Come Aurelio De Laurentiis è riuscito a rompere il giocattolo Napoli da lui costruito

Costruire il giocattolo, rompere il giocattolo. C’è qualcosa del regresso all’infantilismo in questa assurda stagione del Napoli fresco di scudetto. E di questo regresso l’artefice è colui che dopo essersi cucito il tricolore sul petto ha deciso di mettere da parte ogni indugio per scendere in campo da protagonista assoluto: il presidente e patron Aurelio De Laurentiis. Che dall’inizio della sua avventura nel mondo del calcio, anno 2004, è stato elogiato e indicato come un modello di gestione dell’azienda calcio. Ma che proprio dopo avere raggiunto il culmine, con la vittoria del campionato nell’approssimarsi del ventennio al vertice della società azzurra, ha dato il via a uno spettacolare cammino versi lo smantellamento dei risultati e della reputazione. Come fosse una stagione di sabbatica dissipazione e con l’augurio, per i tifosi del Napoli, che soltanto di un anno si tratti.

Il Napoli aveva azzeccato l’azzardo tecnico di Kim e Kvaratskhelia

Un anno fa di questi tempi ci si trovava a elogiare uno stile gestionale che, oltre all’equilibrio economico, programmava l’azzardo tecnico. Il Napoli era riuscito a centrare un triplice obiettivo: cedere a prezzi di estremo vantaggio alcuni fra i calciatori più importanti della sua rosa (Kalidou Koulibaly e Fabiàn Ruiz), lasciare andare via da svincolati alcuni fra i protagonisti principali delle stagioni più recenti (nonché idoli della tifoseria, come Lorenzo Insigne e Dries Mertens) con l’effetto di alleggerire il monte-ingaggi, e infine impiegare soltanto parte del saldo attivo da calciomercato e dismissioni acquisendo atleti che hanno reso più forte la squadra (come il sudcoreano Kim e l’impetuoso georgiano Kvicha Kvaratskhelia).

Come Aurelio De Laurentiis è riuscito a rompere il giocattolo Napoli da lui costruito
Il difensore sudcoreano Kim passato dal Napoli al Bayern Monaco (Getty).

Interrotto l’oligopolio Inter-Juventus-Milan che durava dal 2001-2002

Un’impresa da dieci e lode che ha fatto del Napoli 2022-23 una storia da raccontare e tramandare, espressa sul campo attraverso una squadra capace di incantare l’Italia e l’Europa per almeno tre quarti di stagione e di portare finalmente a Napoli l’agognato terzo scudetto, oltre a rompere l’oligopolio InterJuventusMilan che in Serie A durava ininterrottamente dalla stagione 2001-02. Insomma, un’avventura unica e forse irripetibile. Ma proprio qui sta il punto: unica e irripetibile. Sia la stagione, sia l’ardita mossa di rivoluzionare i ranghi della squadra durante un’estate presentandosi più forti ai nastri di partenza.

Come Aurelio De Laurentiis è riuscito a rompere il giocattolo Napoli da lui costruito
Aurelio De Laurentiis con Luciano Spalletti (Getty).

Con Spalletti e Giuntoli lui poteva fare il patron illuminato

Il Napoli che ha trionfato è stato il frutto di un’eccezionale chimica, un mix di elementi che hanno saputo dare il massimo sia in termini individuali sia di contributo all’insieme: squadra che giocava un calcio di massima avanguardia; allenatore Luciano Spalletti, che ruotava con maestria una rosa di giocatori abbondante e assortita; società in cui ciascuno riusciva a svolgere il suo ruolo senza sconfinare nelle prerogative di altri. In particolare c’era la funzione chiave del capo dell’area tecnica, Cristiano Giuntoli, che negli anni più recenti ha costruito pezzo dopo pezzo il Napoli del terzo scudetto lavorando in silenzio e lasciando che la scena venisse occupata dal presidente. Che dal canto suo ha potuto disegnarsi intorno un profilo da patron illuminato, capace di mettere su un modello di azienda calcistica straordinariamente virtuoso, specie se lo si confronta col generale panorama dissipatorio del calcio nazionale.

Come Aurelio De Laurentiis è riuscito a rompere il giocattolo Napoli da lui costruito
Aurelio De Laurentiis allo stadio. Dietro di lui anche Osimhen (Getty).

Gasato dall’impresa, De Laurentiis ha pensato di essere il vero fuoriclasse del Napoli

C’è da aggiungere un elemento, forse il più significativo nell’annata che ha dato al Napoli il terzo scudetto: mai come durante la stagione 2022-23 il presidente è stato dentro il proprio ruolo, resistendo alla tentazione dell’invasione nelle prerogative altrui. Ma poi con l’avvicinarsi del trionfo gli equilibri sono andati in mutamento. Il rapporto con Spalletti, giunto soltanto alla seconda stagione, era già logorato; né, visto il carattere dei due e la lunga tradizione di rapporti con gli allenatori che per il presidente sono andati regolarmente a chiudersi in modo pessimo, ci si poteva aspettare qualcosa di diverso. E infine c’è stata la conclusione del rapporto con Giuntoli, che ha preferito rispondere alla chiamata della Juventus. A quel punto De Laurentiis, gasato dall’impresa del terzo scudetto e convinto di essere artefice unico del modello Napoli e dell’impresa realizzata, deve avere creduto di possedere il dono dell’infallibilità e di essere lui il vero e unico fuoriclasse del Napoli. Una fuga dalla realtà che ha immediatamente segnato le sorti della stagione 2023-24.

