Alessia Marcuzzi: età, compagno e figli della conduttrice

Alessia Marcuzzi, nata a Roma l’11 novembre 1972, è una conduttrice televisiva, attrice e imprenditrice. Nel 2023 abbiamo assistito al suo ritorno in Rai con la trasmissione Boomerissima.

Alessia Marcuzzi, biografia e carriera

La Marcuzzi ha esordito su Telemontecarlo con lo show Attenti al dettaglio nel 1991, partecipando poi al programma sportivo Qui si gioca tra il 1991 e il 1992 facendo la valletta. Tra il 1992 e il 1993 ha affiancato Umbero Smaila nel varietà Novantrè e l’anno seguente è approdata in Rai accanto a Gigi Sabani ne Il grande gioco dell’oca.

Nel 1995 è arrivata a Mediaset, conducendo il people show Colpo di fulmine, in onda il sabato pomeriggio su Italia 1, fino al 1997. Assieme ad Amadeus nel 1996 ha condotto il Festivalbar mentre tra il 1998 e il 2000 ha condotto, insieme a Ellen Hidding e la Gialappa’s Band, il seguitissimo programma comico Mai dire gol. Un altro programma importante per la carriera della conduttrice è stato Le Iene, diventato nel 2001 Le Iene Show.

Alessia Marcuzzi, vita privata e carriera in televisione
Alessia Marcuzzi nel 2009 (Getty Images).

Tra il 2004 e il 2006 è stata la protagonista della fiction di Canale 5 Carabinieri, per tre stagioni, e ha lavorato anche nella fiction Il giudice Mastrangelo 2 e nella sitcom Così fan tutte. Nel 2005 ha condotto Scherzi a parte insieme a Diego Abatantuono e Massimo Boldi, mentre l’anno seguente ha preso il posto di Barbara D’Urso al timone del Grande Fratello, fino al 2015. Nel frattempo, nel 2012 ha girato la prima edizione italiana del programma Extreme Makeover: Home Edition Italia e per qualche anno ha condotto il Summer Festival. Il 2015 è stato l’anno in cui ha iniziato a condurre L’Isola dei famosi fino al 2021, quando è stata sostituita da Ilary Blasi.

Nel 2019 ha condotto Temptaion Island, nella stagione televisiva 2022/2023 Boomerissima su Rai 2 e nell’estate 2023  il concerto dedicato all’Emilia-Romagna, Italia Loves Romagna, in onda sabato 24 giugno su Rai 1.

Alessia Marcuzzi, la vita privata 

Alessia Marcuzzi ha un figlio, Tommaso, nato nell’aprile 2001 dalla relazione con Simone Inzaghi, e una figlia, Mia, nata nel 2011 dalla relazione con Francesco Facchinetti.

Alessia Marcuzzi, vita privata tra figli ed ex
Alessia Marcuzzi e Paolo Calabresi (Facebook).

Alessia Marcuzzi si è sposata nel 2014 con il produttore televisivo Paolo Calabresi Marconi a Londra. Nel 2022 l’attrice e conduttrice ha annunciato la separazione dal marito. Attualmente pare che sia legata a Jody Proietti, modello e ballerino professionista visto nella trasmissione Boomerissima.

Le intercettazioni fra Pini e Minenna: «Marcello, ho quel carico bloccato»

Le intercettazioni telefoniche incastrano Marcello Minenna e Gianluca Pini, entrambi agli arresti. Dagli atti sono emerse infatti le conversazioni fra l’ex direttore dell’Agenzia delle Dogane e assessore regionale in Calabria e l’ex parlamentare della Lega, pubblicate da Repubblica. Quest’ultimo, secondo l’accusa, avrebbe infatti avuto un ruolo di primo piano nella vicenda del maxi appalto per le mascherine provenienti dalla Cina nei primi mesi della pandemia da Covid-19. «Marcello, ho quel carico bloccato», dice Pini, molto probabilmente riferendosi ai dispositivi di protezione in arrivo da Pechino. Come ha scritto il gip di Forlì Massimo de Paoli, l’imprenditore ex leghista avrebbe messo a disposizione partito e «funzione pubblica per il suo profitto personale con disinvoltura».

L’accusa di lucrare sulla pandemia 

L’accusa definisce quello tra Minenna e Piniun «pactum sceleris», un patto scellerato. L’ex leghista avrebbe infatti promesso a Minenna di accreditarlo presso il partito di Matteo Salvini, promettendogli la riconferma alla guida dell’Agenzia delle Dogane. Dagli atti emerge infatti come lo stesso Minenna avesse cercato in più occasioni rapporti con l’attuale ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. In cambio, come sostengono i magistrati, avrebbe promesso «l’asservimento della sua funzione pubblica», con particolare attenzione alle richieste di Pini per l’importazione di merci dall’estero. Tra cui proprio le mascherine al centro dell’inchiesta.

Disponibili le intercettazioni fra Gianluca Pini e Marcello Minenna. Sotto i riflettori la fornitura di mascherine anti-Covid nel marzo 2020.
L’ex parlamentare della Lega Gianluca Pini (Imagoeconomica).

Tutto è partito con un’indagine su un carico di cocaina, giunta a bordo di un camion dal Belgio legato alla malavita albanese. Attraverso le intercettazioni si è giunti a Pini che dopo aver militato per 12 anni nella Lega è tornato agli affari. Fra le sue aziende la Codice srl che, a metà marzo 2020, ottenne un contratto milionario con l’Ausl Romagna per la fornitura di mascherine, allora quasi introvabili. Si trattava di dispositivi provenienti dalla Cina e, sempre secondo le l’accusa, con certificazioni false e prezzi superiori all’euro cadauna. Un business che in totale avrebbe fruttato oltre tre milioni e mezzo di euro. Pini avrebbe sfruttato la sua posizione per guadagnare credibilità. Minenna, dal canto suo, lo avrebbe aiutato a far passare la merce alla dogana.

Incidente al Mugello, morto Salvatore Pisanelli: era un militare presso la Capitaneria di Olbia

Addio a Salvatore Pisanelli, un motociclistica 53enne originario di Taranto che nelle scorse ore ha perso la vita in un tragico incidente avvenuto sul circuito del Mugello, in Toscana.

Morto Salvatore Pisanelli sul circuito del Mugello: la dinamica dell’incidente

Il circuito toscano, a volte, è a disposizione per alcuni piloti privati che si vogliono cimentare in una corsa a tutta velocità su una delle piste di moto più iconiche al mondo. Anche Salvatore Pisanelli ha voluto provare l’ebbrezza di correre in un luogo così celebre, ma purtroppo la sua corsa a bordo della sua Kawasaki è finita nel peggiore dei modi possibili.

