Venezia aumenta la tassa d’imbarco, Ryanair cancella 6 rotte sull’aeroporto Marco Polo

Il Comune di Venezia ha aumentato le tasse previste per l’imbarco di ogni passeggero e Ryanair ha risposto annunciando che cancellerà 6 rotte dall’aeroporto Marco Polo. La compagnia aerea low cost non risparmia le polemiche e attacca l’amministrazione per l’aumento, con un comunicato in cui scrive: «L’incremento previsto è del 38% e corrisponde a una quota di 2,50 euro che si va ad aggiungere alla tassa di 6,50 euro già prevista attualmente». Così si arriva a 9 euro e per la società irlandese è troppo. Ryanair rimuoverà uno dei suoi aerei dallo scalo veneziano, cancellerà 6 rotte e ridurrà i voli su ulteriori 6. Il Comune, attraverso le parole di Michele Zuin, assessore al Bilancio, aveva spiegato lo scorso dicembre che l’aumento servirà per «far fronte ai consumi energetici. Le città d’arte, così come quelle ad alta attrazione di turismo e la bellezza che queste esprimono, hanno ingenti costi».

Ryanair cancellerà 6 rotte da Venezia dopo l'aumento di 2,50 euro a persona della tassa d'imbarco
Piazza San Marco, uno dei luoghi simbolo di Venezia (Getty).

Tra le 6 rotte cancellate anche Alghero, Helsinki e Norimberga

Sono già state scelte le 6 rotte da cancellare dal prossimo inverno. Da Venezia non si potrà più volare con Ryanair verso Alghero, Colonia, Bournemouth, Helsinki, Norimberga e Fuerteventura. La compagnia aerea, riferendosi all’aumento della tassa, parla di una decisione che «soffoca la connettività e la crescita e ha un impatto negativo sui veneziani e sull’industria turistica in ripresa». Per questo Ryanair ha deciso di «riallocare la capacità dall’aeroporto Marco Polo di Venezia verso città concorrenti in Spagna e Portogallo che non hanno una tassa così penalizzante ed offrono invece costi di accesso più bassi per stimolare la ripresa e la crescita del turismo».

McGuinness: «Fermate l’aumento della tassa»

Jason McGuinness, Chief commercial officer di Ryanair, ha lanciato una sorta di appello al Comune di Venezia per «fermare con urgenza questo eccessivo aumento delle tasse per evitare ulteriori tagli di capacità che avranno un impatto negativo non solo sull’aeroporto ma anche sulla città». Il dirigente parla di una «illogica e ingiustificata decisione del Comune di Venezia», riferendosi all’aumento fino a complessivi 9 euro. Non è escluso quindi che la società irlandese possa cancellare altre rotte nei prossimi mesi, nel caso in cui l’amministrazione deciderà di proseguire su questa strada senza alcun dietrofront. McGuinness sottolinea che soltanto la «cancellazione della tassa potrà rendere Venezia nuovamente competitiva a vantaggio dell’industria turistica e, in ultima analisi, di tutti i residenti».

Ryanair cancellerà 6 rotte da Venezia dopo l'aumento di 2,50 euro a persona della tassa d'imbarco
Il decollo di un aereo Ryanair (Getty).

Firma di Biden sull’ordine esecutivo per l’estensione accesso alla contraccezione

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden firmerà in queste ore un ordine esecutivo per proteggere ed espandere l’accesso alla contraccezione, dopo che una sentenza della Corte Suprema dello scorso anno aveva annullato il diritto costituzionale all’aborto. Secondo quanto riportato dalla notizia, diffusa da Reuters, il consigliere senior di Biden Jen Klein ha detto ai giornalisti che l’ordine aumenterà le modalità di accesso per le donne alla contraccezione e ne ridurrà i costi.

Biden va verso la firma dell'ordine esecutivo per le misure a sostegno dell'estensione dell'accesso alla contraccezione,
US Presidente Joe Biden (Getty Images).

Biden firmerà ordine esecutivo per estendere l’accesso alla contraccezione

Klein ha affermato che l’ordine impone ai dipartimenti federali di prendere in considerazione la possibilità di richiedere agli assicuratori privati ​​di offrire opzioni di contraccezione ampliate ai sensi dell’Affordable Care Act, coprendo per esempio anche più di un farmaco e semplificando il processo per ottenere assistenza. La politica sulle  misure contraccettive è stata al centro dell’attenzione da quando la Corte Suprema il 24 giugno dello scorso anno ha ribaltato la sentenza Roe v. Wade del 1973. Nell’ultimo anno, Biden ha emesso altri due ordini esecutivi relativi all’aborto: il primo con lo scopo di assistere le donne che hanno bisogno di viaggiare fuori dallo stato per abortire e di garantire che gli operatori sanitari rispettino la legge federale per evitare ritardi; il secondo per salvaguardare l’accesso alle cure per l’aborto e ai contraccettivi, proteggendo la privacy delle pazienti.

Biden ottiene il favore dei maggiori gruppi per i diritti riproduttivi

Nella nota diffusa sull’ordine esecutivo dalla Casa Bianca si legge che «Questa azione si baserà sui progressi già compiuti nell’ambito dell’Affordable Care Act riducendo ulteriormente gli ostacoli che le donne devono affrontare nell’accedere alla contraccezione». La firma dell’ordine esecutivo di Biden «indirizzerà inoltre il governo a prendere in considerazione nuovi modi per rendere la contraccezione da banco a prezzi accessibili. Ciò potrebbe includere la convocazione di farmacie, datori di lavoro e assicuratori per approfondire la questione». I principali gruppi per i diritti riproduttivi, EMILY’s List, NARAL Pro-Choice America e Planned Parenthood Action Fund, hanno annunciato venerdì il loro sostegno ai democratici Biden e Harris per la rielezione nel 2024.