Scelte funzionali a rafforzare il profilo dell’uomo solo al comando

Nelle analisi dei motivi che hanno portato a una stagione fin qui così al di sotto delle aspettative ci si sofferma molto sulla partenza di Kim, che nella stagione della vittoria aveva sostituito Koulibaly facendolo dimenticare in fretta. Il sudcoreano non è stato adeguatamente sostituito al centro della difesa e questo è stato certamente un punto di debolezza. Ma gli stenti del Napoli 2023-24 non possono certo essere imputati alla partenza di un calciatore, né alla sola dimensione di campo. Vanno piuttosto prese in considerazione le scelte fatte in estate, tutte oggettivamente funzionali a rafforzare il profilo dell’uomo solo al comando.

Come Aurelio De Laurentiis è riuscito a rompere il giocattolo Napoli da lui costruito
Rudi Garcia (Getty).

Garcia, Meluso, ora Mazzarri: la piazza è sempre più sconcertata

L’allenatore, Rudi Garcia, è stato accolto da un immediato scetticismo che purtroppo si è rivelato motivato col passare delle settimane. Ma anche la decisione di affidare il ruolo di Giuntoli a Mauro Meluso, serio professionista e degnissima persona ma rimasto fuori dal giro, ha avuto l’effetto di rafforzare la figura del presidente-patron. Fra l’altro, circola con sempre maggiore insistenza la voce che vorrebbe anche Meluso in uscita. Con l’effetto di far segnare una clamorosa sconfessione delle scelte compiute da De Laurentiis in estate, senza che lo stesso presidente ne paghi le conseguenze. Lui costruisce, lui sfascia. Provando fra l’altro colpi a sensazione che per il momento hanno il solo effetto di sconcertare la piazza. Come il ritorno sulla panchina di un Walter Mazzarri in fase calante di carriera e dopo che 10 anni fa il rapporto fra le parti si era interrotto in modo tempestoso.

Come Aurelio De Laurentiis è riuscito a rompere il giocattolo Napoli da lui costruito
Walter Mazzarri (Getty).

Auguri a tutti. Compreso lo stesso De Laurentiis, avvistato al fianco del governatore campano Vincenzo De Luca per la presentazione del libro Nonostante il Pd. Chi c’era racconta che il numero uno del Napoli ha detto di essere «né di destra né di sinistra, ma un uomo libero», e che quanto al Partito democratico «sta vivendo il momento meno valido della sua storia». Beh, non è che di questi tempi il suo sia tanto meglio, caro presidente.

Lecco, 12enne finisce nel lago a dieci metri di profondità: è in condizioni disperate

Un ragazzo di 12 anni è stato riportato a riva dopo essere finito in acqua mentre si trovava su un pontile a Civiate, sulle rive del lago in provincia di Lecco con altri giovani. L’adolescente, inizialmente disperso, è stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco a una decina di metri di profondità. A dare l’allarme sono stati i passanti. Rianimato sul posto dai soccorritori, il 12 enne è stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Lecco in condizioni disperate. Sono in corso le indagini per accertare il motivo che ha causato la caduta del ragazzino in acqua. In quel momento tra l’altro le condizioni del lago erano particolarmente critiche per le alte onde e le forti raffiche di vento.

 

Dietrofront di Augias, condurrà sulla Rai un’altra stagione di La Gioia della Musica

Corrado Augias è sì approdato a La7, dove sarà al timone di un programma settimanale in prima serata intitolato La torre di Babele. Ma non dirà del tutto addio alla Rai. Raccogliendo l’invito dell’amministratore delegato Roberto Sergio, il giornalista ha infatti accettato di preparare e condurre 20 puntate del programma La Gioia della Musica, considerando anche il lavoro già svolto dagli autori e gli impegni presi con l’Orchestra Nazionale Sinfonica della Rai. Lo si apprende da una nota di Viale Mazzini.

Dietrofront di Augias, condurrà in Rai un’altra stagione di La Gioia della Musica dopo aver parlato con l'ad Sergio.
Giampaolo Rossi e Roberto Sergio (Imagoeconomica).

Si tratta di una decisione a sorpresa, visto il botta e risposta con il direttore generale Rossi

Si tratta di un clamoroso dietrofront dopo l’addio al veleno che si è (o meglio era) consumato. Augias, prendendosela con il governo Meloni, «approssimativo e incompetente», nonché in grado di produrre «il massimo di efficienza nella progressiva distruzione della Radiotelevisione italiana», aveva detto addio alla Rai rendendosi protagonista di un un caldissimo botta e risposta con il direttore generale Giampaolo Rossi. «Se la Rai è sopravvissuta all’addio di Pippo Baudo, sopravviverà anche a quello di Augias», aveva detto quest’ultimo nel corso di un’audizione in commissione Cultura alla Camera, aggiungendo: «Il nostro obiettivo non è salvaguardare lo stipendio di Augias, ma occuparci di 12 mila dipendenti». Dalle pagine di Repubblica, il giornalista aveva risposto: «Le parole con le quali il direttore generale della Rai Giampaolo Rossi ha commentato la mia uscita dall’azienda sono così improprie da suonare come smarrite, gravate per di più da un’ombra di volgarità», sottolineando di non aver mai parlato di soldi. E poi aveva rincarato la dose: «Un alto dirigente dovrebbe trovare il modo di polemizzare senza però lasciarsi andare all’ingiuria. Rispondere nel merito non è impossibile se si ha netta coscienza del proprio operato e delle proprie scelte culturali». Ora la marcia indietro.

