Dl Lavoro, la maggioranza senza FI va sotto in commissione: Pd e M5s all’attacco

Il centrodestra è scivolato sul dl Lavoro. I partiti di maggioranza non sono riusciti a far votare positivamente il pacchetto di emendamenti presentato in mattinata in commissione Bilancio al Senato. Tutta colpa dell’assenza degli esponenti di Forza Italia, che hanno fatto scendere quindi a 10 il numero di senatori dell’area di centrodestra, contro altri 10 di opposizione. E così il voto si è concluso con una parità che di fatto blocca i lavori: seduta sospesa e polemiche da parte di Pd e M5s, che ne hanno subito approfittato per attaccare gli avversari politici. Ora bisognerà decidere come proseguire in conferenza dei capigruppo, per sbloccare l’iter e portare il dl Lavoro all’esame in Aula al Senato.

Patuanelli all’attacco: «Lo stato comatoso continua»

Tra i primi ad attaccare la maggioranza c’è stato il capogruppo del Movimento 5 stelle, Stefano Patuanelli. Su Twitter scrive: «Sul loro provvedimento simbolo, il decreto Precariato, che chiamano decreto Lavoro, la maggioranza va sotto in commissione Bilancio. Lo stato comatoso continua…». Dal canto suo, Fratelli d’Italia risponde con la relatrice del dl Lavoro, Paola Mancini: «È stato un incidente che non doveva accadere, ma rimediamo pure a questo». Adesso sarà richiesto un nuovo parere al Mef, da porre in votazione in commissione nei prossimi giorni.

Il voto sugli emendamenti al Dl Lavoro non passa a causa dell'assenza di Forza Italia
Il capogruppo del M5s Stefano Patuanelli (Imagoeconomica).

Il Pd: «Maggioranza schiantata al muro»

Critiche anche dal Pd. Il capogruppo dem a Palazzo Madama, Francesco Boccia, parla di centrodestra «nel caos. Non si può fare finta di niente. Non esiste il voto pari, un emendamento è respinto se non c’è voto in più e quindi oggi la Commissione ha bocciato gli emendanti». E insiste: «Il risultato è sotto gli occhi di tutti: oggi sono stati bocciati tutti gli emendamenti presentati dalla maggioranza, non è possibile riproporli e non è più possibile tollerare il regolamento à la carte». Il responsabile economico Antonio Misiani parla invece di «maggioranza divisa e schiantata contro un muro. Decisiva l’assenza dei senatori di Forza Italia. Aula bloccata. Dilettanti allo sbaraglio».

Il voto sugli emendamenti al Dl Lavoro non passa a causa dell'assenza di Forza Italia
Francesco Boccia, capogruppo del Pd a Palazzo Madama (Imagoeconomica).

Global Gender Gap, al ritmo attuale ci vorranno 132 anni per la parità

Il 2022 ha segnato una battuta d’arresto a livello globale nella parità di genere. A segnalarlo è il report del Global Gender Gap stilato dal World Economic Forum in 146 Paesi: l’anno passato si è chiuso con un gap complessivo del 68,1 per cento, il che significa che al ritmo attuale serviranno 132 anni per raggiungere la parità totale. «La battuta d’arresto verso la parità è una catastrofe per il futuro delle nostre economie, società e comunità. L’accelerazione della parità deve essere una parte fondamentale dell’agenda pubblica e privata», ha dichiarato Saadia Zahidi, manager del Global Report.

In Italia il divario di genere è particolarmente marcato nella partecipazione politica 

Il Global Gender Gap Report, introdotto dal Forum economico mondiale nel 2006, fornisce un quadro che mostra l’ampiezza e la portata della divario di genere in tutto il mondo. La battuta d’arresto del 2022 ha avuto diversi fattori: crisi multiple e complesse, aumento del costo della vita, strascichi della pandemia, emergenza climatica, conflitti su vasta scala, esodi migratori. Il rischio di inversione dei progressi è evidente nel caso dell’Italia che, dal 63esimo posto in classifica nel 2021, si è ritrovata al 79esimo. Il divario di genere in Italia è particolarmente marcato nella partecipazione delle donne in politica, in cui il Paese è scivolato dal 40esimo al 64esimo posto. Un passo indietro anche nell’accesso all’educazione, dove l’Italia è passata dal 59esimo al 60esimo posto del ranking mondiale.

Global Gender Gap, al ritmo attuale ci vorranno 132 anni per la parità. Il 2022 ha segnato una battuta d'arresto a livello mondiale.
Donne afghane a Kabul (Getty Images).

Sul podio Islanda, Norvegia e Finlandia, chiudono la classifica Algeria, Chad e Afghanistan

Un lievissimo miglioramento si registra invece nel sotto indice relativo alla partecipazione economica e opportunità di lavoro, dove il Belpaese è passato dalla posizione 110 alla 104, sempre sul totale di 146 Paesi. Bene anche nel sub-indice relativo alla salute e alle prospettive di vita, con un balzo in avanti dalla posizione 108 alla 95. Sul podio del Global Gender Gap Report ci sono, nell’ordine, Islanda, Norvegia e Finlandia, mentre i tre ultimi piazzamenti sono occupati da Algeria, Chad e Afghanistan come fanalino di coda.

Global Gender Gap, al ritmo attuale ci vorranno 132 anni per la parità. Il 2022 ha segnato una battuta d'arresto a livello mondiale.
Reykjavik, capitale dell’Islanda (Getty Images).

A Cesena un educatore di un centro estivo allontanato perché gay: la parrocchia annulla tutto

A Cesena, in Emilia-Romagna, i cittadini fanno i conti con la storia di un centro estivo parrocchiale annullato, dopo che il sacerdote ha deciso che l’unico organizzatore maggiorenne non era adatto poiché gay. La vicenda risale ai giorni scorsi e ha generato non poche polemiche, dopo l’articolo del Corriere Romagna che l’ha raccontata. Tutto è partito da una semplice foto pubblicata dal giovane sul proprio profilo Instagram, mentre baciava un altro ragazzo. E il protagonista del post è stato poi richiamato dal parroco che lo ha definito «inadatto». Al ragazzo è stato detto che avrebbe potuto organizzare le attività, senza però poter fare l’educatore. Lui ha risposto ritirandosi del tutto e, essendo lui l’unico con più di 18 anni, è saltato l’intero centro estivo.