Prigozhin attacca il Cremlino: «Inganna i russi sulla guerra in Ucraina»

La Russia, il presidente Vladimir Putin e il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu sono finiti al centro di un video pubblicato su Telegram dal capo del gruppo di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin. E ora devono difendersi non soltanto dall’offensiva ucraina, che sembra continuare nonostante le smentite del Cremlino, ma anche dalle accuse del fondatore della milizia paramilitare, che accusa i vertici russi di voler ingannare la popolazione. Prigozhin dichiara che «l’esercito russo si sta ritirando nelle aree di Zaporizhzhia e Kherson, le forze armate ucraine stanno spingendo, ci stiamo lavando con il sangue». Poi attacca il ministero della Difesa: «Sta cercando di ingannare il pubblico».

Il capo della Wagner, Prigozhin, accusa Putin e Shoigu di mentire sulla controffensiva ucraina
Il logo della Wagner (Getty).

Prigozhin sulla controffensiva di Kyiv: «Ci laviamo col sangue»

Nel video il capo della Wagner analizza la controffensiva e dice la sua verità: «L’esercito russo si sta ritirando nelle aree di Zaporizhzhia e Kherson, le forze armate ucraine stanno spingendo, ci stiamo lavando con il sangue. Lo stesso sta accadendo a Bakhmut, il nemico penetrerà sempre più in profondità nella nostra difesa». Parole pesanti che si pongono in netta contrapposizione con quanto affermato nelle scorse ore da Putin e Shoigu. Il presidente e il ministro hanno sempre affermato che l’esercito di Mosca starebbe respingendo ogni attacco e che la controffensiva ucraina è un fallimento. Ma Prigozhin smentisce anche questo aspetto: «Nessuno ha distrutto 60 carri armati Leopard questa è una totale assurdità».

Il capo della Wagner, Prigozhin, accusa Putin e Shoigu di mentire sulla controffensiva ucraina
La stretta di mano tra il presidente Vladimir Putin e il ministro della Difesa Sergej Shoigu (Getty).

Prigozhin contro Shoigu: «Ci sono inganni, due realtà»

Prigozhin poi attacca direttamente il ministro della Difesa russo: «Shoigu vive secondo il principio che la menzogna deve essere enorme perché la gente vi creda. Quindi ci sono inganni. Due realtà». L’invasione russa in Ucraina, per lui, è partita proprio per soddisfare «le ambizioni personali di Shoigu e il desiderio del clan al potere in Russia, che non era soddisfatto del Donbass, di saccheggiare l’Ucraina dopo aver nominato presidente Viktor Medvedchuk». Quest’ultimo è un ex deputato ucraino molto vicino a Putin, evaso dai domiciliari proprio all’inizio dell’invasione e poi consegnato alla Russia in uno scambio di prigionieri. E infine il capo della Wagner torna sulle settimane che hanno preceduto l’inizio del conflitto: «Fino al 24 febbraio 2022 non c’era nulla di straordinario. Ora il ministero della Difesa sta cercando di ingannare il pubblico, cercando di ingannare il presidente e sta raccontando la storia che c’è stata una folle aggressione dall’Ucraina».

West Nile, record di casi nel 2022: cos’è, sintomi e come difendersi

A causa del cambiamento climatico l’Europa rischia un aumento dei casi legati a infezioni trasmesse da zanzare Aades, come Chikungunya, Dengue, West Nile, Zika e febbre gialla. A lanciare l’allarme è l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. E l’Italia è il Paese europeo in cui nel 2022 è stato registrato il numero più alto di casi di West Nile. L’Ecdc ha infatti riportato 723 contagi sui 1112 totali in 11 nazioni europee. Un dato quasi tre volte superiore a quello della Grecia, seconda con 286 casi. Ecco una guida sul metodo di trasmissione, i sintomi e la prevenzione contro la malattia. Il consiglio è però sempre quello di rivolgersi al medico.

West Nile, la guida completa per conoscere il virus

Come si trasmette e quali sono i sintomi

Isolato per la prima volta in Uganda nel 1937, il virus West Nile si trasmette esclusivamente tramite una puntura di zanzara Aedes. Come riporta il sito ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità, un contagio da persona a persona tramite il contatto con un organismo infetto non è possibile. Occhio anche agli animali domestici, in quanto possono contrarlo anche cani, gatti, conigli e soprattutto cavalli. L’incubazione del West Nile dal momento della puntura di zanzara può variare da due a 14 giorni, toccando persino le tre settimane nei soggetti con deficit immunitari. Gran parte dei contagiati non presenta alcun sintomo, ma il 20 per cento delle persone può manifestare febbre, dolori di stomaco, mal di testa, ingrossamento dei linfonodi ed eruzioni cutanee. Solitamente, il malessere dura pochi giorni ma può protrarsi per qualche settimana nei soggetti più fragili.

Record di casi di West Nile in Italia nel 2022. Una guida sul virus trasmesso dalle zanzare, dai sintomi a come difendersi.
Una zanzara Aedes che con le sue punture può causare il West Nile (Imagoeconomica).

Per quanto riguarda i bambini, invece, il sintomo più frequente da West Nile è una febbre leggera, mentre gli adolescenti solitamente presentano febbre mediamente alta oltre ad arrossamento degli occhi, dolori muscolari e mal di testa. La sintomatologia aumenta con l’avanzare dell’età, tanto che i soggetti anziani possono soffrire malesseri più gravi. Questi ultimi riguardano tuttavia meno dell’1 per cento delle persone, circa una su 150. Possono comprendere, oltre a quelli sopracitati, anche disorientamento, disturbi della vista, tremori, torpore e convulsioni, fino a paralisi e coma. Ancor meno probabile un’encefalite letale, che può manifestarsi in un soggetto su mille.

La diagnosi e le misure di prevenzione

Come si nota, i sintomi del West Nile somigliano in gran parte a quelli di un’influenza normale. Prima di allarmarsi, pertanto, si consiglia sempre di rivolgersi al proprio medico di fiducia. Per quanto riguarda la diagnosi del virus, si procede prevalentemente attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunoflorescenza) da effettuare su siero e, su indicazione, su fluido cerebrospinale. L’obiettivo è cercare gli anticorpi di tipo Igm, capaci di persistere anche per un anno nei soggetti infetti. I campioni poi raccolti, entro otto giorni dall’insorgenza dei sintomi, potrebbero risultare negativi, pertanto il consiglio è di ripetere il test a distanza di tempo prima di escludere la malattia.