Durante una sessione di prova in sella alla sua moto l’uomo avrebbe perso il controllo del mezzo su due ruote, cadendo in maniera molto violenta a terra. Nel giro di pochissimi secondi il team di sanitari presente sul posto che ha assistito alla scena è accorso per soccorrere Pisanelli, le cui condizioni sono però apparse fin da subito molto gravi.

In base a quanto riportato da La Nazione, sembra che in zona fosse già disponibile un elicottero del Pronto Soccorso che avrebbe portato il ferito al più vicino ospedale, quello di Firenze Careggi. Tuttavia, nel giro di poco il 118 si è reso conto che per la vittima dell’incidente non ci sarebbe stato nulla da fare: l’uomo è infatti morto sul posto poco dopo essere caduto dalla moto.

Sgomento a Olbia per la morte di Pisanelli

Olbia, la città dove l’uomo viveva e lavorava, è in queste ore sotto shock. Pisanelli era infatti piuttosto conosciuto in città, avendo lavorato a lungo presso la Capitaneria di Olbia in veste di militare. L’uomo lascia una moglie e due figli, che con lui vivevano a Golfo Aranci.

Numerosi in queste ore i messaggi di affetto e cordoglio da parte dei colleghi, che lo ricordano come una persona dal cuore grande, generosa ed affettuosa.

Luisa Ranieri: età, marito, figli, film e fiction dell’attrice

Luisa Ranieri è un’attrice e una conduttrice televisiva nata a Napoli il 16 dicembre 1973. Tra le interpretazioni di maggior successo quella nella fiction di Rai 1 Le indagini di Lolita Lobosco tratta dai romanzi di Gabriella Genisi.

Luisa Ranieri, film e fiction

Dopo un inizio a teatro, nel 2001 debuttò nel film di Leonardo Pieraccioni, Il principe e il pirata. Nel 2003 è stata nella miniserie tv di Rai 1 Maria Goretti, per la regia di Giulio Base, mentre l’anno seguente è stata la protagonista della serie in sei puntate La omicidi con Massimo Ghini. Nel 2005 è stata la volta di Cefalonia, dove ha incontrato l’attuale marito Luca Zingaretti. Nello stesso anno è stata anche Maria Callas nella miniserie Callas e Onassis diretta da Giorgio Capitani, affiancando anche Adriano Celentano nel programma Rai Rockpolitik.

SMS – Sotto mentite spoglie è il film di Vincenzo Salemme in cui la Ranieri è stata protagonista nel 2007, nonché Amiche mie di Luca Miniero e Paolo Genovese. Nel 2009 ha recitato al cinema nel film di Pupi Avati Gli amici del bar Margherita e nel 2010 è stata una delle protagoniste di La vita è una cosa meravigliosa di Carlo Vanzina.

Con il marito ha recitato nel 2013 in Maldamore di Angelo Longoni mentre nel 2014 è stata madrina del Festival del Cinema di Venezia. Nel 2016 ha interpretato l’imprenditrice italiana Luisa Spagnoli nell’omonima fiction di Rai 1 e due anni dopo è stata protagonista, insieme a Francesco Arca, della fiction Rai La vita promessa per la regia di Ricky Tognazzi. Nel 2021 è stata una delle protagoniste del film di Paolo Sorrentino È stata la mano di Dio.

Luisa Ranieri, tra carriera e vita privata con Luca Zingaretti e le figlie
Luca Zingaretti e Luisa Ranieri David Di Donatello 2022 (Getty Images).

Luisa Ranieri, la vita privata

Galeotto fu il set, perché l’attrice e l’attuale marito Luca Zingaretti si sono conosciuti sul set della miniserie televisiva Cefalonia. Da allora, 2005, i due non si sono più lasciati. La coppia si è sposata nel 2012 nel castello di Donnafugata e attualmente ha due figlie: Emma, nata nel 2011, e Bianca, nata nel 2015.

Zingaretti al Corriere della Sera ha raccontato come ha conquistato la moglie: «Le facevo trovare fiori dappertutto. Prenotavo l’intero ristorante, c’erano fiori su ogni tavolo. Cedette per sfinimento». Dal canto suo l’attrice ha dichiarato: «Sono una donna fortunata, perché ho sposato un uomo con una virilità prorompente, ma anche una sensibilità quasi femminile e un amore vero per le donne».

Il padre di Fabri Fibra e Nesli morto a 96 anni: addio a Ivaldo Tarducci

Grave lutto in casa Tarducci: si è spento ieri all’età di 96 anni Ivaldo Tarducci, il padre dei due rapper fratelli Fabri Fibra e Nesli, il cui rapporto è ormai compromesso da anni.

L’annuncio della morte del padre di Fabri Fibra e Nesli

«Ciao Pà, buon viaggio»: è con queste poche e semplici parole che Francesco Tarducci in arte Nesli ha annunciato ai suoi fan su Instagram la scomparsa dell’amato genitore. Per rendere omaggio al suo papà come si deve, Nesli ha per l’occasione anche pubblicato uno scatto rimasto fino ad oggi inedito, con padre e figlio insieme sorridenti qualche tempo fa.

Il padre di Fabri Fibra e Nesli morto a 96 anni: addio a Ivaldo Tarducci
Nesli e il padre Ivaldo Tarducci (Instagram)

Tutto tace, almeno per il momento, sui profili social del rapper di Applausi per Fibra, che non ha commentato la scomparsa del padre (uomo noto a Senigallia, era infatti il titolare di un negozio di abbigliamento) in alcun modo. Nel frattempo, tramite una nota, a rendere omaggio all’uomo è stato anche il sindaco della cittadina marchigiana, Massimo Olivetti, che ha così commentato la sua scomparsa: «Credo che quasi tutti i cittadini senigalliesi della mia generazione abbiano acquistato almeno una volta una capo di abbigliamento da Tarducci. Con la scomparsa di Ivaldo perdiamo un concittadino che ha investito nella piccola impresa contribuendo allo sviluppo economico della nostra città. Un abbraccio affettuoso ai suoi familiari».

