Inchiesta impeachment, il presidente ucraino pronto a cedere a Trump su Biden

Secondo il New York Times Zelenski a settembre era pronto ad annunciare l'indagine contro l'ex vicepresidente americano, come gli aveva chiesto l'attuale leader della Casa Bianca.

La storia rischiava di andare in un altro modo: i piani dell’attuale leader Usa Donald Trump sull’avversario democratico Joe Biden infatti rischiavano di realizzarsi. In piena indagine per il possibile impeachment del presidente Usa, a rivelarlo è il New York Times, secondo il quale il presidente ucraino Volodymyr Zelenski era pronto ai primi di settembre ad annunciare in una intervista alla Cnn l’avvio delle indagini chieste a Kiev dal presidente Donald Trump: quelle sui Biden e quelle sulle presunte interferenze dell’Ucraina nelle elezioni presidenziali Usa del 2016 a favore di Hillary Clinton.

I CONSIGLIERI IN PRESSING PER OTTENERE GLI AIUTI MILITARI

Per il Nyt, infatti, i consiglieri del leader ucraino lo convinsero che gli aiuti militari Usa e il sostegno di Trump nel conflitto con i separatisti russi erano più importanti del rischio di apparire di parte nella politica americana.

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I dati allarmanti sull’antisemitismo che cresce nel mondo

Nel 2018 +13% di episodi violenti, con 13 ebrei uccisi. L'attentato alla sinagoga in Germania nel 2019 «senza precedenti». In Italia, dove la commissione Segre è stata attaccata dal centrodestra, +60% di casi di minacce e atti vandalici. Il rapporto.

Numeri alla mano, forse la commissione Segre serve davvero. Con buona pace del centrodestra, che prima si è astenuto nella votazione che ha istituito questo organismo contro odio, razzismo e antisemitismo proposto dalla senatrice a vita sopravvissuta ai lager nazisti e poi ha bocciato la stessa proposta in Consiglio regionale della Lombardia. Eppure il numero degli atti antisemiti «violenti e gravi» nel mondo è cresciuto nel 2018 del 13% rispetto all’anno precedente. E il dato riguarda anche l’Italia, un Paese però troppo impegnato a parlare di reati d’opinione (copyright di Silvio Berlusconi) dove Forza nuova esibisce striscioni ostili e dove alla fine alla Segre è stata assegnata una scorta per le minacce ricevute.

MONITORATI ANCHE GLI INSULTI VIA SOCIAL

Guardandoci attorno, la situazione globale è inquietante. Nel 2018 i casi di antisemitismo sono stati 387 (contro i 342 del 2017), con 13 ebrei uccisi: in testa ci sono gli Stati Uniti. Il dato – contenuto nell’ultimo Rapporto del Centro Kantor dell’Università Kantor di Tel Aviv, insieme con l’European Jewish Congress – ha fotografato un’escalation che comprende anche la realtà virtuale dei social, diventati terreno fertile per insulti e minacce antisemite.

L’ATTENTATO DI HALLE «SENZA PRECEDENTI»

L’allarme sulla crescita dell’antisemitismo nel mondo è stato lanciato anche dal Museo della Shoah di Yad Vashem e dal Centro Wiesenthal di Gerusalemme. Quest’ultimo, per esempio, ha definito il recente attacco alla sinagoga di Halle in Germania, nel cuore dell’Europa, «senza precedenti». Il direttore del Centro Efraim Zuroff ha spiegato: «Il peggioramento è in atto».

RECORD NEGLI USA, POI GRAN BRETAGNA E FRANCIA

In base al Rapporto del Centro Kantor, i Paesi con il più alto numero di “atti violenti” sono appunto gli Usa (oltre 100), la Gran Bretagna (68), la Francia (35), la Germania (35, ma con un aumento di quasi il 70% rispetto al 2017), il Canada (20), il Belgio (19), l’Olanda (15) e l’Argentina (11). Secondo lo stesso rapporto, è da notare che «il numero dei casi riportati nell’Europa dell’Ovest è stato più basso rispetto all’Europa dell’Est.

IN ITALIA 197 CASI, AUMENTO DEL 60%

Se si passa poi ad analizzare il complesso degli atti antisemiti, non solo quelli violenti, in testa ci sono quelli vandalici (56%), seguiti dalle minacce (23%). In Italia il rapporto ha segnalato «197 casi di tutti i tipi, con un aumento del 60%».

Gli appelli «Ebrei al gas» e «Morte ai sionisti» sono sempre più frequenti


Il rapporto sull’antisemitismo nel mondo

Nello studio c’è scritto: «Il 2018 e l’inizio del 2019 testimoniano un aumento in quasi tutte le forme di manifestazioni antisemite, nello spazio pubblico come in quello privato. E una sensazione di emergenza è in crescita tra gli ebrei di alcuni Paesi. L’insicurezza fisica e un sentimento di incertezza sono diventati prevalenti. Gli appelli “Ebrei al gas” e “Morte ai sionisti” sono sempre più frequenti».

IN EUROPA IL 44% DEI GIOVANI EBREI HA SUBITO MOLESTIE

Secondo un altro recente rapporto dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali, presentato dalla Commissione europea, il 44% dei giovani ebrei europei ha subito molestie antisemite e 4 su 5 hanno dichiarato nel sondaggio che l’antisemitismo è un problema nel loro Paese e credono che sia aumentato negli ultimi cinque anni.

PAURA DI MOSTRARE IN PUBBLICO SEGNI DISTINTIVI

In base allo stesso rapporto, il 45% dei giovani ebrei europei ha scelto di non indossare, portare o mostrare segni distintivi in pubblico in quanto preoccupati per la loro sicurezza. E non è un caso che il ministero israeliano degli Affari della diaspora abbia annunciato l’investimento di più di un milione di euro per la sicurezza delle Comunità ebraiche all’estero e che l’Agenzia ebraica – che ha in programma di destinare una cifra simile allo stesso scopo – abbia fatto sapere di aver cominciato ad aumentare le somme per 50 istituzioni ebraiche in 24 nazioni: un picco di richieste di assistenza più che allarmante.

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Jimmy Wales lancia la Wikipedia delle notizie contro le fake news

Il fondatore della enciclopedia libera ha deciso di applicare lo stesso modello a una piattaforma social dedicata all'informazione. Si chiama Wt.social e ha già 25 mila iscritti.

Il modello Wikipedia come arma nella guerra contro le fake news. È quello che ha pensato Jimmy Wales, co-fondatore dell’enciclopedia libera più famosa del mondo e attivista da sempre schierato a favore della libertà della Rete e che lo ha portato a lanciare Wt.social, una piattaforma social dedicata alle notizie. «Mi sono reso conto che il problema delle fake news e della disinformazione ha molto a che fare con le piattaforme social», spiega Wales dal suo profilo Twitter, specificando che questa nuova piattaforma è una evoluzione di WikiTribune, sito fondato nel 2017 in cui giornalisti e volontari, in stile Wikipedia, scrivono notizie neutrali e verificate. «Gli attuali social network si reggono su un modello di business legato alla pubblicità. Questo porta ad una dipendenza, a rimanere incollati ad un sito e ad essere trasportati in discorsi di odio e radicali, non nella cura del lato umano», aggiunge Wales. Per iscriversi alla piattaforma bisogna registrarsi ed essere maggiori di 13 anni. «Non venderemo mai i vostri dati – specifica il sito – ci manterremo sulle donazioni per assicurare la protezione della privacy e che lo spazio social sia privo di annunci». Insomma, lo stesso modello su cui si basa Wikipedia. L’interfaccia di Wt.social è solo in inglese ma si può pubblicare in qualsiasi lingua.