Dietrofront di Augias, condurrà in Rai un’altra stagione di La Gioia della Musica dopo aver parlato con l'ad Sergio.
Corrado Augias (Imagoeconomica).

Meloni a Schlein dopo il no ad Atreju: «Bertinotti non temeva il dialogo»

Giorgia Meloni ha commentato l’invito rifiutato da parte di Elly Schlein di partecipare alla festa di Fratelli d’Italia ad Atreju. Incalzata dai giornalisti a Zagabria, la premier è stata chiara: «Cosa penso della scelta di Schlein di non accettare l’invito ad Atreju? La nostra è una festa aperta per antonomasia, è stata la prima festa a immaginare confronti anche con leader molto diversi tra loro. C’era un tempo molto lontano da oggi, anche in un altro clima, in cui Fausto Bertinotti non aveva timore a dialogare, pur dall’orgoglio della diversità delle proprie posizioni, con qualcuno che era molto distante da lui. Prendi atto che le cose sono cambiate».

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Meloni: «Io mi sono sempre presentata quando invitata»

La presidente del Consiglio poi ha continuato: «Non so come interpretare la decisione di Schlein. Io mi sono sempre presentata quando sono stata invitata. E sono stata quella che ha aperto agli inviti ai leader della sinistra quando ero presidente di Azione giovani. I leader che hanno partecipato alla festa nel corso di questi oltre 25 anni sono stati tutti, ricordo diversi capi di governo della sinistra, dall’attuale commissario europeo a Enrico Letta. Sarebbe una delle pochissime volte in cui qualcuno dice di no, ma non mi sento di giudicarla. La manifestazione si svolge lo stesso: supereremo».

Schlein aveva risposto: «Parleremo in Parlamento»

La risposta al presunto invito arrivata dalla segreteria del Pd è stata: «Con FdI ci confrontiamo e discutiamo in parlamento, a partire dalla Manovra di bilancio». Nelle stesse ore, il responsabile organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli, ha smentito l’invito spiegando di averlo «letto dai giornali» e che comunque «sembra tutto un po’ prematuro».

La premier ha attaccato la segretaria dem: «Sarebbe una delle pochissime volte in cui qualcuno dice di no, ma non mi sento di giudicarla. La manifestazione si svolge lo stesso: supereremo». 
ELLY SCHLEIN, SEGRETARIA DEL PARTITO DEMOCRATICO

Milano, auto investe e uccide un ciclista di 63 anni: alla guida un 87enne

Ennesimo incidente stradale nel Milanese con protagonista un ciclista. Stavolta è successo a Basiglio, quando un uomo di 63 anni è morto dopo essere stato investito da un’auto mentre era in bicicletta. Secondo la ricostruzione dei soccorritori, alla guida della vettura, una Fiat Panda, c’era un 87enne, rimasto lievemente ferito. L’impatto è avvenuto sulla strada statale 113. La vittima è caduta battendo la testa e perdendo conoscenza, mentre l’auto è finita in un canale che costeggia la carreggiata. Inutili i tentativi di rianimarlo, all’arrivo del personale del 118 e dei vigili del fuoco.

Everton penalizzato in Premier: City e Chelsea rischiano la retrocessione?

Pugno duro della Premier League nei confronti dell’Everton. Il club di Liverpool è infatti stato penalizzato di 10 punti in classifica per aver violato il fair play finanziario, sforando i parametri imposti dal regolamento di circa 20 milioni di sterline (23 milioni di euro). È la prima volta che nel massimo campionato di calcio inglese si va incontro a una punizione simile per tali irregolarità. Con la nuova classifica, con appena quattro punti l’Everton è sprofondato dal 14esimo all’ultimo posto alla pari del Burnley. La sentenza storica tuttavia fa aleggiare lo spettro di una pesante penalizzazione anche per il Manchester City e il Chelsea. I vincitori della Champions League 2022, come emerse a febbraio 2023, avrebbero violato le regole finanziarie per nove anni di fila dal 2009 al 2018. Per i Blues si parla di pagamenti irregolari durante la presidenza di Roman Abramovich.

L'Everton è stato penalizzato di 10 punti in classifica per violazione del fair play finanziario. Spettro retrocessione per Chelsea e City.
Roman Abramovich nel 2021 con la Champions League (Getty Images).

Everton, il comunicato della Premier League e la reazione del club

«Il club ha ammesso di aver violato il PSR (regole di redditività e sostenibilità della Premier, ndr.) durante la stagione 2021-22», si legge nel comunicato ufficiale della Lega. «La Commissione ha determinato che le perdite nel periodo ammontavano a 124,5 milioni di sterline (142 milioni di euro), che superano la soglia consentita pari a 105 milioni. Imposta pertanto una sanzione sportiva sotto forma di una penalizzazione di 10 punti, che avrà effetto immediato». Non si è fatta attendere la reazione dell’Everton che ha già annunciato di voler fare ricorso con un comunicato sul sito ufficiale e sulle pagine social. Rilasciato anche un video in cui Colin Chong, Ceo del club, sottolinea gli stessi concetti. «Siamo scioccati e delusi», recita la dichiarazione. «Si tratta di una pena del tutto sproporzionata e ingiusta. La durezza e la severità della Commissione non riflettono in modo ragionevole le prove presentate».