I rapporti familiari complessi nella famiglia Tarducci

Non è certo un mistero che Fabri Fibra e il padre fossero in pessimi rapporti. Come riporta Vanity Fair, sembra che la frattura fra Ivaldo Tarducci e il figlio fosse legata al divorzio avvenuto quando Fabri Fibra e Nesli erano molto giovani. Anche nei confronti della stessa madre, ad onore del vero, Fabri Fibra serbaba un enorme rancore e in diversi pezzi le aveva dedicato rime al vetriolo.

Ben più conciliante invece Nesli, che aveva in qualche modo profetizzato uno scenario che, chissà, si potrebbe presentare ai funerali dell’uomo. Parlando della “resa dei conti” in famiglia, Nesli aveva infatti raccontato in un’intervista al Corriere: «Vive anche lei nell’assenza di Fabri. Mio padre ha quasi 90 anni, ho avuto questa visione: noi, al suo funerale. Succederà lì. Sarà quel giorno a chiudere i conti. Li pagheremo tutti. Capiremo che non è vero, che c’è sempre tempo».

Tragedia del Titan, chi è stato a bordo parla di «missione suicida»

La tragedia del Titan che, secondo la ricostruzione della Guardia costiera Usa, sarebbe imploso a causa della pressione poco dopo l’immersione, forse poteva essere evitata. Col passare dei giorni infatti emergono le testimonianze di chi quella spedizione estrema sul piccolo sottomarino per osservare il relitto del Titanic l’aveva fatta in passato. I problemi di comunicazione, per esempio, non erano certo una novità. Mike Reiss, produttore dei Simpson, ha partecipato a quattro immersioni diverse – una per osservare il Titanic e tre al largo di New York – con la compagnia OceanGate e alla Cnn ha raccontato che i contatti con la superficie si erano persi, per un breve periodo, ogni volta. «C’è stata un’immersione in cui, non appena le comunicazioni si sono interrotte, siamo tornati subito in superficie», ha dichiarato. «Eravamo andati a vedere un U-Boat al largo di New York. L’abbiamo visto per un secondo e ci hanno detto: “Torniamo su, non dovremmo essere qui sotto”». Reiss ha poi aggiunto: «Non sono dei temerari. Prendono la cosa molto seriamente».

Le testimonianze di chi ha viaggiato sul Titan
Il Titan (dal profilo Instagram di Arthur Loibl).

Loibl: «Guardando indietro è stata una operazione kamikaze»

L’uomo d’affari tedesco Arthur Loibl, 61 anni, ha parlato senza mezzi termini di «missione suicida». E anche lo youtuber Alan Estrada, salito a bordo del sommergibile nel 2022, ha dichiarato come fosse consapevole di rischiare la vita. Loibl, che ha partecipato alla spedizione nell’agosto 2021, ha ricordato alla Bild i problemi del primo viaggio: una volta arrivati a 1.600 metri di profondità sono stati costretti a risalire: «Alcune parti (del sottomarino) si sono staccate e la missione è iniziata con cinque ore di ritardo per problemi elettrici». Per Loibl quell’esperienza è stata «un incubo». «Immaginate un tubo lungo pochi metri con una lastra di metallo come pavimento», ha raccontato al quotidiano. «Non si può stare in piedi, non ci si può inginocchiare. Tutti sono seduti vicini o uno sopra l’altro». Durante la discesa e la salita, un viaggio di due ore e mezza, le luci erano state spente per risparmiare energia. «Ero un po’ ingenuo», ha aggiunto, «guardando indietro è stata una operazione kamikaze». Estrada è stato il primo messicano a salire a bordo del Titan. A luglio 2021 la spedizione al relitto del Titanic venne annullata per problemi tecnici. L’anno successivo lo youtuber ci ha riprovato con successo. È stato «spettacolare», ha detto chiarendo però che era «consapevole di rischiare la vita». Estrada ha dovuto firmare dei documenti che spiegavano «esattamente tutti i rischi che si corrono, compreso quello di perdere la vita».

Ore passate a quattro gradi senza sedie né toilette

Loible ed Estrada hanno ricostruito i passaggi del viaggio. Una volta a bordo occorrono due ore per scendere a 3.800 metri. Per quattro ore si visitano i resti del transatlantico. E poi servono altre due ore per riaffiorare in superficie. Sempre che durante l’immersione non si verifichino problemi. «Laggiù c’è l’inferno», ha commentato Loibl. «Ci sono solo 2,50 metri di spazio, quattro gradi, non ci sono sedie, né toilette».

Nancy Brilli: età, compagno, figlio e film dell’attrice

Nancy Brilli è un’attrice nata a Roma il 10 aprile 1964 con il nome di Nicoletta Brilli. Durante la sua carriera ha vinto un David di Donatello come miglior attrice non protagonista nel 1990 per il ruolo nel film Piccoli equivoci.

Nancy Brilli, film e fiction

L’attrice, orfana di madre a 10 anni, alle superiori incontrò Vittoria Squitieri, figlia del noto regista Pasquale, che la introdusse nel 1984 al mondo del cinema. Per lui interpretò il ruolo di Miriam Petacci nel film Claretta. L’anno seguente recitò nella miniserie Naso di cane e nel 1986 è tra le protagoniste di Dèmoni 2… L’incubo ritorna, scritto da Dario Argento.

Nel 1988 partecipò al film di Carlo Verdone Compagni di scuola e l’anno seguente è stata non protagonista del film Piccoli equivoci di Ricky Tognazzi. La sua carriera è continuata con Il presente prossimo venturo (1990), Ninà (1993-1994) e Manola (1995-1997). Nel 2002 è stata al cinema con il film Febbre da cavallo – La mandrakata, con Gigi Proietti, di Carlo Vanzina.

Nancy Brilli, chi è l'attrice, tra vita privata e i film
Nancy Brilli a Cortinametraggio 2021 (Getty Images).

Ha poi partecipato ai film Natale in crociera, Un’estate al mare, Ex, La vita è una cosa meravigliosaMaschi contro femmine nonché al cinepanettone A Natale mi sposo con Elisabetta Canalis. Nel 2011 è comparsa anche nel film Femmine contro maschi con Emilio Solfrizzi.

Per quanto riguarda le fiction, la Brilli ha conquistato il successo con Commesse di Giorgio Capitani, mentre nel 2000 è stata protagonista insieme a Stefania Sandrelli e Giuliana De Sio de Il bello delle donne. Nell’autunno 2004 ha recitato nel film tv in due puntate Madame, di Salvatore Samperi, e successivamente è stata protagonista delle fiction Donne sbagliate, di Monica Vullo, e Caterina e le sue figlie 2.

Nancy Brilli, chi è l'attrice, chi è il figlio
Nancy Brilli e il figlio (Facebook).