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Stallo sull’ex Ilva, Conte non esclude la nazionalizzazione

I vertici di ArcelorMittal non mandano alcun segnale. Il premier si prepara alla «battaglia legale del secolo» e valuta l'intervento pubblico. Ma i costi scoraggiano anche il ministero dello Sviluppo.

A 24 ore di distanza dalla drammatica conferenza stampa con cui il governo ha fatto sapere che ArcelorMittal vuole 5 mila esuberi per tenersi l’ex Ilva, non si registrano passi avanti che lascino intravedere la possibilità di uscire dallo stallo.

LEGGI ANCHE: Il governo in bilico sulla partita ex Ilva

I vertici dell’azienda non arretrano di un millimetro e non mandano alcun segnale, mentre il premier Giuseppe Conte ha aperto un tavolo permanente di crisi con il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, il presidente della Provincia, Giovanni Gugliotti, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Preservare il polo siderurgico «è strategico per il Paese» e lo scontro in Tribunale andrebbe scongiurato. Ma se fosse inevitabile “l’avvocato del popolo” assicura che l’esecutivo ha «tutti gli strumenti giuridici» per affrontare quella che definisce «la battaglia legale del secolo».

PRIMO STEP LA GESTIONE COMMISSARIALE

Conte ha fatto un appello affinché «tutto il sistema-Italia risponda con una voce sola, senza polemiche o sterili disquisizioni». E non ha escluso l’ipotesi di una nazionalizzazione temporanea: «Stiamo già valutando tutte le possibili alternative». In ogni caso, come primo step, il disimpegno di ArcelorMittal porterebbe alla gestione commissariale degli impianti da parte del ministero dello Sviluppo economico con dei prestiti-ponte. I sindacati, da parte loro, giocano la carta dello sciopero: ne hanno proclamato uno di 24 ore in tutti gli stabilimenti ex Ilva, da Taranto a Genova, a partire dalle 7 di venerdi 8 novembre.

IL PESO DELL’INTERVENTO DELLO STATO SUI CONTI PUBBLICI

Ma il punto è che la trattativa con ArcelorMittal al momento non esiste. E nel governo non c’è nemmeno la volontà a piegarsi alla multinazionale. L’unica concessione resta lo scudo penale per il risanamento ambientale, cui l’azienda ha già detto no. Per questo a Palazzo Chigi si preparano al peggio e nella maggioranza si discute di nazionalizzazione. Con due appendici non di poco conto: il sì dell’Europa, tutt’altro che scontato; e il peso dell’eventuale operazione sui conti pubblici, sul quale anche al ministero dello Sviluppo economico circola un certo scetticismo.

Arcelor Mittal è una multinazionale estera che ha firmato un contratto con lo Stato impegnandosi ad assumere 10.500…

Posted by Luigi Di Maio on Thursday, November 7, 2019

PD E M5S DAVANTI A UN BIVIO

Intanto nel Pd aumentano le pressioni interne di chi vuole una rottura con il M5s subito dopo la manovra, dunque prima del voto in Emilia-Romagna. Quanto ai pentastellati, il capo politico Luigi Di Maio si ritrova con il partito a un passo dall’implosione. Non a caso Roberto Fico ha cercato di gettare acqua sul fuoco, mentre Davide Casaleggio – messo nel mirino dal dissenso interno – ha incontrato alcuni parlamentari e non è escluso nelle prossime ore un faccia a faccia con lo stesso Di Maio. Il ministro degli Esteri, la prossima settimana, riunirà tutti i deputati e i senatori. Sarà un primo assaggio del grande bivio che si pone davanti al M5s: cementare l’alleanza di governo con il Pd oppure far saltare il banco, consegnando il Paese alla Lega di Matteo Salvini.

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La bordata di Macron sulla Nato fa felice Mosca

Il presidente francese: «Stiamo vivendo la morte cerebrale dell'Alleanza». La Russia: «Parole d'oro». Mentre Merkel prende le distanze.

Emmanuel Macron spara a zero sulla Nato, e fa felice Mosca che esulta per il suo attacco. «Quella che stiamo vivendo è la morte cerebrale della Nato», ha detto il presidente francese in un’intervista all’Economist. «Parole d’oro», le ha definite la Russia. Mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel ha bacchettato Macron: «Troppo drastico». Nella sua intervista, il presidente francese è partito dal tema dell’ormai impossibile intesa fra Stati Uniti ed Europa, facendo l’esempio del comportamento unilaterale della Turchia, membro Nato, in Siria: «Non c’è alcun coordinamento delle decisioni strategiche degli Stati Uniti con i partner della Nato. E senza coordinamento assistiamo a un’aggressione di un altro partner della Nato, la Turchia, in una zona in cui sono in gioco i nostri interessi». Per Macron, «quanto successo è un problema enorme» e bisogna «chiarire adesso quali sono le finalità strategiche» dell’Alleanza atlantica.

MERKEL PRENDE LE DISTANZE DAL PRESIDENTE FRANCESE

Il presidente francese ha puntato la sua attenzione sull’articolo 5 del Trattato, quello sulla solidarietà militare fra i Paesi membri: «Cosa sarà domani l’articolo 5? Se il regime di Assad decide di rispondere alla Turchia, noi ci impegniamo? È una domanda reale. Noi ci siamo impegnati per lottare contro l’Isis. Il paradosso è che la decisione americana di ritirarsi dal nord della Siria e l’offensiva turca hanno lo stesso risultato: il sacrificio dei nostri partner sul terreno che si sono battuti contro l’Isis, le Forze democratiche siriane». A Berlino, il 7 novembre Merkel ha incontrato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, e ha preso le distanze dall’Eliseo: «Non credo che un giudizio intempestivo come questo sia necessario anche se abbiamo dei problemi, anche se dobbiamo rimetterci in sesto». Le parole di Macron «non corrispondono al mio punto di vista sulla cooperazione in seno alla Nato», ha insistito Merkel, definendo «irrinunciabile» l’Alleanza.

WASHINGTON INSISTE SULLA REDISTRIBUZIONE DEI CONTRIBUTI FINANZIARI

Il segretario di Stato americano Mike Pompeo, da parte sua, ha detto: «La Nato resta, storicamente, una delle partnership strategiche più importanti». Pompeo ha però anche ricordato l’esigenza espressa da Donald Trump nel gennaio 2017 – quando dichiarò «obsoleta» la Nato – di una «miglior condivisione del peso» del finanziamento dell’Alleanza fra i partner. Di tutt’altro tono il commento di Mosca. Su Facebook la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha definito le parole di Macron «sincere», dicendo che «riflettono l’essenziale: una definizione precisa dello stato attuale della Nato».

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Sorpasso sui bond: il debito dell’Italia è più rischioso di quello della Grecia

Il rendimento dei nostri titoli di debito a dieci anni è all'1,16%. Mentre il tasso sulle obbligazioni elleniche è sceso all'1,10%.

Il sorpasso c’è, ma in retromarcia: l’Italia ha ufficialmente superato la Grecia come Paese debitore più rischioso dell”Area euro. I rendimenti dei bond di Atene sono scesi sotto quelli dell’Italia per la prima volta dal 2008. Il rendimento dei bond a 10 anni della Grecia, ha scritto il Financial Times, si è attestato all’1,10%. Il rendimento di titoli equivalenti italiani è salito all’1,16%. In realtà a spingere il sorpasso, è soprattutto la ripresa greca, come scrive il foglio della City: «I rendimenti di tutti e due i Paesi, schizzati durante la crisi del debito, restano molto bassi rispetto agli standard storici, ma la ripresa del mercato dei bond della Grecia è stata più spettacolare».