Il giovane è stato definito inadatto dal parroco dopo una foto su Instagram in cui bacia un altro ragazzo
Alcuni bambini giocano in un campetto (Getty).

Il sindaco di Cesena: «Pensavo che il Medioevo fosse alle spalle»

Si tratta di una vicenda grave che è stata commentata anche dal sindaco di Cesena, Enzo Lattuca. Su Facebook il primo cittadino ha scritto: «Pensavo che il Medioevo fosse ormai alle nostre spalle e che episodi di discriminazione come questo, inaccettabili, fossero estranei alla nostra città. Evidentemente mi sbagliavo». Repubblica riporta le parole del sindaco che parla di «un pregiudizio vomitevole e intollerabile il pensiero che un educatore non sia adatto a stare vicino ai bambini perché omosessuale, una cosa forse di 50 anni fa». Lattuca insiste: «Questo ragazzo mi è stato descritto come una vera colonna portante della parrocchia, un persona conosciuta e impegnata, non un esterno di cui si sapeva poco. Tra l’altro ci sono educatori dichiaratamente omosessuali che lavorano nelle scuole paritarie di Cesena, quindi la decisione presa da questo punto di vista davvero non si capisce, perché non è un orientamento generale della Chiesa».

L’amarezza di Lattuca: «Rammarica che ancora oggi succeda una cosa simile»

Lattuca poi conclude: «Il fatto che sia stato annullato il centro estivo non è un problema dal punto di vista organizzativo delle famiglie. Le proposte nel nostro Comune sono tantissime, sia pubbliche che legate alle parrocchie, trovare un’alternativa per i bambini non è un problema in nessun modo. Ma quello che deve rammaricare i cittadini di Cesena è che ancora oggi, nella nostra città che credevamo tutti evoluta e accogliente, possa succedere una cosa simile. Questo pregiudizio fuori dalla realtà non può in nessun caso essere accettato dalla nostra comunità».

Il giovane è stato definito inadatto dal parroco dopo una foto su Instagram in cui bacia un altro ragazzo
Il sindaco con alcuni bambini (Facebook)

Carmen Lasorella, chi è: biografia e carriera della giornalista e conduttrice

Carmen Lasorella è una giornalista e conduttrice televisiva nata il 28 febbraio 1955. Era diventata nota negli anni 90 per la sua conduzione del Tg2 delle 13, edizione che registrava numerosi ascolti.

Carmen Lasorella, carriera e biografia

La giornalista si è laureata in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma con una tesi che verteva sul diritto all’informazione e la diffusione Radio-Tv in Italia e all’estero. Ha iniziato la sua carriera a Il Globo, un quotidiano di politica, economia e cultura, poi è passata alle agenzie Radiocor ed infine all’ANSA.

Nel 1987 è stata assunta in Rai e da lì la sua carriera è decollata. Ha iniziato a condurre il Tg2 delle 13 e ha lavorato 10 anni come inviata di guerra, sopravvivendo anche a un tragico agguato in Somalia nel 1995 nel quale rimase ucciso Marcello Palmisano. Negli anni ha realizzato diversi reportage sulle crisi internazionali in Africa, Medio e Vicino Oriente, Asia e America Latina.

Nel 1996 è diventata responsabile delle relazioni esterne della Rai e assistente del consiglio di amministrazione e del presidente. Autrice e conduttrice di programmi tv su Rai 1 e Rai 2, tra cui la Politistrojka, Tg2 Dossier Notte, Contro l’Aids, Per l’Europa e Cliché ecc, dall’agosto 1999 al luglio 2003 è stata responsabile e corrispondente della sede Rai di Berlino con competenza sui paesi dell’Europa dell’est. Da maggio 2008 a ottobre 2012 è stata direttrice generale ed editoriale di San Marino RTV. Nel 2015 è stata narratrice della quinta puntata di Techetechete’.

Chi è Carmen Lasorella, giornalista
Carmen Lasorella (Facebook).

Carmen Lasorella, la vita privata

Lasorella è sposata con Giuseppe Falegnami, conduttore televisivo e giornalista. I due sono convolati a nozze a Sabaudia nel 2012 e non hanno figli. Tra le curiosità che la riguardano un’iniziale candidatura come presidente alle elezioni regionali in Basilicata del 2019, sostenuta da una lista civica. Un mese prima del voto, però, scelse di ritirarsi.

Russia, come i fratelli Rotenberg hanno protetto i loro beni dalle sanzioni

Tra i fedelissimi che hanno sostenuto Putin fin dalla sua ascesa ci sono sicuramente i fratelli Boris e Arkady Rotenberg, partner chiave del Cremlino: alle loro società sono stati affidati nel corso degli anni i progetti più ambiziosi, tra cui i lavori per i Giochi Olimpici invernali di Sochi. Oggetto di sanzioni occidentali dal 2014, i Rotenberg sono riusciti però a “salvare” yacht, palazzi, aerei e altri beni di lusso e oggi, a distanza di quasi un decennio, hanno un patrimonio stimato intorno ai 5 miliardi di dollari. Come hanno fatto? Lo rivelano i Rotenberg Files, un’inchiesta dell’Organized Crime and Corruption Reporting Project (Occrp) organizzazione giornalistica non-profit, basata sulla fuga di oltre 50 mila email e documenti dalla società russa Evocorp.

Russia, come i fratelli Rotenberg hanno protetto i loro beni dalle sanzioni occidentali e aiutato la figlia di Putin.
Vladimir Putin (Imagoeconomica).