Nancy Brilli, la vita privata

Nancy Brilli è stata sposata con Massimo Ghini dal 1987 al 1990 dopo che si erano conosciuti sul set di Due fratelli, miniserie tv di Alberto Lattuada. È madre di un figlio, Francesco, avuto durante il secondo matrimonio (1997-2002) con Luca Manfredi nel 2000.

Per circa 15 anni, ha avuto una relazione con il chirurgo estetico Roy De Vita mentre attualmente sta con Pupi D’Angieri, un noto uomo d’affari, petroliere, banchiere e avvocato nonché uno degli uomini più ricchi del mondo. Divenuto avvocato in America, lavorò per lo studio legale Pavia a New York. Tra i suoi clienti la compagnia petrolifera Texaco, per la quale fu inviato in Libia. In seguito ha iniziato a lavorare come banchiere e consulente.

Fratoianni, in fiamme la sua auto vicino Campobasso

Attimi di paura per Nicola Fratoianni. Il leader di Sinistra italiana e parlamentare dell’alleanza Verdi-Sinistra era in viaggio verso Campobasso nella serata del 22 giugno quando, alle porte del capoluogo molisano, la sua auto ha improvvisamente preso fuoco. Fortunatamente nessuno dei passeggeri è rimasto ferito e i vigili del fuoco hanno presto domato le fiamme. Fratoianni e i suoi compagni hanno ripreso poco dopo il viaggio a bordo di un’altra vettura, con cui hanno raggiunto Campobasso. Partito da Foggia, il leader di SI doveva incontrare la segretaria del Partito democratico Elly Schlein e il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte per sostenere Roberto Gravina, candidato alle regionali del 25 e 26 giugno.

In fiamme l'auto di Fratoianni mentre andava a Campobasso per incontrare Elly Schlein e Giuseppe Conte, coinvolto in un incidente sull'A1.
Nicola Fratoianni insieme a Elly Schlein (Imagoeconomica).

Non solo Nicola Fratoianni, sull’A1 un incidente per Giuseppe Conte

Partito da Foggia, Nicola Fratoianni stava percorrendo la stessa tratta che il giorno precedente, il 21 giugno, aveva attraversato Giuseppe Conte. Nell’occasione, un’auto della scorta del leader dei pentastellati era rimasta coinvolta in un incidente sull’autostrada A1, in direzione Frosinone, anche in questo caso per fortuna senza gravi conseguenze. Come ha riportato Il Messaggero tre vetture hanno dato vita a un tamponamento a catena dopo che la prima aveva urtato un mezzo pesante. L’ex presidente del Consiglio è sceso dall’auto su cui viaggiava subito dopo l’impatto, andando a sincerarsi delle condizioni di salute di una donna in evidente stato di shock e agitazione. Forti i rallentamenti alla circolazione stradale, poiché si sono formati circa quattro chilometri di coda.

Emma Marrone: «Perché per essere madre bisogna avere un partner? Visione medievale»

La cantante Emma Marrone ha affidato a Vanity Fair il suo pensiero sulla maternità affermando che non si è mai immaginata madre e chiedendosi perché, per esserlo, sia necessario avere un partner: «Se volessi un figlio potrei farlo con la fecondazione ma in Italia occorre essere una coppia».

Emma Marrone sulla famiglia

Un’intervista a cuore aperto quella che Emma Marrone ha rilasciato a Michela Murgia, alla quale ha confidato la sua idea di famiglia: «Sono single ma non sola, non mi accontento. Il mio scopo nella vita è realizzare me stessa, non trovare un partner. Certo mi piacerebbe trovare qualcuno a casa ad attendermi, banalmente anche nel letto, ma non mi andrebbe bene chiunque. Sono single, ma non sola. Ho tante famiglie. Quella d’origine e siamo molto uniti, ma dopo tanti anni considero famiglia anche quella professionale, perché i legami che si creano lavorando insieme sono fortissimi e io sono una persona fedele agli affetti. Per carattere posso stare senza compagno, ma non senza una comunità di affetti».

Emma Marrone ha rilasciato un'intervista a Michela Murgia per Vanity Fair dove parla senza mezzi termini della sua idea di maternità
Emma Marrone (Getty Images).

La maternità e la fecondazione

«Io non volevo fare la cantante, volevo fare la cantante famosa», ha confidato la Marrone che senza remore afferma convinta che la sua priorità in questo momento sia la musica e non i figli. La cantante ha raccontato anche la malattia che ha dovuto affrontare, un tumore all’utero a causa del quale ha perso un’ovaia: «La prima volta l’ho presa come un fatto che poteva capitare, con le altre è stato più complicato. L’ho curato ma poi ho detto: “Basta, leviamo l’ovaia”. Potrei ancora avere un figlio, ma la priorità per me è la musica». L’artista non ha negato l’idea di voler ricorrere alla fecondazione: «Non ho resistenze ideologiche, ma la scelta ce l’ho: se volessi potrei ancora farlo da me con la fecondazione. In Italia però devi essere per forza una coppia ed è una visione della genitorialità medievale. Perché devo avere un partner per essere madre? Prima ti dicono: non fate abbastanza figli, poi provi a farli e ti mettono mille ostacoli».

Roberta Capua rivela: «In passato ho perso un bambino»

Roberta Capua, ex Miss Italia e conduttrice televisiva, ha raccontato di aver vissuto una terribile esperienza in passato. Una vicenda che ha sempre voluto mantenere privata fino alla rivelazione al Salotto di Patrizia Finucci Gallo.

Roberta Capua confessa di aver perso un bambino

La conduttrice partenopea ha dichiarato di aver perso un figlio alcuni anni fa, una storia mai resa nota per evitare una visibilità in un momento difficile. Durante l’intervista, la Capua ha infatti sottolineato la sua capacità di superare i momenti dolorosi senza renderli pubblici: «Ho perso un bambino, lo dico per la prima volta. Ce ne sono stati di dolori nella mia vita, ma non li ho mai cavalcati». Un episodio che ha segnato la vita della conduttrice ma del quale non si conoscono altri dettagli.

Roberta Capua rivela in un'intervista di aver perso un figlio in passato, Una vicenda mai resa nota per non cavalcare una visibiltà non voluta
Roberta Capua (Getty Images).