Manchester City e Chelsea, a rischio anche le big della Premier League?

La penalizzazione dell’Everton potrebbe far tremare anche i campioni in carica del City e il Chelsea. «Mi sembra una pena severa per l’Ffp», ha spiegato al Daily Mail Stefan Borson, ex avvocato della squadra di Manchester vincitrice del Treble. «Rafforza però il fatto che le sanzioni contro Citizens e Blues potrebbero indurre alla retrocessione in Championship». Il legale ha ipotizzato l’arrivo di novità per gennaio 2024, ma al momento è impossibile trarre conclusioni. Lo spettro di una clamorosa discesa nella Serie B britannica per i due club però potrebbe materializzarsi sempre più rapidamente. La società in mano allo sceicco Mansur infatti potrebbe aver commesso gli stessi illeciti dell’Everton addirittura per nove stagioni e per cifre molto più ampie. «Allarmante o meno, la portata delle accuse potrebbe indurre alla retrocessione», ha spiegato Borson.

Come ha riportato anche il Sun, il Manchester City avrebbe infatti sovrastimato le entrate dagli sponsor con denaro proveniente dai proprietari piuttosto che dalle partnership con aziende di Abu Dhabi. Sotto accusa anche lo stipendio di Roberto Mancini, sulla panchina dei Citizens dal 2009 al 2013, raddoppiato tramite un accordo segreto con un club degli Emirati Arabi. Per quanto riguarda invece il Chelsea, i media britannici hanno riportato le accuse di presunti pagamenti di Roman Abramovich tramite una serie di proprietà offshore. I nuovi proprietari sarebbero anche venuti a conoscenza di «vari report finanziari potenzialmente incompleti» legati all’era del magnate russo. Intanto però tutto tace, tanto che secondo alcuni tabloid il caso potrebbe richiedere anche diversi anni. Per l’Everton però sono bastati pochi mesi.

Blitz degli studenti, maxi bandiera della Palestina sulla Torre di Pisa

Blitz di una quindicina di studenti aderenti ai movimenti antagonisti, che hanno fatto irruzione all’interno della Torre di Pisa, superando i controlli, per poi esporre una maxi bandiera della Palestina dal campanile più famoso del mondo. I manifestanti hanno anche acceso un paio di fumogeni prima di scendere. Non risultano danni.

Il blitz è durato pochi minuti e si è concluso in modo ordinato

Gli studenti hanno agito al termine del corteo composto da circa 500 persone che in mattinata ha attraversato le principali vie del centro di Pisa fino a Piazza dei Miracoli. Arrivati di fronte al campanile, un gruppetto di studenti ha colto di sorpresa il servizio delle forze dell’ordine e anche gli addetti alla vigilanza della Torre Pendente, riuscendo a entrare con la forza nel monumento. Sono così saliti di alcuni piani prima di srotolare un grande stendardo con i colori della Palestina per esprimere solidarietà alla popolazione di Gaza. Il blitz è durato pochi minuti e si è concluso in modo ordinato. La Digos e la polizia scientifica, attraverso i filmati, cercheranno di identificare gli autori del gesto.

Blitz degli studenti, maxi bandiera della Palestina sulla Torre di Pisa. Accesi anche dei fumogeni. Non risultano danni.
Il corteo in Piazza dei Miracoli (Ansa).

Palazzo Chigi e Colosseo in rosso per i cristiani perseguitati

«In un mondo sempre più segnato dai conflitti, la progressiva erosione del diritto alla libertà religiosa rischia di passare inosservata». Lo sottolinea la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, protagonista di un’iniziativa che ogni anno promuove l’illuminazione di rosso dei luoghi di culto ed edifici civili in tutto il mondo. «Il colore rosso ricorda il sangue versato dai fedeli appartenenti alle diverse religioni, a cominciare da quella cristiana, i quali non possono professare pubblicamente la propria fede», spiega Acs. La Settimana Rossa comincia il 17 novembre e si estende fino al 26 dello stesso mese. In Italia troverà il suo culmine mercoledì 22 novembre 2023, il Red Wednesday.

Coinvolte anche le ambasciate presso la Santa Sede di diversi paesi

Su iniziativa di Acs Italia verranno illuminati di rosso il Colosseo, Palazzo Madama, Palazzo Montecitorio, Palazzo Chigi, la Farnesina e alcune parrocchie in varie zone d’Italia. Coinvolte nel progetto anche le ambasciate presso la Santa Sede di Burkina Faso, Camerun, Francia, Italia, Macedonia del Nord, Slovenia, Spagna e Ungheria, mentre hanno espresso sostegno all’iniziativa le Ambasciate presso la Santa Sede di Brasile e Israele. «Acs Italia manifesta gratitudine nei confronti dei Presidenti La Russa, Fontana e Meloni, e dei Ministri Tajani e Sangiuliano per aver aderito all’iniziativa, dimostrando così la sensibilità delle Istituzioni italiane al dramma della violazione della libertà religiosa» sottolinea la fondazione.