Maxim Viktorov, la figura chiave che ha aiutato i fratelli Rotenberg

Figura chiave dello schema che ha permesso ai due oligarchi di occultare i loro beni è l’uomo d’affari moscovita Maxim Viktorov, il quale tramite il suo studio legale li ha aiutati a dribblare le sanzioni. Grazie a Viktorov, per esempio, i due hanno mantenuto a lungo la loro partecipazione nella Helsinki Halli, arena polivalente finlandese che ospita concerti, partite di hockey e altri eventi sportivi, tramite il trasferimento delle quote al figlio di Boris, Roman. Il bene è stato congelato solo nel 2022, quando anche Roman è stato raggiunto dalle sanzioni occidentali. Nel 2016, riporta il dossier, Viktorov aveva aiutato i Rotenberg quando una parte del loro impero finanziario era finito sotto la lente d’ingrandimento delle autorità di regolamentazione delle Isole Vergini Britanniche. Ma chi è Maxim Viktorov? Oggi 50enne, poco prima del collasso dell’Urss lavorò  come impiegato del dipartimento investigativo dell’ufficio del procuratore generale per passare poi al Kgb. In seguito ha iniziato a fornire servizi legali a imprenditori e funzionari. Nel 2012, è diventato consigliere dell’ex ministro della Difesa Anatoly Serdyukov. Successivamente assieme al medico Mikhail Kovalchuk, fratello del “banchiere di Putin” Yury, ha fondato l’Associazione russa per il progresso della scienza, a cui si è poi unita Maria Vorontsova, figlia maggiore del presidente. Collezionista di violini, nel 2005 Viktorov a un’asta di Sotheby’s, ne ha acquistato uno realizzato dal maestro italiano Carlo Bergonzi, precedentemente appartenuto a Niccolò Paganini, per 1,1 milioni di dollari.

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Lo chalet in Austria comprato dalla figlia di Putin con un prestito segreto

Studiando i file del dossier, i giornalisti dell’Occrp hanno scoperto poi che, grazie a un prestito segreto da parte dei Rotenberg (Arkady in particolare), Vorontsova sarebbe entrata in possesso di un lussuoso chalet a Kitzbühel, località sciistica austriaca. Come hanno spiegato i residenti, la primogenita dello zar è stata avvistata più volte in città assieme all’ex marito, l’olandese Jorrit Faassen. Sulla carta, a detenere la proprietà dell’immobile è la società cipriota Wayblue Investments, che l’ha acquistata nel 2013 per 10,8 milioni di euro. La Wayblue dal 2015 appartiene a Velidom Ltd. Purtroppo non è dato sapere, spiegano i giornalisti, a chi faccia riferimento quest’ultima società.

Russia, come i fratelli Rotenberg hanno protetto i loro beni dalle sanzioni occidentali e aiutato la figlia di Putin.
Il centro di Kitzbuhel, in Austria (Getty Images).

Tuttavia, è emerso che la cipriota Olpon Investments, controllata da Arkady Rotenberg, all’inizio del 2013 ha accettato di affidare 11,5 milioni di euro alla banca lettone SMP – all’epoca di proprietà dei Rotenberg che ha investito il denaro nella neonata Wayblue. A metà del 2014, i Rotenberg hanno venduto la banca che, ribattezzata Meridian Trade Bank, due anni dopo ha trasferito il prestito all’estone Cresco Securities. Wayblue non ha rimborsato il capitale del prestito. Secondo Tom Keating, direttore del Centre for Financial Crime and Security Studies con sede a Londra, il piano contorto per l’acquisto dello chalet in Austria è «tipico» degli affari che coinvolgono le persone vicine alla famiglia di Putin.

L’acquisto di un terreno nei Paesi Bassi ha invece lasciato una traccia cartacea 

Se l’acquisizione dello chalet è stata nascosta, un’altra operazione nei Paesi Bassi ha lasciato una traccia cartacea che ha condotto a Faassen. Sempre nel 2013 la società cipriota Gietrin Investments fondò la società olandese Molenkade Ontwikkeling e acquistò un terreno nella periferia di Amsterdam. I veri proprietari della Gietrin Investments sono sconosciuti, ma sono emersi legami con Wayblue Investments a cui ha prestato 750 mila euro, così come con SMP Bank. Il direttore di Molenkade era il marito della cugina di Faassen che poi ha assunto in prima persona la guida della società nel 2019. A settembre di quell’anno, dopo la fine del matrimonio con Vorontsova, l’uomo d’affari ha venduto a sé stesso il terreno, per poi chiudere l’azienda. A maggio 2023, l’ufficio del procuratore olandese ha confiscato l’appezzamento di terra.

Russia, come i fratelli Rotenberg hanno protetto i loro beni dalle sanzioni occidentali e aiutato la figlia di Putin.
Boris Rotenberg (Getty Images).

Il ruolo di Marina e Karina, le compagne dei Rotenberg

Nei documenti trapelati, i giornalisti hanno trovato numerosi altri beni di valore di proprietà di società o persone associate ai Rotenberg, a lungo nascosti grazie alle “magie” di Viktorov e soci. Oltre alla villa in Austria, ci sono due appartamenti nel centro di Riga, una villa in un resort spagnolo alla periferia di Valencia (acquistata per quasi 9 milioni di euro), un aereo Bombardier (valore 42 milioni), una villa sulla Costa Azzurra (4,25 milioni), un appartamento a Monte Carlo, un club ippico e altre residenze sparse per la Francia per un valore di quasi 16 milioni di euro. Molte di queste proprietà appartengono a una cittadina lettone di 36 anni, Maria Borodunova, che in alcuni documenti appare come Maria Rotenberg: si tratta della compagna di Arkady. Altre sono intestate a Karina, consorte di Boris, presidente della Federazione equestre di Mosca. Dai documenti trapelati è emerso che Karina, così come almeno due dei suoi tre figli, ha la cittadinanza statunitense e che questo, in diversi casi, ha permesso al marito di eludere le sanzioni.