L’incontro con Silvio Berlusconi e il rapporto con Ilaria Capua

Nel salotto della Finucci Gallo, la Capua ha raccontato tanti aneddoti della sua vita e della sua carriera, dagli esordi televisivi al fianco di Raffaella Carrà agli incontri con Silvio Berlusconi fino ai rapporti con la cugina, la virologa Ilaria Capua. La conduttrice ha affermato di aver incontrato Silvio Berlusconi a Mediaset negli anni in cui ha lavorato a Buona Domenica con Maurizio Costanzo e al programma in prima serata su Canale 5 Sei un mito, all’incirca dal 2004 al 2007: «Mi capitò di incontrarlo a una serata conviviale. Mi disse “Lei ha una bellissima chiostra di denti”. Tanti anni dopo lo rividi e mi disse, di nuovo, “che bella chiostra di denti”. Evidentemente non ero il suo tipo». Per quanto riguarda il rapporto con la virologa Ilaria Capua, sua cugina, ha invece rivelato: «Ci siamo frequentate poco da bambine e anche ora ci conosciamo poco. Ma sono orgogliosa di essere sua cugina, è una grande donna».

Il sottomarino Titan è imploso: morti tutti i 5 passeggeri

Il sottomarino Titan della OceanGate, scomparso domenica 19 giugno nell’Oceano Atlantico, è imploso poche ore dopo l’immersione. La Guardia costiera americana ha confermato il tragico epilogo dopo aver ritrovato alcuni detriti e il cono di coda del sommergibile non lontano dal relitto del Titanic. Nessuna speranza di sopravvivenza per i cinque passeggeri a bordo, anche se le ricerche continueranno al fine di raccogliere ulteriori prove sull’accaduto. «Ci vorrà del tempo per determinare l’esatta sequenza temporale di questo caso incredibilmente complesso», ha spiegato il contrammiraglio Usa John Mauger ai media americani.

Il sottomarino della OceanGate non ha retto la pressione poche ore dopo l’immersione. Il regista del film su transatlantico James Cameron: «Tragedia analoga a quella del 1912».
John Mauger della Marina americana durante la conferenza (Getty Images).

Dove si trovava il sottomarino Titan e cosa ha provocato l’implosione

Il sottomarino Titan, al momento del disastro, si trovava a meno di 500 metri dal relitto del Titanic, che giace a quasi 4 mila di profondità sul fondale oceanico. Difficile al momento stabilire le cause che hanno portato all’implosione, ma gli esperti suggeriscono possa essersi trattato di un cedimento strutturale per via della pressione o di un malfunzionamento. Non si esclude che lo stesso sommergibile della OceanGate possa aver urtato i rottami del transatlantico affondato nel 1912. Secondo Associated Press, la Marina Usa avrebbe rilevato l’implosione già domenica 18 giugno, il giorno della scomparsa e dell’interruzione delle telecomunicazioni. «È stata riscontrata un’anomalia attraverso i dati acustici dopo che il sottomarino è stato dato per disperso», si legge in un comunicato riportato anche dal Wall Street Journal.

Nessuna speranza dunque di ritrovare in vita i cinque passeggeri che si trovavano a bordo del sottomarino Titan. «Questa missione sarà probabilmente la prima e l’unica con equipaggio nel 2023», aveva postato su Facebook Hamish Harding poco prima della partenza, riferendosi al meteo molto spesso avverso nella regione. Parole che, dopo la conferma della tragedia, assumono un altro tono. Con il miliardario britannico hanno perso la vita anche l’amministratore delegato della OceanGate Stockton Rush (la cui moglie è lontana parente di due vittime del Titanic), l’esploratore francese Paul-Henri Nargeolet, l’uomo d’affari di origine pakistana Shahzada Dawood e suo figlio 19enne Suleman. Improbabile, secondo la Guardia costiera, il recupero dei loro corpi, anche se verrà fatto tutto il possibile. Secondo gli esperti, difficilmente i cinque si sono resi conto di quanto stava accadendo. «Siamo vicini alle loro famiglie in questo momento di dolore», ha twittato la OceanGate, parlando di un periodo triste per l’esplorazione.

Il regista di Titanic James Cameron aveva già mostrato dubbi per un’immersione

Sulla vicenda è intervenuto anche James Cameron, regista vincitore di 11 premi Oscar per il suo Titanic sul naufragio del transatlantico. «Incredibile che si sia verificata una tragedia simile a quella del 1912», ha sottolineato ad Abc News. Ricordando la sua immersione in solitaria nel 2012 con un mezzo da lui stesso progettato, ha precisato come il rischio di implosione preoccupasse diversi ingegneri progettisti. «È un incubo con cui tutti abbiamo convissuto», ha concluso Cameron. «La compagnia ha ricevuto numerose lettere in cui si specificava che ciò che stavano facendo era sperimentale e non certificato».

La parabola di Minenna, da prof M5s all’arresto per corruzione

I suoi avvocati ora evidenziano che a lui «viene contestato» soltanto «un episodio nel marzo 2020: essersi adoperato in favore di un imprenditore vicino alla Lega per sbloccare una sua fornitura di mascherine ferme alla dogana di Milano in cambio di una entratura nel partito». Fatto sta che l’inchiesta di Forlì – quel «pactum sceleris» con l’ex leghista Gianluca Pini per essere accreditato nel Carroccio e assicurarsi la conferma alla guida dell’Agenzia – e gli arresti domiciliari sono, almeno per il momento, una brutta tegola sulla testa di Marcello Minenna, la cui parabola politica e istituzionale si fa sempre più travagliata. Il suo ultimo incarico, dal quale è stato adesso sospeso in via automatica, è quello di assessore regionale all’Ambiente, alle Partecipate, alla Programmazione unitaria e ai Progetti strategici nella Giunta calabrese di centrodestra guidata dal forzista Roberto Occhiuto. Il presidente azzurro lo ha subito difeso: «I fatti che gli vengono contestati dalla Procura di Forlì riguardano il periodo nel quale Minenna è stato direttore dell’Agenzia delle Dogane: sono certo che dimostrerà la sua estraneità».

La parabola di Minenna, da prof M5s all'arresto per corruzione
Marcello Minenna (Imagoeconomica).