Record di casi di West Nile in Italia nel 2022. Una guida sul virus trasmesso dalle zanzare, dai sintomi a come difendersi.
Una zanzara Aedes che con le sue punture può causare il West Nile (Imagoeconomica).

Al momento, non esiste alcuna terapia per il West Nile. Solitamente i sintomi scompaiono autonomamente con il passare dei giorni. Solamente in casi più estremi si ricorre al ricovero in ospedale per trattamenti con fluidi intravenosi e respirazione assistita. Assente anche un vaccino contro il virus, anche se gli esperti sono al lavoro per sintetizzarne uno il più presto possibile. I medici suggeriscono pertanto misure di prevenzione volte a ridurre l’esposizione alle punture di zanzara. Si consiglia di utilizzare repellenti e indossare pantaloni e camicie a maniche lunghe, soprattutto all’alba e al tramonto. Oltre a mettere le zanzariere alle finestre, si esorta a svuotare i ciotole degli animali, vasi di fiori e contenitori per eliminare l’acqua stagnante.

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Agerola, dodicenne muore dopo caduta su sentiero di montagna

Non sono ancora state confermate le cause della caduta che ha determinato la morte di un ragazzo di soli 12 anni. Il giovane è morto ad Agerola, in provincia di Napoli, mentre percorreva un sentiero sui monti Lattari insieme ai genitori e al nonno. Il minore sarebbe stato accompagnato già privo di vita presso il punto di primo soccorso di via Coppola.

Un ragazzo di soli dodici anni è morto ad Agerola, in provincia di Napoli, dopo essere caduto da un sentiero di montagna.
Ambulanza (Getty Images).

Dodicenne morto dopo la caduta da un sentiero di montagna

Tra le prime ricostruzioni, resta il dubbio se il il dodicenne, al momento della caduta, si trovasse in groppa a un animale o se sia caduto accidentalmente mentre camminava a piedi lungo il sentiero. I familiari sono stati ascoltati al punto di primo soccorso. I carabinieri della sezione investigazioni scientifiche sono intervenuti sul posto, unitamente ai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia. La salma del ragazzo è stata trasferita in obitorio, a disposizione della Procura di Torre Annunziata, che ha aperto un fascicolo d’inchiesta per fare luce sulla vicenda.

Sangiuliano tutto in famiglia, il premio Agnes, Porro e le altre pillole di giornata

Al via la nuova campagna di raccolta fondi promossa da Anlaids Lazio per finanziare la lotta all’Aids. Nella serata di giovedì 22 giugno è andata in scena a Roma nel complesso monumentale delle Terme di Diocleziano l’annuale charity dinner, la serata di gala per sostenere le attività dell’Associazione nazionale per la lotta contro l’Aids con la partecipazione speciale di Emma Marrone. Quest’anno a coordinare il fundraising è Gianluca De Marchi, nuovo presidente di Anlaids Lazio e amministratore delegato di Urban Vision. Che poi è il compagno di Massimo Osanna, direttore generale Musei del ministero della Cultura guidato da Gennaro Sangiuliano.

Sangiuliano tutto in famiglia, il premio Agnes, Porro e le altre pillole di giornata
Gianluca De Marchi (Imagoeconomica).

Premio Agnes contro il festival di Spoleto

I vip non hanno avuto dubbi: venerdì sera si va a Spoleto, per il festival dei Due Mondi. E a Roma chi ci rimane? I dipendenti della Rai, visto che nella piazza del Campidoglio è in programma il premio Biagio Agnes, con la figlia Simona che organizza. E dato che ricopre la carica di consigliere d’amministrazione della Rai in quota Gianni Letta, chi lavora a viale Mazzini e a Saxa Rubra non può mancare. Gli altri, invece, sono liberi.

Sangiuliano tutto in famiglia, il premio Agnes, Porro e le altre pillole di giornata
Simona Agnes (Imagoeconomica).

Porro con la tuba ad Ascot

Ascot, il luogo amato da tutti gli appassionati dell’ippica: qui c’è la gara cara alla famiglia reale inglese, con tutta la nobiltà schierata per assistere alle imprese dei cavalli delle proprie scuderie. Chi c’era tra gli italiani? Nicola Porro, che sfoggiava una monumentale tuba calata sulla testa. Visto che non si fa mancare niente, Porro ha anche vinto scommettendo sul cavallo vincente.

Sangiuliano tutto in famiglia, il premio Agnes, Porro e le altre pillole di giornata
Nicola Porro (Imagoeconomica).

Loquenzi, grande festa in Calabria

Amico di Giuliano Ferrara e infatti “fogliante” di lungo corso, conduttore radiofonico targato Rai e tante altre cose ancora: Giancarlo Loquenzi il 18 giugno ha compiuto gli anni, e per questo weekend invita amici e conoscenti ad andare a festeggiarlo in Calabria. Così, nella mattinata di venerdì, ecco torme di gaudenti salite a bordo dei treni diretti verso il Sud, avendo come meta Capo Vaticano. Si preannunciano libagioni indimenticabili e feste sibaritiche. Lontano dal premio Agnes.

Sangiuliano tutto in famiglia, il premio Agnes, Porro e le altre pillole di giornata
Giancarlo Loquenzi (Imagoeconomica).

Giuseppe Conte al Maxxi, ma è il poeta

Appuntamento serale giovedì al Maxxi con Il Cantico dei Cantici, occasione per raccontare i temi dell’amore, della poesia e della fratellanza. Introdotto da Alessandro Giuli, presidente Fondazione Maxxi, ecco Giuseppe Conte. Tranquilli, non era il politico grillino, ma il poeta che ha tradotto la versione ritmica del Cantico riproducendo le sonorità della lingua ebraica.