Plusvalenze, per gli ex dirigenti della Juventus cade l’accusa di false fatturazioni

Novità sul fronte plusvalenze. È stato infatti archiviato il reato di false fatturazioni contestato agli ex vertici della Juventus che facevano parte del Cda: Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici, Marco Re, Stefano Bertola e Stefano Cerrato. Come riportano i quotidiani torinesi, l’ipotesi era legata alle plusvalenze derivanti da cessioni scambi di calciatori. La motivazione della procura è relativa alla «finalità prevalentemente bilancistica e non fiscale delle operazioni di scambio contestate. Queste operazioni risultano neutre, “a somma zero”, sotto il profilo finanziario, tese solo a consentire di registrare un ricavo immediato, spalmando i costi negli anni successivi. Anche ritenendo artificiali i valori contrattuali, la Juventus non ha avuto alcun concreto vantaggio fiscale da queste operazioni».

Plusvalenze, per gli ex dirigenti della Juventus cade l’accusa di false fatturazioni
Andrea Agnelli (Imagoeconomica).

Viene meno uno dei quattro capi d’imputazione di cui era stato accusato il club

A cadere è l’accusa di «emissione di fatture per operazioni inesistenti» con riguardo alle «operazioni foriere di plusvalenze fittizie». Questo significa che, pur volendo ritenere gonfiati artificialmente i valori dei cartellini dei giocatori inseriti nelle trattative (cosa praticamente impossibile da dimostrare), viene meno uno dei quattro capi d’imputazione di cui era stata accusata la Juventus, ovvero false fatturazioni: rimangono false comunicazioni sociali di società quotata in borsa (per i bilanci del triennio che va dal 2019 al 2021), ostacolo agli organi di vigilanza e manipolazione del mercato.

Plusvalenze, per gli ex dirigenti della Juventus cade l’accusa di false fatturazioni
Pavel Nedved (Imagoeconomica).

Arrivata l’archiviazione per i tre ex componenti del collegio sindacale

È inoltre arrivata l’archiviazione per i tre ex componenti del collegio sindacale del club bianconero, Paolo Piccatti, Nicoletta Paracchini e Silvia Lirici. La richiesta di archiviazione era dovuta al fatto che, «né dai documenti in sequestro, come le mail, né dalle intercettazioni, è emerso il minimo coinvolgimento dei sindaci nelle condotte illecite descritte. Con riguardo alla seconda manovra stipendi è emersa chiaramente la volontà dei dirigenti juventini di non rendere pubblico alcunché in ordine alle trattative con i giocatori». Dopo gli accertamenti, spiega la procura, «non è stato evidenziato un loro coinvolgimento nell’ambito della manovra stipendi, delle side letter, così come della carta Ronaldo».

Los Locos: membri, canzoni e storia del duo musicale

I Los Locos sono un duo musicale composto da Roberto Boribello, nato a Vicenza il 22 dicembre 1961, e Paolo Franchetto, nato a Vicenza il 6 aprile 1965. Tra i loro brani più famosi due hit del secolo scorso come Macarena e Mueve la colita.

Los Locos, la storia del duo musicale

L’incontro tra i due membri del gruppo è avvenuto nel 1982 attraverso Cocco Mariano, un musicista cugino di Boribello che suonava con entrambi in due gruppi diversi. Nel 1986, una loro cassetta con dei brani musicali è arrivata casualmente sulla scrivania del patron del Festivalbar Vittorio Salvetti, che li ha inseriti tra i giovani esordienti. In quell’anno, col nome Public Relation, esordirono nelle puntate della kermesse a Trieste. Il loro primo brano ufficiale Say, è in seguito diventato la sigla del programma televisivo Help! in onda su Canale 5.

Nel 1987 Franchetto partì per la leva militare, mentre Boribello continuò la carriera solista di cantante, dj e speaker radiofonico. Quando Paolo tornò dal militare, Roberto lo invitò ad incidere alcuni pezzi dance nella loro nuova casa di produzione ed è così che è nato il brano Porompompero, che i due proposero al discografico Pippo Landro della New Music di Milano. Quest’ultimo intravide il potenziale e suggerì il nome di Los Locos.

Los Locos, tra i successi degli anni '90 e la carriera
Los Locos (Facebook).

Il loro primo album si intitola Mambo Mix ed è uscito nel 1992, arrivando al quarto posto degli album più venduti in italia e venendo distribuito anche all’estero nei paesi dell’America Latina. Nel 1994 è uscito il secondo album, El Menaito, mentre l’anno seguente il terzo, Greatest Hits. Nel 1996, il loro discografico ha proposto al duo una cover brasiliana, il Tic Tic Tac, che diverrà uno dei loro più grandi successi portandoli in concerto in 30 paesi del mondo.

Il quinto e sesto album sono usciti nel 1997 e nel 1998 e, sempre nel 1998, i Los Locos sono stati autori e compositori della sigla della celebre fiction Un medico in famiglia, ossia Ai ai ai un giorno ti innamorerai. Nel 2001 hanno realizzato un singolo dal titolo La Mamba il cui lato b Mueve la colita si è rivelato un vero tormentone.

Los Locos, tra successi e tour
Los Locos (Facebook).

Los Locos, le canzoni di successo

Il pezzo più famoso del duo rimane Tic Tic Tac, ma i Los Locos sono entrati di diritto nelle classifiche con il singolo originale Ai ai ai. Oltre ai già citati singoli, il gruppo ha reinterpretato canzoni del calibro di Macarena. Tra le più famose sicuramente ci sono anche la già citata Muove la colitaeEl Meneaito. Alla fine del 2015 La Fiesta Viva è scelta dal regista Neri Parenti come colonna sonora del cinepanettone Vacanze ai Caraibi. Nel 2017 è uscito il nuovo singolo dal titolo Dale que sube, un groove dance, mentre nel 2019 hanno realizzato un nuovo tormentone, Fica tudo bem. Nel 2021 il nuovo singolo, That Boy, insieme a Kid Creole. I Los Locos continuano a fare spettacoli live in tutto il mondo, anche se alcune volte divisi.

Maturità 2023, l’ex ministro Bianchi: «Traccia su di me offensiva e indecente»

L’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi non ha gradito il suo coinvolgimento nella prima prova della maturità 2023, dove il ministero ha proposto, tra le tracce, una lettera aperta di un gruppo di accademici che a fine 2021 si era rivolto a lui per chiedere che nel 2022 venissero ripristinate le tradizionali modalità di svolgimento dell’esame (ridimensionate causa Covid). L’economista ha trovato fuori luogo, offensivo e pretestuoso «offrire ai maturandi una traccia basata su cose vecchie che non si sono avverate».