L’atrio della borsa di Atene in una foto del 21 luglio 2011. Agli albori della crisi del debito quando ancora i leader della zona euro chiedevano un “piano Marshall per la Grecia” mentre elaboravano attraverso l’Eurogruppo il piano di ristrutturazione del debito ellenico. ANSA/ SIMELA PANTZARTZI

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Scossa di terremoto di magnitudo 4.4 in provincia dell’Aquila

L'epicentro a 5 chilometri da Balsorano. Paura anche a Napoli e Roma. Tanta paura, ma nessun danno registrato a persone o cose. L'Ingv: «Zona ad alta pericolosità sismica». Il punto della situazione.

Paura nel Centro Italia, dove una scossa di terremoto di magnitudo 4.4 è stata registrata alle 18.35 di giovedì 7 novembre in provincia dell’Aquila. Il sisma è stato avvertito nel Lazio, fino a Roma e anche a Napoli. L’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha individuato l’epicentro a 5 chilometri a Sud Est di Balsorano, in provincia del capoluogo abruzzese, a una profondità di 14 chilometri. Coinvolti anche i paesi di Pescosolido, Sora e Campoli Appennino.

Subito dopo la scossa la popolazione di Avezzano e in alcune cittadine della Marsica si è riversata in strada. Ma non si sono registrati danni a persone o a cose, secondo quanto riferito dalla Protezione civile.

PRIMA DELLA SCOSSA FORTE 30 PICCOLI TERREMOTI

L’evento era stato annunciato da una serie di scosse di lieve entità nella notte che avevano portato la sindaca di Balsorano, Antonella Buffone, a disporre a scopo precauzionale la chiusura delle scuole, confermata poi per venerdì 8 novembre. Circa 30 piccoli terremoti (tutti inferiori a magnitudo 3) avevano preceduto la scossa più forte. Sono state 15 le repliche nell’ora successiva (la maggiore di magnitudo 2.2).

L’epicentro del terremoto.

UNA ZONA AD ALTA PERICOLOSITÀ SISMICA

Alessandro Amato, sismologo dell’Ingv, ha spiegato che è stata una sequenza sismica diversa da quella dell’Italia centrale ad avere attivato il terremoto. Si tratta «di un altro sistema di faglie. È comunque un’area ad alta pericolosità sismica». In quella stessa zona è infatti avvenuto il terremoto di Avezzano del 1915 e altri due importanti sisma storici si sono registrati nel Frusinate nel 1654 e più a Sud, verso il Molise, nel 1349.

DIPENDENTI DELLA REGIONE ABRUZZO SCESI IN STRADA

Il sismologo ha detto che «nelle ultime ore si era registrata della sismicità nella zona, con alcune piccole scosse e adesso stiamo vedendo piccole repliche». La scossa è stata avvertita distintamente all’Aquila, dove alcuni dipendenti della Regione Abruzzo, in servizio nella sede in via Salaria antica Est, hanno lasciato il palazzo e sono scesi in strada e a Sulmona (L’Aquila).

SEGNALAZIONI ANCHE A ROMA E PERSINO A NAPOLI

Sentita anche in diverse zone di Roma, principalmente nel quadrante Est. Diverse decine le chiamate ai vigili del fuoco di cittadini spaventati. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha detto ai cronisti: «Ho appena sentito il 118, tanta paura ma nessun danno». Perfino al centro di Napoli – nei piani alti – ci sono state segnalazioni.

TRAFFICO FERROVIARIO IN PARTE SOSPESO

Per quanto riguarda l’impatto sulla viabilità, dalle 18.40 il traffico ferroviario sulle linee Sulmona-Avezzano, Roccasecca-Avezzano e fra Ceprano e Cassino (linea Roma-Cassino) è sospeso, in via precauzionale, per consentire la verifica dello stato dell’infrastruttura da parte dei tecnici di Rfi.

VERIFICHE SU ALTA VELOCITÀ E AUTOSTRADE

Sulla linea Alta velocità Roma-Napoli i treni già in viaggio procedono con limitazione di velocità fino alla verifica dei tecnici. Tecnici di Strada dei parchi spa, concessionaria delle autostrade A24 e A25 fra Abruzzo e Lazio, si sono impegnati in un’ispezione su tutto il tratto interessato.

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Come musica, suoni e rumori influenzano gli acquisti

Con un pezzo lento siamo inconsapevolmente portati a spendere di più, con una hit ci distraiamo. Mentre le alte frequenze aumentano la piacevolezza e la croccantezza di un prodotto. Provare per credere.

I suoni e la musica hanno sempre avuto la capacità di influenzare il comportamento. Più di quanto si possa immaginare. Essi ci circondano e ci aiutano a dare significato al mondo. Da sempre il sistema uditivo ha avuto un’importante funzione adattativa. In tempi remoti permetteva di riconoscere velocemente il pericolo e il luogo da cui poteva provenire, permettendo così alle specie animali di salvarsi, o di individuare la preda con più facilità. Per questo l’udito deve essere veloce, immediato e influenzare anche inconsapevolmente i nostri vissuti

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LA FORZA DEI JINGLE E DEI SUONI

Le ricerche, in questo campo, sono numerose e di grandissimo interesse, soprattutto per il marketing dei prodotti e degli ambienti. Anni di sperimentazioni sul campo hanno dimostrato che con la musica e con i suoni si costruiscono significati, si rafforzano associazioni, si stimolano sensazioni, si creano connessioni tra oggetti, come per esempio tra un prodotto o un’azienda e il suo logo. Si pensi per esempio alla forza che hanno i jingle nel richiamare un brand. Il suono affiancato alla frase «Just Do It», oppure alla frase «I’m Loving It», automaticamente ci fa pensare a Nike e a McDonald’s. Ciò non vale solo per musiche o jingle.

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A volte solo un semplice rumore riesce ad avare una forte valenza emotiva, tanto da fare percepire il mondo esterno in modo diverso. Non a caso le industrie di automobili di lusso hanno un Sound Team, ovvero un gruppo di esperti,  esclusivamente dedicato a studiare la reazione emotiva ai suoni dell’auto: dai sistemi di controllo e di allarme dell’auto alla semplice chiusura dello sportello

COME CAMBIA LA PERCEZIONE NEI TEMPI D’ATTESA

Come si può immaginare i campi di applicazione dello studio del sound nel marketing sono ampi e trasversali. Nel 1997 il professore Michael K. Hui e colleghi hanno dimostrato quanto potente fosse la musica sulla percezione che hanno i consumatori dei tempi di attesa di un servizio: se la musica è gradevole, la risposta emotiva all’ambiente diventa positiva e la percezione del tempo di attesa si riduce significativamente. Altre ricerche hanno dimostrato che la presenza di un certo tipo di musica in un centro commerciale incide sulla distraibilità dall’acquisto, così come sulla rapidità di movimento al suo interno.

LE HIT DISTRAGGONO, LA LENTEZZA PAGA

Sappiamo per esempio che l’uso di una musica troppo famosa in un luogo di vendita ha effetti negativi sui processi di vendita, poiché distrae e riduce l’atto di acquisto (Russo, 2017, Dooley, 2012). Si è anche rilevato che una musica con un ritmo più veloce tende a incrementare significativamente la velocità di movimento dei clienti rispetto a una musica decisamente più lenta. A tal proposito i dati di una ricerca (Milliman, 1982) hanno dimostrato che i consumatori più lenti spendono circa il 38% in più rispetto a quelli più veloci. 

