Basilicata in questi mesi ha lavorato a un progetto molto più consistente che riguarda i controlli. Facendo nostre le preoccupazioni dei cittadini della Val d’Agri e, insieme, di tutte le altre aree del territorio lucano sugli effetti delle attività antropiche, tanto dell’industria del petrolio quanto di quella di altri comparti, la Regione Basilicata ha messo in campo il progetto Lucas. La nostra è una visione più ampia che non si ferma solo alle conseguenze delle estrazioni petrolifere sull’ambiente e sulla salute umana, ma abbraccia tutta la regione, soprattutto là dove insistono attività potenzialmente rischiose sull’ambiente e sulla salute. Le indagini e i controlli, dunque, saranno estesi non solo alle aree delle concessioni ma a tutte quelle classificate emergenze ambientali della Basilicata.
Ad oggi è stato costituito il Comitato tecnico scientifico, con esperti ambientali e del settore sanitario collegati a strutture d’eccellenza della regione, che sta curando la redazione del piano esecutivo. Un programma preciso di chi fa cosa e dove, senza andare a tentoni ma con scadenze e attività ben precise.  Rispetto al passato c’è un’altra novità. Con il progetto Lucas condurremo un’indagine di epidemiologia molecolare sistematica per cinque anni, arco temporale minimo per avere un quadro chiaro degli effetti che determinate attività producono sull’uomo. Sarà così possibile identificare le eventuali modificazioni cellulari prodotte e i fattori di rischio associati a fattori genetici e ambientali. Come si evince, siamo più di fronte non più a uno studio epidemiologico isolato, ma a indagini complesse volte a creare anche strutture di formazione e centri sui territori, con il coinvolgimento delle aziende sanitarie e in stretto rapporto con gli enti di ricerca, il Crob, quest’ultimo dotato di una biobanca, e la Facoltà di medicina. La tutela dell’ambiente e della salute è per il governo Bardi valore non negoziabile. Di questo ne siano certi i cittadini lucani”.