Ville delle star in vendita

È appena uscita la notizia della vendita della villa, magnifica, di Christian De Sica nell’isola di Capri. Lì lo scrittore D.H. Lawrence lavorò alla stesura di L’amante di Lady Chatterley. Ma le migliore agenzie immobiliari italiane vantano nella lista delle case di lusso numerose regge di proprietà (ancora) di attori. Tutta colpa della crisi del cinema, è evidente…

Douglas Costa e la compagna Mariana Giordano morti per la puntura di una zecca

Sono morti così, a quattro ore di distanza l’uno dall’altro, Douglas Costa, pilota automobilistico di 42 anni e la sua fidanzata Mariana Giordano, di soli 36 anni. A colpirli entrambi è stata una rara malattia infettiva conosciuta come febbre maculosa delle Montagne Rocciose. I due l’avrebbero contratta dopo aver fatto un viaggio nella zona di Campinas, in Brasile, lo scorso 27 maggio, quando Costa stava partecipando all’AMG Cup Brasil, evento targato Mercedes Benz.

Douglas Costa e la compagna Mariana Giordano sono deceduti per le conseguenze del morso di una zecca stellare.
Douglas Costa e Mariana Giordano (foto Facebook)

Costa e la fidanzata morti per un’infezione da zecca

La coppia avrebbe cominciato ad accusare i primi sintomi verso il 3 giugno, manifestando febbre, malessere ed eruzioni cutanee rosse. Nonostante il ricovero in ospedale, per loro non c’è stato nulla da fare. I medici, a causa della sintomatologia manifestata, non sono riusciti a capire immediatamente che si trattava di febbre maculosa della Montagne Rocciose. Questa malattia è diffusa soprattutto in America Latina, meglio conosciuta come morbillo nero o tifo da zecca. Il contagio avviene dopo il morso di una zecca stellare, portatrice del batterio del genere Rickettsia, rimasta in contatto con il corpo ospite per almeno sei ore.

 

Sottomarino scomparso: trovati detriti e parte del telaio nell’area delle ricerche

La notizia sarebbe stata confermata dalla Guardia costiera degli Stati Uniti su Twitter: uno dei veicoli a pilotaggio remoto impegnati nelle ricerche del sommergibile Titan, scomparso domenica 18 giugno durante una escursione organizzata al relitto del Titanic, nell’Oceano atlantico, avrebbe trovato alcuni detriti nell’area in cui si stanno svolgendo le operazioni di soccorso. L’esperto di immersioni David Mearns ha dichiarato alla BBC che i tra i detriti sono stati ritrovati «un telaio di atterraggio e una copertura posteriore del sommergibile».

Secondo quando dichiarato dalla Guardia Costiera degli Stati Uniti, sarebbero stati trovati dei detriti nella zona del sottomarino scomparso.
Sottomarino OceanGate (foto Twitter)

Trovati dei detriti nell’area del sommergibile Titan 

Solo poche ore fa era stata diffusa la notizia sulla fine delle scorte di ossigeno, ma le operazioni di ricerca non si sono mai fermate. Il robot telecomandato sta infatti continuando a perlustrare il fondale, nella speranza di agganciare il Titan. Nella giornata di ieri, mercoledì 21 giugno, i ricercatori hanno sentito dei rumori provenienti da sotto il livello del mare, senza riuscire a identificarne l’origine.

Titan, si teme un’implosione

Secondo quanto riportato dalla BBC, alcuni esperti hanno ipotizzato che il sottomarino potrebbe aver subito una implosione a causa di un cedimento dello scafo. Il sommergibile deve ancora essere localizzato. Attesa una conferenza stampa della Guardia Costiera statunitense.

 

Teramo, bimbo di 3 anni resta chiuso nello scuolabus per 8 ore

Hanno presentato denuncia formale ai carabinieri, i genitori del piccolo di soli 3 anni dimenticato sullo scuolabus per 8 ore: «Chiediamo giustizia affinché quello che è successo a noi non capiti ad altri bambini». Spetterà ora alla procura di Teramo stabilire cosa sia realmente accaduto al bimbo di 3 anni dimenticato sullo scuolabus a Campli, in provincia di Teramo. Il reato ipotizzato è quello di abbandono di minori.

Un bimbo di soli 3 anni è rimasto chiuso per 8 ore all'interno dello scuolabus che avrebbe dovuto portarlo all'asilo.
Scuolabus (Getty images).

Bimbo di 3 anni dimenticato sullo scuolabus per 8 ore, indaga la procura

Secondo le prime informazioni, non ci sarebbero ancora dei nomi iscritti nel registro degli indagati, ma appare chiaro che le persone chiave per ricostruire l’accaduto siano l’autista e l’accompagnatrice dello scuolabus. Il servizio di trasporto è esternalizzato dal Comune di Campli a una società che opera da tempo e diffusamente nel settore e in vari comuni dell’Abruzzo. Il pm ha chiesto ai carabinieri di raccogliere le varie dichiarazioni degli interessati.

Lo sfogo dei genitori del bimbo dimenticato sullo scuolabus

Il padre del piccolo, come riportato da Il Centro, non ha dubbi: «Chi doveva controllare non lo ha fatto. Mio figlio è rimasto per otto ore sullo scuolabus. Per fortuna che erano giorni di brutto tempo e quindi non c’erano temperature alte. Quando si sono accorti di quello che era successo nessuno ha chiamato un’ambulanza, né dato dell’acqua a mio figlio. Il bambino è ora terrorizzato quando percorriamo il tratto di strada del pulmino».

Nessuno si sarebbe accorto del bimbo

Il piccolo si sarebbe addormentato sullo scuolabus, dopo esservi salito attorno alle 8, nel tragitto tra la fermata e l’asilo. Nessuno si sarebbe accorto del bimbo rinchiuso per 8 ore. La zia aveva raccontato sui social «Alle 16 l’assistente e l’autista hanno riportato mio nipote alla mamma dicendo che il piccolo era rimasto 8 ore nello scuolabus, hanno solo saputo dire non denunciateci, il piccolo era disidratato». In attesa delle indagini, l’accompagnatrice è stata sospesa dall’incarico.