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UN SOTTOFONDO PUÒ MODIFICARE INCONSAPEVOLMENTE L’ACQUISTO

Sul tipo di musica da usare nei punti vendita vi sono diversi studi. Per esempio Areni e Kim (1993) hanno dimostrato come il sottofondo musicale possa modificare inconsapevolmente il comportamento dei consumatori: una musica classica in un’enoteca spinge i consumatori a scegliere vini più costosi rispetto a quando viene utilizzata una musica pop.  Allo stesso modo, in un lavoro divenuto ormai famoso, all’interno di un punto vendita vennero trasmesse, secondo modalità alternate, brani di musica francese e brani di musica tedesca.

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I ricercatori rilevarono che, a parità di valore economico, gli avventori acquistarono più vini francesi nel momento in cui erano presenti motivi musicali francesi, mostrando un fenomeno di associazione analogo per quanto riguardava i vini tedeschi quando venivano trasmesse canzoni teutoniche (North, Hargreaves & McKendrick, 1999). Ovviamente l’aspetto più interessante è che nessuno dei consumatori intervistati dagli studiosi ha mai fatto riferimento alla tipologia di musica di sottofondo per giustificare la scelta di una bottiglia di vino francese o tedesco. 

LA FORZA DELLA STIMOLAZIONE SONORA SUL NOSTRO CERVELLO

Non si tratta certamente di scoperte recenti, come si è visto, tuttavia, le neuroscienze ci hanno permesso di capire meglio il funzionamento del processo uditivo e la forza che la stimolazione sonora ha sul sistema cerebrale. Il sistema uditivo si basa sulla capacità dell’orecchio di convertire i cambiamenti di pressione di aria in cambiamenti di attività elettrica dei neuroni. Il meccanismo attraverso cui si sviluppa la consapevolezza della stimolazione uditiva è, tuttavia, molto complesso e comprende una prima fase di analisi, rapida e inconsapevole a carico di una delle zone più primitive del cervello, quella del sistema limbico, deputato proprio all’attivazione emozionale. Il sistema uditivo coinvolge, infatti, il Nucleo genicolato mediale che è il primo livello di analisi sottocorticale delle stimolazioni uditive. Solo successivamente, e grazie alla via talamica, l’informazione raggiunge la Corteccia uditiva primaria che si trova nella parte superiore del lobo temporale posteriore. È questa l’area in cui viene processato il significato del suono, mentre l’abilità di richiamare e ricordare consapevolmente l’informazione sonora è demandata alla corteccia prefrontale. Il fatto che l’informazione giunga prima all’area talamica (sita nel sistema limbico) dimostra il valore adattivo della risposta ai suoni che deve essere immediata e istintiva e la capacità che ha quest’area nel condizionare e influenzare la percezione di ciò che abbiamo sentito. 

L’INFLUENZA DELLA MUSICA SUL GUSTO

A tal proposito Charles Spence coordinatore del Crossmodal Laboratory presso l’Università di Oxford, noto esperto degli effetti sul gusto dei fattori ambientali, ha dimostrato la forza che ha la musica anche sulla percezione del gusto dei prodotti. Come riportato in uno dei suoi affascinanti lavori, Gastrofisics, the news science of the eating, il semplice suono di un pacchetto di patatine che si apre con difficoltà fa percepire il prodotto più fresco rispetto allo stesso prodotto confezionato in un pacco che si apre senza fare rumore. Allo stesso modo si è dimostrato che la percezione del sapore dei prodotti alimentari cambia in base al tipo di musica di sottofondo usato. Così un suono “alterato” nel momento dell’assaggio è in grado di modificare la sua percezione di croccantezza e di freschezza. Se si assaggia con musica ad alta frequenza di sottofondo la croccantezza e la piacevolezza del prodotto crescono. Spence, in collaborazione con Zampini ha pubblicato questi risultati in un articolo del Journal of Sensory Studies, nel 2004 con il titolo The Role of Auditory Cues in Modulating the Perceived Crispness and Staleness of Potato Chips. Lavoro che gli ha permesso di vincere l’Ig Nobel Prize for Nutrition nel 2008. Si comprende perché Spence chiuda il suo libro con un’eloquente conclusione «Changing what a persone sees can radically alter what they hear, changing what they hear may influence what they feel, and altering what they feel can change what they taste». Provare per credere. 

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Dna modificato contro il cancro: i primi risultati sono positivi

L'esperimento fatto su tre pazienti affetti da mieloma e sarcoma sta dando i segnali sperati. Ecco in cosa consiste il trattamento ideato dai ricercatori dell'università della Pennsylvania.

Sembra funzionare l’editing del Dna contro il cancro. La tecnica, nota come Crispr, è volta a rafforzare il sistema immunitario, rendendone più efficace la risposta al tumore. Un primo esperimento, su tre pazienti, sta dando risultati positivi, che saranno presentati dai ricercatori dell’università della Pennsylvania al prossimo meeting della American Society of Hematology. Due dei tre pazienti, spiega il New York Times, avevano un mieloma multiplo, un tumore del sangue, mentre l’altro un sarcoma, tutti in stadio avanzato.

CELLULE MODIFICATE PER RAFFORZARE LA RISPOSTA AL TUMORE

I ricercatori hanno estratto le cellule T del sistema immunitario dai soggetti e le hanno trattate con il Crispr per ‘spegnere’ tre geni e rendere la risposta al tumore più aggressiva. Un’altra modifica del Dna, fatta invece in maniera tradizionale, ha indirizzato le cellule verso quelle tumorali. Ai tre pazienti sono state poi infuse 100 milioni di queste cellule modificate, e il follow up più lungo è arrivato a sei mesi.

Le cellule si stanno comportando come speriamo, e non abbiamo visto effetti collaterali significativi

Edward Stadtmauer, ricercatore

«La buona notizia», spiega Edward Stadtmauer, l’autore principale della ricerca, «è che i pazienti sono ancora vivi. Finora la migliore risposta che abbiamo visto è che le malattie si sono stabilizzate. Le cellule si stanno comportando come speriamo e non abbiamo visto effetti collaterali significativi».

È ancora molto presto, ma sono risultati estremamente incoraggianti

Aaron Gerds, Cleveland Clinic

Contattato dalla Associated Press, un esperto indipendente, Aaron Gerds della Cleveland Clinic, ha spiegato: «È ancora molto presto, ma sono risultati estremamente incoraggianti». Lo studio è sponsorizzato dall’Università della Pennsylvania, dal Parker Institute for Cancer Immunotherapy di San Francisco e da una società di biotecnologie, Tmunity Therapeutics. Numerosi leader dello studio e l’università hanno una partecipazione finanziaria nella società e possono beneficiare di brevetti e licenze sulla tecnologia.

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Ultrà contro i giocatori del Napoli dopo l’ammutinamento

Striscioni e cori prima dell'allenamento al San Paolo aperto solo agli abbonati e non alla stampa. "Rispetto!", "Meritiamo di più" e "Calciatori mercenari" tra i messaggi della contestazione. Intanto il presidente De Laurentiis pensa a quale sanzione applicare per la ribellione.

Dopo “l’ammutinamento“, i tifosi del Napoli non si sono schierati con i calciatori. Anzi: è scattata la contestazione. Circa 150 ultrà azzurri hanno manifestato all’esterno della rampa d’accesso dello stadio San Paolo dove alle 15.30 è iniziato l’allenamento della squadra di Carlo Ancelotti.