Lazio, Lotito sul logo Expo 2030: «Non ce l’hanno inviato»

Roma scoprirà il 23 novembre prossimo se si sarà aggiudicata l’Expo 2030. Un evento unico al mondo, che la Capitale sta contendendo a Riyad, altra città in corsa per ospitare la manifestazione. La questione ha sfiorato anche il calcio, perché l’As Roma ha scelto di mettere sulla propria maglia lo sponsor Ryad Season già dalla fine di settembre. Il 6 ottobre, è stata poi la Lazio a tentare di sfruttare la situazione per contrapporsi alla società antagonista. In un comunicato si leggeva: «La Lazio metterà in atto ogni iniziativa possibile per sostenere la candidatura di Roma per Expo 2030». Ma l’appello è stato snobbato e sulla maglia biancoceleste non è mai arrivato il logo del Comitato promotore.

Lotito: «Li ho chiamati quattro volte, nessuna risposta»

Il quotidiano Repubblica è tornato sull’argomento evidenziando come il logo di Roma Expo 2030 non sia arrivato sulle maglie della Lazio neanche in occasione del derby di domenica scorsa. A commentare la vicenda è stato il presidente dei biancocelesti, Claudio Lotito: «Nessuno mi ha inviato il logo di Roma Expo 2030. Li ho chiamati quattro volte, nessuno mi ha risposto. Mica posso mettere un marchio senza l’autorizzazione». E ancora: «Qualcuno non ha voluto, forse per non alimentare la polemica con la Roma».

La replica: «Abbiamo mirato più in alto»

Il Comitato promotore di Roma Expo 2030 ha risposto a Lotito dichiarando che «le nostre trattative hanno mirato ai livelli più alti del calcio italiano». Uno smacco alla Lazio? No, perché gli organizzatori del comitato hanno deciso di puntare direttamente alla Nazionale italiana, che stasera, venerdì 17 novembre, giocherà allo Stadio Olimpico contro la Macedonia del Nord, nel match valido per la qualificazione a Euro 2024. A promuovere la candidatura sui social sono stati Gianluigi Buffon e la calciatrice della Roma femminile Elena Linari. Il primo ha dichiarato: «È il momento di segnare un gol tutti insieme, perché non si vince mai da soli, si vince tutti insieme». La seconda, invece: «Sosteniamo Roma Expo 2030 perché crediamo nei suoi valori di connessione, umanità e inclusione».

Filippo Turetta avrebbe aggredito Giulia Cecchettin: un video ha ripreso la scena

Un video, girato dalla telecamera di sicurezza di un capannone nella zona industriale di Fossò, avrebbe ripreso l’aggressione di Filippo Turetta, iscritto venerdì mattina nel registro degli indagati della procura di Venezia per tentato omicidio. A riferirlo ai giornali sono fonti vicine agli inquirenti. I due ragazzi, di 22 anni, risultano scomparsi dallo scorso sabato.

Filippo avrebbe aggredito Giulia nel piazzale dove sono state trovate tracce di sangue

Nel video si vedrebbe Filippo aggredire fisicamente Giulia nel piazzale in cui sono state trovate le macchie di sangue e i capelli. I carabinieri, guidati dal comandate provinciale Nicola Conforti e dal comandante del reparto operativo Giuseppe Battaglia, stanno intanto facendo delle perquisizioni nell’abitazione del 22enne e potrebbero farle anche in quella della ragazza. Lo riferisce la Repubblica. Vanno intanto avanti le ricerche in almeno quattro province: da Venezia a Treviso, da Pordenone a Belluno, dunque dal Veneto al Friuli. Ma anche l’Alto Adige nelle scorse ore è stato interessato dall’operazione, perché non lontano da quelle zone di montagna, domenica scorsa, la Fiat Grande Punto nera di Filippo è stata registrata l’ultima volta. La storia tra Giulia e Filippo era finita nell’agosto del 2023, ma i familiari della giovane hanno raccontato che il ragazzo aveva un atteggiamento possessivo e controllante nei confronti dell’ex fidanzata.

Mosca vuole rendere fuorilegge il movimento internazionale Lgbtq in quanto «estremista»

Il ministero della Giustizia russo ha chiesto alla Corte Suprema di mettere fuori legge il movimento internazionale per i diritti Lgbt in quanto le sue attività «incitano alla discordia sociale e religiosa» in violazione delle leggi anti-estremismo del Paese. L’omosessualità è stata un reato in Russia fino al 1993 ed è stata poi considerata una malattia mentale fino al 1999.

Mosca vuole rendere fuorilegge il movimento internazionale Lgbtq in quanto «estremista». Per il ministero della Giustizia incita «alla discordia sociale e religiosa».
Gay Pride a San Pietroburgo (Getty Images).

La Corte si pronuncerà il 30 novembre

Negli ultimi anni i diritti Lgbt sono stati messi in forte discussione nella Federazione Russa, in quanto ritenuti dalle autorità in antitesi con i valori tradizionali della società. Nel corso del 2022 il presidente Vladimir Putin ha approvata una legge che vieta la «propaganda dei rapporti sessuali non tradizionali e della pedofilia», rafforzando una norma già esistente dal 2013. In seguito all’adozione della legge, librerie e biblioteche hanno rimosso dai loro scaffali i volumi dove erano presenti riferimenti a relazioni omosessuali, che sono stati eliminati anche da film, serie tv e giochi. La Corte si pronuncerà il 30 novembre: non è chiaro in che modo le autorità russe dimostreranno l’esistenza di un movimento Lgbt globale organizzato.