 

Cambio cognome per Harry e Meghan, pronti a diventare Spencer

Aumenta la distanza tra Harry e Meghan, e la famigia reale. I Duchi di Sussex vorrebbero infatti cambiare il cognome in Spencer, come Lady Diana. Secondo quanto pubblicato in un’intervista dal royal watcher inglese Tom Bower, la coppia sarebbe già al lavoro con le autorità britanniche per capire come procedere. La direzione è chiara: prendere il più possibile le distanze dalla royal family per avvicinarsi maggiormente all’immagine di Lady Diana, la principessa morta ormai 25 anni fa.

La coppia formata da Harry e Meghan sarebbe pronta a cambiare il proprio cognome in Spencer, come quello della principessa Lady D.
Harry e Meghan (Getty Images).

Harry e Meghan pronti a prendere il cognome di Diana

Secondo le dichiarazioni di Bower, per Meghan essere vista come Lady D «è sempre stato l’obiettivo principale. Diana è sempre stata la sua passione, oltre a essere un’ossessione per Harry. E considerato il silenzio degli ultimi tempi, è chiaro che i Sussex si stanno preparando per qualcosa di grosso». Un passaggio di cognomi che rappresenterebbe uno smacco alla famiglia reale, che ha adottato il cognome Windsor nel 1917, durante il regno di Giorgio V (nonno di Elisabetta) che durante la Prima guerra mondiale lo scelse al posto di Saxe-Coburg and Gotha, giudicato troppo tedesco.

Cimitero dei feti, maxi multa a Roma Capitale e Ama: «No alla diffusione dei dati delle donne»

Il Garante della privacy ha deciso: Roma Capitale e Ama, la società a cui è affidata la gestione dei servizi cimiteriali, saranno sanzionate per aver diffuso i dati delle donne che avevano affrontato un’interruzione di gravidanza, scrivendone i nomi sulle targhette delle sepolture al Cimitero Flaminio. Una violazione del «rigoroso regime di riservatezza» previsto dalla legge 194 del ’78, oltre che del divieto di diffusione dei dati sanitari, che costerà 176 mila euro al Comune e 239 mila euro alla società in-house. Il Garante ha anche richiamato l’Asl Roma 1, chiudendo una vicenda di cui si parla già da quasi tre anni.

Il Garante della privacy ha sanzionato il Comune di Roma Capitale e l'azienda che si occupa dei servizi cimiteriali per aver scritto i nomi delle donne che hanno subito un'interruzione di gravidanza
Peluche e fiori ai piedi della croce di una tomba di un bambino (Getty).

La normativa prevede «le informazioni del defunto sul cippo»

Proprio l’Asl Roma 1 ha trasmesso ai servizi cimiteriali tutta la documentazione, ma questi ultimi hanno violato la normativa. Questa prevede che sulla targhetta vengano indicate le informazioni relative al defunto. Nessun riferimento alle madri, che invece hanno trovato nell’ottobre del 2000 il proprio nome scritto sulle croci. L’azienda sanitaria non dovrà più riportarle nemmeno sulle autorizzazioni al trasporto, alla sepoltura e sui certificati medico legali. Il Garante della privacy nel suo provvedimento specifica altre misure, tra cui la cifratura dei dati o l’oscuramento delle informazioni che identificano le donne.

Crivellini e Mingiardi: «Pronuncia storica del Garante»

Giulia Crivellini e Francesco Mingiardi, avvocati rispettivamente di Radicali Italiani e della causa per la campagna Libera di Abortire, come riportato da Repubblica commentano: «Dopo due anni di denunce, udienze, inchieste giornalistiche nazionali ed internazionali che, con la campagna Libera di Abortire, abbiamo promosso per sostenere le centinaia di donne che dopo aver abortito a Roma hanno scoperto il loro nome su una croce cattolica al Cimitero Flaminio di Prima Porta, oggi viene resa pubblica una pronuncia storica del Garante per la protezione dei dati personali che condanna Roma Capitale al pagamento della somma di 176mila euro per la diffusione illecita di dati relativi alla sfera di riservatezza e salute delle donne, riconoscendo al contempo le responsabilità di Ama e della Asl Roma 1 nella violazione del diritto all’anonimato».

Il Garante della privacy ha sanzionato il Comune di Roma Capitale e l'azienda che si occupa dei servizi cimiteriali per aver scritto i nomi delle donne che hanno subito un'interruzione di gravidanza
Fiori in un cimitero (Imagoeconomica).

Musk e Zuckerberg uno contro l’altro al Vegas Octagon

Quanta verità ci sia nello scambio a colpi di tweet è ancora da accertare: Elon Musk e Mark Zuckerberg hanno accettato di trovarsi l’uno contro l’altro in un’area da combattimento in Nevada, almeno e soltanto durante un botta e risposta sul social. La notizia è stata diffusa dalla BBC dopo che Musk ha pubblicato un messaggio sulla sua piattaforma di social media, Twitter, scrivendo di essere «pronto per una sfida» con Zuckerberg. Il proprietario della società madre di Facebook e Instagram Meta, ha replicato pubblicando uno screenshot del tweet di Musk con la scritta «inviami la posizione».

I due miliardari avrebbero accettato di sfidarsi, almeno su Twitter, dopo un botta e risposta iniziato da Musk.
Tweet di Mark Zuckerberg (foto Twitter).

Sfida tra Musk e Zuckerberg

La risposta del miliardario Musk non si è fatta attendere: «Vegas Octagon», ha twittato, riferendosi all’area utilizzata per gli incontri dell’Ultimate Fighting Championship (UFC). L’UFC ha sede a Las Vegas, Nevada. L’imprenditore ha poi twittato: «Ho questa grande mossa che chiamo The Walrus, dove mi sdraio semplicemente sopra il mio avversario e non faccio nulla». In seguito ha pubblicato brevi video di animali, facendo intendere che la sua sfida verso Zuckerberg non fosse seria. La BBC ha contattato Twitter per delle conferme, ma non è stata rilasciata alcuna dichiarazione. Intanto, il consulente aziendale Seyi Taylor ha twittato: «Scegli il tuo combattente» con le immagini dei due miliardari.