STRISCIONE SROTOLATO DAVANTI ALL’ENTRATA

Uno striscione con la scritta “Rispetto!” è stato srotolato davanti al varco da cui entrano i giocatori. Tra i cori intonati dagli ultrà i più gettonati sono stati “Meritiamo di più” e “Calciatori mercenari siete voi”.

SEDUTA CHIUSA A GIORNALISTI E FOTOGRAFI

La sessione di allenamento doveva essere aperta alla stampa, ma poi le cose sono cambiate ed è diventata una seduta speciale con libero accesso solo per gli abbonati. Lo staff di comunicazione del club azzurro aveva inizialmente annunciato che anche i giornalisti e i fotografi avrebbero potuto assistere dalla tribuna stampa. Ma in seguito alla difficile situazione ingenerata propri dal ritiro stabilito dal club e poi disertato dai calciatori e al conseguente silenzio stampa imposto dalla società, il Napoli ha revocato l’apertura per i cronisti.

OGNUNO A CASA SUA, TRANNE ANCELOTTI

Dopo l’1-1 con il Salisburgo di martedì 5 novembre in Champions league, la squadra si è rifiutata di andare a dormire a Castel Volturno come previsto dal programma del ritiro deciso dal presidente Aurielio De Laurentiis alla vigilia della sfida europea e dopo la sconfitta in campionato contro la Roma. Ognuno è tornato alla propria casa e si è presentato all’allenamento puntuale. A Castel Volturno hanno dormito solo l’allenatore Ancelotti e il suo staff.

L’allenatore del Napoli Carlo Ancelotti. (Ansa)

LA SOCIETÀ PRONTA A TUTELARSI

Questo “no” al ritiro difficilmente rimarrà senza conseguenze, come ha precisato lo stesso Napoli una nota: «La società procederà a tutelare i propri diritti economici, patrimoniali, di immagine e disciplinari in ogni competente sede. Si precisa inoltre di aver affidato la responsabilità decisionale in ordine alla effettuazione di giornate di ritiro da parte della prima squadra all’allenatore della stessa Carlo Ancelotti».

DE LAURENTIIS STUDIA LE SANZIONI POSSIBILI

Il tecnico aveva criticato pubblicamente la decisione di mandare la squadra in ritiro, dicendosi pronto però a rispettarla. De Laurentiis e Ancelotti hanno parlato a lungo al telefono, il primo da Castel Volturno, il secondo dall’Hotel Vesuvio: lì infatti De Laurentiis alloggia a Napoli e lì ha ricevuto l’amministratore delegato Chiavelli ragionando anche sulle sanzioni previste dai contratti dei calciatori per la ribellione al ritiro, che, hanno ricordato dal club, non era stato “punitivo“, ma solo per cercare una migliore amalgama.

Il presidente Aurelio De Laurentiis. (Ansa)

IL FUTURO: RISULTATI SUBITO O ADDIRITTURA L’ESONERO

Il senso della tregua è al momento quello di responsabilizzare squadra e tecnico: niente ritiro? Allora portate i risultati. Che devono arrivare già dalla sfida di sabato 9 novembre contro il Genoa, quando il Napoli cerca il successo che manca dal 23 ottobre, dalla gara vinta a Salisburgo. La città è sgomenta e divisa tra chi difende De Laurentiis, chi si schiera con Ancelotti – ma tra gli adetti ai lavori si è parlato anche di esonero – e chi con la squadra. Di certo a questo gruppo non appartengono gli ultrà.

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Morta Maria Pia Fanfani, vedova dell’ex leader della Dc

Aveva 97 anni. Staffetta partigiana, scrittrice e fotografa dedicò gran parte della sua vita al volontariato con la Croce rossa.

Maria Pia Fanfani, vedova di Amintore, tra i fondatori della Dc ed ex presidente del Consiglio, è morta a Roma all’età di 97 anni. Staffetta partigiana, scrittrice e fotografa dedicò gran parte della sua vita al volontariato con la Croce rossa: dal 1983 al 1994 fu presidente del Comitato nazionale femminile. Inoltre per quattro anni è stata vicepresidente della Lega internazionale della Croce rossa e della mezzaluna rossa a Ginevra.

LA PARTECIPAZIONE A CENTINAIA DI MISSIONI UMANITARIE

Centinaia le missioni umanitarie alle quali ha partecipato, sia in Paesi in guerra che in quelli colpiti da calamità. A dare notizia della scomparsa la Croce rossa italiana, che la ricorda «per la grande passione e l’impegno attivo che la vide protagonista anche in numerose missioni umanitarie. La sua scomparsa rappresenta una perdita per tutta l’associazione». «Il nostro impegno è quello di trasmetterne la memoria come esempio anche per le nuove generazioni», conclude in una nota la Croce rossa.

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La Cina vieta i videogame online di notte ai minorenni

I ragazzi sotto i 18 anni dovranno registrarsi con la vera identità e non potranno giocare su Internet dalle 22 alle 8. La misura estrema per prevenire i fenomeni di dipendenza.

Le autorità cinesi hanno varato una serie di norme restrittive sull’accesso ai giochi online da parte dei minorenni per cercare di prevenire i fenomeni di dipendenza. I ragazzi sotto i 18 anni non potranno giocare a videogame online dalle 22 alle 8. In settimana, avranno a disposizione 90 minuti per giocare di giorno, un limite che viene dilatato a tre ore nei fine settimana e nelle feste. Le nuove regole, emanate dall’Amministrazione nazionale per la stampa e l’editoria, pongono l’accento sulla condivisione delle responsabilità tra i provider di giochi, le agenzie governative e gli attori sociali nella gestione e nel governo di questo fenomeno.

TUTTI I MINORENNI DOVRANNO REGISTRARSI

In base alle normative, tutti gli utenti di giochi online dovranno registrarsi con la propria identità

LIMITAZIONI PER I PAGAMENTI

Il documento vieta inoltre l’accesso ai giochi a pagamento online agli utenti di età inferiore agli 8 anni e pone un limite su base giornaliera e mensile alle somme di denaro che i minori di età superiore agli 8 anni possono spendere per questi servizi. I provider di giochi online dovranno inoltre impostare una serie di promemoria dedicati agli utenti di diverse fasce di età. Qualsiasi contenuto pericoloso compresa la pornografia, la violenza e il gioco d’azzardo è proibito nei giochi destinati ai minori.

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Essere leader di pensiero, come rinforzare credibilità e fiducia in un’azienda

Creare e mantenere la leadership nell’era della digitalizzazione è sempre più difficile e per i leader e i manager di successo non è più possibile appellarsi esclusivamente alla dimensione cibernetica per la propria reputazione. La thought leadership rappresenta un’ottima opportunità che, se accompagnata da una efficiente visione strategica, è in grado di favorire il successo di un’azienda.

Il mondo aziendale è sempre più vitale, disinibito e competitivo. Alla luce dei continui cambiamenti che caratterizzano il settore, creare e, soprattutto, mantenere la propria leadership sta diventando sempre più complesso.

I leader devono essere in grado di disegnare e ridisegnare relazioni di collaborazione creativa all’interno dei propri team, mantenendo viva l’attenzione degli interlocutori e la propria esclusività. Questi elementi, inseriti in un contesto sempre più veloce e digitalizzato, hanno reso necessario ripensare le figure di manager e leader, il loro ruolo e il loro approccio nei confronti del contesto di riferimento.