Usa, Trump è «il più grande pericolo mondiale del 2024»

A un anno dalle elezioni, gli Stati Uniti si interrogano su chi sarà il prossimo presidente. La sfida tra l’attuale leader americano Joe Biden e il precedente, il tycoon Donald Trump, sembra vedere in vantaggio quest’ultimo. Ma il settimanale The Economist ha già le idee chiare e ha definito Trump «il più grande pericolo» mondiale del 2024, qualora dovesse essere eletto.

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Usa, Trump è «il più grande pericolo mondiale del 2024»
Joe Biden (Getty Images).

The Economist: «Sarebbe la più grande minaccia degli Usa»

I giornalisti dell’Economist hanno spiegato che un «secondo mandato di Trump sarebbe una svolta diversa dalla prima» e che la scelta dei cittadini americani influenzerà il «destino del mondo». Anzi il giornale parla di «decine di migliaia di elettori solo in una manciata di stati», aghi della bilancia nella sfida elettorale. La spiegazione è di facile intuizione. Per l’Economist l’eventuale vittoria di Trump incoraggerebbe Vladimir Putin e Xi Jinping, rispettivamente alla guida di Russia e Cina, antagonisti statunitensi.

I sondaggi premiano Trump

Intanto Donald Trump resta davanti a Joe Biden nei sondaggi. A inizio novembre è stato il New York Times a pubblicare i dati di una prima rilevazione secondo cui il Tycoon sarebbe davanti all’attuale presidente in cinque dei sei Stati “battleground”, ovvero in bilico tra Repubblicani e Democratici. Avrebbe un margine di vantaggio tra i 3 e i 10 punti in Arizona, Georgia, Michigan, Nevada e Pennsylvania. Qualche giorno più tardi è stata la Cnn a rendere noto il proprio sondaggio. I numeri attuali vedrebbero Trump al 49 per cento contro il 45 a cui si fermerebbero i consensi di Joe Biden.

Bergamo, rider di 22 anni morto durante una consegna

Nicholas Foresti, un giovane di 22 anni di Albegno di Treviolo in provincia di Bergamo, stava lavorando come rider in una pizzeria d’asporto per pagarsi gli studi quando, intorno alle 21 di mercoledì 15 novembre 2023, una Volkswagen Touran gli avrebbe tagliato la strada in via Grumello a Bergamo, già teatro di incidenti del genere. Il conducente dell’auto è rimasto illeso, mentre le ferite riportate da Foresti sono state subito giudicate gravi. Il giovane, infatti, non ce l’ha fatta ed è deceduto il giorno dopo, 16 novembre, all’ospedale Papa Giovanni XXIII.

Nicholas era prossimo alla laurea

Il 22enne lavorava come pony express per pagarsi gli studi all’Università di Bergamo, facoltà di Economia, dove avrebbe conseguito la laurea il mese prossimo. «Sono un entusiasta del settore economico, in particolare dell’ambito finanziario. Ho iniziato la mia esperienza come investitore poco prima di compiere i 18 anni e attualmente gestisco un mio portfolio personale. Oh, quasi dimenticavo di dire che nel tempo libero studio Economia e finanza all’Università di Bergamo», si presentava su LinkedIn. Nicholas, grande appassionato di calcio e tifoso dell’Atalanta, aveva giocato a lungo nella Giovanile Trealbe. Amante dei viaggi, come testimoniato dalle numerose foto pubblicate sul suo profilo Instagram, aveva visitato diverse città tra cui Düsseldorf, Stoccolma, Barcellona e Roma. La data del funerale non è ancora stata fissata, ma i genitori hanno già dato il consenso per la donazione degli organi.

Il Cristo Redentore di Rio de Janeiro rende omaggio a Taylor Swift

Un fascio di luci in omaggio a Taylor Swift è stato proiettato nella notte di giovedì 16 novembre 2023 sul Cristo Redentore di Rio de Janeiro, dove venerdì 17 la cantante americana terrà un suo concerto, reduce dal successo delle sue esibizioni in Argentina. «Benvenuta in Brasile», si leggeva in un messaggio, mentre il monumento veniva “vestito” con una maglietta simile a quelle usate dai fan dell’artista. La grafica è stata realizzata da Gabriel Dadam, un membro del fan club di Swift nel Paese sudamericano. In cambio dell’omaggio, il rettore del Santuario del Cristo, padre Omar, ha chiesto ai fan di donare 20 mila confezioni di panettoni e acqua alla «popolazione in situazioni vulnerabili». La proposta mira a sensibilizzare i giovani anche in vista della Giornata mondiale dei poveri istituita da Papa Francesco, in programma il 19 novembre.

Il Cristo Redentore di Rio de Janeiro rende omaggio a Taylor Swift
Taylor Swift (Getty Images).

Concessioni balneari, Meloni all’Ue: «Bisogna iniziare una nuova contrattazione»

Giorgia Meloni ha risposto sul tema delle concessioni balneari, a 24 ore dalla lettera sulla procedura d’infrazione ricevuta dall’Italia e inviata dalla Commissione europea. La premier ha risposto ai giornalisti nel corso di un punto stampa a Zagabria, dov’è in programma la cena organizzata dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel per proseguire il dibattito sull’Agenda strategica Ue da adottare per la prossima legislatura. Sulle concessioni ha mostrato serenità e affermato che bisognerà «iniziare una nuova contrattazione» con l’Unione Europea. Una tesi che la stessa Commissione Ue aveva ribadito già nelle scorse ore attraverso un portavoce.