L’ex ministro Bianchi commenta le tracce della prima prova della maturità 2023

Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex titolare dell’Istruzione ci ha tenuto a rivendicare che la maturità 2022 «non è stata «burletta ma un esame vero e proprio». Il testo scelto dal ministero, ha spiegato, «si riferisce ad un appello del dicembre 2021 basato su indiscrezioni lette sui giornali che non hanno trovato poi fondamento nella realtà». E soprattutto non tiene conto di quello che è successo dopo, ovvero una prova fatta in presenza e con un parziale ripristino della struttura ante pandemia.

Quindi l’attacco: «Trovo offensivo e indecente offrire una traccia così, anche per tutti coloro che con me hanno lavorato per riportare gli studenti in classe, per il bene della scuola e per fare un esame vero lo scorso anno. Se questo deve servire per propugnare un’idea di scuola selettiva, ci si confronta a viso aperto. Non con riferimenti in un tema di maturità. Sono senza parole e lo trovo un attacco vergognoso».

«Il confronto si fa a viso aperto»

Non volendo entrare nel merito della politica, ma solo dell’educazione, ha quindi concluso con parole ulteriormente forti: «Chiedere ai ragazzi un parere su un’opinione superata dai fatti è devastante. Non tenere conto di quello che è successo è come discutere su una chiacchiera. Se invece vogliamo discutere di scuola e sviluppo del paese, due temi che mi stanno a cuore come tutti sanno, sono pronto. Ma a viso aperto».

 

Ita, le insinuazioni di Lazzerini e la risposta di Lettera43

Si sta dando un gran da fare l’amministratore delegato di Ita Airways Fabio Lazzerini. Per portare a buon fine la vendita a Lufthansa? Speriamo di sì, visto che tra quando si chiamava ancora Alitalia e la nuova compagnia nata dalle sue ceneri i contribuenti italiani hanno visto bruciare oltre 13 miliardi dei loro soldi per tenerla in piedi. Lazzerini non fa solo questo, ma anche altre cose. Per esempio querelarci perché si è sentito diffamato da alcuni articoli che denunciavano una certa chiamiamola freddezza nel liberare lo Stato italiano, che controlla Alitalia-Ita al 100 per cento, dell’oneroso fardello.

Ita, le insinuazioni di Lazzerini e la risposta di Lettera43
L’amministratore delegato di Ita Fabio Lazzerini (Imagoeconomica).

Le intercettazioni e l’ipotesi di spionaggio illegale

Cosa dice nella sua querela, cui alcuni giornali e siti hanno dato conto? In soldoni che avremmo agito in combutta con l’ex presidente Alfredo Altavilla per scrivere male di lui. Per avvalorare la sua tesi acclude una serie di intercettazioni di alcuni dirigenti, di cui il Garante della Privacy sta indagando per possibili attività di spionaggio illegale in cui sembrerebbe avere un ruolo rilevante l’ad stesso, in cui accusa Tag43 e chi lo dirige di essere stato al soldo dell’ex presidente: 25 mila euro il prezzo pagato per il servizio reso. Senza dimenticare la famosa registrazione della riunione del board aziendale su cui penderebbe una denuncia penale sempre a carico dell’ad.

Ita, le insinuazioni di Lazzerini e la risposta di Lettera43
Fabio Lazzerini e Alfredo Altavilla (Imagoeconomica).

Quei 25 mila euro? Regolare contratto col centro media di Ita

Ma si sa, ormai nessuno più verifica niente e dunque tutti a prendere per buona l’insinuazione sul fatto che il nostro sito sarebbe prezzolato. Peccato, perché non occorreva un grande sforzo investigativo per scoprire che quei soldi erano l’ammontare del contratto per inserzioni pubblicitarie display da noi sottoscritto e totalmente intermediato dalla nostra concessionaria di allora, Newsonline, e Mindshare, il centro media di Ita. E che una successiva decisione della compagnia di ridurre il budget pubblicitario ha tagliato di un buon terzo la cifra da noi incassata. Tutto regolare, tutto tracciato e pronto a essere esibito a chiunque ce ne faccia richiesta. Bastava farsi dare dal centro media i fogli excel che documentano fino all’ultimo euro le transazioni, invece l’ad di Ita ha preferito definire quell’accordo una consulenza di 25 mila euro pagata «per una non meglio specificata collaborazione annuale». Ma la sua natura era specificata, specificatissima: doveva solo chiedere ai suoi numerosi consulenti e collaboratori e avrebbe trovato contezza del rapporto.

Ita, le insinuazioni di Lazzerini e la risposta di Lettera43
Ita è la compagnia nata dalle ceneri di Alitalia (Imagoeconomica).

Abbiamo scritto oltre 30 articoli sulla privatizzazione

Noi però immaginiamo l’obiezione di Lazzerini: quell’accordo pubblicitario era il prezzo chiesto da Altavilla per scrivere articoli che mettessero l’ad in cattiva luce. Se davvero lo pensa, Lazzerini non deve avere una grande considerazione di noi. Abbiamo scritto oltre 30 articoli sulla tribolata vicenda della privatizzazione di Ita, e quando Lufthansa e Msc fecero cordata offrendo quasi 1 miliardo di euro per rilevarla abbiamo sostenuto in tutti i modi possibili che di fronte a quell’offerta portata su richiesta di Palazzo Chigi da Altavilla, il Mef avrebbe dovuto non aspettare neanche un secondo per accettarla. Si liberava dell’80 per cento della compagnia, non avrebbe più dovuto pompare capitale (cioè soldi dei contribuenti) nelle sue casse. Invece, inspiegabilmente – ma noi qualche idea nel merito ce la siamo fatta – quell’offerta non è stata presa in considerazione e si è deciso di dare l’esclusiva a quella fantomatica del fondo Certares – che tra l’altro dialogava con Lazzerini, il quale non aveva deleghe in materia – che lasciando allo Stato la maggioranza delle azioni era infinitamente meno conveniente.