Nello specifico, i social network e internet sono diventati cruciali per il mantenimento di posizioni di rilievo all’interno della società. Questi, però, a volte risultano essere poco affidabili. Basti pensare alle conseguenze devastanti degli attacchi hacker o ai possibili down di internet. Non è un caso, infatti, che nei giorni scorsi, durante le manifestazioni di protesta che si sono svolte in Iraq, la connessione a Internet sia mancata a milioni di utenti nel Paese. Questo, un esempio tra tanti, rivela quanto affidarsi esclusivamente ai social e alla dimensione cibernetica non sia più sufficiente e poco sicuro.

L’ORIGINE DELLA THOUGHT LEADERSHIP

È necessario, dunque, ripensare la dirigenza in modo efficace e stimolante per preservare i caratteri esclusivi del leader e garantirne il suo durevole successo. In questo caso la thought leadership, parola d’ordine negli ultimi anni, rappresenta una strategia soddisfacente. Il termine, coniato per la prima volta nel 1994 da Joel Kurtzman, l’editore fondatore di Strategy+Business, una rivista di management pluripremiata per i decisori nelle aziende e nelle organizzazioni di tutto il mondo, può essere identificata come un tipo di content marketing che prevede la condivisione di media e contenuti editoriali per acquisire clienti in cui si attinge al talento, all’esperienza e alla passione all’interno della propria azienda per rispondere in modo coerente alle domande dei propri clienti e del proprio target di riferimento.

Un thought leader è un esperto del settore che condivide la sua esperienza con un pubblico più ampio allo scopo di educare, migliorare e aggiungere valore al settore nel suo complesso

Kelsey Raymond, la co-fondatrice e ceo di Influence & Co.

Kelsey Raymond, la co-fondatrice e ceo di Influence & Co., un’agenzia di content marketing, descrive un thought leader come «un esperto del settore che condivide la sua esperienza con un pubblico più ampio allo scopo di educare, migliorare e aggiungere valore al settore nel suo complesso». La thought leadership è oggi sempre più radicata e comprende una serie di attività volte a posizionare un individuo o una realtà aziendale nel ruolo di massimi esperti nel loro campo.

IL LEADER DEL PENSIERO DEVE ESSERE CREDIBILE E UN BUON COMUNICATORE

Un thought leader è una figura riconosciuta da colleghi, clienti ed esperti del settore come profondamente competente del business in cui si trova, delle esigenze dei clienti e del più ampio mercato in cui opera. Questo è, generalmente, un efficace comunicatore, risorsa coinvolgente per un pubblico specifico. Il soggetto identificato come thought leader è dunque detentore di una certa fama e un certo posizionamento che deriva dalla sua credibilità e dalla solidità dimostrata sul campo. Un programma di thought leadership, diretto da un leader di pensiero, se ben strutturato, può aiutare piccole aziende o startup a potenziare le proprie strutture a essere competitive sul mercato. Il pensiero organizzato e coerente permette di allineare i potenziali clienti con un preciso modo di pensare, agevolando la conversazione e rendendola più efficace al perseguimento dei propri obiettivi.

RACCONTARE LA PROPRIA STORIA PER ENTRARE IN CONNESSIONE

I leader di pensiero aiutano, dunque, a supportare gli altri attraverso la condivisione di esperienze e conoscenze. Questa condivisione permette all’individuo di essere percepito come una figura di autorità affidabile a cui le persone si rivolgono quando hanno bisogno di consigli o di una guida. Questo posizionamento permette, non solo di essere apprezzati al pubblico a cui già si rivolgeva, ma anche di essere notati da un nuovo pubblico e di raggiungere nuovi obiettivi incrementando la platea di interlocutori. Sono leader che si aprono e raccontano storie di vita vissuta. Riportano gli aspetti che hanno motivato le loro scelte inziali, come hanno mosso i primi passi nella loro attività e quali errori hanno commesso lungo la strada. Questo approccio li aiuta a entrare in connessione con il proprio pubblico e a risultare credibili, ispirando fiducia e solidità.

APRIRSI PER ISPIRARE I DIPENDENTI E INCORAGGIARE IDEE CREATIVE

La thought leadership, differentemente da altri approcci dirigenziali, garantisce la creazione di un ambiente in cui team e partner imparano continuamente e sono costantemente incoraggiati a sviluppare idee creative. Questo ispira l’apertura e stimola l’innovazione, creando così un vero vantaggio competitivo. La cultura dell’apprendimento rappresenta, infatti, un vero valore aggiunto che l’azienda può vantare e utilizzare in maniera strategica nei confronti dei propri competitor.

In conclusione, la thought leadership costituisce un’ottima opportunità e un’esperienza gratificante che può comportare benefici, a breve e a lungo termine, per creare e mantenere la propria reputazione, o quella di un’azienda, in un mondo interconnesso e sempre più precario. Per diventare un thought leader è necessario mettersi in gioco in maniera strategica, individuando le esperienze da condividere e identificando l’utilità che da questa condivisione può derivare. In particolare, nelle piccole aziende questa strategia può rappresentare l’ago della bilancia e costituire il valore aggiunto e il vantaggio competitivo dell’azienda rispetto ad altri grandi competitor.

Gianluca Comin è professore di Strategie di Comunicazione, Luiss, Roma

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Ex Ilva, proclamato uno sciopero di 24 ore in tutti gli stabilimenti ArcelorMittal

L'agitazione è stata indetta per venerdì 8 novembre e prenderà il via a partire dalle 7 del mattino. Intanto i lavoratori dell'indotto sono pronti a un blocco a oltranza.

Uno sciopero di 24 ore in tutti gli stabilimenti di ArcelorMittal, prima programmato solo per il sito di Taranto, è stato proclamato dai sindacati Fiom, Fim e Uil per venerdì 8 novembre. La protesta avrà inizio dalle ore 7 del mattino e le segreterie territoriali definiranno le modalità di mobilitazione. ArcelorMittal, sostengono i sindacati, «ha posto condizioni provocatorie e inaccettabili e le più gravi riguardano la modifica del piano ambientale, il ridimensionamento produttivo a 4 milioni di tonnellate e la richiesta di licenziamento di 5 mila lavoratori, oltre alla messa in discussione del ritorno al lavoro dei 2 mila in amministrazione straordinaria». I sindacati «chiedono all’azienda l’immediato ritiro della procedura e al governo di non concedere nessun alibi alla stessa per disimpegnarsi».

I LAVORATORI DELL’INDOTTO PRONTI AL BLOCCO A OLTRANZA

Intanto, i segretari di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Fist Cisl, Uiltrasporti e Uiltucs Uil, che rappresentano gli operai dell’indotto, hanno fatto sapere di essere pronti al blocco dell’attività. «L’auspicio è che governo e istituzioni creino le condizioni per una soluzione definitiva. Senza una risposta esaustiva, unitariamente alle confederazioni di Cgil, Cisl e Uil e al fianco dei colleghi degli altri settori del siderurgico, saremo pronti a tutte le iniziative fino al blocco a oltranza delle attività lavorative nei propri settori».

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Due persone accoltellate sul Frecciarossa: l’aggressore fermato a Bologna

A colpire un addetto alle pulizie: dietro il gesto un movente di natura passionale. Il convoglio partito da Torino era diretto a Roma.