Verona, morto l’operaio travolto da una trave d’acciaio

Non ce l’ha fatta il giovane che, nella giornata del 16 giugno, era rimasto vittima di un grave incidente sul lavoro. Il venticinquenne era stato colpito da una trave d’acciao del peso di circa undici tonnellate. L’operaio era stato soccorso immediatamente, per poi essere trasferito d’urgenza al policlinico di Borgo Trento, a Verona, dove era stato ricoverato in prognosi riservata.

Verona, un giovane venticinquenne è morto a causa dei traumi riportati dopo un incidente sul lavoro avvenuto venerdì 16 giugno.
Ambulanza (Getty Images).

L’operaio colpito da una trave d’acciaio è morto

La triste notizia del decesso, diffusa da VeronaSera, è stata commentata dall’amministrazione comunale di Valeggio sul Mincio che, attraverso una nota, ha voluto esprimere il proprio «profondo cordoglio per la scomparsa del lavoratore di 25 anni coinvolto nella scorsa settimana in un tragico incidente sul lavoro avvenuto nello stabilimento valeggiano di Fincantieri». Alessandro Gardoni, sindaco di Valeggio, ha dichiarato: «Di fronte a fatti come questo, che purtroppo si verificano troppo spesso, le parole rischiano di essere vane. Il mio pensiero va innanzitutto al giovane lavoratore e alla sua famiglia, a cui vanno le condoglianze mie e dell’amministrazione tutta».

Il sindaco: «Serve l’investimento di risorse congrue»

Il primo cittadino ha aggiunto: «Al di là delle eventuali responsabilità che saranno accertate nelle sedi opportune, voglio porre una riflessione sulla necessità di impegnarci tutti per aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro. Unitamente alla consapevolezza da parte delle istituzioni e delle imprese, serve l’investimento di risorse congrue alla prevenzione degli incidenti sul lavoro. Dobbiamo eliminarne le cause e fare in modo che tutti non allentino la loro attenzione su questa priorità fondamentale».

Reggio Calabria, morto quattordicenne alla guida di un trattore

Si era messo alla guida del trattore all’insaputa dei genitori, Vincenzo Cordì, il quattordicenne morto a Laureana di Borrello, in provincia di Reggio Calabria, dopo essere stato travolto dal mezzo che si è ribaltato. Il tragico incidente è accaduto in un terreno di proprietà della famiglia del ragazzo, che gestisce un agriturismo in contrada Barbasano.

In Calabria un ragazzo di soli quattordici anni è morto dopo che il trattore su cui si era messo alla guida si è ribaltato.
Vincenzo Cordì (foto Facebook).

Trattore si ribalta, muore quattordicenne

Secondo le prime informazioni raccolte, il ragazzo avrebbe trovato le chiavi del mezzo, senza targa, in un cassetto e si sarebbe messo alla guida. Nonostante la tempestività dei soccorsi, per il giovane, a causa della gravità delle ferite riportate, non c’è stato nulla da fare. Sul posto, in contrada Barbasano, sono intervenuti i Vigili del fuoco e la Polizia che ha avviato gli accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto. Il quattordicenne, solo lo scorso mercoledì, aveva sostenuto gli esami di terza media. A dicembre, Vincenzo Cordì scomparve per quasi un giorno, per poi essere ritrovato a Rosarno a casa di un amico.

Mosca, il giornalista statunitense Evan Gershkovich resta in carcere

A stabilirlo è il tribunale di Mosca con la decisione secondo la quale il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich deve rimanere in prigione, con l’accusa di spionaggio, almeno fino alla fine di agosto. Come riportato da AP, l’appello del giornalista americano per il rilascio è stato presentato tramite impugnazione della decisione del tribunale da parte dei suoi legali, ma è stato respinto.

Mosca, il giornalista Evan Gershkovich, del Wall Street Journal, resta in carcere per spionaggio. Il processo si è volto a porte chiuse.
Manifestazione per Evan Gershkovich (Getty Images).

Mosca, resta in carcere il giornalista del Wall Street Journal

Evan Gershkovich, con indosso una maglietta nera e jeans azzurri, è apparso teso e camminava avanti e indietro all’interno dello spazio riservato agli imputati, prima dell’inizio dell’udienza presso il tribunale della città di Mosca, ma ha anche sorriso e chiacchierato con i suoi genitori, presenti in aula. Il procedimento si è svolto a porte chiuse e ai giornalisti è stato chiesto di uscire. La sentenza è stata trasmessa su due grandi schermi in ​​una stanza separata del tribunale.

Visite in prigione negate all’ambasciata americana 

L’ambasciatrice statunitense Lynne Tracy, sul posto, ha dichiarato che: «Evan ha continuato a mostrare una forza e una resilienza notevoli in queste circostanze molto difficili», ma si è detta «estremamente delusa» dalla sentenza, ribadendo che Gershkovich è «innocente» e che le accuse della Russia contro di lui sono prive di fondamento. Tracy ha concluso dicendo: «chiediamo alla Federazione Russa di rilasciarlo», rivelando che all’ambasciata degli Stati Uniti è stato negato l’accesso in prigione in tre occasioni dall’ultima volta, risalente al mese di aprile. Il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha detto ai giornalisti che il ministero sta valutando un’altra richiesta di visita da parte dell’ambasciata.

Emanuela Orlandi scomparsa 40 anni fa: l’appello della famiglia al Papa e alla premier

A 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, la famiglia ha lanciato un appello a Papa Francesco e Giorgia Meloni affinché diano il loro contributo nella ricerca della verità su una delle vicende di cronaca che sconvolsero l’Italia negli Anni 80. Era il 22 giugno 1983 quando la ragazza, allora 15enne, scomparve nel nulla dopo essere uscita da una scuola di musica nel centro di Roma. Da allora si sono susseguite piste, indagini e illazioni coinvolgenti diversi soggetti, dal Vaticano alla Banda della Magliana, ma nessuna che abbia portato a capire cosa sia successo alla giovane. La famiglia non si è mai arresa, sopratutto il fratello Pietro, e da decenni si batte per far luce sull’accaduto.