Gli ‘incidenti’ di percorso all’Agenzia delle Dogane 

Tuttavia, ora viene messa a dura prova la sua capacità di reinventarsi come uno Zelig istituzionale per cavare il meglio dalle diverse stagioni politiche. Dopo essere stato uno degli alfieri dell’intellighenzia (economico-finanziaria) dell’area M5s, era riuscito a salvarsi anche durante il governo Draghi e poi aveva saltato il fossato per entrare nelle grazie del centrodestra. Anzi, si vociferava che aspirasse a un ruolo di rilievo in Cassa depositi e prestiti in quota Lega. Ambizioni che adesso rischiano di finire in frantumi, al netto della dovuta presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato. E così sembrano quasi bazzecole gli “incidenti di percorso” durante il suo mandato da direttore dell’Agenzia delle Dogane: come il caso delle auto sequestrate ai criminali e assegnate in modo discrezionale a politici, vip e manager senza bandi né aste pubbliche. Una pratica stigmatizzata dal Mef che poi dispose le restituzioni. E che dire della promozione a dirigente, svelata dal Foglio, con tanto di stipendio da 110 mila euro l’anno, per l’ingegner Lorenzo Monti, fratello di Nina Monti, editor del blog di Beppe Grillo e spin doctor del fondatore M5s?

L’anti-Vegas della Consob

Nato a Bari, 51 anni, Minenna è economista, commercialista, revisore dei conti, esperto di mercati finanziari e obbligazionari. Ha studiato alla Bocconi ed è stato professore nello stesso ateneo milanese e alla London Graduate School of Mathematical Finance, oltre a insegnare alla Sapienza e alla San Raffaele di Roma. Master alla Columbia University di New York, vanta anche trascorsi da editorialista del Sole24Ore, Wall Street Journal e Financial Times, oltre a fregiarsi spesso di essere stato allievo di Carlo Azeglio Ciampi. Dopo un avvio di carriera in Procter&Gamble, nel 1996 vince un concorso, entra in Consob e viene collocato all’Ufficio ispettorato. Con i progressi di carriera nell’authority di vigilanza dei mercati crescono anche le rogne: dal 2007 è responsabile dell’Ufficio analisi quantitative e pian piano si costruisce l’immagine di fustigatore che denuncia le scelte della Consob da lui bollate come anomale o comunque al servizio dei poteri finanziari vigilati. Diventa l’eroe delle associazioni dei consumatori e dei piccoli investitori. E al tempo stesso la spina nel fianco dell’allora presidente Giuseppe Vegas, già esponente di spicco di Forza Italia. Attorno a Minenna iniziano a pullulare voci maligne, indiscrezioni velenose, anche esposti in procura. Qualcuno lo definisce “la talpa” in Consob, per i suoi difensori si tratta invece di una enorme macchina del fango messa in moto a protezione dei soliti poteri forti e Milena Gabanelli lo considera addirittura «mobbizzato».

Consigliori del M5s sui temi economico-finanziari

È così che l’ex direttore delle Dogane diventa un punto di riferimento per il Movimento 5 stelle appena entrato in parlamento. Il partito di Grillo vede in lui il paladino dei piccoli investitori in Borsa contro i potentati che sono il bersaglio perfetto del M5s barricadero nell’età aurea del renzismo. Minenna assurge al ruolo di prezioso consigliori dei cinque stelle sui temi economici e finanziari, suggeritore della strategia sul Fiscal compact e per la creazione di una Banca pubblica degli investimenti. Ma veste i panni di chioccia pure nella battaglia grillina sulle perdite riferite ai derivati di Stato, crociata che consente al Movimento di chiamare in causa addirittura Mario Draghi in relazione ai tempi in cui era direttore generale del Tesoro. Senza scordare gli scandali della fusione Unipol-Fonsai e di Banca Etruria, rispetto ai quali la competenza tecnica di Minenna è pienamente al servizio della narrazione pentastellata contro i sancta sanctorum del presunto “inciucio” tra politica e alta finanza.

La parabola di Minenna, da prof M5s all'arresto per corruzione
Minenna con il generale Francesco Paolo Figliuolo (Imagoeconomica).

La chiamata nella Giunta Raggi e la rottura con la sindaca

Il personaggio divide, non piace a tutti: risultano poco apprezzati soprattutto certi eccessi egotistici e un fare azzimato e impettito, per quanto usualmente cortese e brillante. Ma il cinquestelle ha bisogno di saperi economici e tutto sommato non dispiace nemmeno la storica vicinanza di Minenna alla Cgil. Il padre dell’economista pugliese era stato un funzionario Anas e girava voce che fosse addirittura il riferimento di Massimo D’Alema nel colosso pubblico delle strade. Così, quando il M5s vince alle Amministrative del 2016, è Luigi Di Maio in persona a corteggiare e a volere Minenna nella Giunta del Campidoglio, accanto a Virginia Raggi. Anche perché l’ex Consob conosce già la macchina, essendo stato membro della segreteria tecnica del prefetto-commissario, Francesco Paolo Tronca. Inizialmente l’economista si ritrae, poi cede e prende la delega cruciale di assessore al Bilancio e alle Partecipate. Ma con la sindaca il feeling non scatta mai e dopo poche settimane, nell’estate 2016, Minenna lascia per divergenze sulla gestione delle aziende capitoline e per i veleni attorno al cosiddetto “raggio magico” e alla figura di Raffaele Marra. Le voci di palazzo hanno sempre favoleggiato di una sua cura maniacale per l’estetica e la forma fisica. Tanto che, si dice, anche nell’ufficio in Campidoglio Minenna non mancasse di fare regolarmente flessioni ed esercizi a corpo libero per tenersi tonico.

La parabola di Minenna, da prof M5s all'arresto per corruzione
Minenna con Virginia Raggi (Imagoeconomica).