Un uomo e una donna sono stati colpiti con varie coltellate sul treno Frecciarossa partito da Torino e diretto a Roma: il ferimento è avvenuto poco dopo le 10.30 in territorio modenese, tra le stazioni di Reggio Emilia e Bologna. La donna, una 41enne di Milano, è stata portata via intubata e sarebbe in gravi condizioni, mentre l’aggressore, un calabrese 47enne, è stato bloccato dalla polizia ferroviaria nella stazione sotterranea di Bologna, grazie anche alla collaborazione di alcuni viaggiatori. L’uomo, ora in stato di fermo, affronterà l’udienza di convalida a Bologna. Successivamente gli atti saranno trasferiti alla procura di Modena per competenza territoriale. L’accusa che pende sul suo capo è quella di tentato omicidio. Il treno è stato fermo per diversi minuti per consentire i rilievi della Scientifica.

L’AGGRESSORE È UN ADDETTO ALLE PULIZIE

L’aggressore, secondo una prima ricostruzione fornita da Ferrovie dello Stato, sarebbe un operatore della ditta esterna che effettua servizi di pulizie a bordo dei Frecciarossa. La donna accoltellata è una dipendente della ditta esterna che effettua i servizi di ristorazione sui treni dell’Alta velocità. I controlli a bordo del convoglio, spiega Fs, sono stati necessari per verificare la dinamica e le cause dell’aggressione.

FORSE UN MOVENTE DI NATURA PASSIONALE

Potrebbe esserci un movente passionale all’origine dell’accoltellamento. L’ipotesi è che l’aggressore, fermato dalla Polfer a Bologna, conoscesse la donna e avesse o avesse avuto con lei una relazione. L’altro uomo sarebbe un passeggero, con ogni probabilità intervenuto per separare i due, ma a sua volta rimasto colpito.

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Da domani al via la campagna antiinfluenzale

Da domani, 8 novembre 2019, parte la campagna antiinfluenzale - antipneumococcica 2019/2020. A darne notizia è l’Azienda sanitaria locale di Potenza, precisando che nel capoluogo il servizio verrà erogato dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 12,00 e martedì e giovedì anche dalle 15,30 alle 17,00. Gli orari dei competenti uffici dell’Asp dislocati negli altri Comuni della provincia di Potenza sono indicati sul sito web dell’ente, all’indirizzo
http://www.aspbasilicata.it/come-fare-per/uffici-di-igiene-epidemiologica-e-sanit%C3%A0-pubblica-nei-comuni-orari-e-ubicazione

“L’influenza – si legge in una nota dell’Asp - è una malattia respiratoria che può manifestarsi in forme di diversa gravità, che in alcuni casi, possono comportare ricovero in ambiente ospedaliero o addirittura exitus. Alcune fasce di popolazione possono essere maggiormente a rischio di gravi complicanze quali polmonite virale o batterica secondaria o peggioramento delle condizioni cliniche preesistenti. Costituisce un notevole problema di sanità pubblica poiché, a causa della sua elevata trasmissibilità, colpisce un elevato numero di persone in un ristretto lasso di tempo, determinando quindi costi diretti ed indiretti, soprattutto in ragione delle complicanze ad essa correlate. Fermo restando che le forme più severe interessano in genere gli anziani ed i soggetti di qualunque età con presenza di patologie di base, si richiama l’attenzione circa l’importanza di vaccinare oltre ad essi anche gli operatori sanitari a contatto diretto con pazienti a più alto rischio di acquisizione/trasmissione dell’infezione influenzale. Si ricorda che le donne in gravidanza rappresentano il più importante dei gruppi a rischio per le complicanze che possono interessare se stesse ed il feto. Il periodo elettivo per la vaccinazione antinfluenzale, nella nostra situazione climatica ed in base all’andamento delle precedenti epidemie in Italia, è quello autunnale da metà ottobre a fine dicembre. Una sola dose di vaccino antinfluenzale è sufficiente per soggetti di tutte le età, con esclusione dell’età infantile, da 36 mesi a 9 anni, qualora si tratti di soggetti mai vaccinati in precedenza. E’ opportuno ricordare che la protezione indotta dal vaccino inizia dopo due settimane dalla somministrazione e perdura per 6 - 8 mesi”.

Anche i medici di medicina generale “provvederanno alla somministrazione dei vaccini anti-influenzale ed anti-pneumococcico, al fine di aumentare le coperture vaccinali dei propri assistiti. Sarà cura degli stessi medici – prosegue la nota dell’Asp - reclutare i soggetti eleggibili alla vaccinazione e stabilire le modalità operative”.

La vaccinazione antinfluenzale è gratuita solo per anziani e soggetti che soffrono di particolari patologie. “Presso i punti vaccinali ASP – aggiiunge la nota - occorrerà esibire all’atto della vaccinazione la tessera sanitaria per soggetti di età ≥ 65, mentre soggetti di età inferiore a 65 anni dovranno essere in possesso anche della richiesta del medico curante. Alle persone che per motivi di salute siano impossibilitate a lasciare il proprio domicilio i vaccini antinfluenzale ed antipneumococcico dovranno essere dispensati dal proprio medico curante. Si sottolinea inoltre che la vaccinazione antipneumcoccica ai soggetti di età superiore a 64 anni ed agli appartenenti alle categorie a rischio potrà essere praticata, oltre che durante la campagna antinfluenzale, in tutti i periodi dell’anno, come da DGR Basilicata n.696 dell’11/06/2013 “Programma di campagna vaccinale con vaccino antipneumococcico 13 valente. La presenza di patologie predisponenti, come di seguito elencato, può indurre un aumentato rischio di infezione pneumococcica severa e delle sue complicanze, pertanto, i soggetti affetti da patologie di seguito indicate, di età inferiore a 65 anni, sono eleggibili alla vaccinazione antipneumococcica:

• cardiopatie croniche
• malattie polmonari croniche
• cirrosi epatica, epatopatie croniche evolutive
• alcoolismo
• diabete mellito, in particolare se in difficile compenso
• soggetti con perdite liquorali da traumi o intervento
• anemia falciforme e talassemia
• immunodeficienze congenite o acquisite
• asplenia anatomica o funzionale e pazienti candidati alla splenectomia
• leucemie, linfomi, mieloma multiplo
• neoplasie diffuse
• trapianto d’organo o di midollo
• immunosoppressione iatrogena clinicamente significativa
• insufficienza renale cronica, sindrome nefrosica
• H.I.V. positivi
• portatori di impianto cocleare”. 

Le pessime previsioni d’autunno dell’Ue sull’Italia

Tagliate le stime del Pil per il 2020: siamo il fanalino di coda in Europa. Deficit in aumento al 2,3%. Debito al 136% e mercato del lavoro in deterioramento.

Deciso aumento del debito italiano nelle previsioni Ue d’autunno: nel 2019 salirà a 136,2% e nel 2020 a 136,8%. Bruxelles rivede così al rialzo le stime di primavera che lo davano a 133,7% e 135,2%. Le cause principali sono «debole crescita del Pil nominale, deterioramento dell’avanzo primario» e «costo in aumento delle misure passate», cioè reddito di cittadinanza e quota 100.

DEFICIT IN LEGGERO AUMENTO NEL 2020

La Commissione Ue prevede per l’Italia un deficit «stabile» al 2,2% per il 2019 e in leggero aumento al 2,3% nel 2020. «La spesa del governo aumenta per l’introduzione del reddito di cittadinanza e delle misure che ampliano la possibilità di pensionamento anticipato», visto che entrambe le misure mostreranno solo a partire dal 2020 «il loro pieno costo annuale», scrive Bruxelles. I dati del deficit delle previsioni di primavera erano molto più alti (2,5% e 3,5%), ma non incorporavano ancora la correzione di bilancio estiva.