L’appello della famiglia di Emanuela Orlandi a 40 anni dalla scomparsa

L’avvocato Laura Sgrò, legale degli Orlandi, ha dichiarato che questi ultimi si auspicano che il Santo Padre rievochi il caso di Emanuela durante l’Angelus: «L’auspicio della famiglia è che Papa Francesco ricordi con parole di speranza la prossima domenica, durante l’Angelus, Emanuela, una sua cittadina che manca da 40 anni. Sarebbe un gesto importante, di carità, in pieno spirito evangelico, che metterebbe fine a ogni polemica e rafforzerebbe la volontà di tutti nel cercare la verità».

Un appello simile è stato rivolto anche alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «La famiglia Orlandi ritiene che gli ideali della verità e della giustizia non abbiano colore politico e non appartengano a nessun partito, ma a tutti gli uomini di buona volontà. Per tale motivo, rivolge un appello alla premier con l’auspicio che possa contribuire, nel rispetto dei ruoli, alla ricerca della verità sulla scomparsa di Emanuela e al contempo a chiarire tutti i fatti che in questi 40 anni hanno segnato l’Italia e sono ancora rimasti oscuri».

40 anni fa la scomparsa di Emanuela Orlandi
Pietro Orlandi (Getty Images).

Lo stesso Pietro, in un’intervista al Fatto Quotidiano, si è augurato l’intervento della leader di Fratelli d’Italia per evitare ulteriori rinvii in Senato della commissione parlamentare dedicata proprio al caso della giovane scomparsa. Da settimane sta infatti subendo slittamenti, l’ultimo il 21 giugno, e il suo auspicio è che Meloni «chiarisca questa anomalia».

 

Previsioni meteo weekend 24-25 giugno 2023: meno caldo e qualche temporale

Come sarà il meteo per il primo vero weekend di questa estate 2023? Secondo le ultime previsioni dei metereologi, le temperature dovrebbero essere destinate a calare a partire dal fine settimana del 24 e 25 giugno, con alta pressione quasi ovunque e qualche acquazzone sparso.

Le previsioni del tempo per sabato 24 giugno 2023: ampie schiarite quasi ovunque e temperature in calo

Il calo delle temperature previsto per le prossime ore (che si porterà via la terribile afa di questi giorni) sarà registrato a dire il vero già a partire dalla serata di venerdì, soprattutto in certe parti dell’arco alpino e in alcune zone interne della Sardegna. La colonnina di mercurio scenderà poi anche nelle regioni centro-meridionali che si affacciano sul Mar Adriatico, grazie ad un provvidenziale fronte di aria fresca. Al Nord si registrerà la tendenza ad ampie schiarite, con variabilità sulle Alpi e sulla Romagna, e temperature in calo con massime tra i 28 e i 32 gradi; al Centro si registrerà ancora una possibile instabilità, con rovesci temporaleschi concentrati soprattutto su Abruzzo e Lazio (mentre altrove il cielo sarà piuttosto sgombro di nuvole); al Sud si segnala la possibilità di rovesci pomeridiani in modo particolare sugli Appennini, mentre sulle coste e sulle isole sono previste schiarite.

Il meteo di domenica 25 giugno 2023: previste lievi piogge al Sud

Il 25 giugno i metereologi prevedono ampie schiarite in quasi tutto il Nord Italia, con qualche nube sparsa sul Veneto e sulle Dolomiti. Per quanto riguarda il Centro invece si prevedono nubi sparse con ampie schiarite solo sul Gran Sasso e sulla dorsale, mentre sarà sereno sui litorali e sulle subappenniniche. Per la giornata di domenica si prevedono pioggie solo sul Sud Tirreno a livello della dorsale calabra, mentre sull’Adriatico è previsto tempo nuvoloso con locali aperture a livello della dorsale lucana. Le piogge sono previste solo nel Catanese e in alcune zone interne della Sicilia, mentre sarà piuttosto sereno sulle coste e nelle zone interne della Sardegna.

Teorema di Rolle alla seconda prova di Maturità 2023: cos’è

Il 22 giugno 2023 si è svolta in tutta Italia la seconda temutissima prova degli esami di Maturità, quella che rispetto al tema di italiano cambia a seconda dell’indirizzo di ogni singolo istituto. Per il liceo scientifico, come sempre, il MIUR ha selezionato matematica, invitando per quest’anno gli studenti ad affrontare anche il teorema di Rolle. Ecco di cosa si tratta.

Cos’è il teorema di Rolle proposto alla Maturità 2023

Secondo la Treccani, il teoema di Rolle stabilisce che «se una funzione ƒ(x), continua in un intervallo chiuso [a, b] e dotata di derivata nell’intervallo aperto (a, b), assume gli stessi valori ƒ(a) = ƒ(b) agli estremi dell’intervallo, allora esiste almeno un punto ξ ∈ (a, b) in cui la derivata ƒ′ (ξ) si annulla. Per esempio la funzione ƒ(x) = √(x) − x è continua in [0, 1], derivabile in (0, 1] e ƒ(0) = ƒ(1); la sua derivata formula si annulla per x = 1/4. Intuitivamente, nelle condizioni poste, o la funzione è costante, e allora la sua derivata si annulla in ogni punto dell’intervallo, oppure ha in esso almeno un punto di massimo o di minimo. Il teorema di Rolle è un caso particolare del teorema del valore medio».

L’applicazione del teorema di Rolle, ad ogni modo, è stata al centro solo di uno degli 8 quesiti proposti agli studenti maturandi in mattinata. Tra i problemi della seconda prova di matematica c’è infatti stato spazio anche per lo studio degli zeri in una funzione, il calcolo delle probabilità legato ad un dado truccato e alcuni esercizi di geometria legate a dimostrazioni su parallelepipedi e triangoli.