Ita, le insinuazioni di Lazzerini e la risposta di Lettera43
Lufthansa ha rilevato il 41 per cento di Ita Airways (Imagoeconomica).

L’accordo rimandato e altri 650 milioni messi dal Mef

Come è finita è cronaca recente. L’inconsistente Certares è uscito di scena, e il Mef è tornato sui suoi passi richiamando Lufthansa, non la Msc di Gianluigi Aponte, che sentitosi preso in giro si era chiamato fuori dalla partita. Il 25 maggio l’accordo in base al quale i tedeschi rilevano il 41 per cento della compagnia per 325 milioni è fatto, anche perché non c’erano altri compratori e Ita di questo passo avrebbe presto portato i libri in tribunale. Nel frattempo il Mef, facendo passare tempo, ha messo dentro altri 400 milioni per tenere in piedi la baracca e ne metterà altri 250.

Perché nel luglio del 2022 Lazzerini si è messo di traverso a un’offerta da 960 milioni che avrebbe finalmente tolto dalle spalle dei contribuenti il fardello Alitalia-Ita?

Ora Lazzerini, che generosamente ci ha sopravvalutato considerandoci autori di un complotto ai suoi danni, che era ad di Ita quando Msc-Lufthansa presentarono la prima offerta e lo è tutt’oggi, dovrebbe avere la bontà di rispondere a una domanda che molto interessa anche all’erario: perché nel luglio del 2022 si è messo di traverso a un’offerta da 960 milioni che avrebbe finalmente tolto dalle spalle dei contribuenti il gravoso e prolungato sostegno della compagnia e meno di un anno dopo non ha battuto ciglio di fronte a un’offerta che lascia la maggioranza allo Stato e di fatto porta nelle casse di Ita solo 75 milioni?

Ita, le insinuazioni di Lazzerini e la risposta di Lettera43
Gianluigi Aponte di Msc Crociere (Imagoeconomica).

La vicenda dei versamenti alla True Italian Experience

In questi mesi un po’ di risposte sono già state date, come per esempio l’accordo proposto e voluto da lui, anche opponendosi al volere del Consiglio di amministrazione, con True Italian Experience (Tie). Una società vicina al mondo della Cgil che fa capo a Gianni Prandi, il comunicatore di Maurizio Landini. A fronte di 0 (zero) ricavi, Ita ha versato nelle casse di Tie 4,5 milioni. E se non fosse intervenuto il cda minacciando verso l’ad l’intervento della Corte dei conti, Ita avrebbe versato a Tie 15 milioni di euro fino al 2025. Come mai risulterebbe ancora attivo l’accordo di rete tra Tie e la compagnia nonostante le chiare indicazioni del cda di chiudere ogni rapporto?

Ita, le insinuazioni di Lazzerini e la risposta di Lettera43
L’invito al Forte Village organizzato da Ita.

Viaggio estivo in Sardegna: una gestione che non bada a spese

E per ultimo, ma solo in ordine di tempo, non era ancora stato firmato l’accordo definitivo per il passaggio di Ita nelle mani di Lufthansa che la compagnia con un invito a firma Lazzerini ha organizzato un viaggio estivo. «Due giorni indimenticabili nella prestigiosa cornice del Forte Village» in Sardegna, come riferisce lo stesso invito di Ita strettamente personale e valido per due persone per il fine settimana del 16-18 giugno. Non è noto chi siano stati gli invitati, ma è certo che nella sua gestione di Ita Lazzerini non badi a spese. Anche a dispetto del fatto che fino a pochi giorni fa fosse una società interamente controllata dal Mef, quindi di tutti i contribuenti italiani, compreso l’ex personale Alitalia. Chi è allora il problema: noi che abbiamo sostenuto a spada tratta l’offerta Msc-Lufthansa che ci avrebbe liberato di un incubo che dura da decenni e ci è costato l’importo di una finanziaria o Lazzerini e con lui chi dirigeva allora il Mef che lo hanno fatto saltare?

Tommaso Zorzi, chi è il (presunto) nuovo fidanzato Andrea Incontri: ha 52 anni

Tommaso Zorzi ha finalmente ritrovato l’amore? Sembra proprio di sì, perlomeno stando gli ultimi scatti rubati al celebre influencer milanese, che nelle scorse ore è stato pizzicato in compagnia di un uomo con il quale potrebbe avere (il condizionale per ora è d’obbligo) iniziato una relazione piuttosto seria. Ecco tutto quello che si sa a riguardo, per ora.

Chi è il nuovo (presunto) fidanzato di Tommaso Zorzi: è un uomo molto più grande di lui

L’ex conduttore di Drag Race Italia e ex vincitore del Grande Fratello Vip starebbe intrattenendo una relazione con Andrea Incontri, il direttore creativo del brand Benetton.  A beccare i due insieme è stato il magazine Chi, che ha anche riportato qualche informazione in più su questa nuova relazione, presunta o vera che sia.

Pare che la coppia abbia passato qualche giorno di vacanza insieme in Puglia, prima di tornare a Milano. Il magazine gossipparo ha dunque paparazzato i due insieme fuori dall’aeroporto di Linate, mentre entrambi erano in attesa di un taxi. I due si sarebbero poi diretti verso casa di Tommaso, dalla quale sarebbero poi usciti dopo essersi cambiati d’abito. I due si sono diretti in serata al club Casa Cipriani, dove sono arrivati insieme a bordo di una Vespa.

Tra i due c’è una differenza d’età importante: Incontri ha infatti 52 anni, mentre Zorzi ne ha 28. Non sembra in ogni caso che la cosa possa causare in questo momento problemi alla coppia, che pare già essere più affiatata che mai. Incontri, che ha oltre 170 mila follower su Instagram, ha tra le altre cose alle spalle una prestigiosa carriera da stilista e da architetto.