Le tensioni all’interno dell’Agenzia delle Dogane

Il periodo alla guida delle Dogane, nominato dal secondo governo Conte nel 2020, è comunque quello più tribolato fino all’arresto di ieri. Oltre agli scivoloni già ricordati, Minenna è incappato infatti in un’indagine per abuso d’ufficio della procura di Roma. Stando a un esposto depositato in tribunale e alla Guardia di finanza, l’ex dirigente Alessandro Canali sarebbe stato licenziato per aver denunciato presunte irregolarità relative alle spese per viaggi e missioni istituzionali di Minenna, accompagnato dalla dipendente Patrizia Bosco. L’Agenzia aveva fatto sapere che l’ex dirigente era stato rimosso in ragione di una riorganizzazione già comunicata da tempo, ma Canali ha fatto ricorso d’urgenza alla sezione lavoro del tribunale di Roma contro la cancellazione del posto di vicedirettore che avrebbe determinato l’interruzione anticipata del suo incarico. Ricorso successivamente respinto. Il nome di Canali si intreccia anche ai difficili rapporti di Minenna con un altro dipendente delle Dogane. La procura di Roma, il 31 gennaio scorso, ha mandato all’ex direttore un avviso di conclusione delle indagini pure per minaccia e calunnia nei confronti dell’allora funzionario dell’ufficio antifrode Miguel Martina. Anche qui fanno capolino la pandemia e le mascherine anti-Covid: Martina, infatti, aveva compiuto diversi accessi alle banche dati perché stava indagando, su precisa delega dell’autorità giudiziaria, circa la regolarità delle forniture dei dispositivi approvvigionati dalla Protezione civile per somme molto ingenti. Quando Minenna seppe dell’attività di Martina, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe iniziato a minacciarlo per fargli rivelare notizie coperte da segreto istruttorio. Anzi, il funzionario fu sottoposto a procedimento disciplinare e denunciato alla procura stessa per accesso abusivo alle banche dati istituzionali. Il Tribunale di Roma, però, ha poi accolto la richiesta di archiviazione dei pm. Inoltre, non ottenendo risultati per via diretta, Minenna avrebbe provato a rivolgersi ad altri dipendenti – come l’allora diretto superiore di Martina, Gianfranco Brosco – che comunque non avrebbero ottemperato alle sue richieste. Alla fine, il numero uno delle Dogane sarebbe in ogni caso riuscito nell’intento di ritirare le password di accesso, rimuovendo Martina e trasferendolo all’Ufficio giochi dell’agenzia. Adesso l’ultima tegola, con gli anni duri della pandemia e le mascherine che tornano alla ribalta. E l’ex presidente dell’Anm, Luca Palamara, che in un’intervista a L’Identità dice sibillino: «Mutato il contesto politico di riferimento, viene meno quella iniziale rete di protezione che forse aveva consentito di indirizzare queste vicende sul classico binario morto. Penso che ora tante altre verità potranno venire a galla».

Ben Hur (2016) stasera su Rai Movie: trama, cast e curiosità

Stasera 23 giugno andrà in onda sul canale Rai Movie il film Ben Hur, realizzato nel 2016, alle ore 21.10. La pellicola è il remake dell’omonimo film realizzato nel 1959 con protagonista Charlton Heston, è stata diretta dal regista Timur Bekmambetov e la sceneggiatura è stata scritta da John Ridley e Keith R. Clarke. Gli attori protagonisti di quest’opera di genere epico e drammatico sono Jack Huston, Toby Kebbell, Morgan Freeman, Nazanin Boniadi e Rodrigo Santoro.

Ben Hur del 2016 è un film che andrà in onda stasera 23 giugno sul canale televisivo Rai Movie, ecco trama, cast e curiosità.
L’attore e protagonista principale del film Jack Huston (Getty Images).

Ben Hur (2016), trama e cast del film in onda stasera 23 giugno 2023 su Rai Movie

La trama del film ruota intorno alle vicende di un nobile ebreo di Gerusalemme di nome Giuda Ben-Hur (Jack Huston) che, durante l’Impero di Tiberio, vive felicemente insieme al fratello adottivo Messala Severus (Toby Kebbell), un romano rimasto orfano da bambino. I due trascorrono le giornate a cavalcare ma un giorno Messala sembra essere stufo della sua vita. Per questa ragione, decide di diventare centurione e combattere in prima linea per l’impero di Roma. Passano tre anni, Ben-Hur continua a vivere la sua vita e si è sposa con Esther (Nazanin Boniadi) mentre Messala torna a Gerusalemme, trovando una situazione completamente diversa in città: i romani esercitano sempre di più la loro pressione, le differenze sociali sono estremamente evidenti e gli anarchici Zeloti tentano di creare costantemente tumulto. Per questa ragione, il governatore Ponzio Pilato (Pilou Asbaek) chiede a Messala una mano per ristabilire l’ordine. Lo stesso Messala domanda al suo fratello adottivo Ben-Hur di intervenire, ma quest’ultimo, dopo aver ascoltato un discorso di Gesù (Rodrigo Santoro), capisce che non bisogna rispondere alla violenza con la violenza.

Messala quindi si vede costretto ad arrestare il fratello e Ben-Hur finisce in schiavitù, mentre la sua famiglia viene condannata per crocifissione. Dopo cinque anni da schiavo, Giuda Ben-Hur riesce a fuggire in seguito alla disfatta dei Romani contro i ribelli Greci e arriva, su un pezzo di nave, sulle coste asiatiche. Qui viene aiutato e soccorso dal mercante Ilderim (Morgan Freeman) che intuisce le sue potenzialità come esperto di corse. Infatti, Ilderim è un accanito scommettitore e decide di puntare tutto su Ben-Hur iniziandolo al mondo delle corse delle quadrighe. Ben-Hur coglie quest’occasione ma le sue reali intenzioni sono altre: tornare nella sua città per scoprire il destino della sua famiglia e vendicarsi di Messala, l’uomo che ha amato come un fratello ma che l’ha tradito. Tuttavia, durante il suo percorso e grazie anche alla vita del Cristo, capirà l’importanza del perdono e della misericordia.

Ben Hur (2016), 5 curiosità sul film

Ben Hur (2016), il quinto adattamento cinematografico dell’opera originale

Il film Ben Hur del 2016 è il quinto adattamento cinematografico dell’opera originale, vale a dire il romanzo Ben Hur: A Tale of Christ scritto dall’autore statunitense Lew Wallace nel 1880. L’adattamento più famoso, comunque, rimane quello del 1959 diretto da William Wyler, pellicola che riuscì a conquistare per la prima volta nella storia 11 premi Oscar.

Ben Hur (2016), i risultati al botteghino sono stati fallimentari

Nonostante la grande campagna di marketing e la grande spinta da parte della produzione, l’opera epica non ha avuto i risultati sperati. Gli incassi al botteghino sono stati deludenti e, come riporta Wikipedia, il film ha ottenuto soltanto 94 milioni di dollari. Si tratta di un risultato pessimo se si considera il budget impiegato per realizzare il lungometraggio di circa 100 milioni di dollari.

Ben Hur (2016), gran parte delle riprese si sono svolte in Italia

Per rimanere fedele all’adattamento cinematografico più famoso, il regista ha voluto girare molte delle scene del film in Italia. Per questa ragione, le riprese si sono svolte a Matera, precisamente nel sito dei Sassi, e a Roma, all’interno degli studi di Cinecittà.