La storia del teorema di Rolle

Sembra che i primi studi sul teorema siano da attribuire al matematico indiano Bhaskara, vissuto tra il 1114 e il 1185. Il teorema, il cui nome deriva dallo studioso Michel Rolle, venne utilizzato per la prima volta da parte del tedesco Moritz Wilhelm Drobisch nel 1834 e dall’italiano Giusto Bellavitis nel 1846.

Global Gender Gap, al ritmo attuale ci vorranno 132 anni per la parità

Il 2022 ha segnato una battuta d’arresto a livello globale nella parità di genere. A segnalarlo è il report del Global Gender Gap stilato dal World Economic Forum in 146 Paesi: l’anno passato si è chiuso con un gap complessivo del 68,1 per cento, il che significa che al ritmo attuale serviranno 132 anni per raggiungere la parità totale. «La battuta d’arresto verso la parità è una catastrofe per il futuro delle nostre economie, società e comunità. L’accelerazione della parità deve essere una parte fondamentale dell’agenda pubblica e privata», ha dichiarato Saadia Zahidi, manager del Global Report.

In Italia il divario di genere è particolarmente marcato nella partecipazione politica 

Il Global Gender Gap Report, introdotto dal Forum economico mondiale nel 2006, fornisce un quadro che mostra l’ampiezza e la portata della divario di genere in tutto il mondo. La battuta d’arresto del 2022 ha avuto diversi fattori: crisi multiple e complesse, aumento del costo della vita, strascichi della pandemia, emergenza climatica, conflitti su vasta scala, esodi migratori. Il rischio di inversione dei progressi è evidente nel caso dell’Italia che, dal 63esimo posto in classifica nel 2021, si è ritrovata al 79esimo. Il divario di genere in Italia è particolarmente marcato nella partecipazione delle donne in politica, in cui il Paese è scivolato dal 40esimo al 64esimo posto. Un passo indietro anche nell’accesso all’educazione, dove l’Italia è passata dal 59esimo al 60esimo posto del ranking mondiale.

Global Gender Gap, al ritmo attuale ci vorranno 132 anni per la parità. Il 2022 ha segnato una battuta d'arresto a livello mondiale.
Donne afghane a Kabul (Getty Images).

Sul podio Islanda, Norvegia e Finlandia, chiudono la classifica Algeria, Chad e Afghanistan

Un lievissimo miglioramento si registra invece nel sotto indice relativo alla partecipazione economica e opportunità di lavoro, dove il Belpaese è passato dalla posizione 110 alla 104, sempre sul totale di 146 Paesi. Bene anche nel sub-indice relativo alla salute e alle prospettive di vita, con un balzo in avanti dalla posizione 108 alla 95. Sul podio del Global Gender Gap Report ci sono, nell’ordine, Islanda, Norvegia e Finlandia, mentre i tre ultimi piazzamenti sono occupati da Algeria, Chad e Afghanistan come fanalino di coda.

Global Gender Gap, al ritmo attuale ci vorranno 132 anni per la parità. Il 2022 ha segnato una battuta d'arresto a livello mondiale.
Reykjavik, capitale dell’Islanda (Getty Images).

A Cesena un educatore di un centro estivo allontanato perché gay: la parrocchia annulla tutto

A Cesena, in Emilia-Romagna, i cittadini fanno i conti con la storia di un centro estivo parrocchiale annullato, dopo che il sacerdote ha deciso che l’unico organizzatore maggiorenne non era adatto poiché gay. La vicenda risale ai giorni scorsi e ha generato non poche polemiche, dopo l’articolo del Corriere Romagna che l’ha raccontata. Tutto è partito da una semplice foto pubblicata dal giovane sul proprio profilo Instagram, mentre baciava un altro ragazzo. E il protagonista del post è stato poi richiamato dal parroco che lo ha definito «inadatto». Al ragazzo è stato detto che avrebbe potuto organizzare le attività, senza però poter fare l’educatore. Lui ha risposto ritirandosi del tutto e, essendo lui l’unico con più di 18 anni, è saltato l’intero centro estivo.

Il giovane è stato definito inadatto dal parroco dopo una foto su Instagram in cui bacia un altro ragazzo
Alcuni bambini giocano in un campetto (Getty).

Il sindaco di Cesena: «Pensavo che il Medioevo fosse alle spalle»

Si tratta di una vicenda grave che è stata commentata anche dal sindaco di Cesena, Enzo Lattuca. Su Facebook il primo cittadino ha scritto: «Pensavo che il Medioevo fosse ormai alle nostre spalle e che episodi di discriminazione come questo, inaccettabili, fossero estranei alla nostra città. Evidentemente mi sbagliavo». Repubblica riporta le parole del sindaco che parla di «un pregiudizio vomitevole e intollerabile il pensiero che un educatore non sia adatto a stare vicino ai bambini perché omosessuale, una cosa forse di 50 anni fa». Lattuca insiste: «Questo ragazzo mi è stato descritto come una vera colonna portante della parrocchia, un persona conosciuta e impegnata, non un esterno di cui si sapeva poco. Tra l’altro ci sono educatori dichiaratamente omosessuali che lavorano nelle scuole paritarie di Cesena, quindi la decisione presa da questo punto di vista davvero non si capisce, perché non è un orientamento generale della Chiesa».

L’amarezza di Lattuca: «Rammarica che ancora oggi succeda una cosa simile»

Lattuca poi conclude: «Il fatto che sia stato annullato il centro estivo non è un problema dal punto di vista organizzativo delle famiglie. Le proposte nel nostro Comune sono tantissime, sia pubbliche che legate alle parrocchie, trovare un’alternativa per i bambini non è un problema in nessun modo. Ma quello che deve rammaricare i cittadini di Cesena è che ancora oggi, nella nostra città che credevamo tutti evoluta e accogliente, possa succedere una cosa simile. Questo pregiudizio fuori dalla realtà non può in nessun caso essere accettato dalla nostra comunità».

Il giovane è stato definito inadatto dal parroco dopo una foto su Instagram in cui bacia un altro ragazzo
Il sindaco con alcuni bambini (Facebook)