ITALIA MAGLIA NERA IN EUROPA NELLE STIME SUL PIL

«L’economia italiana è in stallo dall’inizio del 2018 e ancora non mostra segnali significativi di ripresa», prosegue Bruxelles. Invariata rispetto all’estate la stima sul Pil 2019 (+0,1%), tagliata invece quella sul Pil 2020 (da +0,7% a +0,4%). Nel 2020 c’è una «modesta» ripresa della crescita, «grazie a domanda esterna e spesa delle famiglie, che però è attenuata dal mercato del lavoro in deterioramento». L’Italia si conferma ultima in Europa sia nel 2019 che nel 2020.

MERCATO DEL LAVORO IN DETERIORAMENTO

Nel nostro Paese, «il mercato del lavoro è rimasto resiliente di fronte al recente rallentamento economico, ma gli ultimi dati puntano a un deterioramento» Il calo della produttività è probabile che spinga i datori di lavoro «a tagliare posti o ricorrere a contratti temporanei» e il «numero dei senza lavoro difficilmente calerà anche a causa del nuovo reddito di cittadinanza che indurrà progressivamente più persone a registrarsi come disoccupate». Per il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, le previsioni Ue «sono molto in linea» con quelle del governo, «sul 2019 sono le stesse», e riguardano «una situazione che abbiamo ereditato», anche se «in realtà dati più recenti dell’Istat ci dicono che si potrebbe chiudere anche a 0,2. Sul 2020 lo scostamento è molto limitato, ma noi pensiamo che la nostra previsione sia corretta, e anzi prudente, e quindi contiamo in una crescita maggiore nel 2020».

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Macron attacca la Nato: «È in stato di morte cerebrale»

Il presidente francese, con le ambizioni di una Difesa europea, si getta a testa bassa contro l'Alleanza Atlantica e gli Usa: «L'America sta voltando le spalle al progetto europeo. È tempo di svegliarsi».

Emmanuel Macron ritiene che la Nato sia in stato di «morte cerebrale»: è quanto afferma lo stesso presidente francese al settimanale The Economist. Macron, che ha da sempre l’ambizione di far nascere una Difesa europea autonoma, si è gettato a testa bassa contro l’Alleanza Atlantica e gli Usa: «L’America sta voltando le spalle al progetto europeo. È tempo di svegliarsi».

I TRE GRANDI RISCHI SECONDO MACRON

Il capo dell’Eliseo ha lanciato un duro avvertimento sul futuro dell’Europa la cui «straordinaria fragilità» rischia di farla «scomparire» se non comincerà a concepirsi «come una potenza del mondo». «Non credo di drammatizzare le cose, cerco di essere lucido», afferma il presidente francese, evidenziando tre grandi rischi per l’Europa: aver «dimenticato di essere una comunità», il «disallineamento» della politica Usa dal progetto europeo e l’emergere della potenza cinese che «mette chiaramente l’Europa a margine».

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Trump è in affanno, ma i democratici Usa restano senza leader

La sconfitta nel voto del Super Tuesday non basta per decretare l'inizio di una parabola discendente del presidente americano. I dem sono estremamente frammentati e hanno candidati molto deboli.

Super Tuesday da incubo per Donald Trump che perde con un secco due a uno: il risultato più grave è la perdita, dopo ben 20 anni, della maggioranza nel parlamento della Virginia, ma scotta al Grand old party anche la perdita del governatore del Kentucky, anche se sul filo di lana.

Unica consolazione, la vittoria del governatore repubblicano in Mississippi, Tate Reeves. Detto questo, il voto di martedì 5 novembre dà scarse indicazioni reali per fare profezie sulle Elezioni presidenziali del novembre 2020.

La ragione principale della vittoria dei democratici infatti risiede nella forte caratura personale e di leadership dei loro candidati sia in Virginia sia in Kentucky, dove Andy Beshear ha vinto sia pure di strettissima misura, là dove in campo democratico a un anno dal voto presidenziale è sempre più evidente un doppio fenomeno: innanzitutto una estrema frammentazione dei candidati alle primarie.

AI DEMOCRATICI AMERICANE MANCA ANCORA UN LEADER

Con tutta evidenza non c’è al momento un “cavallo di razza”, un leader carismatico e popolarissimo di suo come è stata la grande sconfitta di Trump: Hillary Clinton. Dentro questa frammentazione del campo democratico si è poi sempre più rafforzato un fenomeno non nuovo nel campo del partito dell’asino: un radicale spostamento verso la sinistra – anche estrema – di quasi tutti i candidati ad eccezione di Joe Biden. Ma Biden, il candidato centrista più pericoloso per Trump, soffre innanzitutto di una sua leadership personale scialba (non a caso fatica molto nella fondamentale raccolta fondi) ed è anche indebolito dalle vicende legate ai rapporti tra suo figlio e l’Ucraina.

Se Trump dovrà scontrarsi con candidati oggi apparentemente col vento in poppa come Elisabeth Warren, avrà strada facile,

Non è un caso che proprio su questa debolezza si sia puntato l’arsenale di guerra mediatica di Trump al quale i democratici hanno risposto con una procedura di impeachement che non arriverà mai a successo (la deve approvare il Senato con la maggioranza dei due terzi, là dove Trump gode di una maggioranza netta e per di più solida) e che rischia fortemente l’effetto boomerang. Se Trump dovrà scontrarsi con candidati oggi apparentemente col vento in poppa come Elisabeth Warren, avrà strada facile, visto il loro programma in certi punti ancora più radicale di quello di Bernie Sanders (oggi molto appannato).

PER LE PRESIDENZIALE DEL 2020 È ANCORA TUTTO DA DECIDERE

La seconda ragione per la quale questo Super Tuesday non può dare indicazioni utili per fare pronostici sulle prossime presidenziali è insita nello stesso sistema di voto americano. Si pensi solo che Hillary Clinton perse clamorosamente nella conta dei fondamentali Grandi Elettori pur avendo ricevuto ben 2.800.000 voti in più di Trump (il 2% di vantaggio). In realtà il sistema federale rigido degli Usa sacrifica alla rappresentatività delle volontà dell’elettorato, la necessità di premiare il peso – a volte determinante – dei piccoli Stati a scapito dei più popolosi, i primi sono sovra-rappresentati quanto a Grandi Elettori, mentre i secondi sono pesantemente penalizzati. Dunque, sino a quando il quadro delle primarie non sarà definito e sarà chiaro quale sarà lo sfidante, e partiranno sondaggi attendibili, è inutile delineare scenari. Senza dimenticare che Trump arriverà al voto con successi consistenti sia nell’economia che nell’incremento dell’occupazione. Temi centrali nel voto Usa.

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La Turchia dice di aver arrestato altri famigliari di al-Baghdadi

Ankara ha confermato di aver arrestato almeno 10 parenti del defunto leader dell'Isis. Tra questi anche uno dei figli.

Il numero di familiari del defunto leader dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi che sono stati catturati dalla Turchia è «vicino alla doppia cifra». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che il 6 novembre aveva annunciato la cattura di una moglie dell’autoproclamato Califfo, Asma Fawzi Muhammad al-Qubaysi, dopo quella della sorella maggiore, del cognato, della loro nuora e di 5 figli.

Secondo il leader di Ankara, che ha parlato prima di partire per una visita in Ungheria, altri membri della «cerchia ristretta» di al-Baghdadi starebbero cercando di entrare in Turchia per fuggire dalla Siria.

Il presidente turco ha anche confermato che con la moglie di al-Baghdadi, la Turchia ha catturato anche un figlio del defunto leader dell’Isis, il cui «Dna è stato confermato». «La moglie era nelle nostre mani da un anno, un anno e mezzo», ha aggiunto il leader di Ankara.

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