Ben Hur (2016), la reazione del regista dopo aver letto la sceneggiatura

Timur Bekmambetov, regista del film, ha subito apprezzato la sceneggiatura della pellicola. Come riporta il sito Movieplayer.it, il suo commento al riguardo è stato: «Quando ho letto la sceneggiatura di Ben-Hur scritta da John Ridley, mi sono entusiasmato moltissimo. Ho capito che la visione di John rispecchiava i miei principi morali. Abbiamo parlato molto del nostro mondo moderno, che in realtà mi ricorda molto un enorme impero romano. Nell’impero romano i valori più importanti erano l’orgoglio, la rivalità, il potere, la forza, la dittatura del potere e l’amor proprio. Questo tipo di mondo non ha prospettive oggi. L’umanità deve imparare ad amare e perdonare, è questa la nostra unica speranza».

Ben Hur del 2016 è un film che andrà in onda stasera 23 giugno sul canale televisivo Rai Movie, ecco trama, cast e curiosità.
Il regista Timur Bekmambetov (Getty Images).

Ben Hur (2016), la costruzione del circo delle bighe

L’uso della CGI nel film è stato ridotto al minimo. Il regista voleva mantenere un certo realismo nelle scene e per questo ha richiesto la costruzione di un set che ricordasse il circo delle bighe. Secondo il suo parere, in questo modo gli attori potevano comportarsi in modo naturale e il tutto aveva un aspetto più realistico.

Il colore della libertà (2020) stasera su Rai 3: trama, cast e curiosità

Il colore della libertà è un film del 2020 che andrà in onda stasera 23 giugno 2023 alle ore 21.20 sul canale Rai 3. Questa pellicola è stata diretta dal regista Barry Alexander Brown che ha curato anche la sceneggiatura, mentre il produttore di quest’opera biografica-drammatica è Spike Lee. All’interno del cast del film ci sono diversi attori famosi come Lucas Till, Lucy Hale, Julia Ormond e Brian Dennehy.

Il colore della libertà è un film del 2020 che andrà in onda questa sera 22 giugno 2023 su Rai 3, ecco trama, cast e curiosità.
Lucas Till, attore protagonista del film (Getty Images).

Il colore della libertà, trama e cast del film in onda stasera 23 giugno 2023 su Rai 3

La trama della pellicola segue la storia di Bob Zellner (Lucas Till), figlio di un metodista che frequenta l’All-White Huntingdon College di Montgomery, in Alabama, nel 1961. Zellner, insieme ad alcuni suoi amici, deve scrivere una tesi sulle relazioni razziali in quello che è un clima molto teso, specialmente negli stati americani del Sud. Per questa ragione, decide di recarsi con i suoi compagni in un evento tenuto in una chiesa che ha come obiettivo quello di celebrare il quinto anniversario del boicottaggio dei bus a Montgomery. L’evento viene presentato da Ralph Abernathy (Cedric The Entertainer) e da Rosa Parks (Sharonne Lanier). I cinque ragazzi rimangono affascinati dall’evento ma sono costretti a fuggire da una porta sul retro per eludere l’arresto da parte della Polizia. Tuttavia, i giovani finiscono su un giornale locale e sono costretti ad affrontare l’ostilità dei residenti locali, tant’è vero che un crocifisso viene bruciato appena fuori la casa di Bob.

Anche il nonno di Zellner (Brian Dennehy), membro del Ku Klux Klan, avvisa il nipote di non farsi coinvolgere nella questione dei diritti civili. Comunque, Bob continua ad assistere agli eventi organizzati dalle varie associazioni come i Freedom Riders, entrando in contatto anche con Jessica Mitford (Sienna Guillory). Dopo queste vicende, Zellner diventa un forte sostenitore del Comitato studentesco per la coordinazione non violenta, conosciuto anche come SNCC, arrivando a diventarne addirittura il primo segretario bianco. Il giovane dovrà affrontare anche la diffidenza degli afro-americani presenti nel comitato ma, protestando e lottando per i diritti, si guadagnerà il rispetto di tutti coloro che sono al suo fianco. Anche quando il Ku Klux Klan tenterà di mettere fine alla sua vita, Bob non si arrenderà e nonostante qualche titubanza continuerà a lottare per difendere i diritti civili universali.

Il colore della libertà, 4 curiosità sul film 

Il colore della libertà, il film è tratto da una storia vera

La pellicola è tratta da una storia vera. Infatti, il soggetto del film riprende il libro The Wrong Side of Murder Creek scritto dal vero Bob Zellner. In quest’opera, che rappresenta la sua autobiografia, Zellner racconta il suo percorso all’interno del Comitato studentesco per la coordinazione non violenta e le proteste condotte per proteggere i diritti civili. Nel libro, Zellner racconta anche l’odio razziale dei cittadini negli stati americani del Sud e l’influenza che esercitava allora il Ku Klux Klan.

Il colore della libertà, il regista dell’opera ha vissuto nei luoghi messi in scena

Barry Alexander Brown, il regista del film, ha vissuto parte della sua vita nel «profondo Sud» e ha frequentato il liceo a Montgomery, in Alabama. Per questa ragione, ha sin da subito avuto uno stretto legame con il film e si è appassionato a questo progetto importante basato su una storia vera.

Il colore della libertà, il commento di Barry Alexander Brown

La pellicola, secondo il regista Barry Alexander Brown, ha un messaggio che non si limita soltanto agli USA ma può essere applicato per estensione al mondo intero. In un suo commento, riportato su Filmtv.it, il regista ha spiegato: «Il colore della libertà è un film che tratta una storia universale, non riguarda solo l’America e gli stati del Sud. È la storia di una comunità che lotta per i propri diritti, diritti fondamentali che ancora oggi non sono davvero riconosciuti a tutti. Penso che questo film sia una vera e propria chiamata all’azione. È un’opera che vuole dire: “Fate qualcosa, non rimanete seduti in disparte”. Rimanere indifferenti vuol dire schierarsi con gli oppressori. Tutti noi dobbiamo fare qualcosa».

Il colore della libertà, l’impegno di Spike Lee per i diritti civili degli afro-americani

Il colore della libertà è un film del 2020 che andrà in onda questa sera 22 giugno 2023 su Rai 3, ecco trama, cast e curiosità.
Il produttore del film Spike Lee (Getty Images).

Il produttore del film è Spike Lee, regista e uomo di cinema che da sempre, attraverso le sue opere, ha parlato della questione razziale e delle disparità che ci sono in America. Oltre a produrre questa pellicola, ha diretto altri film importanti sul tema come Fa’ la cosa giusta del 1989, Malcolm X del 1993, He Got Game del 1998 e in tempi recenti Blackkklansman del 2018.