L’ex Tommaso Stanzani è solo un ricordo

Zorzi, com’è noto, è stato di recente insieme per quasi due anni al ballerino e ex concorrente di Amici Tommaso Stanzani. I due si sono lasciati di recente ma sono comunque rimasti in ottimi rapporti, come spesso Zorzi ha sottolineato prendendo le difese dell’ex sui social. Ad ogni modo, sembra che il volto di Riccanza abbia in questo momento occhi solo per questa nuova (matura) fiamma.

Islanda, il governo sospende la caccia alle balene

Una decisione storica. Come riportato dal Guardian, il governo islandese ha dichiarato che sospenderà la caccia alle balene di quest’anno fino alla fine di agosto a causa di preoccupazioni per il benessere degli animali, una prima mossa che probabilmente porrà fine alla pratica contestata da più parti. I gruppi per i diritti degli animali e gli ambientalisti hanno salutato la decisione con soddisfazione, come la Humane Society International che l’ha definita «una pietra miliare nella conservazione compassionevole delle balene». La stagione della caccia alle balene in Islanda va da metà giugno a metà settembre. Un sondaggio pubblicato all’inizio di giugno indicava che il 51% degli islandesi era contrario alla caccia e il 29% favorevole, con gli ultrasessantenni i più favorevoli.

Il governo islandese sospende la caccia alle balene di quest'anno fino al mese di agosto. Le associazioni animaliste esprimono soddisfazione.
Caccia alle balene (Getty Images)

Sospesa la caccia alle balene in Islanda

Il ministro dell’Alimentazione Svandis Svavarsdottir ha preso la decisone a seguito del rapporto commissionato dal governo le cui conclusioni sono arrivate al fatto che la caccia non è conforme alla legge islandese sul benessere degli animali. Secondo l’autorità alimentare e veterinaria islandese, l’uccisione delle balene è in contrasto con gli obiettivi principali del Paese a tutela degli animali. I video schock trasmessi dall’autorità veterinaria hanno mostrato l’agonia di una balena mentre veniva cacciata per cinque ore. Il ministro ha poi aggiunto: «Se il governo e i concessionari non possono garantire i requisiti assistenziali, queste attività non hanno futuro». Il paese ha solo una compagnia baleniera rimasta, Hvalur, e la sua licenza per cacciare le balenottere comuni scade nel 2023. Un’altra compagnia si è fermata definitivamente nel 2020, dicendo che non era più redditizia.

I dati annuali sulla morte delle balene

Le quote annuali registrano l’uccisione di 209 balenottere comuni – il secondo mammifero marino più lungo dopo la balenottera azzurra – e 217 balenottere minori, una delle specie più piccole, anche se le morti sono diminuite drasticamente negli ultimi anni a causa della riduzione del mercato della carne di balena. Islanda, Norvegia e Giappone sono gli unici paesi al mondo che hanno continuato a cacciare le balene nonostante le feroci critiche di ambientalisti e difensori dei diritti degli animali. Negli ultimi due decenni, nel settore turismo, sono aumentate le richieste dei tour di osservazione delle balene, divenuti un elemento chiave per l’economia.

Massimo Giletti e Sofia Goggia, le nuove foto in piscina a Roma

Massimo Giletti e Sofia Goggia stanno davvero insieme? Questa domanda aleggia nell’aria da ormai diversi mesi, visto e considerato che i due, in passato, sono stati già pizzicati insieme. Giletti, tra l’altro, aveva lasciato intendere che ci fosse un interesse per la sciatrice (seppur fra le righe) in una recente intervista concessa a Belve di Francesca Fagnani. Ma sarà vero? Alcuni nuovi scatti rubati fanno sorgere nuovi dubbi.

Massimo Giletti e Sofia Goggia pizzicati di nuovo insieme in piscina

Le immagini sono state riportate nelle scorse ore nell’ultimo numero di Chi Magazine uscito in edicola. Il magazine di gossip ha ritratto il presentatore (che di recente ha lasciato La7) e la sciatrice azzurra a bordo della piscina dell’hotel Parco dei Principi a Roma. In base alla ricostruzione del giornale di Alfonso Signorini sembra che la sciatrice si trovasse nella Capitale per alcuni impegni di rappresentanza e che Giletti l’abbia raggiunta per qualche ora di relax sotto al sole.

Massimo Giletti e Sofia Goggia ormai non sembrano volersi più nascondere dai paparazzi: ecco nuovi recenti scatti rubati.
Sofia Goggia (Getty).

I due, per il momento, non nascondono di frequentarsi, seppure non sia dato sapere se si tratti di una semplice amicizia o di qualcosa di più. Nelle stesse immagini di Chi non appaiono gesti che possano lasciare intendere che ci sia una relazione in corso: nessun bacio né nessuna carezza sospetta, insomma.

Pare che i due abbiano semplicemente passato la mattinata insieme, chiacchierando e nuotando in piscina in presenza di poche altre persone. In base alla ricostruzione di Chi si dice che i due abbiano anche incrociato nella stessa occasione la soubrette Pamela Prati, con la quale però non avrebbero scambiato neanche un saluto.

Come Sofia Goggia aveva commentato le voci di un flirt in corso

In una recente puntata de Le Iene l’inviato Nicolò de Devitiis aveva chiesto alla sportiva se in questo momento fosse fidanzata e a chi desse «il bacino della buonanotte». La sportiva però aveva tagliato corto, chiedendo alla iena di non romperle le scatole e di lasciarla concentrare per una gara imminente che avrebbe dovuto affrontare.

Salvini, ritiro della patente per chi ha il cellullare in mano o è sotto effetto di droghe

Secondo alcune fonti del Mit e come riportato da Tgcom24, stanno per arrivare sostanziali modifiche al codice della Strada secondo la linea della tolleranza zero intrapresa dal vicepremier e ministro Matteo Salvini. Tra le misure previste nel ddl, la sospensione della patente per chi viene fermato dopo aver assunto droghe, ma anche per chi è sorpreso alla guida col cellulare, contromano e per tutti quei comportamenti che, statisticamente, determinano un’alta incidentalità. Divieto assoluto inoltre di bere alcol prima di mettersi alla guida e l’obbligo dell’alcolock (un etilometro montato sull’auto, ndr) per i bevitori recidivi.