Concessioni balneari, Meloni all'Ue «Bisogna iniziare una nuova contrattazione»
Giorgia Meloni (Getty Images).

Meloni: «Situazione ereditata, si trascina da anni»

La presidente del Consiglio ha spiegato: «Noi ereditiamo una situazione che si trascina da qualche anno. Il tavolo tecnico ha fatto una cosa che curiosamente non è stata fatta fino ad oggi e cioè la mappatura delle spiagge stabilendo che tecnicamente non c’è scarsità della risorsa. Oggi bisogna iniziare una nuova contrattazione con la Commissione Ue, noi dobbiamo dare la certezza del diritto, stiamo facendo dei passi in avanti». Proprio quello della mappatura resta uno dei nodi centrali. L’Italia ha redatto il documento mappando soltanto il litorale. Per l’Europa, però, va effettuata a livello nazionale, con un focus poi sulle coste, così da poterne determinare il valore economico reale.

Senatore francese arrestato per il tentato stupro di una deputata

Joel Guerriau, senatore francese del gruppo parlamentare di centrodestra Les Independants, è stato arrestato a Parigi perché sospettato di aver drogato una deputata allo scopo di stuprarla. La vittima si sarebbe sentita male dopo aver bevuto qualcosa nella casa del 66enne Guerriau: campioni di sangue hanno rivelato la presenza di ecstasy, è filtrato dalla procura della capitale transalpina. I fatti sarebbero avvenuti nella notte tra martedì 14 e mercoledì 15 novembre.

Il senatore francese Guerriau arrestato per il tentato stupro di una deputata, che avrebbe drogato in casa sua.
Joel Guerriau (Senat.fr).

Trovata ecstasy nell’ufficio e nella casa del senatore 

La procura ha spiegato all’Agence France-Presse che Guerriau è sospettato di «aver somministrato a una persona, contro la sua conoscenza, una sostanza che potrebbe alterare il suo discernimento o il controllo delle sue azioni al fine di commettere uno stupro o una violenza sessuale». L’Afp scrive che la donna che ha presentato la denuncia alla polizia è un membro della camera bassa del parlamento, l’Assemblée Nationale. Durante le perquisizioni nell’ufficio e nella casa del senatore gli investigatori hanno trovato ecstasy.

Il senatore francese Guerriau arrestato per il tentato stupro di una deputata, che avrebbe drogato in casa sua.
Palais du Luxembourg, sede del Senato francese (Getty Images).

Il legale: «Interpretazione indecente da parte dei media»

Banchiere di professione, eletto nel 2011, Joel Guerriau è segretario del Senato e vicepresidente della commissione per gli affari esteri, la difesa e le forze armate. Il suo avvocato ha dichiarato che la realtà dei fatti è «molto lontana dall’interpretazione indecente che si può dedurre dai primi articoli dei media», dicendosi «indignato nel vedere che sulla stampa si trovano elementi dell’indagine».

YouTube, nuove regole per le nudità in allattamento e danze sensuali

YouTube ha allentato le sue regole in merito alla monetizzazione dei video che contengono nudità. L’elenco dei filmati idonei per generare introiti pubblicitari infatti comprende anche quelli che mostrano i capezzoli del seno durante l’allattamento e le immagini che presentano danze sensuali come il twerking e il grinding. La piattaforma di proprietà di Google ha anche rilasciato una clip dove Conor Kavanagh, responsabile per le politiche di monetizzazione, spiega nel dettaglio i principali aggiornamenti relativi alle linee guida per tutta la community. Restano infatti importanti restrizioni, soprattutto per quanto riguarda i filmati che mirano a enfatizzare contenuti sessualmente espliciti e volgari.

Monetizzazione attiva per i video che mostrano nudità durante l'allattamento oppure per le danze twerking e grinding. Le regole di YouTube.
YouTube ha modificato le sue linee guida per la community (Getty Images).

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Dall’allattamento al twerking, le nuove linee guida di YouTube sulle nudità

Come si legge sul blog ufficiale della piattaforma, nonostante l’allentamento YouTube ha mantenuto alcune restrizioni importanti. Per quanto riguarda l’allattamento, infatti, è fondamentale che nel video sia presente un bambino. In tal caso, sarà possibile monetizzare anche se nell’inquadratura sono visibili i capezzoli, prima invece vietati. Passando invece ai filmati coreografici di danza, la piattaforma ha deciso di consentire anche il twerking e il grinding oltre a una serie di «balli sensuali». Resteranno però interdette inquadrature intenzionali e ricorrenti di seno, glutei e genitali, movimenti che imitano l’atto sessuale nonché un vestiario «estremamente minimal». YouTube non ha però specificato quali siano i limiti per definire l’abbigliamento consono o meno alla monetizzazione online. «Come sempre, tutti i contenuti dovranno rispettare le regole della community», ha concluso Kavanagh.