Durante il Consiglio dei ministri di domani, verrà presentato il ddl con le novità sul codice della strada e i casi di ritiro della patente.
Polizia stradale (Getty Images).

Ritiro patente e modifiche al codice della strada

Non solo misure su guida in stato di ebrezza, alterazione da sostanze o utilizzo del cellulare alla guida, ma anche maggiori garanzie per i ciclisti, che verranno tutelati soprattutto in caso di sorpassi, e la tanto attesa chiarezza sui monopattini con targhe, assicurazione e obbligo di casco. Il ddl che verrà presentato domani prevedrà anche nuove norme sulle ztl, sugli autovelox, per prevenire l’uso di strumenti di rilevazione della velocità non omologati, spesso installati per moltiplicare le sanzioni.

Giulia Steigerwalt: età, biografia, marito e carriera dell’attrice

Giulia Steigerwalt è un’attrice, regista e sceneggiatrice nata a Houston il 13 aprile 1982. Nel 2023 ha ricevuto il David di Donatello come miglior regista esordiente per il film Settembre.

Giulia Steigerwalt, biografia e carriera

Con cittadinanza americana, Giulia ha esordito al cinema nel 1999, a 17 anni, nel film Come te nessuno mai, di Gabriele Muccino. Si è poi laureata in filosofia con lode e ha conseguito il master Film Art Management alla facoltà di economia dell’Università di Roma. Nel 2014 invece, ha ottenuto il certificato in Feature Film Writing presso la UCLA di Los Angeles.

È tornata sul grande schermo nel 2001 con L’ultimo bacio, sempre diretto da Muccino, prendendo parte poi a Mari del Sud di Marcello Cesena, Volesse il cielo! di Vincenzo Salemme e Paz! di Renato De Maria. La Steigerwalt è stata tra i membri del cast di serie tv e miniserie come Le ragioni del cuore, Lo zio d’America, Le stagioni del cuore, Lo zio d’America 2 e Il signore della truffa. La popolarità è però arrivata con il film Sotto il sole della toscana diretto da Audrey Wells, dove ha recitato al fianco di Diane Lane e Sandra Oh.

Nel 2007 ha preso parte al film Come ti mi vuoi, diretto da Volfango De Biasi, e nel 2009 al film Iago, anche questo di De Biasi. Dal 2012 si è dedicata all’attività di sceneggiatrice, ottenendo il successo con film come Moglie e marito, Croce e delizia, Il campione e Marilyn ha gli occhi neri, lavorando spesso con Simone Godano.

Giulia Steigerwalt, la vita privata

Il film Settembre, che l’ha vista come regista, è stato prodotto dalla Groelnadia, casa di produzione del marito di Giulia Steigerwalt Matteo Rovere.

Chi è l'attrice e regista Giulia Steigerwalt, tra cinema e vita privata
Matteo Rovere e Giulia Steigerwalt ai Nastri D’Argento 2021 (Getty Images).

Riguardo al film, costui ha commentato: «Il lavoro è stato semplice, c’era un testo fantastico e la regista ha un talento complesso, pieno di sfumature, di finezze, ma il lavoro dei produttori è stato un piacere perché arriva al suo nucleo, racconto ed esperienza di vita che con il mestiere di Giulia e del cast arrivano agli spettatori».

Città di Castello, una 90enne tra i banchi di scuola per fare l’esame di Maturità

Si pensa sempre che gli studenti che affrontano gli esami di Maturità siano soltanto giovani ragazzi e ragazze, ma in realtà a volte ci possono anche essere delle eccezioni. Questo è stato il caso anche per gli Esami di Maturità 2023, iniziati quest’oggi (21 giugno) e ai quali sta partecipando, tra gli altri, anche un’arzilla novantenne. Ecco la sua curiosa storia.

Chi è Imelda Starnini, la novantenne che sta facendo la Maturità 2023 a Città di Castello

La vicenda che già ha fatto il giro del web è legata al comune di Città di Castello, in Umbria. Tra i banchi dell’istituto San Francesco di Sales è infatti tornata in queste ore a sedersi anche la novantenne Imelda Starnini, classe 1933, che ha deciso di rimettersi in gioco affrontando tutte le prove necessarie ad ottenere il diploma di scuola superiore.

A condividere gli scatti dell’anziana signora seduta ai banchi di scuola con davanti il dizionario per affrontare la prima prova di italiano è stato il comune di San Giustino, che ha scherzosamente rinominato Starnini «la nonna della Maturità».

Il commento della maturanda e delle autorità locali

Intervistata dall’ufficio stampa dell’amministrazione comunale, l’anziana donna ha dichiarato fieramente: «Lo studio, il sapere e il desiderio di conoscere non hanno età ed io ne sono la dimostrazione. Dopo il diploma anche la laurea? Chissà perché no? […] Ora sono qui e grazie all’aiuto della mia famiglia inizio il percorso di prove, che spero, mi condurranno ad ottenere il diploma. Li abbraccio tutti questi bellissimi giovani che oggi qui con me ed in tutta Italia sono pronti a superare gli ostacoli degli esami. Bisogna crederci, così mi hanno insegnato i miei genitori. Avanti ragazzi ora non si scherza più».

A salutare con un plauso la signora Imelda Starnini anche le istituzioni locali, rappresentate dai sindaci di Città di Castello e San Giustino, Luca Secondi e Paolo Fratini. Attraverso gli assessori alle politiche scolastiche locali Letizia Guerri e Milena Crispoltoni, i due primi cittadini hanno commentato: «Crediamo di poter dire che la storia di Imelda sia una sorta di “favola” che diventa finalmente, oggi, una bella realtà. Una testimonianza forte, foriera di notevoli e diversi significati per ognuno di noi, adulto, giovane o adolescente che sia. Imelda, nata a Selci Umbro, Comune di San Giustino, residente a Cerbara, Comune di Città di Castello, è un po’ anche il simbolo di unione tra due Enti che, limitrofi, sono caratterizzati da rapporti di amicizia e volontà di andare insieme nell’andare ad intercettare le esigenze dei cittadini e operare insieme per poter fornire le risposte più consone».