Per quanto riguarda la nudità in generale, invece, non ci sono limitazioni per quanto riguarda espressioni di stampo artistico come sculture, schizzi e bozzetti nonché immagini al computer che coinvolgono le intimità illustrate. Consentiti anche abiti traslucidi o trasparenti per seni e décolleté femminili, glutei e torsi maschili «a patto che siano in contesti appropriati come passerelle di moda, esami medici e spiagge». È possibile poi mostrare anche il fondoschiena con vestiti trasparenti purché non rappresentino «il punto focale del video» e non siano «indirizzati per un contenuto sessualmente esplicito». Esclusi dall’elenco filmati, documentari e reportage legati all’industria del sesso, alle sex worker o contenenti immagini pornografiche. Nella danza, si bandiscono infine twerking e grinding se uno dei partner mette le mani sotto i vestiti dell’altro oppure ci sia uno zoom deliberato sulle parti intime.

Antegnate, assalto di un commando di 15 persone in una ditta tessile

All’alba della mattina di venerdì 17 novembre 2023, un commando di una quindicina di persone ha preso d’assalto la Cam, un’azienda tessile nella zona industriale di Antegnate, in provincia di Bergamo.

Una dinamica simile ad altri furti avvenuti in Lombardia

Il maxi furto è stato preparato nei minimi dettagli: i ladri hanno bloccato la strada con i furgoni e auto rubate nella zona, disseminando chiodi per bucare le gomme e bloccare l’arrivo dei carabinieri. A questo punto, con un furgone, hanno buttato giù il cancello d’entrata e il portellone del capannone. Una dinamica simile ad altri furti avvenuti nelle zone industriali della Lombardia negli ultimi mesi. Nel piazzale della Cam è arrivato poi un camion con una quindicina di uomini che si sono precipitati nel magazzino saccheggiando cappotti e abiti, già ultimati e confezionati, che avrebbero dovuto essere spediti il giorno seguente. Quando sul posto sono arrivati i carabinieri per i rilievi, i ladri erano già fuggiti con il bottino, che supera diverse centinaia di migliaia di euro.

Corea del Sud, l’addio alla carne di cane entro il 2027

La Corea del Sud dice addio alla carne di cane sulle tavole dei cittadini e dei turisti. Secondo quanto riferisce il Washington Post, il Partito popolare del potere avrebbe stilato anche un calendario per arrivare al divieto totale, con misure graduali che potrebbero entrare in vigore già entro la fine del 2023. I giovani sudcoreani hanno chiesto da tempo l’introduzione della norma, per fermare quella che viene definita non un’usanza ma una «crudeltà». Secondo uno studio, nonostante sia diminuito il consumo di carne di cane, esistono ancora circa 1.150 allevamenti di cani con oltre mezzo milione di esemplari utilizzati per questo scopo.

L’annuncio: «La legge speciale emanata entro l’anno»

Dopo un incontro in Parlamento con i funzionari del ministero dell’Agricoltura e attivisti per i diritti degli animali, è stato il deputato Yu Eui-dong a dare l’annuncio. Il politico ha spiegato: «Prevediamo l’emanazione di una Legge speciale per vietare la carne di cane entro quest’anno». E ha aggiunto: «Garantiremo pieno sostegno ad allevatori, macellai e altri imprenditori». Il governo prevederà indennizzi per le attività registrate e per tutti quegli allevamenti legalizzati che dovranno riconvertire la propria produzione. Tra l’altro, il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, e sua moglie, Kim Keon Hee, hanno sei cani e cinque gatti. E da tempo sono promotori della battaglia in favore del divieto.

Corea del Sud, l'addio alla carne di cane entro il 2027
Una donna tiene in braccio il proprio cane (Getty Images).

La scomparsa entro tre anni

La normativa che le autorità sono in procinto di lanciare, prevede un avvicinamento graduale alla scomparsa dell’intero comparto. Il divieto totale dovrebbe scattare quindi nel 2027, mentre nel corso dei prossimi tre anni si provvederà a sostenere le attività collegate nelle riconversione. Chae Jung-ah di Humane Society International ha dichiarato: «La notizia che il governo sudcoreano sia pronto a vietare l’industria della carne di cane è come un sogno che diventa realtà per tutti noi che ci siamo battuti per porre fine a questa crudeltà». Contraria, invece, l’associazione coreana degli allevatori di cani.

Barbara Exignotis, moglie di Nino Frassica: «Prendo lo Xanax per la scomparsa del nostro gatto»

Barbara Exignotis, moglie dell’attore Nino Frassica, durante una diretta su Instagram a inizio mese di novembre ha ammesso: «Io sono distrutta. Prendo Xanax, Frontal, Prozac da quando Hiro è entrato in quella maledetta casa. Chiedo scusa». La donna si è scusata per aver pronunciato «frasi indicibili» rivolte alla sua vicina di casa, ritenuta colpevole di aver cacciato il suo gatto Hiro, scomparso da settimane, entrato da una finestra.

La moglie di Nino Frassica indagata

La procura di Spoleto ha avviato un’indagine dopo la scomparsa di Hiro, il gatto della famiglia di Nino Frassica. Il felino, un Sacro della Birmania, era sparito alla fine di settembre quando si era allontanato dall’appartamento affittato dall’attore nella cittadina umbra dove stava lavorando sul set della serie televisiva Rai Don Matteo. I magistrati sono intervenuti dopo che la famiglia Conti, vicina di casa della coppia, ha presentato una denuncia il 3 novembre contro la moglie di Nino Frassica e la figlia Valentina Lubrano. Secondo la versione dei Conti, le due donne non solo sarebbero state diffamate sui social media, ma avrebbero anche subito veri e propri atti persecutori.